TrueShooting Jersey Race
Il power ranking delle City Edition 2022

City Edition NBA
Copertina di Marco D'Amato

Nel 2015 Nike firma un contratto di 8 anni con la NBA per diventarne sponsor tecnico, diventando di conseguenza anche il team creativo dietro le divise delle squadre.

La principale innovazione apportata dallo sbaffo di Beaverton è stata la creazione delle City Edition Jerseys, un kit che legasse e cementificasse il legame tra squadra e territorio di appartenenza, cultura locale e/o storia della franchigia.

Non solo, a fronte della relativa staticità creativa nelle classiche divise home/away, le City Edition cambiano, alcune di più alcune di meno, ogni anno, creando un comprensibile hype senza le cui meccaniche, da qualche anno a questa parte, il mondo streetwear sembra incapace di vivere.

L’importanza data a queste da parte dei team creativi è massima e lo dimostra il fatto che il loro rilascio avviene in un contesto di content creation multimediale secondo a nessuno nell’arco della stagione e che vengano usate dalle squadre solo in un numero limitato di partite, spesso significative, su parquet decorati appositamente.

Una nuova frontiera è stata raggiunta quest’anno dai Sixers che hanno legato alla City Edition un’esclusiva collezione di NFTs:

Insomma, la canotta city edition è l’item perfetto che rispetta ogni regola di marketing: edizione limitata, storytelling, brand identity e tutti gli altri paroloni.

Esplorato il lato tecnico dietro queste canotte, arriviamo al momento per cui siamo effettivamente tutti qui: decidere qual è la migliore di quest’anno.

Prendendomi troppo sul serio, come sempre, non mi bastava dunque classificarle secondo il mio solo gusto estetico ma ho provato a stabilire oggettivamente le migliori, lasciando a voi lettori la parte del “mi piace/non mi piace”.

Ho deciso quindi di applicare alle canotte i fondamenti di True Shooting: una sostanziosa mole di eye test, criteri estremamente rigidi e, ovviamente, una classificazione in tiers. Non potevo farlo da solo.

L’iniziale giuria di True Shooting era così composta:

  • Me, Cesare Russo, una persona che ha perso decisamente troppo tempo nello studio del draft come evento fashion.
  • Lorenzo Pasquali, uno dei massimi esperti di merch sportivo random.
  • Matteo Berta, non necessariamente esperto nell’ambito ma ragazzo molto bello e avido coltivatore del suo senso estetico (dalla fotografia all’uncinetto, dalla chitarra a Simone de Beauvoir).

La direzione ha poi provato a salvare la faccia affiancandoci Sebastiano Barban, guru, plenipotenziario e dittatore della nostra divisione grafica, unica persona con effettive conoscenze per una valutazione simile e grande collezionista di jerseys NBA.

Pensando a come valutare al meglio ogni caratteristica di queste canotte per un incarico così fondamentale, mi sono rivolto a quello che per me è l’indiscusso modello di valutazione della creatività, dell’estetica e del talento: RuPaul Drag Race.

Da progetto ambizioso di un’icona mondiale, è diventato LA vetrina dell’intrattenimento LGBTQ+ per poi superare rapidamente qualunque confine di genere (in ogni senso) e affermandosi come uno dei migliori prodotti di intrattenimento punto, con vari Emmys in saccoccia ed edizioni satellite in numerosi paesi tra cui, a breve, l’Italia (provocando un’interessante discussione all’interno della comunità stessa).

Quel che ci importa adesso sono i 4 criteri fondamentali per vincere la gara. Nelle parole di RuPaul stessa:

Adatteremo questi quattro pilastri ai nostri bisogni, fornendoci i criteri secondo cui valutare ogni canotta con un voto da 1 a 10.

