Preview Suns 21/22: mezzogiorno di fuoco

preview suns
Copertina di Nicolò Bedaglia

Acquisti: Landry Shamet (trade, Brooklyn Nets), JaVale McGee (FA, Denver Nuggets), Elfrid Payton (FA, New York Knicks), Chandler Hutchinson (FA, Chicago Bulls)

Cessioni: Torrey Craig (FA, Indiana Pacers), E’Twaun Moore (FA, Orlando Magic), Ty-Shon Alexander (FA, Virtus Bologna), Javon Carter (trade, Brooklyn Nets)

Depth Chart

PG: Chris Paul, Cameron Payne, Elfrid Payton

SG: Devin Booker, Landry Shamet

SF: Mikal Bridges, Abdel Nader, Chandler Hutchinson

PF: Jae Crowder, Cameron Johnson, Jalen Smith

C: DeAndre Ayton, JaVale McGee, Frank Kaminsky, Dario Šarić

Dove ci siamo lasciati

I Suns vengono da una delle run playoff più sorprendenti degli ultimi vent’anni. A dire il vero, se da un lato il loro percorso è stato favorito da diversi infortuni a stelle avversarie (quello di Kawhi Leonard su tutti), ad inizio stagione e poco prima dei playoff il messaggio che le persone che seguivano i Suns da anni davano era lo stesso: attenzione perché la versatilità di questa squadra può portarli lontano, non stupitevi di vederli, ad esempio, raggiungere le Conference Finals alla loro prima apparizione ai playoff dopo undici anni.

La franchigia dell’Arizona è andata anche oltre quell’ostacolo, raggiungendo le Finals che mancavano dal lontano 1993, dove però ha perso in sei gare contro i Milwaukee Bucks, squadra di cui hanno sofferto in primis la fisicità, sebbene il vero filo rosso della serie sia stato un altro: se un giocatore che è destinato ad entrare tra i primi 20 di sempre è in stato di grazia per un paio di settimane e decide di vincere la serie, probabilmente vincerà la serie da solo. E questo è successo, con Giannis mattatore di una serie molto equilibrata in cui i Suns sono andati sul 2-0, salvo poi perdere le successive quattro gare, due delle quali in volata, decise da due giocate clamorose di Giannis stesso (in gara-4 è stata la stoppata su Ayton a spostare l’ago della bilancia, mentre in gara-5 la schiacciata in testa a Chris Paul, subito dopo un mancato time-out chiamato da Coach Williams e subito prima di un gesto altamente antisportivo da parte di Paul stesso).

La sensazione però è che Phoenix fosse pressoché sullo stesso piano di Milwaukee, e dato che Booker, Cam Johnson, Bridges sono classe ’96 e DeAndre Ayton é un classe ’98 è normale aspettarsi che i Suns siano ancora più competitivi dell’anno scorso.

James Jones & co devono però stare molto attenti a non commettere l’errore di pensare che la timeline per provare a vincere l’anello sia infinita, anzi. Mezzogiorno è il momento della giornata in cui il sole è più alto in cielo: allo stesso modo, è probabile che Phoenix abbia nella stagione alle porte le massime probabilità per raggiungere il tanto agognato titolo NBA che sfugge dalla fondazione della franchigia.

Come giocheranno i Suns?

Il quintetto sembra essere scritto nella pietra: Chris Paul e Devin Booker formano con buona probabilità il miglior reparto guardie della lega, Mikal Bridges e Jae Crowder saranno gli altri due esterni e DeAndre Ayton l’ancora sotto canestro. Nulla cambierà nell’approccio alle gare di Phoenix: attacco “0.5”, ormai marchio di fabbrica di Monty Williams, ritmi blandi ma con Paul e Payne pronti a spingere la transizione contro avversari molto fisici come fatto nella serie contro i Lakers, difesa con molto pre-switching per tenere Chris Paul lontano dall’occhio del ciclone, cambi assidui e difesa prevalentemente drop sul pick&roll, con Ayton che può però cambiare sui portatori avversari se questi non sono tra i più veloci della lega.

