I migliori 5 giocatori del Draft 2021

DRAFT NBA
Copertina di Nicolò Bedaglia

Il prossimo Draft NBA si prospetta come uno dei più talentuosi di questi ultimi anni e ha una caratteristica molto peculiare: dopo le prime cinque scelte si osserva un salto importante in termini di potenziale. È per questo motivo che risulta fondamentale osservare da molto vicino la top 5 tra i prospetti per capire veramente la differenza di talento con il resto della classe.

Gli osservatori si aspettano che da questa ristretta cerchia di giocatori possano venir fuori dei potenziali All-NBA, in poche parole parliamo delle nuove stelle che proveranno ad assaltare l’olimpo della lega nel prossimo futuro.

Cade Cunningham

Cade Cunningham è ritenuto il migliore prospetto del Draft 2021. Ragazzo di 203 cm per poco oltre 100kg di peso, ha un’apertura alare di 7 piedi: queste misure fisiche, unite a uno skillset di livello, ne fanno il prototipo di megacretor in voga nella NBA moderna, cioè quel giocatore in grado di gestire un buon numero di possessi da prima opzione offensiva della squadra, che sia per segnare o per far segnare i compagni.

Il fatto che sia alto oltre due metri lo fa rientrare nella sottocategoria dei megacreator giganti, come Luka Dončić. È proprio l’altezza da cui Cunningham vede il campo uno dei mezzi che lo rende capace di qualunque tipo di passaggio sul rettangolo di gioco.

Cade è a suo agio a trovare i compagni in transizione, nel pick-and-roll, nel drive-and-kick e su situazioni di raddoppio. Sa utilizzare con maestria entrambe le mani per servire veri e propri proiettili nelle mani del tiratore libero. È un vero e proprio manipolatore della difesa, la cui copertura è spesso sventata da un adattamento di Cade.

Non sarebbe il miglior prospetto del draft se mancassero le qualità di creazione di tiro e di shotmaking che lo contraddistinguono. È in grado di segnare in pullup da qualunque posizione contro qualunque difensore, complice un equilibrio e una forza di gambe impressionante. Il suo ottimo footwork gli consente di esibirsi in efficaci stepback, dal midrange o anche dall’arco dei tre punti. Ha segnato con oltre il 40% da 3 nella stagione al college, principalmente su tiri dal palleggio, ma non se la cava male neppure in spot up.

Sebbene manchi di un atletismo dirompente e di un primo passo fulmineo, la forza fisica di cui è dotato gli consente di arrivare in ogni zona del campo, e di concludere a piacimento. Non è uno di quei giocatori che fa schiacciate da highlights, ma non è nemmeno un atleta sotto la media. Ha inoltre un buon tocco sui floater e una capacità di prendersi tiri liberi, che converte con oltre l’80%, che tornerà utilissima nella lega.

In difesa è un corpo difficile da spostare, e in grado di cambiare potenzialmente su quattro ruoli, come ha fatto vedere in alcuni spettacolari possessi a Oklahoma State. Con le sue lunghe braccia è una minaccia sulle linee di passaggio, ma sa anche aggredire con le mani veloci il portatore di palla per recuperare il pallone e lanciare la transizione. Leader della zona dei Cowboys, con il suo elevato IQ cestistico ha centrato con i tempi giusti numerose stoppate in aiuto.

Il suo neo principale è un ball handling insufficiente, che ha causato molte palle perse evitabili contro la pressione a tutto a campo e in situazioni di trap a sorpresa. In secondo luogo, il fatto di non essere un atleta di prim’ordine fa pensare che non sarà sempre in grado di trovare canestri facili al ferro, ma che dovrà affidarsi maggiormente all’abilità di shotmaking.

Nonostante questi difetti, Cunningham è il prospetto più pronto della classe e ha un potenziale da giocatore che vedremo nei quintetti All-NBA per molti anni. I Pistons sono fortunati a poterlo scegliere alla uno.

Evan Mobley

Il recruit numero #3 in uscita dall’high school si presenta a questo Draft con l’etichetta di miglior lungo dell’intera classe dopo una stagione molto convincente a USC. Idealmente si pensa che possa essere lui ad occupare il gradino subito inferiore rispetto alla futura stella Cade Cunningham: entrambi i giocatori hanno disputato un’annata fantastica e hanno messo in mostra un arsenale decisamente interessante in ottica NBA.

