SuperShai Gilgeous-Alexander

Shai Gilgeous-Alexander
Copertina di Marco D'Amato

Al Paycom Center, nella settima partita di OKC in stagione regolare, risuonano i cori di MVP. Shai Gilgeous-Alexander è in lunetta, i Thunder hanno appena rimontato dal -16 sui Magic di Banchero. La stessa scena si ripropone contro i Bucks, pur privi dei Big 3, in una partita che poi OKC perderà ma in cui la sua stella ha per l’ennesima volta dominato. Shai Gilgeous-Alexander, snobbato allo scorso All Star Game, ha fatto un notevole salto di qualità, di quelli che non solo lo proiettano a una chiamata a Salt Lake City, ma addirittura a un quintetto All NBA.

Ma quali sono i segreti del gioco di Shai? Quanto è effettivamente migliorato? E quanto manca a OKC per ultimare la ricostruzione?

Inizia tutto dalle incursioni a canestro

Da ormai qualche anno a questa parte, Shai è il giocatore che guida la NBA per drive a canestro. Con 24 a gara ha un buon margine su Ja Morant e Luka Dončić. L’idea di fondo è molto semplice: se il tiro più efficiente nella lega è il tiro nei pressi del ferro, arrivare nei pressi del ferro mi dà più probabilità di prendere quel tipo di tiro. Se arrivo con più frequenza al ferro, divento quindi più efficiente. Ci sono un paio di piccoli dettagli però: di fronte c’è una difesa da battere. Ecco, Shai è uno dei giocatori più incredibili a battere l’uomo dal palleggio senza avere il primo passo esplosivo di un atleta come Morant. Più che battere di potenza l’avversario, scivola via.

Contro difese poco organizzate, una volta battuto l’uomo si arriva a un layup. In NBA però tutti sanno che i tiri al ferro sono il pericolo più grande, e si dotano di rim protector per prevenirli. A volte ci sono anche schemi difensivi, come la No Middle Defense, atti proprio ad evitare che un giocatore arrivi al ferro. In questo inizio di stagione, tutto ciò si è rivelato totalmente inefficace contro Shai Gilgeous-Alexander.

Innanzitutto, Shai è bravissimo a battere l’uomo che lo marca o ad attaccare in transizione grazie al suo esemplare controllo del corpo. Ciò ovviamente non è sempre sufficiente, cosa succede se il difensore impedisce che Shai arrivi al ferro? Occorrono le contromosse offensive, e Gilgeous-Alexander ha un intero arsenale a disposizione.

Terence Mann vuole negare a tutti i costi il centro dell’area a Shai, ma per poterlo fare con efficacia deve lasciargli un piccolo spiraglio. Shai non si fa pregare e crea un pizzico di separazione, sufficiente a tirare in stepback completamente solo, con facilità. La forza nel core e la flessibilità sono la chiave per questo tipo di movimenti, ancora una volta eseguiti in maniera estremamente fluida.

Un’altra idea di difesa è aspettare in area Shai con il lungo e prevenire le linee di passaggio con l’uomo che è stato battuto, ma anche per questo esiste una contromossa: il pull up. Shai si accorge che il lungo avversario lo aspetta e semplicemente si alza e tira. Per certi versi questo ricorda un po’ il floater di James Harden, o comunque quell’idea di contromossa offensiva.

A volte l’uomo che lo marca riesce a tenere dal palleggio Shai, prevenendo l’aiuto del lungo. In questi casi il canadese sfrutta tutto il suo controllo del corpo per riaccelerare e mandare fuori ritmo il diretto difensore, trovando punti facili.

Se la difesa fa tutto bene e Shai è forzato alla conclusione, questa sarà inevitabilmente difficile, o con angoli complicati, o in mezzo a una foresta di braccia, o anche con contatto. SGA è molto efficace anche in queste situazioni, dove può anche sfruttare al meglio gli oltre 210 cm di apertura alare

La minaccia che SGA porta alle difese quando penetra apre voragini per i compagni dall’arco, compagni che Shai trova abbastanza facilmente. Il canadese sa passare la palla e a volte è anche troppo altruista nel farlo, perché si fida dei compagni.

