Guida ai 76ers senza Ben Simmons

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Copertina di Valentino Grassi

Dopo un’annata vissuta con momenti di esaltazione per il primo posto ottenuto in regular season nella Eastern Conference dopo ben vent’anni e con momenti di disperazione e rabbia dopo l’uscita in Gara 7 del secondo turno ai PO contro gli Atlanta Hawks, quest’anno i tifosi Sixers si apprestano a vivere una stagione completamente diversa, dove al momento il futuro della franchigia, a livello di ambizioni e di protagonisti, non è ancora definito, vista la situazione che riguarda Ben Simmons. Potrebbe essere un’annata di transizione oppure nell’arco di qualche giorno si potrebbe tornare ad essere seriamente una contender, al momento però non lo possiamo sapere, ma nel frattempo la stagione 2021/22 è iniziata e in questo inizio di regular season sono emersi degli spunti molto interessanti di cui discutere.

Cosa cambia senza Ben Simmons?

Chiaramente l’assenza di Simmons ha creato dei cambiamenti importanti nel modo di giocare dei 76ers e in queste prime partite si sono già intravisti i lati positivi e negativi di questi cambiamenti. Partiamo dicendo che, nonostante tutto quello che è successo, in questo momento Rivers ha perso un candidato costante al DPOY (secondo posto l’anno scorso), uno dei migliori giocatori in transizione della lega e uno dei migliori passatori dell’NBA. E non solo i Sixers hanno perso tutto ciò, ma non l’hanno nemmeno sostituito tramite una trade.

Al suo posto infatti come PG titolare stiamo vedendo Tyrese Maxey, al secondo anno nella lega e che l’anno scorso ha vissuto una stagione, prima da protagonista e poi a lottare nel garbage time, culminata poi con un’esplosione ai playoff dove è riuscito a portare via il posto nelle rotazioni ad uno spento Shake Milton. Per cui stiamo parlando di un ragazzo che non ha ancora vissuto una stagione da protagonista in un quintetto NBA e che è passato dall’avere poche responsabilità ad avere il peso di gestire i ritmi di una squadra che punta ad essere una contender. Le caratteristiche dei due giocatori sono completamente diverse, sia dal punto di vista del gioco, ma soprattutto dal punto di vista fisico e questo chiaramente ha portato dei cambiamenti molto evidenti.

I problemi difensivi

La prima differenza che salta agli occhi ovviamente è il peggioramento della difesa sugli esterni e in generale di squadra. Al momento senza Simmons manca quel giocatore in grado di prendere in consegna la stella avversaria; Danny Green lo può parzialmente fare, ma chiaramente non è ai livelli di Ben e in più non ha più la mobilità di un tempo e da solo non riesce a reggere un sistema difensivo, nonostante il grande impatto difensivo di Embiid e un buon Tobias Harris. Thybulle avrebbe le capacità per farlo, però senza un miglioramento sul lato offensivo, difficilmente potrà prendere i gradi di titolare e giocare i minuti più importanti del match.

Il problema infatti risiede nelle guardie poiché, né Maxey, né Curry e nemmeno Milton e Korkmaz sono dei plus in difesa, anzi sono dei minus abbastanza importanti, nonostante sicuramente ci mettano tutto l’impegno del mondo. Infatti, chi più chi meno, fanno tutti fatica a contenere gli 1vs1 e ad affrontare il proprio avversario sul P&R.

In queste clip possiamo vedere come Curry e Maxey facciano fatica a tenere i propri avversari (SGA ed Hunter) proprio per via dei loro limiti fisici

In questo inizio di stagione i 76ers hanno sofferto anche contro giocatori non esattamente considerati delle star, come per esempio Alexander-Walker e Graham di NOLA, oppure Fournier dei Knicks e, appena il livello di talento si alza, sembra non esserci un modo reale per contrastare gli esterni avversari. L’unica partita in cui non si è sofferto troppo è stata quella contro gli Hawks dove la squadra ha sicuramente difeso meglio nonostante le difficoltà, grazie anche ad una prestazione non esattamente eccellente da parte di Atlanta. Basta vedere le partite contro Thunder e Knicks dove SGA e Kemba Walker hanno fatto ciò che volevano e durante la partita non si è mai riusciti a trovare una contromisura efficace contro di loro.

Nella seguente clip possiamo vederne un esempio: Korkmaz si schianta sul blocco e col drop attuato da Drummond, Kemba ha tutto lo spazio del mondo per alzarsi in pull-up per un canestro facile.

Anche due ottimi difensori come Green e soprattutto Thybulle vanno in difficoltà perché non riescono chiaramente a coprire tutte le lacune degli altri e da soli possono fare ben poco, nonostante comunque il secondo abbia un talento nettamente superiore la media in quel lato del campo e nella partita contro gli Hawks lo si è notato perfettamente.

