Le possibili sorprese del Draft, parte 1

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Copertina di Edoardo Celli

In questa serie di articoli andremo a parlare dei prospetti che tra qualche anno potrebbero essere considerati delle vere e proprie sorprese per via della differenza tra la posizione della loro chiamata e il loro effettivo valore.

In questo primo episodio ci concentreremo su quei giocatori che sono attualmente proiettati subito dopo la lotteria dai più importanti esperti del Draft NBA ma che, dal nostro punto di vista, meriterebbero per motivi differenti una chiamata decisamente più alta. A volte gli errori si sono dimostrati parecchio grossolani durante la fase di scouting e molto spesso gli osservatori sono rimasti sorpresi da alcune gemme nascoste al di fuori delle prime chiamate.

Jaden Springer

Il primo giocatore di questa particolare lista arriva da Tennessee University, dove ha disputato la sua unica stagione collegiale per dichiararsi subito al Draft NBA. Il cammino di Jaden Springer potrebbe ricordare molto quello di Tyrese Maxey, selezionato dopo 20 chiamate nella passata edizione dell’evento in questione e che durante questa stagione ha già stupito per capacità tecniche e maturità.

Jaden Springer è attualmente proiettato alla numero #29 dall’ultimo mock draft compilato da Jonathan Givony, uno dei più affidabili in materia. Tuttavia, siamo abbastanza sicuri che il valore del prospetto sia decisamente più importante rispetto a questo posizionamento.

Il mix tecnico e atletico messo in mostra in entrambe le metà campo potrebbe far gola a molte squadre, che però sembrano essere frenate dalla sua giovane età dato che il ragazzo compirà appena 19 anni poco prima dell’inizio della prossima stagione. Accade troppo spesso che le squadre siano troppo intimorite dai prospetti molto giovani per via delle poche partite disputate ad un livello accettabile e questo potrebbe essere uno di quei casi.

Osservandolo in azione, però, si rimane colpiti dalla sua sicurezza e dalla sua maturità. Nella sua unica stagione al college è riuscito a guadagnarsi gradualmente la fiducia di coach Barnes prendendo in mano le redini della squadra. La cavalcata dei Volunteers si è fermata alle semifinali del torneo SEC, uno dei più prestigiosi nel panorama collegiale.

La sua qualità principale è quella di attaccare il canestro partendo dal palleggio. Pur non avendo un primo passo bruciante è in grado di sfruttare al meglio il suo baricentro basso e la sua forza fisica per crearsi dal nulla linee di penetrazione efficienti. Le misurazioni della combine (6’4” di altezza per 202 libbre) lo rendono una combo guard veramente intrigante e in grado di coprire più posizioni in campo all’interno della lega. Al ferro ha tirato con il 65% e questa capacità è sempre più richiesta in NBA perché permette di costruire vantaggi in situazioni di difesa schierata da cui poi strutturare il resto del flusso offensivo.

Il bello non finisce qui, difatti la sua proiezione come tiratore sembra essere piuttosto solida ed è supportata da numeri interessanti come l’81% ai liberi e il 43% (!) da tre punti in stagione. Potenzialmente Springer ha tutte le carte in regola per aspirare ad essere un realizzatore a tre livelli all’interno della lega e questo non è poco.

In aggiunta a queste note molto positive riguardo alle sue capacità offensive, bisogna citare anche il lato difensivo. Come abbiamo anticipato il suo fisico è ben costruito e, considerando anche un’apertura alare di 6’8”, potenzialmente potrebbe diventare un difensore ben sopra la media NBA. La rapidità di piedi è buona e sa reggere scivolamenti di base per contenere le penetrazioni avversarie; questo unito alla buona capacità di leggere l’attacco avversario potrebbe bastare per garantire la sua stabilità difensiva nel prossimo futuro.

Parliamo quindi di un prospetto che potrebbe avere una doppia dimensione positiva in entrambe le metà campo e con solo 18 anni durante la notte del Draft, insomma una steal annunciata.

JT Thor

JT Thor è uno dei giocatori che ha fatto un salto in avanti impressionante negli ultimi mesi nelle board degli scout. Riclassificatosi alla high school per poter anticipare di un anno l’accesso al college, il ragazzo cresciuto in Alaska ha effettuato una buona stagione collegiale, ricca di flash interessanti. Per lui si parlava del concetto emergente di predraft: scegliere cioè a fine primo giro o inizio secondo un giocatore che l’anno successivo ha alte probabilità di diventare un talento da lottery e svilupparlo con pazienza attraverso le strutture della NBA. È una strategia ottima per le franchigie competitive che non riescono ad aggiungere talenti da lottery e magari hanno bisogno di un potenziale crack.

