Preview Pacers-Wizards: l’ultima spiaggia

Wizards Pacers Preview
Copertina di Nicolò Bedaglia

Washington e Indiana si affronteranno nella sfida di play-in decisiva per determinare chi avanzerà ai playoff contro i 76ers e chi dovrà terminare la stagione. Le due squadre si sono affrontate tre volte in stagione, e in tutte le occasioni sono stati i Wizards a uscirne vincenti.

Tutte e tre le gare sono state dominate dagli attacchi e hanno fornito performance impressionanti come i 50 punti di Beal e le triple doppie di Westbrook (33/19/15) e Sabonis (30/13/13) del match disputato l’8 maggio, che ha visto prevalere la squadra della capitale per un solo punto.

 I fili conduttori delle tre sfide sono stati principalmente due: ritmi alti e difese non proprio entusiasmanti, ed è probabile che queste tendenze caratterizzeranno anche il play-in.

In particolare, i Wizards, usciti vincenti da ogni incontro, hanno segnato 117 punti di media per 100 possessi, di cui ben 78 nel pitturato. Questa particolare statistica evidenzia quello che è stato uno dei maggiori problemi per i Pacers, costretti a prove offensive da capogiro per colmare le lacune della propria metà campo, e ci offre uno spunto per parlare di quella che è secondo noi la prima chiave di lettura del match.

Tre punti chiave della partita

1) Il sistema difensivo dei Pacers

Durante tutto il corso della stagione la tattica difensiva dei Pacers ha avuto come obiettivo principale quello di negare triple agli avversari, costringendo il portatore di palla ad avventurarsi nel pitturato dove avrebbe trovato ad aspettarlo Myles Turner.

Il centro ex Texas ha disputato una grandissima stagione soprattutto dal punto di vista difensivo, entrando meritatamente tra i candidati per il premio di Difensore dell’anno. Purtroppo per Bjorkgren e i suoi, l’annata di Turner si è conclusa prematuramente il 19 aprile scorso a causa di un infortunio al piede che lo ha costretto a saltare le restanti partite e che, salvo miracoli, non gli permetterà di essere in campo per aiutare Indiana a raggiungere la postseason.

Questa assenza è costata cara ai Pacers che, dal suo infortunio, sono crollati all’ultimo posto per punti concessi nel pitturato e al terzultimo per difesa in transizione. Con questi dati pare chiaro come la strategia di Indiana volta a costringere gli avversari a tirare nei pressi del ferro non sia più applicabile, soprattutto contro avversari del calibro di Russell Westbrook e Bradley Beal che fanno delle incursioni al ferro uno dei loro marchi di fabbrica.

Guardando la rotazione dei lunghi a disposizione di Bjorkgren viene difficile trovare un valido sostituto di Turner. Sabonis non rappresenta certo una minaccia sul suo lato del campo, il sophomore Bitadze ha fatto vedere buone cose in difesa, ma non abbastanza per essere già considerato affidabile e, infine, Brissett, piacevole sorpresa di fine stagione, ma non ancora fisicamente in grado di intimidire a sufficienza i penetratori avversari.

Per questo motivo Indiana potrebbe trovarsi costretta ad andare contro quella che è stata la sua filosofia difensiva per tutta la stagione e decidere di scommettere maggiormente sulle percentuali dalla distanza degli avversari. Per tutto l’anno abbiamo visto i giocatori dei Pacers fare di tutto per passare sopra i blocchi e scoraggiare gli avversari dal prendersi una tripla, anche quando le percentuali avversarie avrebbero suggerito altrimenti.

Questo discorso acquista ancora più senso se l’avversario è Russell Westbrook, tiratore da poco più del 31% da tre punti ma bravissimo ad aggredire il pitturato e a servire eventualmente i compagni lasciati liberi dalla difesa che collassa. Questo discorso è applicabile a gran parte della rotazione di Washington che, fatta eccezione per Beal, a cui aggiungiamo Bertans e Neto pur con la loro irregolarità, non ha tiratori particolarmente convincenti per volume o efficienza.