Eccoli spiegati brevemente:

  • Carisma: quanto la canotta, e la campagna di lancio, esprimono il legame con la cultura, la storia e il territorio locale della franchigia. Essendo la RuPaul della situazione (un sogno che si realizza), su questa categoria ho il monopolio (in realtà è perché ero l’unico disposto a prendersi il peso di visionare ogni cosa).
  • Uniqueness: quanto la canotta si distanzia dalle altre 29, quanto è unica e quanto spicca rispetto alle altre.
  • Nerve: quanto la canotta si distacchi per scelte, cromatiche o di design, dalla storia della franchigia. È vero che un classico è sempre bello, ma la voglia di sperimentare va sempre premiata.
  • Talent: quanto sta bene addosso alla stella della squadra. Se è vero che la canotta è un oggetto bello di per sé, è anche vero che la vedremo per la maggior parte delle volte addosso ai nostri giocatori preferiti e l’effetto deve essere on point.

Ad aggiungere drama, componente fondamentale del programma, ogni canotta sarà introdotta con un commento dei nostri guest judges: il resto della redazione (tutte opinioni positive e molto approfondite).

Possiamo cominciare.

“Gentlemen, start your engines

TIER 1: Scartate ai provini

Le canotte appartenenti a questo tier non sono necessariamente molto brutte, ma mostrano problemi talmente gravi che non ce l’ho fatta a considerarle parte della competizione.

New Orleans Pelicans

“Solita Merdata”

Abbiamo detto del perché le City Edition siano un prodotto così efficace. Ecco, la nuova City Edition dei Pelicans non rispetta nessuna di quelle caratteristiche: banali, indistinguibili dalle normali e lanciate con un video scarsissimo.

Il fatto poi che debbano essere delle canotte “per il futuro” senza includere Zion nella campagna di lancio aggiunge un altro pesante layer a questo fallimento.

Utah Jazz e Phoenix Suns

Il danno e la beffa. Il danno sta nell’aver abbandonato il gioco, entrambe le squadre hanno riproposto le stesse identiche City Edition della stagione scorsa. La beffa invece la portano i Suns: non solo non presentano la canotta, ma hanno anche il coraggio di postare un render di una canotta ispirata alle popolazioni indigene, nera e viola, fighissima e invece niente.

Orlando Magic

“Accozzaglia di elementi, un pugno nell’occhio”

Premessa, la nuova canotta dei Magic non è brutta (ha ricevuto voti positivi, anche un 8). L’idea di fondere la classica bianca e azzurra con le pin stripes e la palette grigio-arancio di recente introduzione è anche interessante, ma ho un problema grave con una cosa.

Orlando ha presentato questa canotta con un video: inizia col classico highlight reel di momenti storici, leggende, emozioni… niente di stravolgente ma sempre efficace.

Il problema è il momento in cui da una porta entra Markelle Fultz con la sua felpa Gucci e inizia a commentare la nuova divisa, recitando un copione per niente naturale e amplificando l’effetto straniante.

Ora, perché Fultz? Chi ha pensato che una delle storie sportive più drammatiche degli ultimi anni potesse essere un buon testimonial? Come si fa a preferire la malinconia sulle spalle di Fultz alla freschezza di Cole Anthony, che si è fatto fotografare con gli occhiali da Migos nella campagna fotografica?

TIER 2: Eliminate nella prima puntata

In questo tier le canotte fanno la figura barbina che ogni concorrente fa nell’aver lavorato anni e anni per arrivare nel programma, per poi uscire malamente nella prima puntata.

Boston Celtics, 3

“Si sono sbattuti il minimo sindacale”

Carisma: 4
Uniqueness: 2.5
Nerve: 0.5
Talent: 5

La canotta Celtics non merita troppe parole in quanto ennesima riproposizione della classica verde Celtics se non per due particolari. Il primo, molto apprezzabile (seppur praticamente non pubblicizzato), sono i nomi posizionati sotto i numeri.

Il secondo, problematico, è il “dettaglio” storico. Quest’anno i team creativi hanno preso possesso dello spazio Nike in basso a destra e i team si sono sbizzarriti aggiungendo loghi, motti, citazioni.
I Celtics hanno decisamente sbragato, mettendo tutti i numeri ritirati dalla franchigia sopra e i tioli vinti sotto, col risultato di una tabella bianca enorme.

