I Bucks non possono ancora abbassare la guardia

zoom-media-brooklyn-nets-milwaukee-bucks
Copertina di Marco D'Amato

Domenica sera si è giocata l’attesissima gara 4 tra Nets e Bucks: la sfida è stata vinta dai padroni di casa, che hanno messo in campo la prova migliore in questa serie, aiutati senz’altro dall’infortunio di Kyrie Irving. Prima e dopo la partita abbiamo avuto la possibilità di ascoltare le voci di alcuni dei protagonisti via Zoom: Nash, Budenholzer, Connaughton e Green.

La circolazione di palla dei Bucks

Sia nel pre sia nel post partita, uno degli argomenti principali è stato la circolazione del pallone, domanda inevitabile soprattutto per Mike Budenholzer visti i numeri dei Bucks.

Il coach ha insistito sul bisogno di ricercare i punti di forza dei propri giocatori, poiché sono le stelle a dover creare gioco e non bisogna snaturare nessuno:

“Tucker e Lopez non possono eseguire gli stessi movimenti di DiVincenzo. (…) Non è il momento dell’anno per prendere un giocatore e fargli fare qualcosa che non è nelle sue corde”.

Durante la gara è effettivamente sembrato che l’attacco funzionasse meglio, ed è anche stato toccato il picco di assist nella serie (27, superati i 21 di gara 1).

Budenholzer ha spiegato che nei playoff non c’è tempo per allenarsi, quindi questa prestazione è frutto di una migliore esecuzione di schemi già provati. Le stelle sono state fondamentali:

“Jrue ha attaccato bene il pitturato e ha messo a referto 9 assist, Khris 8. Giannis attira i difensori e riesce a fare ottime letture”.

Gli fa eco Pat Connaughton:

“Giannis sta continuando a crescere e a capire come le difese si adeguano su di lui, è il passo avanti più grande che gli abbia visto fare”.

I Bucks si aspettano ulteriori passi in avanti da parte di Antetokounmpo da questo punto di vista, anche perché in alcuni frangenti delle prime gare della serie è sembrato molto sotto pressione psicologicamente e ha giocato in modo molto meno efficace di quanto potenzialmente potrebbe fare, ma il suo primo quarto in gara 3 e la sua prestazione in gara 4 sembrerebbero essere un bel biglietto da visita per il proseguimento della serie.

P.J. Tucker

Una delle chiavi fondamentali per i Bucks per rientrare nella serie è stata la difesa di P.J. Tucker su Kevin Durant, da molti considerata al limite, soprattutto dopo la litigata tra i due in gara 3:

“Non ho visto grandi cambiamenti dopo la scorsa gara, giocava così già prima del litigio”, minimizza Nash. “Sta giocando in modo molto fisico e lo sta mettendo in difficoltà, è il suo ruolo nella squadra e in alcuni casi mi è sembrato proprio ai limiti della fisicità consentita nel basket ma questi sono i playoff, devi adattarti e reagire. (…) Dobbiamo fare aggiustamenti per rendere tutto più semplice. Dobbiamo essere aggressivi e recitare tutti la nostra parte in attacco, per non diventare prevedibili rivolgendoci solo a Durant”.

Tucker sta dimostrando a tutti di avere ancora “fuel in the tank”, ovvero di non essere un giocatore finito come in effetti poteva sembrare in alcuni frangenti della prima parte di stagione ai Rockets. Il suo compito è ovviamente prettamente difensivo e sta offrendo ai Bucks esattamente ciò di cui avevano disperato bisogno: un mastino da incollare a Durant per cercare di contenerlo nei limiti del possibile, pur sapendo quanto KD possa risultare immarcabile in certe situazioni di gioco.

Budenholzer ha esaltato il suo giocatore:

“P.J. deve pensare a come continuare a difendere nelle prossime partite, mantenere questa mentalità, continuare a contestare tiri, fare tutto con decisione. È un veterano. Deve continuare così”.

Anche il coach dei Bucks minimizza le accuse di un eccesso di fisicità:

“sta difendendo su di lui, se non è basket non so cosa sia”.

Budenholzer ha anche ricevuto domande sull’apporto offensivo del suo giocatore, che nelle prime tre gare della serie aveva segnato in totale solo tre canestri dal campo. La risposta è stata ovviamente molto diplomatica, ma in ogni caso ha ribadito la sua totale fiducia nei confronti di Tucker, dal quale si aspetta che continui a prendersi i suoi tiri principalmente dall’angolo in base alle occasioni offerte dallo svolgimento della partita.

Non ha fatto mancare un piccolo richiamo anche al resto del roster, sottolineando che non farebbero comodo solo un po’ di canestri in più da P.J. – che in gara 4 lo ha ripagato alla grande coi suoi 13 punti -, ma che si aspetta un ulteriore piccolo contributo offensivo da parte di tutti.

Infortuni

L’infortunio di Kyrie Irving sposta inevitabilmente l’inerzia della contesa verso i Bucks, ma Pat Connaughton mantiene alta la concentrazione:

“Non ci importa chi abbiamo davanti, noi dobbiamo sempre dare il massimo. Anche senza Harden e Irving hanno un sacco di talento”.

