Tommy Sheppard e la rivoluzione dei Wizards

Washington Wizards
Copertina di Sebastiano Barban

“This is not a run it back team”. Queste sono state le parole del general manager Tommy Sheppard nella conferenza stampa di fine stagione. I Wizards avevano concluso subendo il più classico dei gentleman sweep ad opera dei Philadelphia 76ers, senza avere mai dato l’impressione di poter competere. Sheppard è stato di parola con una offseason rivoluzionaria, in cui ha dimostrato di essere un dirigente legittimo per la NBA, e non una marionetta come si sentiva in giro.

La rivoluzione

Tutto inizia nella notte del draft. Con la garanzia che Beal non chiederà la trade e con la richiesta di scambio da parte di Westbrook, Tommy ha scelto di investire sulla sua stella per creare una squadra competitiva e flessibile. Il cap è rimasto intasato, ma con una trade a cinque squadre, la più grossa da 15 anni a questa parte, i Wizards ne hanno guadagnato in flessibilità e in uomini da regular season. Nonostante analizzare lo scambio in cui sono state coinvolti Lakers, Pacers, Wizards, Nets e Spurs sia decisamente interessante per gli appassionati del salary cap, mi limiterò a dire cosa è uscito e cosa è entrato nella capitale. Sheppard ha ceduto Westbrook, Hutchison e cinque scelte al secondo giro per accaparrarsi Dinwiddie, KCP, Kuzma, Harrell, Aaron Holiday e Isaiah Todd. Dal draft è arrivato anche il tiratore Corey Kispert, scelto alla numero 15.

Washington perde un All Star e un secondo violino, ma guadagna ciò che le era mancato la scorsa stagione: profondità. Se lo scorso anno gli uomini da fine rotazione erano Gill, Bonga e Hutchison, quest’anno potrebbero essere Kispert e Todd: l’upgrade è impressionante. Ciò di cui Washington aveva disperatamente bisogno erano spacing, ali in grado di difendere sul perimetro e molti centimetri. Del resto giocare con Neto da 3 aveva esposto i Wizards, massacrati fisicamente dai Sixers. Ora c’è una rotazione solida nel ruolo di centro, con Bryant che potrà rientrare con calma, sapendo che Gafford e Harrell possono coprire 40 minuti abbondanti.

Beal avrà un compagno di backcourt inferiore a Westbrook in Dinwiddie, ma l’ex Nets, pagato 62 milioni per tre anni (con tanto di bonus di un dollaro qualora Washington vincesse un titolo) nella sign&trade, coprirà con solidità lo spot di pointguard, in grado di attaccare per prendersi dei tiri liberi, e potrà aiutare col playmaking quando Beal sarà raddoppiato. Le doti di passatore di Spencer sono decisamente buone e sembra un complemento solido per Bradley. Siccome nessuno degli altri giocatori ha bisogno di palla nelle mani, questo scambio potrebbe sbloccare il potenziale di Avdija. Sheppard lo scelse nel 2020 perché era il miglior giocatore disponibile alla 9, ma le sue capacità palla in mano non si sono ancora viste, perché Scott Brooks lo aveva relegato al ruolo di 3&D.

Brooks non allenerà più Washington, e il nuovo head coach Unseld jr. ha dichiarato di preferire uno stile di gioco con creazione più diffusa. L’idea potrebbe essere quella dei Nets di Atkinson: se così fosse, Avdija ne beneficerebbe e Dinwiddie saprebbe adattarsi a meraviglia. Caldwell-Pope sarà probabilmente l’ala titolare accanto ad Hachimura, migliorando le spaziature e una difesa perimetrale decisamente da sistemare. La panchina avrà dei giocatori solidi nel backcourt come Holiday e Neto, e dei tiratori fenomenali come Kispert e Bertans. Una scommessa come Todd chiuderà la rotazione.

Se lo scorso anno c’erano sei/sette giocatori da rotazione per la regular season, quest’anno sono almeno undici! E anche guardando in ottica playoff la situazione è migliorata: le ali sono in grado di reggere meglio la fisicità degli avversari, e le spaziature migliori renderanno Beal più efficiente.