Dalla panca, il compito di Cam Payne e Landry Shamet sarà quello di far rifiatare la premiata ditta Paul-Booker: Payne è reduce dalla migliore stagione in carriera per distacco, culminata nei 29 punti di gara-2 delle Western Conference contro i Los Angeles Clippers. Per tutto l’anno, Payne è stata la scintilla dalla panca per i Suns, punendo regolarmente gli switch dei lunghi avversari, arrivando al ferro a piacimento e convertendo con precisione da ogni parte del campo. La stagione gli è valsa un nuovo contratto, 19 milioni garantiti su tre anni, cifra assolutamente modesta dato l’impatto avuto sulle fortune dei Suns.

Shamet è invece arrivato in estate dai Nets in cambio di Jevon Carter più la ventinovesima scelta e sta a sua volta entrando nell’anno finale del suo contratto da rookie. Sin dalle prime uscite, è parso chiaro che Shamet porti nello scacchiere Suns ulteriore playmaking che tante volte è mancato nella scorsa stagione: con buona probabilità, appena arrivato Shamet è già il terzo miglior portatore di palla sui pick&roll del roster di Phoenix. Inoltre Shamet aggiunge una figura che troppe volte senza Booker in campo è marcata, quella del tiratore che corre dietro ai blocchi e va rispettato in ogni occasione (tira col 40% da 3 in carriera con poco meno di 11 tentativi per 100 possessi), tanto da sollevare nella testa di Monty Williams (e Chris Paul stesso) una domanda: non è che Shamet sia in grado di giocare insieme a Booker e Paul stesso in una lineup con tre guardie? Non so se il coach dei Suns si spingerà a tanto, ma di certo Shamet sarà parte integrante della rotazione Suns anche ai livelli più alti, cosa che purtroppo non si poteva dire del beniamino dei tifosi Jevon Carter.

Certo, una lineup con tre guardie soffrirebbe la fisicità avversaria ancor più di quanto i Suns già non la soffrissero la scorsa stagione, ed è questa la ragione per cui dobbiamo aspettare di vedere il minutaggio di Cam Johnson salire ben sopra i 21 minuti a gara avuti negli scorsi playoff. La qualità migliore di Johnson è sotto gli occhi di tutti: è uno dei tiratori migliori della lega, ed è anche un uomo che porta una certa dinamicità sia sul perimetro che con tagli verso il canestro.

Quello che appare meno evidente è che Cam è molto lungo, e da 3 risulta essere uno dei più lunghi della lega, ed ha un atletismo molto sottovalutato. Anche per Cam la stagione che sta per cominciare è un contract year, dato che sarà eleggibile per una estensione la prossima estate (ne parleremo più in dettaglio dopo).

L’altra ala che verosimilmente avrà spazio come decimo della rotazione sarà Abdel Nader, partito molto bene nella scorsa stagione con quasi 20 minuti di media a notte prima di soffrire un brutto infortunio. Anche Nader porta una buona dose di fisicità ed atletismo sugli esterni, mettendo una gran pressione sul ferro ogni volta che mette piede in campo ed offrendo spaziature di tutto rispetto: sarà probabilmente compito suo rimpiazzare, almeno in partenza di stagione, i minuti di Torrey Craig, sebbene sia probabile che i Suns saranno molto attivi sul mercato per portare un 4 di riserva in Arizona, o via trade (sono forti le voci di un’interesse per Thad Young degli Spurs, che però vedo personalmente più adatto ad un ruolo simile a quello svolto da Šarić la scorsa stagione) o dal mercato dei buyout (il nome da tenere d’occhio qui è quello di Kevin Love, che ha in James Jones uno degli amici/confidanti più stretti nella lega).

