5 giocatori NBA pronti a fare il salto di qualità nel 22-23

NBA breakout
Copertina di Matia Di Vito

A una manciata di giorni dall’inizio della Regular Season, dopo avervi fornito qualsiasi tipo di analisi dettagliata e competente (non io), oggi vi propongo (io) una top 5 di giocatori che potrebbero avere la propria breakout season nel 2022-2023 (spoiler: molto probabilmente non lo faranno, gli ascoltatori di Movimenti In Po(dca)st sanno bene quale sia il mio rapporto con i pronostici). Non necessariamente si tratta di futuri all-star, anzi l’anno prossimo nella migliore delle ipotesi 1, massimo 2, saranno convocati al weekend delle stelle, ma per diversi motivi questi giocatori potranno avere la propria breakout season grazie al contesto o a miglioramenti già mostrati sul finire della scorsa stagione.

Un’ultima premessa mi sembra necessaria: è stato davvero difficile fare una scrematura e scegliere solamente 5 giocatori, dato che sono partito da una lista di circa il triplo, ma per motivi assolutamente personali e non necessariamente di potenziale sono giunto a questa.

Anthony Edwards

Comincio con un nome forse scontato, ma vorrei dare una parvenza di credibilità a questo pezzo, almeno all’inizio: Anthony Edwards. L’esterno dei T-Wolves è senza dubbio la vera e propria stella della squadra e, come dicono dall’altra parte dell’Oceano, per lui “sky is the limit”. Ant-Man ha tutte le carte in regola per diventare un two-way player a tutti gli effetti grazie alle sue doti tecniche ed atletiche.

In estate Minnie ha deciso di aggiungere Gobert in modo da “garantire” alla squadra, almeno in regular season, un posto nella top 10 per defensive rating. Questo successo passerà però anche da Edwards che dovrà dimostrare attitudine e costanza nella propria metà campo sfruttando le sue interminabili braccia e la sua mobilità, senza prendersi lunghe pause come ha fatto vedere nei primi due anni della sua carriera.

Ovviamente Ant dà il meglio nella metà campo avversaria dove ha dimostrato di saper segnare in molti modi diversi, ma con un’efficienza non eccezionale. La sua true shooting è leggermente al di sotto della media della lega, complici la pessima shot selection e le percentuali ai liberi non stratosferiche. Spesso e volentieri si accontenta di un tiro dal palleggio invece di andare al ferro, dove conclude con il 62.7% su quasi 6 tentativi! Certo difficile criticarlo se dovesse mantenere le medie tenute durante i playoff: 40% da 3 su 9.5 tentativi a gara, ma onestamente sembra difficile se non impossibile. Proprio ai playoff la sua produzione è aumentata di molto e questo lascia ben sperare per il futuro, soprattutto se vuole diventare il nuovo MJ come da lui stesso dichiarato.

De’Andre Hunter

Anche gli Atlanta Hawks nel corso dell’estate hanno portato a casa un All-star come Dejonte Murray, ma questo non cozza necessariamente con la potenziale esplosione di Hunter. Il prodotto di Virginia sarà sollevato dall’incarico di marcare il ball-handler primario, compito che passerà allo stesso Murray, e potrà concentrarsi su ali più fisiche e sulla difesa lontano dalla palla, piatto forte della casa. Inoltre è uno dei pochi giocatori che può realmente marcare 1-5 e ciò lo proietta potenzialmente tra gli élite defender della lega.

Anche in attacco ha dimostrato di essere un giocatore affidabile con potenziale per diventare un two-way player di tutto rispetto. Agli scorsi playoff, durati solo 5 gare per gli Hawks, è stato di gran lunga il miglior giocatore: 21.2 punti di media con il 55% abbondante dal campo, oltre il 46% da 3 (su 5.2 tentativi) e l’80% dalla lunetta. Si tratta di un exploit e non di medie che potrà mantenere, ma Atlanta ha la consapevolezza di poter affidarsi a lui in momenti di difficoltà, quando le difese avranno nel mirino Young e Murray non riuscirà a trovare le sue conclusioni al ferro.

La quarta scelta al draft 2019 dovrà cercare di rimanere integro fisicamente, non scontato visti i precedenti, anche perché al momento gli Hawks non gli hanno ancora offerto un rinnovo e se non lo faranno entro il prossimo 17 ottobre, il giocatore diventerà restricted free agent nell’estate 2023.

