Defense Showdown: Bam Adebayo vs Jaren Jackson Jr.

Bam Adebayo Jaren Jackson Jr
Copertina di Marco D'Amato

Bam Adebayo e Jaren Jackson Jr. sono due tra i migliori difensori dell’intera NBA grazie soprattutto a una letale combinazione tra fisico e istinto che consente loro di avere un impatto eccezionale nella propria metà campo, nonostante l’archetipo difensivo di uno sia piuttosto diverso da quello dell’altro. Ed è proprio da quest’ultima considerazione che io (Davide Possagno) e il mio collega Francesco Semprucci ci siamo chiesti chi tra Bam e JJJ sia un difensore migliore o, quantomeno, quello ideale da schierare sul palcoscenico più prestigioso che la NBA possa offrire.

Prima di cominciare questo duello a colpi di “inchiostro” tra il sottoscritto e Francesco, è utile riassumere brevemente quali siano i punti di forza di Adebayo e di Jackson Jr. nella propria metà campo.

Che difensore è Bam Adebayo?

Bam Adebayo (206 cm x 116 kg, 217 cm di wingspan) è tra i difensori più versatili della lega, e la sua abilità principale risiede nell’essere in grado di difendere in maniera continuativa guardie, ali e lunghi mantenendo un’efficacia stellare. Da ormai diversi anni, infatti, l’intero sistema difensivo dei Miami Heat è basato proprio su questa abilità del centro ex-Kentucky: la sua presenza in campo riduce automaticamente i mismatch che gli avversari possono sfruttare per trovare canestri facili, sia perché è in grado di limitare chiunque, sia perché, soprattutto quest’anno, gli avversari non osano più attaccarlo in 1-contro-1. Se a questo aggiungiamo il fatto che le rotazioni degli altri quattro giocatori in campo siano molto spesso puntuali e precise lontano dalla palla, si ottiene una difesa quasi impenetrabile.

Allo stesso tempo, gli istinti difensivi e la stazza (per quanto sia leggermente sottodimensionato per il ruolo) di Adebayo gli consentono di essere un buon rim protector sia in aiuto che nella difesa a zona quando deve patrocinare il pitturato in solitaria, schema che nella regular season appena conclusa i Miami Heat hanno utilizzato come mai nella storia della NBA.

Che difensore è Jaren Jackson Jr.?

Jaren Jackson Jr. (208 cm x 110 kg, 224 cm di wingspan), invece, domina la propria metà campo grazie alla sua lunghezza e a un’agilità fuori dal comune per un giocatore di quella taglia, caratteristiche che, combinate a istinti di altissimo livello, lo rendono una delle minacce più temibili della NBA lontano dalla palla; parafrasando Bryan Mills (interpretato da Liam Neeson) nel film Taken: “He will find you, and he will block you”.

Tornando seri, Jackson Jr. può essere considerato un “sistema difensivo ambulante”, grazie alle sue abilità élite nel roaming che possono tranquillamente consentire a una squadra di impostare la propria difesa solamente su quello, volendo (molto simile a quanto stanno facendo i Celtics con Robert Williams III e Al Horford e, in parte, anche a ciò che hanno fatto i Jazz con Gobert fino all’anno scorso). A differenza del Francese, però, il prodotto di Michigan State, non risulta essere totalmente un pesce fuor d’acqua in situazioni di mismatch perché, oltre a rendere difficoltoso un eventuale tiro dal palleggio dell’attaccante grazie alle sue braccia infinite, ha un buon controllo del corpo e un’ancor migliore mobilità di anche.

Bene, specificate queste informazioni di base per comprendere meglio la discussione, possiamo dare ufficialmente inizio alla battaglia.

Davide: “La capacità di poter cambiare efficacemente su tutti è la caratteristica più importante che un giocatore deve possedere per riuscire ad essere decisivo (e allo stesso tempo non dannoso) nella propria metà campo quando la palla inizia a pesare, e Bam Adebayo è uno dei migliori della NBA in questo. Non deve quindi stupire il fatto che nella stagione appena conclusa abbia passato il 59.1% dei minuti in difesa marcando guardie e ali (rispettivamente 24.0% e 35.1% del minutaggio, limitandone l’efficienza al tiro a un 46.5% complessivo) e per il restante 40.9% i centri.

Adebayo ha un atletismo e una rapidità di piedi tali da poter rimanere con le guardie più rapide…

…ma anche una stazza che gli consente di limitare con successo anche i creatori più grossi e fisici impedendo loro di arrivare al ferro.