McGee sarà invece il backup di Ayton. Il profilo corrisponde alla perfezione con quello di cui i Suns necessitavano da un centro di riserva, ed è lecito avere aspettative abbastanza alte in un contesto come quello attrezzato da Monty Williams in cui al centro sono richiesti compiti relativamente semplici. Dare i minuti di McGee a Jalen Smith sarebbe stata una scelta ad alto rischio (cosa fare se Smith non fosse ancora pronto? Rischiare di tirare il collo ad Ayton per poi farlo arrivare col fiato corto a fine stagione o accettare di avere diversi minuti non ottimali in Regular Season?), ma potenzialmente anche ad alta ricompensa.

Il sophomore da Maryland ha sempre detto di trovarsi più a proprio agio nella posizione da 5 piuttosto che in quella da 4 che pare Monty e Jones vogliono affibbiargli, e le prestazioni offerte sia in Regular Season che in Summer League sembrano confermarlo. A Las Vegas Smith è infatti apparso spaesato quando impiegato da ala grande (male soprattutto in difesa sul perimetro), mentre ben sopra il livello richiesto dalla competizione quando impiegato da centro: lo skillset di Smith sembra perfetto per l’attacco 0.5 di Monty Williams, offrendo spaziature che Ayton può solo sognare di notte. Allo stesso tempo, la sua scarsa mobilità laterale rischia di essere messa in evidenza lontano da canestro.

Estensioni o non estensioni, questo è il problema

Avere giovani che migliorano giorno dopo giorno è bello, ma i giocatori bravi prima o poi vogliono essere pagati. Nei prossimi dodici mesi i Suns si troveranno verosimilmente a dover decidere cosa fare di quattro giocatori: Ayton, Bridges, Johnson e Shamet. Il nome sulla bocca di tutti è ovviamente quello di Ayton, le trattative per il rinnovo del quale sembrano essere arrivate ad una situazione di stallo: DeAndre sembra non voler accettare una lira in meno del max, mentre i Suns non sembrano disposti a darglielo.

Credo sia il giusto momento per fare un piccolo recap dei possibili contratti su cui Suns e Ayton possono convergere. Il max “base” è la 25% rookie extension, che garantirebbe ad Ayton 133 milioni in 4 anni, mentre il livello successivo sarebbe la designated rookie extension, che nel caso di Ayton varrebbe 173 milioni su 5 anni, i cui primi 4 anni sono uguali alla 25% rookie extension. Nella designated possono essere inseriti vari bonus, tali da raggiungere la cifra totale di 207 milioni in 5 anni qualora Ayton dovesse entrare in un All-NBA team o vincere il Defensive Player of the Year. Non ci sono vie di mezzo tra i 133 ed i 173 milioni garantiti dunque, ed anche qualora le parti si accordassero per la designated rookie extension ci sarebbe poi da discutere sui bonus o su altre clausole (il contratto di Michael Porter Jr è un buon esempio di cosa si possa fare con simili clausole).

Come dicevo ben prima dell’estensione di Michael Porter Jr, ero abbastanza sicuro che Ayton non avrebbe mai accettato qualcosa che fosse sotto i 133/4, e probabilmente ero stato anche conservativo nel dirlo.

Fa bene Ayton a chiedere il max? Certo, se Ayton andasse sul mercato ora sarebbe molto probabile che qualcuno glielo offrisse. Fanno bene i Suns a tirare la corda? Probabilmente sì nel complesso, dato che se solo qualcuno avesse avanzato l’idea di un max ad Ayton prima dei playoff tutti lo avremmo guardato molto straniti e tutt’ora non è chiaro se Ayton valga davvero il max (domanda e offerta valgono in un libero mercato, ma quello NBA è per costruzione mercato non libero).