Tyrese Maxey

Maxey aveva già fatto un notevole balzo in avanti la scorsa stagione, ma questa può essere quella della definitiva consacrazione. Phila comincia l’anno con un roster solido e lungo, la cui unica pecca forse è l’età di qualche giocatore chiave. Harden ed Embiid, le due principali opzioni offensive, potrebbero avere più riposo nel corso della regular season per arrivare freschi ai playoff.

Maxey dovrà caricarsi maggior peso offensivo senza sporcare le ottime percentuali della scorsa stagione (48,5-42,7-86,6). Il suo impatto sia on che off ball gli consente di essere efficace sia al fianco di un “mangiapalloni” come Harden (non me ne voglia) che alla guida di una lineup, grazie a un buon ball-handlig e a un discreto tiro dal palleggio.

L’aspetto principale in cui può avere un notevole miglioramento è il coinvolgimento dei compagni, soprattutto essendo un giocatore che perde pochissimi palloni. È un atleta ultra-competitivo, come sottolineato da Doc Rivers qualche giorno fa quando è stato ospite di Woj, e lo ha dimostrato persino in pre-season, momento dell’anno in cui i giocatori tendono a scendere in campo col freno a mano tirato.

Le cifre tenute nelle tre amichevoli sono irreali e anche in questo caso ovviamente insostenibili, ma la sensazione è che Maxey sia pronto ad un’annata da All-star caliber e chissà che non possa togliersi qualche soddisfazione personale (MIP?) o addirittura con la propria franchigia.

Alperen Şengün

Veniamo ora ad un giocatore che adoro particolarmente e che questa estate ha fatto brillare gli occhi a tutti coloro che incollati ai televisori hanno guardato almeno una partita della Turchia a Eurobasket. Ero indeciso se inserire Al-P essendo solo un secondo anno, ma le sue prestazioni all’Europeo mi hanno convinto e sono servite a confermare la decisione dei Rockets di puntare su di lui e cedere Wood.

Şengün è dotato di un ottimo footwork e in campo sa fare praticamente tutto, specialmente in attacco. È un buon rimbalzista ed ha un tocco eccezionale, con entrambe le mani, in prossimità del ferro, caratteristiche che lo rendono potenzialmente una macchina da 20+10. Ma la specialità che ruba gli occhi a tutti gli appassionati sono le sue doti da passatore. Nella scorsa stagione ha chiuso con il 19.2AST% dato che lo collocava nel 93esimo percentile tra i lunghi.

In difesa non è particolarmente a proprio agio, ma è dotato di mani veloci che al momento lo portano a commettere davvero troppi falli (5.2 per 36 minuti). Se dovesse migliorare in questo aspetto in futuro potrebbe essere un difensore neutro o addirittura leggermente positivo, ma verosimilmente avrà bisogno anche lui di un “Aaron Gordon” affianco. Houston, we don’t have a problem, almeno per quanto riguarda Şengün.

Precious Achiuwa

L’ultimo di questa lista è decisamente più romantico e si tratta di un omaggio al mio collega di podcast. Sin dall’inizio Precious è riuscito ad incuriosirci senza sapere esattamente il perché. Tuttavia partita dopo partita il nigeriano ha aggiunto al proprio arsenale nuove armi rendendo il suo gioco estremamente variegato.

Lo scorso anno ha tentato 156 triple, giusto 155 in più rispetto al suo anno da rookie, tra l’altro tirando con un discreto 36% cresciuto fino al 39% (su quasi 4 tentativi) nel post All star game. Questa estate sembra aver lavorato parecchio sul suo ball-handling, come ha fatto intravedere in alcuni sprazzi di pre-season, qualità che gli permetterà di attaccare i close-out quando stazionerà fuori dalla linea da 3 punti e di massimizzare il suo grab&go, aspetto del gioco in cui ha dichiarato lui stesso di sentirsi particolarmente a proprio agio.

L’ex Heat è un lungo sottodimensionato, ma in grado di cambiare sui piccoli ed è cucito alla perfezione per il sistema di Nurse che prevede una miriade di ali giganti versatili sia in attacco che in difesa. I più attenti di voi avranno notato che si tratta del terzo giocatore di questa lista pescato al draft 2019 ma non è un caso, mai sentito parlare di third year leap? Solo il futuro ci dirà se sarà così anche in questo caso.

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