Il suo fisico è veramente impressionante e le sue misurazioni recitano 7’0” di altezza, 7’4” di apertura alare e 210 libbre. Lunghezza e mobilità gli garantiscono un mix molto intrigante in entrambe le metà campo, anche se per reggere tra i professionisti dovrà sicuramente lavorare sulla massa cercando di aggiungere qualche kilogrammo.

Dal punto di vista offensivo è un giocatore dalla spiccata versatilità e per essere così giovane le sue opzioni offensive sono impressionanti. La chiave di volta è il ball handling, solido ed efficace seppur sia un prospetto di 2,13 metri. Questa sua capacità di portare palla anche contro difese piuttosto trafficate gli ha permesso di attaccare con continuità il canestro in penetrazione. Nella sua unica stagione al college ha concluso con il 78,5% al ferro pur avendo tentato molte conclusioni non assistite. La sua spin move in per avvicinarsi all’area avversaria è stata praticamente immarcabile per la maggior parte delle difese collegiali.

In aggiunta a questo, ci sono ottime possibilità che in futuro possa allargare in campo dopo un blocco per tentare una conclusione dalla lunga distanza. La scorsa stagione ha tentato solamente 40 triple, anche se le alte percentuali dal midrange e l’ottimo tocco portano a pensare che un’evoluzione di questo tipo possa avvenire quasi senza ombra di dubbio. Le percentuali ai liberi stonano un po’ con quanto di buono registrato nelle altre statistiche, ma siamo abbastanza fiduciosi per un suo miglioramento nel corso della carriera NBA.

Il più grande punto interrogativo intorno a questo promettente prospetto riguarda la forza fisica. Come abbiamo precedentemente accennato il suo fisico è molto longilineo e ad oggi gli manca un po’ di massa per poter pensare di reggere al meglio l’impatto con i corpaccioni che si troverà davanti in NBA. Durante la scorsa stagione ha sofferto molto le marcature un po’ più fisiche del normale e in queste situazioni non è riuscito a imporre la sua stazza per avvicinarsi al canestro e trovare conclusioni facili. Per evitare questo problema si è spesso salvato grazie al suo ottimo tocco o alla sua capacità di segnare tiri dalla complessa realizzazione. I programmi di forza presenti nella lega lo aiuteranno in questo particolare percorso di crescita fisica.

Lo stesso problema si trasla anche a livello difensivo, ma in queste situazioni riesce facilmente a sopperire grazie a ottime letture e a un grande senso della posizione. A livello collegiale ha dominato in questo fondamentale: le sue lunghe leve gli hanno permesso di poter andare in aiuto praticamente contro qualsiasi penetrazione avversaria e se a questo aggiungiamo ottimo tempismo e senso dello spazio innato, il risultato è un difensore dal potenziale eccelso. Ci sono tutti gli ingredienti per credere che possa eseguire ad alto livello un buon numero di schemi difensivi già a partire dai suoi primi mesi tra i professionisti.

Jalen Suggs

Suggs è stato il leader emotivo e tecnico di una Gonzaga che è andata molto vicina alla conquista del titolo nazionale. Il playmaker estremamente fisico di 1,95 metri e 95 kilogrammi è il classico profilo del giocatore vincente e viene da un college che pone l’accento sulla forza del collettivo. Ci sono pochi dubbi che possa portare questo aspetto nella sua prima franchigia NBA, è un leader nato sia dal punto di vista vocale che in termini di giocate sul campo.

Atleticamente è senza dubbio pronto e con il frame giusto per aumentare ancora la sua massa muscolare. Difatti è un’atleta molto esplosivo, non velocissimo, ma in grado di sfruttare il momento a proprio favore.

In transizione ha dimostrato di essere un treno da fermare quando decide di attaccare il canestro con convinzione. In questo aspetto del gioco ha impressionato molto e se corre senza palla può trovare gli spazi giusti, altrimenti è in grado di trovare bene anche i suoi compagni se non ha la linea giusta. Nonostante dia il meglio di sé quando può scatenarsi in velocità, anche nei pick and roll classici ha buoni tempi nelle letture. Non è il più spettacolare dei passatori, ma è molto concreto nel trovare il tagliante o i tiratori disposti sull’arco manipolando bene la difesa.