Detroit Pistons, 5

-“nulla di eclatante, però mi piace molto”
-“Ventata di freschezza e modernità”
-“Un raggio tra le nubi”

Carisma: 3
Uniqueness: 5
Nerve: 6
Talent: 6

A bilanciare l’eccessivo ottimismo espresso dalla redazione, mi limito a dire che i fulmini sugli short potrebbero essere l’unica cosa che separa queste divise da qualcosa che potreste comprare in un Decathlon.

Portland Trail Blazers, 5

“La trovi in sconto nella sezione outlet tra 6 mesi”

Carisma: 4
Uniqueness: 6
Nerve: 5
Talent: 5

Minimo sforzo, minimo risultato per queste canotte dei Blazers. Forte gusto vintage, ma grande passo indietro rispetto allo sperimentalismo marrone dello scorso anno.

Sacramento Kings, 5.5

“Piuttosto meh”

Carisma: 6
Uniqueness: 6
Nerve: 4.5
Talent: 6

La cosa più carina di queste city edition è il video di presentazione con un collage molto figo. Lo stesso video è però inevitabilmente rovinato dall’ossessiva ripetizione del concetto di “royalty” che mal si sposa con una squadra di “provincia” come i Kings e verso i quali c’è evidentemente un meccanismo di compensazione.

Dallas Mavericks, 5.5

“Fa degli obbrobri tutti gli anni, da parecchi anni, quest’anno l’ha fatta carina”

Carisma: 9
Uniqueness: 4
Nerve: 5
Talent: 4

Le canotte Mavs sono, generalmente, brutte: bianco, blu e verde sono tre colori difficili da combinare e queste canotte, come quasi tutte le altre nella storia Mavs, non ci riescono, ma c’è comunque un lavoro dietro molto lodevole.

Il lancio di queste canotte è stato accompagnato da varie produzioni: un bellissimo corto animato che ripercorre la storia dei Mavs, un video che racconta della folle gara 5 contro i Sonics del 1984, “The Moody Madness”, un altro basato sul concetto di mixtape (che è alla base di tutte le City Edition di quest’anno, in occasione del 75° anniversario) con artisti hip-hop locali ed è molto probabile che altri video verranno rilasciati nel corso della stagione.

Chicago Bulls, 6Memphis Grizzlies, 6.5

-“Sembra quella dei Clippers di qualche anno fa”
-“Migliorare quella dell’anno scorso era impossibile. Infatti non ci sono riusciti”

Carisma: 6 – 6
Uniqueness: 5 -6
Nerve: 6 – 5
Talent: 8 – 9

Pur avendo una media del 6 e del 6.5, Bulls e Grizzlies rientrano nei bocciati perché i primi salvati dall’avere tre persone a cui il rosso dona molto (purtroppo per lui, una di queste è DeRozan che ritorna a vestire rosso, colore della gang “rivale” di L.A.) e i secondi dall’avere Ja Morant, che col suo stile di gioco tranquillamente definibile selvaggio fa il paio con una canotta piena di graffi e artigli.

TIER 3: Il gruppo delle dimenticabili

Di ogni stagione ci si ricorda delle Drag Queen migliori, ovviamente, e di quelle più particolari (per caratteristiche, fisiche, caratteriali o stilistiche). La maggioranza però, come in tutte le cose, è spesso composta da concorrenti dimenticabili, di cui rimane, forse, solo un nome scollegato da tutto il resto. Queste canotte sono esattamente così: non sono necessariamente brutte ma facilmente dimenticabili.

Denver Nuggets, 6

-“Ci sono alcune che oscillano tra il bellissimo e l’inguardabile nel giro di due secondi. Tipo i Nuggets”

Carisma: 6
Uniqueness: 6
Nerve: 6.5
Talent: 5

Lo sappiamo tutti, le canotte Nuggets diventano interessanti solo quando lo skyline multicolor entra nel discorso. Qui hanno provato a destrutturarlo sulle bande laterali affiancandolo al più recente blu.

Grande tristezza per il logo ABA di Maxie Miner, relegato alla “belt buckle”, che speriamo venga riproposto più da protagonista come tutti gli altri loghi ABA che sono tornati a far capolino nelle canotte di quest’anno.