Anche in pick and roll è a suo agio, sebbene il numero di queste situazioni sia ridotto per mancanza di lunghi. L’infortunio di Holmgren ha tolto le spaziature verticali a Oklahoma City, con Shai costretto in queste situazioni ad accontentarsi di pick and pop con Muscala o slip del blocco di Pokuševski. Sono due situazioni a tratti efficaci, ma chiaramente avere Chet darebbe tutt’altro spessore a queste situazioni di gioco.

Emblematica questa serie di clip per capire come Shai è tenuto in considerazione dalla difese e quanto potenziale c’è dietro questa squadra. Guardate contro i Magic in contropiede, in quattro guardano il canadese e Bol Bol si perde la schiacciata di Pokuševski. Nell’ultima clip l’aiuto lascia libero Giddey di tagliare, una situazione di gioco che i Thunder sfruttano moltissimo. Se c’è una situazione di sovraccarico da un lato, i vari Williams, JDub, Wiggins, Pokuševski vanno a tagliare forte, creando pericoli ripetutamente.

La clip contro Minnesota spiega perché la No Middle Defense può essere una buona idea, ma generalmente viene battuta dalle superstar. Il principio della No Middle è semplice, sbarrare l’area e impedire l’attacco al ferro. La guardia è quindi mandata su un lato del campo, ma nel caso di Shai deve essere raddoppiata, o troverà un tiro dalla media o in stepback. Chiaramente il raddoppio apre spaziature, e la linea di passaggio più difficile dovrebbe essere quella meno coperta dai difensori.

In questo caso Minnesota lascia la linea di passaggio più facile sguarnita, e Shai ne approfitta per creare una tripla con spazio. Anche qualora la difesa fosse stata eseguita bene, in realtà un giocatore di 198 cm non avrebbe troppi problemi a trovare la lettura giusta. La No Middle nasce per far fare a giocatori normali letture da superstar, ed è efficace nel college basket proprio per questo motivo. In NBA il livello è molto più alto e l’efficacia cala drasticamente.

Un paio di numeri per capire quanto crea Shai: gli assist potenziali sono 11.7, a fronte di 5.8 assist effettivi: il rapporto è ancora inferiore al 50%, sintomo che i compagni devono ancora imparare a convertire bene le sue letture. Particolare è anche il fatto che ci sia un assist secondario a gara, che è un dato abbastanza buono per capire quanto si mantiene un vantaggio creato dal canadese: per il suo stile di gioco, il vantaggio tende ad esaurirsi nel giro di un passaggio o due, ma questo non è un problema, se il tipo di tiro che prende la squadra è un buon tiro.

L’AST% è leggermente calata, dal 31 al 27.8%, ma questo è dovuto all’incremento della produzione offensiva di Shai, che segna più di 30 punti a gara, un salto importante dai 24 dello scorso anno, e che ne fa uno dei migliori cinque scorer della lega. Il tutto però avviene curiosamente prendendo solamente il 13% dei tiri dall’arco.

Si, ma le triple?

Come è possibile realizzare tutti quei punti con quel tipo di fisico senza prendere molti tiri da tre dovreste averlo intuito, ma rimane il fatto che Shai prende pochissime triple.

Nel momento in cui scrivo, Shai sta prendendo solo 2.8 triple a partita, un’inezia per un esterno NBA, e questo è un problema. Non tanto perché Shai non esercita gravity come tiratore, perché le difese in ogni caso lo rispettano- tira col 35% in carriera e il 37 in stagione- quanto per il fatto che una tripla di Shai in catch-and-shoot è un buon tiro per i Thunder. E per un attacco che oggettivamente fa fatica come quello di Oklahoma City è fondamentale avere un’opzione di qualità che non è impossibile da costruire.

Ho visto casi di transizione dove Shai e JRE correvano negli angoli e Giddey ha preferito il passaggio a Robinson-Earl. E in generale i Thunder costruiscono tiri aperti negli angoli per molti dei loro giocatori, non dovrebbe essere impossibile creare 2-3 triple in catch-and-shoot per la loro stella, che sa come giocare off ball. Anche perché come vedete dalle clip qua sotto, quando questa opportunità si è presentata in genere è stata efficace. Sono convinto che Giddey e Shai abbiano bisogno di più tempo insieme per affinare la loro intesa e che questo tipo di situazione aumenterà di frequenza, però per il momento non è abbastanza.