Sempre in queste situazioni, e grazie al suo atletismo, ha dimostrato di poter essere efficace anche come scorer. Quando realizza di poter attaccare il ferro non è esitante e si prende le linee di attacco con estrema decisione. Tuttavia, si può essere leggermente preoccupati per le percentuali realizzative al ferro durante il suo unico anno al college che non sono state incredibili, per lui solo il 56%. Il problema è principalmente legato al tocco che non è poi così buono, non a caso ha registrato un 76,1% ai liberi. Un altro punto interrogativo riguarda la capacità di saltare con un piede solo, in questo caso non è tanto esplosivo come quando salta appoggiandosi su entrambi i piedi.

I dubbi sono presenti anche se si parla del suo tiro dal palleggio: il controllo del corpo è preciso, ma ci sono ancora alcuni particolari da sistemare nel rilascio.

Dove potrà sorprendere sarà nella metà campo difensiva: Suggs è davvero un gran difensore, senza distinzione tra off e on ball. In uno contro uno ha tenuto sempre il miglior esterno della squadra avversaria grazie al suo baricentro basso e alla capacità di stare francobollato al proprio uomo e a questo bisogna aggiungere mani veloci e una buona attitudine allo scivolamento. In aiuto, riesce a leggere benissimo le rotazioni ed è un fattore nella protezione del ferro grazie alla sua esplosività verticale già citata in precedenza.

Per essere una futura stella fa moltissime hustle plays. Divora le linee di passaggio avversarie, prende sfondamenti, si lancia su palloni combattuti. Questo tipo di giocatori alzano il livello della competitività interna e il ceiling della squadra. Per questo motivo in NBA sarà una prima opzione un po’ atipica, molto tuttofare e non troppo legato alla sola dimensione realizzativa.

Jalen Green

Jalen Green, nato a Merced, in California, nel 2002, è stato il volto del team Ignite in questa stagione. Grazie alle sue origini filippine, il suo grande seguito sui social e il suo stile molto riconoscibile, ha rappresentato la mossa perfetta per lanciare questo nuovo progetto.

Con i suoi 198 cm per 80 kg, ha un profilo fisico tutto sommato nella media per una guardia, ma ciò che colpisce è il suo atletismo. Green è un atleta stellare, il migliore del Draft. È infatti estremamente esplosivo e lo ha dimostrato più volte sia nei video diventati virali sui social sia durante le gare. Questa verticalità gli permette di rimanere in aria per molto tempo ed è anche molto veloce in campo aperto, oltre che dotato di un ottimo primo passo.

A questa dimensione da atleta fuori dal comune, va ad aggiungersi anche una dimensione tecnica già ben sviluppata. Green aveva la nomea da scorer di alto livello e lo ha dimostrato pienamente nella bolla, finendo con 17.9 punti di media con un’ottima True Shooting percentage del 61.3%.

Il suo skillset gli permette di agire con e senza la palla. È in grado di tirare triple dal palleggio sia da tre che dal midrange ed ha un footwork elaborato anche in area.

Green è quindi un giocatore capace di creare un tiro per se stesso anche in situazioni complicate, grazie ad un footwork che gli permette di creare moltissima separazione dal proprio difensore. Nella bolla ha avuto dei lampi di “space creation” di livello altissimo per un prospetto così giovane. La sua signature move è senz’altro lo stepback, mossa con cui riesce a creare tantissima separazione grazie alla sua agilità e alle ampie falcate. Sicuramente la riproporrà anche nella lega.

Oltre al tiro dal palleggio, Green ha mostrato di saper tirare anche sugli scarichi e in uscita dai blocchi. Pur non avendo ancora una meccanica impeccabile, Green è sembrato un tiratore in spot up di tutto rispetto in G League, finendo con il 36.5% da 3 su quasi 6 tentativi.

Il finishing al ferro è di alto livello. L’esplosività, la flessibilità, la capacità di rimanere in aria per molto tempo lo rendono in grado di finire al ferro in svariati modi e anche in mezzo al traffico. Ha infatti chiuso con uno straordinario 72% in area.

La creazione per i compagni e la visione non sono sempre di un livello adeguato, soprattutto a causa di decisioni sbagliate e di un’eccessiva ricerca del canestro personale, ma in generale è sembrato un buon giocatore di pick&roll ed ha avuto svariati lampi da passatore.

La difesa è stata incoraggiante. Non ha il fisico per difendere giocatori più grossi e forti, ma è molto rapido lateralmente, sa scivolare lateralmente anche con guardie più piccole ed ha mani molto rapide per operare sulle linee di passaggio (1.7 rubate a partita). Pur non essendo sempre concentratissimo, anche la difesa di squadra è risultata spesso on point.