Notevole il finale del video promo, uscito direttamente da un VHS di work-out casalinghi noleggiato da BlockBuster.

Washington Wizards, 6

“True pigiamino percentage: 100%”

Carisma: 7
Uniqueness: 7
Nerve: 4.5
Talent: 6

A penalizzare questa canotta è la costante riproposizione, mai rinnovata, delle righe orizzontali sul petto (che pure sono una feature unica in NBA). Quest’anno colorate tra l’altro di un rosso e blu molto “pigiamosi” che smorzano completamente qualunque entusiasmo.

Plus per Pusha T narratore dello spot.

Golden State Warriors, 6

“Il logo a cerchio è un cazzotto per me, da sempre”

Carisma: 4
Uniqueness: 7
Nerve: 5.5
Talent: 6.5

Seconda squadra che quest’anno intercetta il trend dei fulmini, stavolta sulla canotta, la City Edition dei Warriors punta a vincere facile: nero con sottili linee gialle, celebrazione delle recenti vittorie e rimandi solo figurati agli anni passati: i fulmini per esempio, si legge sul post ufficiale, sono “un omaggio all’indimenticabile energia dei Warriors di inizio 2000”.

Miglior elemento: Klay Thompson “Jumpman” che si tuffa nella baia.

Indiana Pacers, 6.5

“Pena per Indiana”

Carisma: 5
Uniqueness: 8
Nerve: 6
Talent: 7

Blu come gli occhi, giallo come i capelli. L’accoppiata Pacers-Sabonis potrebbe essere il match made in heaven della Lega e questa City Edition ci tiene a ribadirlo.

Provano ad auto sabotarsi con una promo rubata dagli spot degli e-store di merch sportivo, ma l’uniforme di quest’anno potrebbe essere la prima nella storia della franchigia ad esprimere veramente il dinamismo del mondo automobilistico pilastro dell’iconografia Pacers.

Il taglio diagonale enorme che finisce dietro, l’asimmetria nei pantaloncini, gli elementi bianchi nella scritta sul petto… Se c’è una squadra antiswag quella è definitivamente Indiana, ma quest’anno hanno fatto il possibile.

Tier 4: Non belle, memorabili

Lo step successivo al dimenticabile è, ovviamente, rimanere impressi nella memoria dello spettatore.
Che sia per una Drag Queen o per una canotta NBA, l’importante è che si ricordino di te (perché sei tutta bianca o perché ripeti ossessivamente il tuo nome quando esci di scena).

Oklahoma City Thunder, 5

“Mi scusi signor gelataio, che gusti mi consiglia?”

Carisma: 1
Uniqueness: 6
Nerve: 6.5
Talent: 6

La canotta Thunder è una delle prime a mettere in mostra il paradosso di questo power ranking. Un elemento della nostra giuria gli ha dato voti alti, due 9, aggiungendo la postilla “però fa cagare”. Diversa sorte per un altro giudice che gli ha dato solo 3 affossandola e “sentendosi in pace con se stesso” per averlo fatto.

In ogni caso, la canotta dei Thunder è estremamente bianca, non ha niente di originale oltre a questo ed è completamente slegata da qualunque rapporto con la propria storia.

D’altro canto, è un esperimento perfetto per una squadra in fase di tanking e che, va ricordato, ha solo 14 anni di storia a fronte dell’eredità pesantissima, soprattutto dal punto di vista estetico, dei Supersonics. Magari il bianco sarà il primo tratto veramente iconico dei Thunder, chissà.

E poi non c’è nessun giocatore più iced out di Shai <3

New York Knicks, 6.5

“Inutili”

Carisma: 7
Uniqueness: 5
Nerve: 6.5
Talent:
7.5

Forti di una stagione positivissima, e che non ha creato per niente hype nella morigerata tifoseria locale, i Knicks quest’anno hanno fatto le cose in grande.

Realizzate in collaborazione con KITH, brand autorità e pilastro dello streetwear mondiale, New York veste di nero per la prima volta. L’assist per la promo lo fornisce ovviamente il ritorno del figliol prodigo Kemba Walker che, al centro di un Madison Square Garden con l’occhio di bue puntato addosso, regala emozioni simili ai migliori spot Adidas con Derrick Rose.