Queste difese su Dončić (più una bonus alla fine su Durant) sono da manuale

Inoltre, quando la competizione è ai massimi livelli, gli attacchi cercano in tutti i modi di coinvolgere i peggiori difensori avversari (che spesso sono guardie sottodimensionate o lunghi poco agili), affidando spesso il pallone alla stella della squadra che poi giocherà un pick and roll. Tramite opportuni pre-switch i Miami Heat sono in grado di accoppiare Adebayo al bloccante per poi far scattare un ulteriore cambio in modo da avere Bam isolato contro la stella avversaria di turno (come è stato fatto nella serie dello scorso anno contro gli Hawks per limitare Trae Young)”.

Francesco: “Adebayo è senza dubbio uno dei giocatori più capaci di cambiare sui blocchi, ma ci sono alcune strategie che possono limitare questa sua abilità, come lo slippare i blocchi. Lo slip consiste nel fintare di portare un blocco al portatore di palla e tagliare verso canestro prima che quest’ultimo sfrutti il blocco; così facendo il difensore del bloccante è costretto a seguire il proprio uomo e il cambio difensivo non si materializza.

In aggiunta, il fatto che Adebayo esca così spesso sul perimetro dopo un cambio difensivo espone la sua squadra a un potenziale mismatch sotto canestro in cui la guardia/ala che difendeva il portatore di palla si trova ora accoppiata al lungo; questo non rappresenta un problema quando in campo ci sono almeno altri due difensori competenti, ma diventa insostenibile se la squadra non ha il personale adatto, come si è visto quest’anno dopo la partenza in estate di Tucker e il declino fisico-atletico di Lowry. In aggiunta, il fatto che il miglior rimbalzista della squadra sia sul perimetro quando viene scoccato un tiro, espone gli Heat a enormi problemi a rimbalzo, specialmente quando in campo c’è un quintetto piccolo.

Le difese adottate con Jaren Jackson Jr. in campo, invece, limitano parzialmente questi problemi perché si basano sulle sue abilità lontano dalla palla, che garantiscono una costante protezione al ferro anche quando la prima linea difensiva si fa scavalcare. Come anticipato nell’introduzione, JJJ è più efficace quando può agire da roamer e alterare i tiri nel pitturato in aiuto o ostruendo le linee di penetrazione al palleggiatore.

Per quanto Adebayo e Jackson Jr. contestino lo stesso numero di tiri di media a partita (rispettivamente 14.4 e 14.1), l’efficacia di quest’ultimo è nettamente superiore: contro il centro dei Miami Heat gli avversari tirano solamente col un -0.9 rispetto alla loro percentuale media mentre contro il figlio d’arte le loro percentuali sono inferiori di ben 4.9 lunghezze, dato che sale a un eccellente 13.1 se si considerano i tiri entro i 6 piedi dal ferro (circa 1 metro e 80), terzo miglior dato della lega dietro ai soli Brook Lopez e Walker Kessler (tra i giocatori che contestano almeno 5 tiri in quella zona del campo).

La discrepanza tra questi due dati è causata sia dal diverso schema difensivo utilizzato da Heat e Grizzlies, che, soprattutto, dal fisico e dagli istinti di Jaren Jackson Jr.: con ben 224 cm di apertura alare, infatti, il #13 di Memphis riesce non solo a stoppare molti tiri (3.0 a partita con una BLK% del 9.6%, nessuno meglio di lui in entrambe le categorie; 9.6% di BLK% è anche il settimo miglior dato all-time relativo a una singola stagione e solamente il quarto della storia sopra il 9.5%) ma ad alterarne almeno altrettanti, anche sbucando dal nulla, a testimonianza di quanto brevi siano i suoi tempi di reazione e di quanto spazio possa coprire in pochissimo tempo.”

Davide: “Tra i due, Jackson Jr. è sicuramente il più impattante nella difesa in aiuto, ma anche Adebayo non sfigura quando deve intervenire sia a protezione del ferro che sulle linee di passaggio (avere in squadra un maestro del mestiere come Jimmy Butler da cui imparare aiuta non poco) grazie a istinti difensivi fuori dal comune.

Certo, l’ex-Kentucky non dispone della stessa lunghezza di JJJ e di conseguenza è meno efficace nel contestare gli avversari quando attaccano il pitturato, ma è comunque rispettato come difensore in aiuto, come si può vedere nella seguente clip in cui Troy Murphy III se lo ritrova di fronte vicino a canestro e non pensa nemmeno lontanamente al tiro scegliendo invece di scagliare il pallone in tribuna.