Un dato interessante che spiega bene il calo difensivo dei Sixers è il Defensive Rating: l’anno scorso a questo punto della stagione Philadelphia aveva una delle migliori difese della lega con un DefRtg di 98.0, quest’anno invece è aumentato a 106.8, ciò vuol dire che su 100 possessi i 76ers concedono 8 punti in più di media rispetto all’inizio della stagione scorsa, ovvero un’enormità. Questo problema difficilmente verrà risolto con gli interpreti attuali, per cui a meno di un ritorno di Simmons, o di una trade, la difesa non sarà mai quella dello scorso anno.

Il cambiamento nel ritmo di gioco

Un altro cambiamento evidente rispetto allo scorso anno riguarda il pace. Chiaramente con l’australiano in campo Rivers era costretto a far correre molto di più la squadra, grazie al suo talento in transizione e anche per le sue difficoltà nel creare vantaggio a difesa schierata. A inizio stagione scorsa il pace era a 102.10, quest’anno il dato è sceso a 96.93 e al momento Philadelphia occupa l’ultimo posto nella lega in questa classifica.

Ovviamente la squadra ora è Embiid centrica e il camerunense preferisce giocare una pallacanestro più lenta e fatta di possessi più lunghi, ma in generale la squadra, nonostante abbia degli ottimi interpreti della transizione, senza Simmons in campo soffre meno a giocare contro le difese schierate e per cui Doc può permettersi di far giocare la propria squadra in maniera più ragionata.

Questo non è un cambiamento per forza negativo, ma anzi secondo me è positivo, poiché il pace di norma ai playoff si abbassa. Quest’anno Phila riesce ad essere più incisiva anche contro difese schierate e infatti in queste prime partite, nonostante l’assenza di una point guard con doti di playmaking importanti si faccia sentire, mi sta piacendo il movimento di palla e in generale i 76ers si stanno prendendo dei buoni tiri e stanno riuscendo anche a convertirli con ottime percentuali. Si cerca sempre il tiro migliore e le forzature sono davvero poche.

Di seguito una clip esplicativa dell’ottimo movimento di palla che si sta vedendo quest’anno:

Al momento infatti bisogna sottolineare come i Sixers abbiano la miglior TS% della lega (60,7%). Per cui se dal punto di vista difensivo Philadelphia ha perso molto, dal punto di vista offensivo in questo inizio di stagione sembra averci guadagnato. Oltre al dato della TS% (l’anno scorso a questo punto la TS% era del 55,1%), la squadra sta tirando meglio sotto il profilo delle percentuali da ogni dove: FG% 49,2% rispetto al 44,5%, 3PT% 38,1% rispetto al 33,8% e con due tentativi in più a partita, FT% 86,6% rispetto al 78,7%. Oltre a questi dati bisogna considerare che anche l’Offensive Rating è nettamente aumentato (da 103.9 a 115.8).

Una nuova panchina

Un’altra considerazione importante da fare riguarda la second unit. Rispetto allo scorso anno sono arrivati Drummond e Niang che sono andati a sostituire Howard e Scott e, se durante la Free Agency si pensava che la second unit dei Sixers sarebbe stata come l’anno scorso, ovvero un problema, in questo inizio di stagione possiamo solo dire il contrario. In queste prime partite infatti, la panchina raramente è andata in difficoltà e anzi, nella maggior parte dei casi ha piazzato anche delle ottime run. Contro NOLA addirittura, grazie soprattutto ad un Korkmaz on fire e che quest’anno sta mostrando degli ottimi istinti da creatore per i compagni, la second unit è riuscita a piazzare il parziale decisivo nel 4Q che ha permesso alla squadra di vincere la partita e a Rivers di non schierare i titolari per tutta l’ultima frazione di gioco.

Contro i Nets non sono mai andati sotto e prima degli ultimi orribili 5 minuti e 32 secondi grazie anche a loro i Sixers erano andati sul +10. Contro Thunder e Knicks hanno fatto il loro, anche se contro i Knicks i positivi sono stati veramente pochi, mentre contro i Pistons erano riusciti ad allungare addirittura sul +22. Contro gli Hawks la panchina ha tenuto molto bene e Atlanta non è mai stata in grado di recuperare nemmeno in quei minuti, mentre contro i Blazers nonostante le assenze di Embiid ed Harris hanno retto alla grande, portando a casa una vittoria per niente scontata.

Al momento le aggiunte di Niang e Drummond hanno portato ottimi benefici. L’esterno è un upgrade veramente importante rispetto a Scott, sia al tiro da oltre l’arco (43,2% contro 34,2%), ma anche in difesa dove sicuramente sta dando un contributo migliore rispetto a Mike.