2) L’affidabilità dei comprimari di Washington

La disfatta contro i Boston Celtics ha evidenziato due problemi critici nei Washington Wizards: la difesa contro un megacreator come Tatum non è stata all’altezza e il supporting cast è stato pressoché assente. In una serata storta per Beal e per un irriconoscibile Westbrook, aspettarsi una vittoria senza che qualcun altro emergesse era troppo.

La gara è finita quando Hachimura ha commesso il suo quarto fallo: senza il giapponese a marcarlo, Tatum ha demolito ogni difensore che si è trovato davanti, da Beal a Hutchinson, passando anche per Bertāns e Westbrook.

La buona notizia per Washigton è che Indiana non ha un giocatore con le caratteristiche fisiche di Tatum; quella cattiva è che in ogni caso i role player non hanno risposto alla chiamata, tranne un Ish Smith molto positivo (17 punti con 8 tiri).

A fronte di 26 minuti stagionali, Dāvis Bertāns ne ha giocati inspiegabilmente 33: non era infatti una serata in cui era caldo dall’arco, ed ha concluso con un pessimo 0/7 da tre punti. Metterlo in marcatura su Jayson Tatum non è stata la decisione migliore di Brooks.

Il centro a tre teste non ha funzionato: Len è stato punito dalla difesa di Boston e non è stato in grado di farsi imbeccare da Westbrook. Gafford da questo punto di vista si è fatto trovare preparato, ma dopo un quarto è stato costretto a uscire causa falli. Ad avere l’impatto maggiore tra i tre è stato Lopez, il quale in alcuni frangenti di gioco è stato addirittura raddoppiato da Stevens. Robin sa fare solo il suo famoso gancio, gli avversari lo sanno, ma non riescono a fermarlo.

Per il resto il supporting cast dei Wizards è molto altalenante, e se Westbrook e Beal saranno quelli del TD Garden, allora qualcuno dovrà emergere, oppure il sogno della postseason si spegnerà sul più bello.

Brooks è chiamato a un lavoro migliore. È chiaro che Hutchinson difensivamente e in attacco non è adeguato per questi livelli, e dare i suoi minuti a Mathews potrebbe avere senso. Il ragazzo è un buon difensore perimetrale, tira col 38.5% da tre e sa ottenere i falli su tiri dal perimetro con maestria. La sua scomparsa dalle rotazioni dopo una serie di partite da titolare è uno dei misteri della stagione: i Wizards hanno bisogno dello spacing garantito dall’ex Lipscomb, soprattutto se Bertāns sparerà a salve.

Anche Neto, che pure rientrava da un infortunio, deve essere più aggressivo in attacco. È stato uno dei migliori giocatori della stagione, un role player affidabile per iniziare l’azione e capitalizzare dall’arco o dalla linea del tiro libero.

Sarà ancor più fondamentale per Hachimura e Gafford limitare i problemi di falli. Senza il giapponese alla difesa di Washington manca la fisicità necessaria a non collassare, mentre l’ex Bulls garantisce tutt’altro ritmo alla gara rispetto a Len.

Se i Pacers addormenteranno il pace della partita come fatto da Boston, i Wizards dovranno trovare le giuste contromisure. I role player, seppur discontinui, ci sono. È importante che rispondano presente e che Brooks ne gestisca le rotazioni con accuratezza. Washington non può più sbagliare.

3) Il pace della gara e le sorprese di Bjorkgen

Come hanno evidenziato gli scontri stagionali e come ci spiegano le statistiche, i Wizards e i Pacers sono due squadre che amano correre. Indiana ha il quarto miglior ritmo della lega, mentre Washington è la squadra più veloce della lega.