Quanto al tiro dal palleggio, fortunatamente SGA ha diminuito l’eccessivo numero di triple in stepback che prendeva lo scorso anno. Non era un’opzione particolarmente efficiente, e non a caso la sua TS% si è alzata di parecchio quest’anno, ma è un’opzione che in alcune situazioni particolari è utile: se i secondi sul cronometro sono pochi è un tiro che posso accettare, ma in generale mi basta che non ne abusi quando può andare al ferro. Fin qui il tiro dal palleggio dall’arco non mi ha mai fatto storcere il naso.

Rimane il fatto che vorrei vedere due triple in catch and shoot per ogni tripla dal palleggio che si prende, e anche Mark Daigneault ha confermato che la squadra deve fare meglio per trovare quelle 2-3 volte a partita una tripla su uno scarico per il suo miglior giocatore.

In difesa il salto è stato notevole

Fin qui abbiamo parlato di metà campo offensiva, ma Gilgeous-Alexander ha fatto un salto notevole anche nella propria metà campo. Partiamo da un paio di dati banali: Shai colleziona 3.6 STOCKS a gara (la somma di rubate e stoppate), e questo ne fa il terzo della lega, dietro a un candidato al DPOY come OG Anunoby e a Delon Wright, che però ha giocato solo 4 partite. I nomi appena dietro a Shai? Myles Turner, Brook Lopez e Anthony Davis. Sono tutti giocatori noti anche se non soprattutto per la loro abilità difensiva.

Se Shai dovesse concludere a più di 30 punti, 2 rubate e una stoppata a gara, sarebbe il terzo nella storia della lega dopo Jordan e Dwayne Wade, due dei migliori giocatori e delle migliori guardie in difesa della storia. A livello generale, gli avversari segnano contro di lui solamente lo 1.6% in meno rispetto alla media, ma questo dato è fortemente influenzato dalle poche gare giocate, in cui i suoi diretti avversari hanno segnato con percentuali dall’arco parecchio sopra la media.

Andiamo a vedere Shai all’opera. Il suo fiuto per la palla è notevole, con le sue braccia lunghissime può cercare la palla da dietro anche quando è battuto o è in un’altra zona del campo.

Nella prossima sequenza di azioni vediamo un po’ come è cambiato Shai in difesa. Guardate la rapidità laterale con cui tiene Hayes e Kennard per strappare la palla e stopparli. Notevole il fatto che nell’azione contro i Clippers sia arrivata anche un deviazione, perché Shai è un minaccia sulle linee di passaggio, che attacca come una piovra generando contropiedi facili che è bravo a convertire di persona o a far concludere ai compagni. L’impegno colpisce, SGA è totalmente coinvolto nella fase difensiva nonostante il carico offensivo, il salto che si sapeva potesse arrivare c’è stato, ed è tutt’altro che scontato. Conosciamo tutti molti giocatori che avrebbero le potenzialità per essere ottimi difensori, ma che per un motivo o per un altro non lo sono mai diventati. Shai sembra nella direzione giusta.

Qui sotto vediamo una serie di stoppate di Shai, giocate difensive di impatto che però sono tutt’altro che banali. A cominciare da un ottimo closeout, prosegue con un’ottima difesa su Bogdanović che non riesce proprio a liberarsi del canadese nonostante le finte. Notevole l’effort per rientrare in difesa e fermare Quickley dopo la palla persa in situazione di transizione: due punti salvati. Che dire poi della stoppata a Nwora e di quella in aiuto su Zubac? Il bello è che la parte più allucinante di quelle clip è come riesce a concludere dall’altra parte, la virata contro i Clippers è priva di qualsivoglia senso logico. Chiudere così bene contro un tiratore come Kennard è la ciliegina sulla torta.

Sapete che Jaden Ivey è noto per avere uno dei migliori primi passi della lega, che è fondamentalmente il motivo per cui è stato scelto alla 5? In questa situazione Shai lo annulla completamente. Il fatto che possa fare giocate di questo tipo sul singolo possesso è esaltante.