Jonathan Kuminga

Jonathan Kuminga è uno dei prospetti più discussi e divisivi dell’intera classe 2021. Ala di 203 centimetri per 95 chili, Kuminga si presenta al Draft come un giocatore versatile e mobile in grado di poter fare un po’ di tutto in campo. In questa sua versatilità, però, si nasconde anche il suo principale punto interrogativo: nessun aspetto del suo gioco al momento è a un livello davvero convincente.

I numeri della sua stagione in G League tra le fila del Team Ignite sono stati buoni ma non eccezionali e soprattutto le percentuali dal campo, da tre punti e ai liberi hanno lasciato parecchio a desiderare (rispettivamente 38, 24 e 62 %).

Essendo uno dei due prospetti di punta di Ignite, il congolese ha giocato molti possessi palla in mano mostrando una buona capacità di attaccare il ferro grazie alla sua fisicità o di creare separazione per un jumper dalla media. Molto bravo a sfruttare la stazza per prendere posizione in post, ha dato prova di un footwork intrigante e di saper usare le finte per trarre in inganno il difensore, appoggiando poi al tabellone o guadagnandosi due tiri liberi.

Kuminga sembra aver il potenziale per essere un finisher di alto livello anche al piano superiore, ma dovrà migliorare nel decision making; troppo spesso, infatti, si è lanciato in area a testa bassa andando a schiantarsi contro un muro di difensori, ignorando linee di passaggio piuttosto banali che gli avrebbero evitato di sprecare il possesso.

Il passaggio è un altro degli aspetti in cui ha fatto vedere sprazzi intriganti, anche se con poca costanza. Ha dato il meglio di sé in transizione, tenendo sempre la testa alta in cerca di un compagno da servire e dando prova di una buona visione di gioco. Promettente anche come passatore dal post, spesso ha trovato il tagliante sulla linea di fondo per una schiacciata comoda o un appoggio. In situazioni di attacco a metà campo ha invece faticato molto di più, soffrendo un ball-handling non eccelso che ha reso la vita più facile ai difensori. Nonostante non sia un buon giocatore di pick and roll, ha compensato i suoi limiti con alcuni extra pass intelligenti che hanno permesso alla sua squadra di capitalizzare il vantaggio.

Le brutte percentuali al tiro lasciano non pochi dubbi sul suo sviluppo come minaccia dal perimetro. Alterna spesso tiri che si schiantano sul tabellone a canestri che muovono solo la retina, rendendo al momento difficile valutare la sua proiezione come tiratore, vista anche la percentuale ai liberi tutt’altro che soddisfacente. La meccanica è buona, anche se non perfetta, e almeno questo aspetto può far pensare a incoraggianti margini di miglioramento. Inoltre, ha mostrato di possedere un discreto arsenale di shot-creation; è capace, infatti, di crearsi un tiro dal palleggio grazie a lunghi step-back e ad un punto di rilascio del pallone piuttosto alto che rende difficile contestargli la conclusione.

Difensivamente Kuminga è tanto promettente quanto discontinuo. Difendendo sulla palla ha dimostrato di poter tenere anche le guardie grazie alla velocità di piedi, inoltre le braccia lunghe lo rendono una minaccia per i portatori di palla avversari. Spesso però si fa battere sul primo passo a causa di posizionamenti non ottimali concedendo penetrazioni con troppa facilità. Lontano dalla palla ha potenziale, ma troppo spesso è sembrato distratto perdendosi rotazioni o i tagli del proprio uomo.

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Filippo Barresi
Calciofilo prestato alla NBA, tifoso degli Charlotte Hornets e della Sampdoria. Studente di Marketing all'Università di Torino, classe 1998. Molto probabilmente non vedrà un successo sportivo nell'arco della sua vita.
Emiliano Naiaretti
Spurs, GLeague and draft @TheShotIT | Draft inebriated but lazy writer | Natural & environmental sciences (ANGRY) student
Leonardo Spera
Tifoso Spurs e Fortitudo, vive consumato dal dilemma sul se considerare Manu Ginobili il più grande giocatore di pallacanestro mai esistito. Appassionato di college e draft, gli bastano una wingspan sopra i 2.10 e una buona difesa per innamorarsi di qualunque prospetto.
Francesco Contran
Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.