Tuttavia, la scoperta di un errore sulla data di nascita di JT, che è del 2002 e non del 2001, e l’ottima impressione destata alla combine lo rendono un giocatore che sarà scelto al primo giro, magari addirittura in lottery: tra le altre, Indiana e Charlotte hanno effettuato un workout con l’ex Auburn. Thor è un’ala/lungo di 206cm per 92kg, con un’apertura alare immensa, di oltre 221cm. Appartiene alla categoria degli unicorni. Ha un gioco da esterno, con un’ottima predisposizione al tiro da tre anche da distanza siderale. La meccanica è buona, il rilascio veloce, il set point immarcabile. Sempre al posto giusto in attacco, sa concludere anche in alley oop sopra al ferro. Ha un buon tocco, come testimoniano le conclusioni prese nei pressi del ferro e la percentuale ai liberi.

Quello che lascia di stucco è però come riesce a muoversi sul campo un giocatore di quel tipo. Atleta estremamente fluido, è un fulmine in transizione, con e senza palla. E con quei mezzi fisici rischia di diventare un difensore allucinante. Può fare un closeout nell’angolo partendo con due piedi nell’area nel giro di mezzo secondo. È un eccellente difensore perimetrale, con grande velocità di piedi. Ha un istinto innato per la palla rubata ed è a suo agio nello stoppare con i tempi giusti. È inoltre in grado di switchare con tranquillità.

Tuttavia, è ancora molto acerbo fisicamente e in alcuni aspetti del gioco. La visione delle linee di passaggio è quasi inesistente: per quanto non fermi mai il pallone, Thor vede assist che non esistono, e che portano a palle perse. Deve migliorare inoltre nel ball handling, fin qui insufficiente sotto pressione. Contro i lunghi più fisici fa fatica, e dovrà mettere su qualche chilo per reggere nella lega. Infine, essendo molto giovane e acerbo pecca per incostanza. Alterna a momenti fenomenali molti possessi sterili. Le percentuali da tre, per quanto ci sia l’attitudine al tiro e un buon rilascio, sfiorano soltanto il 30% e dovranno migliorare.

Insomma, JT Thor è la più classica delle scommesse, che potrebbe pagare parecchio sul lungo periodo. Il profilo fisico unito a quello skillset è estremamente intrigante, ma Thor potrebbe esplodere come essere un fiasco totale. Tuttavia è uno dei prospetti a più alto upside della classe, e numerose squadre faranno la fila per averlo a roster

Ziaire Williams

Prospetto a cinque stelle tra i più quotati a inizio anno, Ziaire Williams ha visto crollare le sue quotazioni a causa di una stagione a Stanford deludente ma anche sfortunata.

La stagione collegiale di Ziaire non è stata particolarmente brillante dal punto di vista statistico, tuttavia il freshman californiano ha messo in mostra tutta una serie di skills estremamente ricercate in NBA e che fanno di lui uno dei prospetti con più upside dell’intera classe.

Ala di 207 centimetri (con le scarpe) per soli 85 chili, la prima cosa che si nota guardandolo è il fisico esile e longilineo. Il peso è infatti uno dei principali “ostacoli” di Williams in ottica NBA: visto che già al college ha faticato contro avversari più imponenti è sicuro che l’impatto con gli atleti professionisti sarà inizialmente molto duro.

Sul campo da gioco Ziaire impressiona soprattutto per la grande abilità nel crearsi un tiro dal palleggio; l’altezza e le braccia lunghe fanno sì che il punto di rilascio del suo jumper sia piuttosto alto e quindi difficile da contestare; inoltre è in grado di creare separazione con un buon uso dello step-back. La meccanica di tiro è molto fluida e naturale, cosa che fa ben sperare sulle sue percentuali in NBA, e la parabola del pallone è da manuale.

Williams ha dato prova di essere un buon passatore, soprattutto in situazioni di pick & roll in cui ha fatto sfoggio di una notevole capacità di leggere la difesa e di far passare il pallone in spazi non facili con il giusto tempismo. Probabilmente non sarà mai il creatore primario di una squadra, ma è innegabile che le sue buone doti di passatore unite alla sua shot creation lo rendono un attaccante estremamente completo.

La pecca principale del suo gioco offensivo si lega a doppio filo con il suo fisico fin troppo asciutto. Ziaire, infatti, fa molta fatica a segnare nei pressi del ferro a causa della sua difficoltà nell’assorbire anche il minimo contatto. Se a ciò uniamo un primo passo non fulmineo e un ballhandling ancora grezzo è facile capire su quali aree il prodotto di Stanford debba maggiormente lavorare.

