Preview Warriors-Grizzlies: esperienza contro gioventù

Warriors Grizzlies play-in
Copertina di Nicolò Bedaglia

Quasi cinquantadue anni fa l’uomo ha messo piede sulla Luna; due notti fa i Lakers hanno vinto contro i Warriors e gli allunaggio-scettici adesso li capisco un po’ di più. Ho visto la registrazione e ho visto i tabellini ma io che i Lakers abbiano vinto non ci credo, cascasse il mondo sono convinto che abbiano fatto più punti gli altri. Evidentemente sono in minoranza, perché stasera i Warriors si giocano l’ultimo posto disponibile per i Playoffs 2021 con i Grizzlies, sopravvissuti a malapena ad una rimonta degli Spurs.

La vincente della partita si aggiudica la possibilità di sfidare gli Utah Jazz, che una voce autorevole dal Belgio – non fate domande – definisce tranquilli anche in caso di incontro ravvicinato con il Baby Faced Assassin. Credevo di aver capito male così ho provato a richiamare, ma era occupato; sono rimasto qualche minuto in attesa sulle note di una fastidiosa canzoncina (“E Forza Memphis, che siamo tantissimi! E Forza Memphis, è tempo di credere!”) poi ho riattaccato.

Ma torniamo al play-in: fortunatamente di questa partita abbiamo avuto un assaggio meno di una settimana fa, nell’ultima giornata di regular season, quando Grizzlies e Warriors si sono giocati l’ottavo posto. Insomma, pronostici più fondati di quello che state per leggere non ne avete mai letti.

Tre punti chiave della partita

1) Chi si deve confermare: Curry, Dillon Brooks e Jonas Valančiūnas

Golden State, consolidata come una delle migliori difese della lega, a livello realizzativo dipende interamente dalle scorribande del suo uomo franchigia. Curry è quello che gli americani chiamano “la testa del serpente”: fai fuori lui e tutta la squadra è morta e sepolta. Più facile a dirsi che a farsi, e i Grizzlies freschi di quarantello nella partita di Domenica scorsa, lo sanno bene. Credo lo avrebbero immaginato in ogni caso, ma Steph è il tipo di persona che non lascia nulla al caso: arriva sempre un quarto d’ora prima agli appuntamenti e te ne rovescia addosso 46 nell’ultimo scontro diretto prima della postseason (non lo scrivo in lettere tutto maiuscolo solo perché in questa stagione ne ha messi addirittura 62. Sessantadue. SESSANTADUE. contro Portland).

Va detto che Dillon Brooks ha fatto un ottimo lavoro su Curry, tenendolo ad un misero 1/7 dal campo nel primo tempo con una prova difensiva davvero ottima. Lo stesso non si può dire dei suoi compagni, che hanno permesso a Steph di esplodere trascinando con sé Brooks e qualunque cosa o persona nei paraggi. Pare quindi lecito aspettarsi che Jenkins legherà Brooks a Curry a doppio filo, e il canadese dovrà fare grande attenzione a non finire in foul trouble; insieme alla shot selection di chi vede sempre il tiro mezzo aperto, i falli sono storicamente uno dei difetti di Brooks, che nell’ultimo scontro diretto è stato espulso a sei minuti dalla fine. Se i Grizzlies vogliono passare, questo non può accadere stasera.

Altro aspetto fondamentale per i Grizzlies, che da tre fanno una fatica che è una fatica anche da vedere e quindi devono assolutamente dominare il pitturato, sarà il numero di minuti giocati da Valančiūnas. Mentre Jackson Jr. è uno dei pochissimi lunghi della lega in grado di mettere i bastoni fra le ruote a Curry sul perimetro, non si può dire lo stesso del lituano, comprensibilmente restio ad allontanarsi troppo dal ferro; scoprire quale delle due difese soffrirà di più la presenza in campo di Valančiūnas ci darà un grosso indizio sull’andamento della partita.

2) La prestazione di Ja Morant

Il playmaker dei Grizzlies è stata una delle delusioni della sconfitta contro i Warriors: passivo in attacco e male pure in difesa, dove ci ha capito poco o nulla.

Le cose sono andate meglio contro gli Spurs: il numero 12 è stato aggressivo fin da subito, ha fermato meno la palla e ha preso decisioni in tempi più rapidi. Ha contribuito positivamente anche nella propria metà campo, dove è stato sul pezzo e concentrato.

Stanotte i Grizzlies potrebbero avere una chance se Morant riuscisse a fare un ulteriore passo in avanti nello scoring: proprio nel play-in dell’anno scorso, Ja mise a ferro e fuoco la difesa di Portland (qualche maligno potrebbe dire che ci vuole poco) dando l’idea ad un certo punto di poter vincere la partita da solo, salvo alzare bandiera bianca negli ultimi possessi. L’ostacolo rappresentato dalla difesa dei Warriors, diretta da un monumentale Draymond Green, è certamente più ostico e Morant, dati alla mano, è uno scorer peggiore rispetto all’anno scorso. Si dice che due indizi fanno una prova: i Grizzlies devono sperare che non sia così, almeno questa volta.

3) Chi può fare lo step up nei Grizzlies ?

Sia contro Golden State che contro San Antonio, i primi avvicendamenti tra titolari e panchinari sono coincisi con dei parziali da parte degli avversari. In particolare i minuti senza Valančiūnas e Morant sembrano quelli più difficili: il 17-0 con cui gli Spurs hanno aperto il secondo quarto e riaperto una partita dominata dai Grizzlies nei primi 12 minuti è abbastanza esplicativo. La second unit, uno dei punti di forza della squadra di coach Jenkins in regular season, ora è un punto debole: Jones mostra pecche difensive, che pesano maggiormente a questo livello, mentre l’uomo di maggior impatto dalla panca, De’Anthony Melton, sta vivendo un finale di stagione abbastanza complicato.

Per incidere positivamente in attacco Melton dovrà ritrovare il suo jumper e per i Grizzlies sarebbe fondamentale, come già detto, fornire una prestazione al tiro migliore del 6-25 da tre con cui hanno chiuso contro Golden State domenica: oltre a Melton, occhio dunque a Desmond Bane e Jaren Jackson Jr, perché dalla loro capacità di segnare i tiri aperti che avranno a disposizione può passare l’accesso ai playoff dei Grizzlies dopo 4 anni di astinenza.

Il Pronostico

Saremmo molto sorpresi se questa partita non fosse tirata come quella di domenica, anzi ce l’aspettiamo ancora più rognosa. Il risultato finale è meno scontato di quello che sembra e quindi un’eventuale vittoria dei Grizzlies non sarebbe una sorpresa. In ogni caso noi andiamo con i Warriors: hanno in Curry un closer che Memphis non ha, più esperienza per gestire i momenti delicati della partita e una maggior urgenza di agguantare l’ottavo e ultimo posto dei playoff.

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Francesco La Mura
Qui su True Shooting perchè nessuno vuole perdere tempo dietro ai Memphis Grizzlies. Vivo nella speranza che Jaren Jackson Jr. possa diventare il miglior lungo della lega, quindi non fidatevi di me.