Se non dovremmo essere sorpresi che la squadra della capitale corra tanto, e d’altra parte non si poteva fare altrimenti con Westbrook, non possiamo dire lo stesso di Indiana. I Pacers di McMillan sono sempre stati una squadra dall’attacco paziente e concentrata in difesa, tanto che erano solo la ventunesima squadra della lega per pace. Ma l’arrivo di Bjorkgen è servito soprattutto a tagliare i ponti col passato e a cambiare lo stile offensivo della squadra.

Il risultato è che Bjorkgen ha migliorato l’attacco dei suoi, ma ne ha peggiorato la difesa. Correre di più ha aiutato ad ottenere questo miglioramento offensivo, ma ha esposto maggiormente ai contropiedi. E contro la squadra che scatta di più nella lega non sembra essere il migliore dei piani.

Conosciamo tutti le difficoltà di Westbrook a metà campo, evidenziate dal gameplan di Stevens. Giocare una partita a chi segna di più potrebbe costare caro a Indiana, proprio perché il punto cardine dell’attacco di Brooks è sfruttare l’atletismo dirompente dei suoi uomini. Non solo Westbrook, ma anche Hachimura e Beal amano correre, mentre Bertāns si trova a suo agio nelle triple a rimorchio.

A questo punto dobbiamo chiederci se Indiana si snaturerà per mettere in risalto i difetti del #4 avversario. Con un attacco a metà campo ci sono più chance di vittoria, ma non è scontato che la squadra riesca ad adattarsi a un piano di gara diverso da quello utilizzato in gran parte della stagione.

Bjorkgen potrebbe quindi optare per una soluzione alternativa. Da buon allievo di Nick Nurse, ha insegnato ai suoi i principi della difesa a zona. In generale non è una buona idea difendere in questo modo contro le squadre di Russell Westbrook. Le squadre dell’ex Thunder hanno sempre avuto un centro in grado di farsi sentire a rimbalzo offensivo, e lo stesso Brodie eccelle nel fondamentale. Soffrire a rimbalzo darebbe ai Wizards le seconde opportunità di cui avranno bisogno in caso di polveri bagnate. Inoltre, un giocatore con la visione di gioco di Westbrook ha spesso saputo distruggere le difese a zona.

Se la difesa a zona di Indiana fosse una box-and-one però i Wizards potrebbero trovarsi in difficoltà. Immaginiamo questo tipo di difesa attuato contro Beal. In un colpo solo si rendono inefficaci il lungo e Westbrook, con i restanti due tiratori fulcro dell’attacco di Washington.

Brooks avrebbe bisogno di Bertāns e di uno tra Neto e Matthews: in questo modo Indiana potrebbe togliere ai Wizards il loro difensore più versatile, Rui Hachimura. A meno che Brooks non opti per uno small five, tenendo il giapponese in campo per garantire maggiori spaziature rispetto ai centri.

In tal caso sarebbe la rim protection del team della capitale a mancare, con Sabonis che potrebbe dominare nel pitturato. Tuttavia, questa strategia è estremamente rischiosa perché scommette sulle percentuali dei tiratori, cosa che Bjorkgen non ama fare. Non sono certo che questa soluzione verrà utilizzata, ma di certo sarebbe molto affascinante.

Il pronostico

Nessuna delle squadre ci ha convinto perché hanno entrambe enormi problemi che possono essere messi in evidenza. Ci aspettiamo di tutto, da un blowout Wizards a una vittoria schiacciante dei Pacers. Propendiamo tuttavia per vedere Washington favorita, ma è un 55-45. La sfida potrebbe essere equilibrata, e se sarà ad alto ritmo non mancherà lo spettacolo.

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Francesco Contran
Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.
Leonardo Spera
Tifoso Spurs e Fortitudo, vive consumato dal dilemma sul se considerare Manu Ginobili il più grande giocatore di pallacanestro mai esistito. Appassionato di college e draft, gli bastano una wingspan sopra i 2.10 e una buona difesa per innamorarsi di qualunque prospetto.