Ziaire è un profilo difensivo molto promettente e grazie a piedi veloci, braccia lunghe e buona comprensione del gioco riesce ad essere un fattore positivo sia sulla palla che come difensore di squadra. Inizialmente il fisico lo limiterà anche in questo aspetto, ma la base di partenza è molto buona e soprattutto non scontata per un giocatore di poco meno vent’anni.

In conclusione, Ziaire Williams è il prototipo di ala moderna capace di crearsi un tiro, passare la palla e difendere. Per talento puro e upside è secondo a pochi in questa classe, ma molte squadre potrebbero dare non poco peso alle brutte percentuali a Stanford e al fisico gracile. Solo il tempo ci dirà la verità, ma già da oggi è chiaro come Ziaire possa essere un serio candidato al titolo di “sorpresa” del Draft 2021.

Trey Murphy III

Trey Murphy III è un’ala di oltre 206cm in uscita da Virginia ed è uno dei giocatori di questa classe che rientrano maggiormente nella definizione di giocatore “3&D”.

Offensivamente la sua dote principale è ovviamente il tiro da dietro l’arco. Ha una meccanica fluida e ripetibile, oltre ad un rilascio difficilmente contestabile viste le sue dimensioni. Al college è stato un tiratore estremamente mortifero in situazioni statiche. La dimensione dinamica è meno avanzata, probabilmente anche a causa di una meccanica non proprio ortodossa, ma sembra poter diventare un giocatore capace di punire anche in uscita dai blocchi quanto meno in situazioni semplici. In stagione ha tirato con il 43.3% da 3 su 4.8 tentativi e con uno straordinario 92.7% i liberi.

Per il resto, il suo gioco offensivo è limitato ma solido. Sa tagliare a canestro ed è in grado di attaccare un closeout. A Rice, scuola in cui militava prima del transfer, aveva messo in mostra anche qualche lampo di creazione dal palleggio. Non è un playmaker o qualcuno che può creare vantaggi per i compagni, però sa muovere la palla in modo puntuale ed intelligente.

Nella metà campo difensiva, Trey risulta un giocatore molto versatile. Il mix di altezza (206m), lunghezza delle braccia (213cm), mobilità e fluidità lo rendono un ottimo difensore sulle ali avversarie con le potenzialità per cambiare su lunghi e guardie. A tutto ciò va ad aggiungersi un impegno difensivo molto costante e, considerando la cultura difensiva e “gritty” della squadra per cui giocava, non potrebbe essere altrimenti. Al momento non è particolarmente forte fisicamente e questo ne limita l’efficacia contro lunghi veri e propri.

Anche la difesa di squadra generalmente è buona: è attento, ruota e aiuta con i tempi giusti. I numeri delle rubate e stoppate non sono ideali, ma sono influenzati dalla difesa molto conservativa voluta da Tony Bennett.

Murphy è uno Junior di 21 anni e secondo alcuni questo potrebbe limitare il suo upside, ma c’è una cosa da considerare. All’High School, Trey era alto appena 193cm e da allora è cresciuto di oltre 13 cm in 4 stagioni (era listato 6’7 da freshman). Generalmente ci vuole un periodo di adattamento più lungo a cambiamenti fisici così drastici.

In sostanza, grazie al suo tiro, alla versatilità difensiva e alla generale solidità, Murphy sembra un giocatore perfetto per l’NBA attuale e potenzialmente uno di quei pezzi importanti per giocare un basket vincente.
Non sono uguali come giocatori, ma potrebbe avere una parabola ed un’utilità simile ad un giocatore come Cameron Johnson. Nelle ultime settimane, le sue quotazioni sono andate in crescendo grazie alla combine ma se dovesse finire nella parte bassa del primo giro potrebbe essere una delle steal di questo Draft.

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Filippo Barresi
Calciofilo prestato alla NBA, tifoso degli Charlotte Hornets e della Sampdoria. Studente di Marketing all'Università di Torino, classe 1998. Molto probabilmente non vedrà un successo sportivo nell'arco della sua vita.
Emiliano Naiaretti
Spurs, GLeague and draft @TheShotIT | Draft inebriated but lazy writer | Natural & environmental sciences (ANGRY) student
Francesco Contran
Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.
Leonardo Spera
Tifoso Spurs e Fortitudo, vive consumato dal dilemma sul se considerare Manu Ginobili il più grande giocatore di pallacanestro mai esistito. Appassionato di college e draft, gli bastano una wingspan sopra i 2.10 e una buona difesa per innamorarsi di qualunque prospetto.