L’assenza combinata delle due stelle dei Nets preoccupa ovviamente Steve Nash:

“Non ho idea di cosa succederà con Kyrie nei prossimi giorni, incroceremo le dita sperando (Irving non ha recuperato, ndr). In ogni caso giocheremo insieme, muovendo il pallone, mettere troppa pressione su Durant rischierebbe di renderlo più prevedibile. Abbiamo tanti giocatori che in questa serie si sono presi le loro responsabilità con ottimi risultati, anche se naturalmente cercheremo di andare il più possibile da Kevin”.

Sempre al coach dei Nets è stato chiesto un commento sul contraccolpo psicologico sul resto della squadra legato ai continui infortuni e se questo potesse avere influito sulla mancanza di energia mostrata da Brooklyn in alcuni frangenti, ma Nash non si è nascosto dietro a facili scuse.

La sua opinione è che una componente del genere potrebbe anche essere entrata in gioco, ma non le attribuirebbe eccessive colpe per la sconfitta: i problemi sono stati più legati alle difficoltà nell’eseguire il piano partita, con un attacco poco brillante e una difesa che a suo dire ha concesso troppe occasioni in transizione ai Bucks rispetto al resto della serie.

C’è almeno una nota lieta in casa Nets: il ritorno di Jeff Green.

“Ha giocato molto più minuti di quanti me ne aspettassi”, ha detto Nash, “dopo aver perso Kyrie abbiamo cercato di sfruttare la nostra versatilità”.

Lo stesso Green ha commentato il suo rientro in campo:

“Come mi sento? Stanco (ride). Ma sapevo che sarebbe successo. Devi ritrovare il ritmo dopo essere stato fuori tutto questo tempo. Per un giocatore non è facile tornare in campo e comportarsi subito come prima dell’infortunio, soprattutto ai playoff”.

Green si è trovato infatti a dover giocare ben 27 minuti, nettamente il giocatore più utilizzato dalla panchina, ed è apparso davvero stanco nel post partita. Tra l’altro Coach Nash ha scelto di far giocare 25 minuti a Blake Griffin, il minimo in questa serie, e interrogato sulle motivazioni ha sottolineato il fatto di aver provato ad abbassare il quintetto per attaccare i Bucks in velocità, affidandosi a maggior ragione al rientrante Jeff.

L’ex stella dei Suns ha quindi ricordato quanto si aspetti un ulteriore crescita a livello di responsabilità da parte dei giocatori che scenderanno in campo, a partire da Mike James, che si troverà a dover reggere un peso inaspettato nel decimato reparto delle guardie dei Nets:

Credo che Mike continuerà a giocare, lo ha fatto da quando Harden si è infortunato e lo farà ancora, ma tutti dovranno fare la loro parte. Tutti i comprimari dovranno giocare con aggressività e fiducia, ci servirà un grande sforzo da parte di ognuno, soprattutto se Kyrie non dovesse essere in grado di scendere in campo.

Incalzato dalle domande sul rientro di Harden, ha ribadito di non volerlo forzare in nessun modo: sa che un suo ritorno potrebbe essere vitale per le speranze della squadra, ma non vuole esporlo per nessuna ragione al mondo a rischi inutili, che potrebbero in qualche modo peggiorarne le condizioni e allungare i tempi per un recupero completo.

In chiusura ha lanciato un messaggio di speranza a tutta la franchigia, dicendo che è il momento di rimanere positivi e tornare a casa per riposarsi fisicamente e mentalmente, studiando i video e cercando di trovare nuove soluzioni per mettere in difficoltà gli avversari.

Il rientro a casa potrebbe aiutare alcuni giocatori a sbloccarsi di nuovo, come ad esempio Joe Harris, che nelle due gare giocate a Milwaukee ha tirato con un misero 3/13 dall’arco, troppo brutto per essere vero, a maggior ragione dopo le prime due ottime partite.

Verso Gara 5

Harden e Irving non saranno in campo per gara 5: i Bucks devono provare a sfruttare quest’occasione per giocarsi il primo match point al Fiserv, dove sono ancora imbattuti in questi playoff. La pressione ora è tutta sulle spalle di Giannis e compagni, ma Kevin Durant è comunque un pessimo cliente: la strada per i Bucks è in discesa, ma la vittoria nella serie è tutt’altro che scontata.

Entrambe le squadre hanno sottolineato come ora stia per cominciare una mini-serie al meglio delle 3 partite: i Nets devono assolutamente trovare forze fresche e protagonisti inattesi per rovinare la festa ai Bucks e portare a casa almeno due partite, cercando magari di sfruttare il fattore campo a loro vantaggio.

Ti è piaciuto l'articolo?
Dacci un feedback:

Loading spinner
Riccardo Olivieri
Vengo da Chiavari, città famosa per le sedie e per non essere né Lodi né Piacenza. Aspetto il titolo dei Bucks e la Champions della Juve, invano. Dirigo il canale YouTube di questo sito, dateci un'occhiata!
Francesco Cellerino
Tifoso sfegatatissimo della Virtus Roma e dei Bucks per amore di Brandon Jennings (di cui custodisce gelosamente l'autografo), con la pessima abitudine di simpatizzare le squadre più scarse e rimanerci male per le loro sconfitte. Gli amici si chiedono da anni se sia masochista o se semplicemente porti una sfiga tremenda...