Come esistono tecniche per contrastare le difese basate sui cambi difensivi, ce ne sono altrettante atte a neutralizzare i giocatori che fanno del roaming il loro punto di forza, e una di queste è l’uso del pick and roll in un quarto di campo. Per coinvolgere direttamente il Jackson Jr. di turno, in questa situazione il portatore di palla chiama il bloccante per giocare un pick and roll laterale, costringendo il lungo avversario e cambiare o a difendere drop, allontanandolo dal lato debole e ritardando un suo eventuale aiuto in caso di un cambio di lato.

E qui entra in gioco il principale difetto di Jackson Jr. nella propria metà campo: l’essere incline a commettere troppi falli. Se da una parte è comprensibile che l’ala dei Grizzlies nei cambi non riesca a tenere efficacemente le guardie, a causa soprattutto del suo baricentro alto, e non sia sempre in controllo nei closeout, dall’altra è meno accettabile il fatto che spesso commetta falli inutili che gli impediscono di rimanere in campo quanto dovrebbe, complicando le rotazioni di tutta la squadra. Il senso della stoppata di Jackson Jr. non è in dubbio, ma troppo spesso pecca di un’eccessiva ricerca della stoppata anche in situazioni in cui risulterebbe comunque inutile.”

Francesco: “Sì, è innegabile che il difetto più evidente di Jaren Jackson Jr. sia il numero di falli, decisamente troppo alto (3.7 di media in carriera, 4.4 ai Playoffs) anche per un giocatore che spende così tanto tempo in area, ma c’è da dire che è migliorato rispetto ai primi anni nella NBA aumentando, allo stesso tempo, la propria efficienza da rim protector. La tendenza a saltare troppo sulle finte non è stata totalmente eliminata e questo lo porta a essere ancora troppe volte fuori equilibrio, ma con il passare dei mesi sta acquisendo sempre più controllo del proprio corpo (e dei propri istinti) in modo da arginare questo suo difetto.

È importante sottolineare anche come il metro arbitrale nei suoi confronti sia leggermente cambiato nel corso degli anni: nelle prime stagioni ogni singolo contatto dubbioso veniva fischiato (7 falli di media x 100 possessi nei primi 3 anni, 6 nelle ultime 2 stagioni) mentre adesso gli arbitri lasciano impuniti alcuni contatti, come spesso accade ai migliori difensori della NBA.

Per quanto riguarda i mismatch contro le guardie è incontrovertibile il fatto che Adebayo sia più affidabile di lui, ma anche da questo punto di vista Jackson Jr. è riuscito a massimizzare il potenziale di cui disponeva, avendo acquisito la consapevolezza definitiva su come usare la sua lunghezza per compensare a una rapidità di piedi non eccezionale (ma buona per un giocatore di quella taglia) e contestare con successo giocatori ben più rapidi di lui.

Oltretutto, per essere precisi, la percentuale di realizzazione delle guardie quando sono difese da JJJ è di un misero 35%, dato parecchio inferiore a quello relativo ad Adebayo, anche se Jackson Jr. si trova in queste situazioni molto meno di frequente rispetto al collega dei Miami Heat (il quale quest’anno ha speso il doppio minuti di Jaren difendendo sulle guardie).

Davide: “Sicuramente quei dati su Jaren Jackson Jr. sono incoraggianti e dimostrano quanto sia agile nonostante abbia un fisico molto lungo e di conseguenza un baricentro alto, tuttavia il paragone con Adebayo nelle situazioni di mismatch si ferma lì. La spiccata attitudine difensiva di Bam, coadiuvata da doti fisico-atletiche con pochi equali, è stata sotto gli occhi di tutti fin dal suo primo anno nella lega; tuttavia, nel corso delle stagioni l’ex-Wildcat è ulteriormente migliorato dimostrando di essere in grado di difendere con efficacia tutti i ruoli, ma ci è voluto del tempo perché gli attaccanti avversari si rendessero conto che non fosse un mismatch vantaggioso per loro.