Anche Dre, per quanto sia un giocatore parecchio discusso e che è passato dall’essere un top nel suo ruolo ad essere considerato un danno, è un netto upgrade rispetto ad Howard e soprattutto può permettere ad Embiid di riposarsi molto di più durante la regular season e in generale durante le partite. Al momento il suo impatto è rilevante e non lo si vede soltanto a rimbalzo, ma anche grazie ad un’abilità di passing decisamente superiore e anche ad una fase difensiva più impattante rispetto al suo collega ora ai Lakers.

Col rientro di Milton ora la panchina ha un’arma in più e sono convinto che rispetto allo scorso anno la second unit sarà più impattante poiché c’è playmaking, tutti possono aprire il campo, a parte Drummond ovviamente, e quasi tutti hanno punti nelle mani. In questo momento sia Korkmaz che Milton (anche se ha giocato solo due partite) che Niang viaggiano in doppia cifra. Non sarà la miglior panchina della lega, ma sicuramente è una second unit positiva.

Le amnesie dei 76ers

L’ultima considerazione che andrò a fare riguarda indubbiamente i momenti di blocco che i Sixers hanno vissuto in questo inizio di stagione nelle prime partite. Gli esempi cardine sono due: la partita contro i Nets e la partita contro i Pistons in cui i 76ers sono andati in palla negli ultimi 6 minuti circa dell’ultimo quarto.

Contro i Nets a 5 minuti e 32 secondi dal termine Phila era avanti di 10 e l’inerzia era tutta dalla loro, infatti Nash è stato costretto al timeout. Dopo quel timeout la squadra è andata in palla totale. 0 punti dal campo e 1 solo punto segnato su un fallo intenzionale su Curry. Da 108-98 infatti la partita è terminata 109-114. La cosa più evidente è stata la mancanza di un vero e proprio creator che riuscisse a sbloccare un minimo la situazione con qualche giocata, ma soprattutto è stata evidente la mancanza di un leader carismatico che potesse dare la scossa. C’è da dire che Embiid non era, e non è ancora attualmente, in forma, però comunque da solo, nonostante l’enorme talento e uno skillset da guardia in un corpo da centro, non può sopperire alla mancanza di un vero e proprio creator negli esterni.

Questo è un problema che affligge i Sixers da anni, perché ovviamente nemmeno Simmons lo era ed Harris in quei momenti tende un po’ a sparire dal campo. Anche coi Pistons si è vista la stessa situazione, dal -22 Detroit è stata in grado di recuperare fino al -4 e i Sixers sono stati in grado di segnare solo dalla linea della carità, mentre gli unici punti dal campo sono arrivati dalla tripla in step back di Embiid a quasi 10 secondi dalla fine che ha definitivamente chiuso la partita.

In questo caso Embiid è stato molto più prolifico, però se anche lui viene ben arginato dalle difese avversarie, la mancanza di un’alternativa valida in quei momenti si sente. A mio parere serve un play che gestisca meglio i ritmi e che faccia girare meglio la squadra in quei momenti, ma soprattutto serve un giocatore che riesca a crearsi qualcosa per sé stesso e che riesca a generare una gravity tale da poter aprire più spazi per i propri compagni. Maxey lo potrà diventare? Potenzialmente sì, ma indubbiamente deve lavorare su alcuni aspetti del suo gioco.

Innanzitutto deve lavorare sul suo tiro da oltre l’arco e in generale sul tiro in pull-up. Il tocco c’è e dai liberi si nota (88,9% su 2.6 tentativi), però spesso e volentieri rifiuta dei tiri aperti e si ostina ad attaccare il closeout, cosa che sa fare, anche per la sua ottima capacità di finishing al ferro, anche se a volte si stampa contro la difesa per non prendere determinati tiri.

In questo caso rifiuta un tiro aperto e decide di attaccare il ferro. I due punti arrivano, anche se avrebbe potuto prendersi il tiro da oltre l’arco

Spesso rifiuta i tiri aperti che si creano dopo un blocco, infatti nella maggior parte dei casi i difensori passano sotto il blocco e lui esita al tiro. Una sua crescita da questo punto di vista e una sua crescita nel playmaking (al momento non ha grandi letture, gioca molto semplice e cerca raramente linee di passaggio più complicate) potrebbe farlo diventare quel giocatore che al momento manca ai 76ers.

Nella clip vediamo quello che Tyrese deve riuscire a fare più costantemente per poter fare lo step successivo:

Lo sappiamo, da un momento all’altro tutto potrebbe cambiare e per questo fare delle previsioni reali sugli obiettivi stagionali e sulle ambizioni della squadra è quasi impossibile. Nonostante ciò, seguire i Sixers sarà molto interessante per monitorare la crescita dei suoi protagonisti e per vedere come la squadra continuerà ad adattarsi a questa strana situazione che personalmente mi auguro si risolva il prima possibile.

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