Però gli equilibri interni ad uno spogliatoio sono fragili anche in presenza di un alpha come Chris Paul, soprattutto quando si parla di giovani che sono tra i migliori al mondo nel proprio campo e che, giustamente, vogliono essere pagati ogni lira che valgono: per questa ragione, al fine di tenere gli animi sotto controllo, sarebbe d’uopo che Sarver aprisse i cordoni della borsa qualora voglia davvero portare il titolo in Arizona. Sarebbe questa di certo la scelta giusta? Onestamente, non lo so.

Qualora Ayton ed i Suns non raggiungessero un accordo, Phoenix estenderebbe una Qualifying Offer pari a 16 milioni per l’anno 2022/23 ad Ayton: se lui la firmerà (altamente improbabile), sarà libero di firmare con chi vuole nell’estate 2023, altrimenti sarà Restricted Free Agent la prossima estate (evenienza questa molto più probabile).

Per ora le trattative sembrano non intaccare la voglia di sangue di Ayton, che si è presentato al Training Camp nella migliore forma della sua carriera ed ha lavorato per tutta l’estate sulla resistenza. Le ragioni per cui Phoenix si sta dimostrando reticente ad offrire questa cifra ad Ayton sono molteplici (tra cui il proverbiale braccino del proprietario), ed una di queste è che anche quello che è stato il terzo miglior giocatore durante la Regular Season, Mikal Bridges, è eleggibile per una estensione.

Il caso di Mikal è praticamente l’opposto di quello di Ayton: il momento per negoziare sarebbe perfetto per i Suns, dato che Bridges ha avuto dei playoff deludenti, quindi non lo è per Bridges stesso, che a detta di tutti si è fatto trovare molto migliorato al training camp, soprattutto più a suo agio palla in mano, tanto da far dire a Williams che si aspetta di dare a Bridges più responsabilità in creazione. Visti i contratti firmati in estate, è difficile aspettarsi un accordo sotto la tripla cifra (100/4 credo sia un numero attorno al quale entrambe le parti sarebbero contente di convergere), che potrebbe comunque rivelarsi vantaggioso per i Suns dato il previsto incremento del cap nei prossimi cinque anni. È anche possibile però che il camp di Bridges decida di non accettare una simile offerta questa estate, non firmare la Qualifying Offer e tornare per chiedere più soldi dopo una grande annata che pare essere nelle corde del quarto anno da Villanova, apparso sorpreso dalla fisicità dei playoff nella sua prima annata.

Johnson e Shamet saranno temi per la prossima estate, ma le contrattazioni con entrambi sono temi di importanza molto minore rispetto ai casi Ayton e Bridges, sia per ragioni di importanza a roster che per ragioni cronologiche.

Pronostico

Qualora le contrattazioni per le estensioni di Ayton e Bridges non dovessero intaccare le dinamiche di spogliatoio, i Suns si presenterebbero con una quantità di talento puro sicuramente inferiore ai Lakers, ma con un fit ed una chimica di squadra molto superiore; allo stato attuale, dati anche gli infortuni di Leonard e Murray, i Suns sono in primissima fila ad Ovest, ed è difficile perorare la causa che non siano perlomeno tra le prime due squadre nella loro conference.

L’obiettivo dichiarato è quello di portare l’anello in Arizona, ed é realistico pensare che i Suns possano ripetersi e vincere almeno il titolo di campioni della Western Conference. Allo stesso tempo, va ricordato che il gap che separa i favoriti (i Nets) dai Suns è molto maggiore da quello che separa Phoenix da, ad esempio, Utah o Dallas. L’obiettivo minimo è dunque tornare almeno alle Conference Finals, ma occhio alle inseguitrici e all’impatto che le questioni extra-campo possono avere sulla chimica interna.

Ti è piaciuto l'articolo?
Dacci un feedback:

Loading spinner
Andrea Bandiziol
Andrea, 31 anni di Udine, è uno di quelli a cui potete scrivere se gli articoli di True Shooting vi piacciono particolarmente. Se invece non vi piacciono, potete contattare gli altri caporedattori. Ha avuto la disgrazia di innamorarsi dei Suns di Nash e di tifare Phoenix da allora.