Quella appena conclusa è stata, finalmente, la prima stagione in cui gli avversari non hanno volontariamente cercato Adebayo con una certa continuità, a dimostrazione del fatto che ormai la sua reputazione di lockdown defender lo precede. Questo trend ha cominciato a emergere già nella seconda metà della scorsa annata, ma quest’anno sembra essersi consolidato e i dati lo testimoniano (è passato dal difendere guardie e ali per il 67.5% del suo tempo nel 2021/22 al 59.1 di quest’anno). Disporre di un giocatore del genere, in grado di difendere a piacimento su qualsiasi giocatore indipendentemente dal contesto, è un lusso che pochissime squadre possono permettersi.”

Francesco: “Tutto questo discorso riguardante Adebayo è ugualmente valido quando si parla della rim protection di Jaren Jackson Jr.; come i migliori difensori del pitturato della storia, la sola presenza in campo di JJJ funge da deterrente per gli avversari che sono costretti sia ad alterare il proprio tiro quando si trovano al suo cospetto, per tentare di evitare una stoppata, che a cambiare leggermente la propria shot selection consapevoli del fatto che tentare di avventurarsi in area potrebbe non essere così vantaggioso.

Inoltre, per quanto detto anche in precedenza, non è così facile allontanare Jackson Jr. dal pitturato per limitare le sue abilità da roamer e liberare l’area; di conseguenza, anche in contesti probanti è in grado di rimanere in campo e agire da àncora difensiva qualora la prima linea difensiva venga superata.

Concludo dicendo che, per quanto né Adebayo né Jackson Jr. siano i giocatori adatti per difendere uno-contro-uno centri molto fisici come Jokic ed Embiid per mancanza di centimetri e/o tonnellaggio, l’ala di Memphis, in queste situazioni, ha un leggero vantaggio sul centro degli Heat perché la sua lunghezza gli permette di contestare più efficacemente i tiri degli avversari anche se sbilanciato o leggermente fuori posizione.”

Quindi chi è il vincitore?

Davide: “Purtroppo Bam Adebayo non dispone di centimetri di Jaren Jackson Jr. e, di conseguenza, la sua efficacia lontano dalla palla, nonostante sia dotato di istinti difensivi fenomenali, non potrà mai essere allo stesso livello di quella dell’ala dei Grizzlies. Allo stesso tempo, il vantaggio che ha Bam nella difesa sulla palla e nei cambi difensivi non credo sia sufficiente per far pendere la bilancia del miglior difensore dalla sua parte.

Tuttavia, personalmente non riesco a preferirgli Jaren Jackson Jr. per il suo problema cronico (anche se in via di risoluzione) dei falli commessi, che troppo spesso lo escluderlo dai finali di partita, costringendolo a stare in campo meno di 30 minuti (poco più di 27 di media in carriera, sia in regular season che ai Playoffs).

L’imminente serie contro i Lakers, in cui i Grizzlies dovranno fare a meno sia di Steven Adams che di Brandon Clarke, sarà il banco di prova definitivo per capire se Jackson Jr. riuscirà a mantenere un minutaggio all’occorrenza anche di 34/35 minuti, senza complicare le già risicate rotazioni del front court di Memphis per aver commesso due falli nei primi due minuti di partita.

Per capirci, il miglior difensore della mia squadra deve poter essere in campo nei finali di partita anche per eseguire giocate decisive tipo questa.”

Francesco: “Dando per assodate le sue abilità di difensore lontano dalla palla, la sua combinazione di lunghezza, istinti e mobilità rende Jaren Jackson Jr. competente anche in qualsiasi coverage qualora fosse coinvolto direttamente in un pick and roll: dalla classica drop al cambio difensivo, passando per l’hedge e lo show. Inoltre, JJJ possiede una capacità quasi unica per un giocatore di quella stazza, ovvero quella di passare sui blocchi (come può avvenire, ad esempio, in situazioni di split).

Come se non bastasse, il suo skillset offensivo lo rende schierabile anche al fianco di un altro lungo: in queste situazioni può essere lui il corpo da mandare nel pitturato in situazioni di cambio (a là P.J. Tucker 2021/22, con Bam sul perimetro) con tutti i benefici derivati dalla sua lunghezza e dalla sua rim protection.

Parliamoci chiaro, una cosa di questo tipo, ovvero leggere gli occhi dell’attaccante per mettere le mani esattamente dove andrà a passare la palla propiziando la rubata, l’ho vista fare solo a Kevin Garnett.”

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Davide Possagno
Sono un Heat-Lifer ormai da oltre 10 anni, da quando comprai il dvd su Dwyane Wade in edicola: fu amore a prima vista. Ancora maledico Pat Riley per aver maxato Whiteside, privandoci così del nostro Flash per un interminabile anno e mezzo.