Veniamo ora al piatto forte della difesa di Shai, la sequenza che ha mandato Franz Wagner fuori dalla partita nei minuti finali. Sono tre possessi difensivi consecutivi impressionanti: nel primo Wagner va dentro sfruttando una linea di penetrazione, si alza per tirare contro JRE, ma il canadese arpiona la palla e lo stoppa di potenza, per poi volare in contropiede a prendersi due liberi. Dieci secondi dopo, pick-and-roll, Shai tocca la palla da dietro, appoggio facile al ferro e timeout Magic.

Siamo al possesso immediatamente successivo e Franz ci prova ancora, vuole attaccare Shai, ma non riesce a passare. L’unica opzione a sua disposizione è un tiro in fadeaway complicatissimo, che infatti è un mattone. Wagner da quel momento esce dalla partita, è in confusione mentale. Successivamente sbaglierà un layup e una tripla, e poi si ritrova ancora contro Shai. Riesce a batterlo e ha un appoggio comodo, ma è talmente condizionato mentalmente da passare la palla e lasciarla in mano a Pokuševski.

Tiriamo le somme

Ma quindi, quanto è forte Shai Gilgeous-Alexander?

La prima risposta ce la dà JJ Redick nel suo podcast: i numeri di Shai fin qui sono da First Team All-NBA, e JJ lo dice sapendo cosa stanno facendo Dončić e Steph Curry.

Brian Scalabrine, il commentatore per il League Pass dei Celtics, ha detto che quest’anno Boston non ha mai raddoppiato nessuno: hanno dovuto farlo contro Shai perché né Jaylen Brown né Marcus Smart riuscivano a fermarlo nonostante dessero il meglio di loro stessi e siano due specialisti in difesa.

In ogni caso, un argomento non deve essere per forza vero perché sostenuto da un ex-giocatore e allora andiamo a guardare anche i numeri, dopo un esaustivo eye-test. Shai viaggia a 31.5 punti a gara, accompagnati da 5.8 assist e 4.4 rimbalzi, e 3.6 STOCKS. Il numero di punti è cresciuto di sette(!) unità a fronte di un incremento di tiri di tre unità. Ciò significa che Shai è drasticamente più efficiente, e lo conferma la TS%, salita dal 55.7 dello scorso anno al 63.3 di questo, una cifra senza senso per il tipo di difficoltà che hanno le sue conclusioni. Il ragazzo è creciuto molto anche ai liberi, dove fin qui ha il 94%, career high di oltre dieci punti percentuali, e i tentativi, 7.7, sono ancora pochi perché non riceve un trattamento da superstar.

Un altro paio di numeri per farvi capire quanto sia fuori di testa questa stagione del numero 2 di OKC: sta segnando col 74% entro i tre piedi da canestro, e col 67% entro i 5 piedi, col 72% nella restricted area: questi sono i numeri delle migliori ali e centri della lega, Giannis ha il 78% nella restricted area, Embiid il 70%. Sono giocatori che hanno decisamente un altro profilo fisico, e avete visto tutti come arrivano questi numeri. Un altro dato da superstar è il 49% dal midrange, anche considerata la difficoltà dei tiri che Shai prende da lì. L’80% dei suoi tiri è creato da se stesso, e posso continuare ancora e dirvi che l’USG% è salito solo del 2%, Shai non sta quindi monopolizzando l’attacco dei Thunder come fa un Dončić con Dallas. Non è un megacreator, ma è uno scorer senza alcun senso logico.

Inutile divi che l’impatto sui Thunder è clamoroso: con lui in campo i Thunder hanno un Net Rating di +3, che è da squadra da secondo turno playoff, con lui fuori di -6, che è quello dei Los Angeles Lakers, una delle peggiori squadre della lega. Shai è già adesso un All Star e non gli manca nulla per essere All NBA, ma è improbabile che centri il primo quintetto, vista la concorrenza di Dončić e Curry. Può però giocarsela con Mitchell, Morant e Booker per il secondo, soprattutto se l’impressione che il miglior giocatore in campo sia sempre lui continua a confermarsi durante la stagione. Potrebbe persino vincere il MIP, nonostante i suoi siano numeri più vicini al livello di MVP.

OKC deve affidarsi alla sua stella e crescergli attorno, per aggiungere Holmgren il prossimo anno e puntare con decisione ai playoff. La ricostruzione sembra essere ormai vicina alla fine, ora arriva la parte più difficile. Ma con un leader che pare un top 10-15 della lega pare tutto più semplice.

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Francesco Contran
Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.