Beal resterà nella capitale?

Come ogni volta da un anno a questa parte la star dei Wizards è sempre al centro di discussioni tra i fan di altre squadre che lo vorrebbero altrove. Sembra che a Washington Beal non vincerà mai, quindi cosa aspetta a chiedere di essere ceduto? In realtà Tommy Sheppard non ha mai avuto intenzione di cedere il suo miglior giocatore a meno che lui non chiedesse la trade, e fino ad oggi Bradley non si è fatto sentire. Anzi, se è vero che le preferenze del numero 3 per il coach erano su Cassell, Dinwiddie era un giocatore richiesto da Beal, e Sheppard l’ha puntualmente accontentato.

Brad vuole vincere nella capitale il prima possibile, e per quanto questa squadra sembri più solida di quella dell’anno precedente, è impensabile che arrivi un titolo a fine stagione. E il contratto dell’All Nba è all’ultimo anno, perché presumibilmente non accetterà la player option. C’è la possibilità di un’estensione, ma è più probabile che Beal vada in scadenza per avere sia l’opportunità di andarsene, sia quella di firmare un supermax e legarsi a vita ai Wizards.

Anche nella peggiore delle ipotesi, ossia di perdere Beal a zero, i Wizards si ritroverebbero in una situazione salariale migliore rispetto all’ipotesi in cui Westbrook fosse rimasto. I contratti di KCP, Kuzma e Harrell sono infatti perfettamente scambiabili per liberare spazio e recuperare qualche asset per la ricostruzione. Ma è chiaro che se Beal decidesse di lasciare i Wizards da free agent, la ricostruzione sarebbe inevitabile e anche molto lunga. Per quanto Todd abbia un grande talento realizzativo e Avdija debba farci vedere molte delle sue qualità, nessuno dei due può ambire realisticamente a un ruolo migliore del quarto starter in una squadra competitiva.

Tuttavia questi sono discorsi prematuri, e per la gratitudine che Beal ha dimostrato verso i Wizards, dubito che lascerebbe Sheppard con niente in mano. Se non chiederà la trade a stagione in corso, e chiederla al draft sarebbe stata un’opportunità perfetta, probabilmente avverrà una sign&trade come segno di riconoscenza.

Qual è l’ambizione realistica dei Wizards?

Sheppard ha rivoluzionato il roster, allungandolo parecchio per la regular season. Ora, se è vero che Bucks, Nets, Hawks, Heat e Sixers sembrano superiori, non è escluso che con dei giocatori tanto adatti per la stagione regolare e un’annata senza infortuni gravi i Wizards centrino il fattore campo. Nel peggiore dei casi, credo che comunque si qualificheranno ai playoff, e lì emergeranno i loro limiti. Quanto saranno utili in postseason Kuzma, Harrell, Bertans e Kispert? E con tutte quelle ali, non c’è il rischio che manchino i minuti a qualcuno? Quanto alla seconda domanda, credo che Sheppard dormirà tranquillo, sapendo di avere una squadra solida e lunga.

Per quanto concerne la prima domanda, dobbiamo capire come lavorerà Unseld jr. Il figlio della leggenda della capitale è un volto nuovo come head coach, chiamato a far collaborare molti giocatori che non si conoscono alla Capitol One Arena. Tuttavia l’esperienza da assistant coach a Denver e le ottime parole spese da Malone e da Connelly dovrebbero rassicurare i più scettici.

Quando si costruisce una nuova squadra spesso l’inizio è in salita, ma se i giocatori troveranno l’intesa è possibile che i Wizards si giocheranno l’accesso al secondo turno. In ogni caso, le operazioni di Sheppard lo legittimano come capo di un front office NBA, capace di scambiare in meno di un anno i contratti ritenuti non scambiabili di Westbrook e Wall. E questo rimane a prescindere dai risultati.

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Francesco Contran
Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.