Nonostante tutto questo, o forse proprio per questi motivi, questa City Edition non riesce a togliersi di dosso l’impressione di essere potenziale sprecato, rimanendo da metà classifica.

Cleveland Cavaliers, 6.5

“È simpatica la roba del 3-1 lead, anche se un po’ da ossessionati”

Carisma, 7
Uniqueness, 7
Nerve, 6
Talent, 6

La prima diss jersey della storia.

Tra i tanti dettagli “in area sponsor”, il record delle Finals 2016 cucito su questa canotta è certamente il più iconico e memorabile. Oltre a questo, il “logone” vintage centrale è magnifico e il “mixtape” di loghi e font del passato richiesti dalla NBA risulta molto meglio integrato e omogeneo che per le altre squadre.

Charlotte Hornets, 7

“La più zarra che mi è rimasta impressa”

Carisma: 3
Uniqueness: 8
Nerve: 7
Talent: 8

Lo spazio dedicato alla City Edition degli Hornets verrà utilizzato esclusivamente come ulteriore piattaforma per l’appello di rimozione totale del gradiente dalle divise sportive. Detto questo, sarebbe un’ottima skin di Fortnite, con tutti questi elementi sconnessi che viaggerebbero per tutta la canotta e i colori che continuerebbero a cambiare seguendo il gradiente.

TIER 5: sai che non vincono, ma tifi per loro

Ogni stagione di Rupaul Drag Race porta con sé persone estremamente interessanti per le loro storie personali, la loro creatività o i loro talenti molto peculiari che ti spingono a tifare per loro. A un certo punto della competizione sai che non hanno tutto quello che serve per vincere, ma non importa più, tiferai comunque per loro.

Queste canotte seguono lo stesso percorso. Sono belle, magari sono anche della squadra che tifi, sai che oggettivamente ce ne sono di più belle e che hanno qualche difetto, ma vuoi comprarla lo stesso (anche se molto probabilmente non lo farai).

Milwaukee Bucks, 7

“Secondo me indossata perde”

Carisma: 7
Uniqueness: 6
Nerve: 7
Talent: 8

Quando i Bucks riportano il verde e il viola è sempre una vittoria. In questo caso, col classicone vintage della scala di sfumature (a cui si aggiunge il blu degli inizi, celebrato la scorsa stagione) sulle bande laterali.

È una jersey estremamente pulita, che integra perfettamente gli elementi del passato riuscendo veramente in un remix che la fa apparire moderna. Una canotta molto bella, forse non abbastanza da meritare il 10/10/10 che uno dei giudici gli ha dato, chissà per quale motivo poi.

Los Angeles Lakers, 7

“Compitino da pagliacci, poco da dire”

Carisma: 7
Uniqueness: 7
Nerve: 6
Talent: 8

Mi espongo e dico che è una delle mie preferite. Viola, azzurro e bianco stanno benissimo, le stelline ai lati dei numeri danno personalità. Siamo, giustamente, pensati a collegare automaticamente i Lakers al gold&purple, ma il baby blue degli albori è un elemento prezioso che quest’anno fa spiccare la divisa.

Minnesota Timberwolves, 7

Chiedo scusa ai lettori a quanto pare nessuno ha qualcosa da criticare alla canotta Wolves (quindi perché non è tra le migliori? boh)

Carisma: 7
Uniqueness: 7
Nerve: 6.5
Talent: 8

Minnesota è una di quelle squadre che più ha forgiato l’estetica NBA degli anni ’90, con le canotte che tutti conosciamo: il lupo, gli alberelli, quella combinazione di blu e verde scuri… stupende.

Quest’anno la squadra ha provato a prendere quegli elementi e inserendoli in un nuovo blu più acceso e alleggerendola dai dettagli scuri. Spicca la scritta centrale che mantiene il font, stupendo, di quegli anni e lo fa risaltare accorciando “Timberwolves” in maniera più semplice impattante.

Interessante, invece, l’effetto pelliccia (parola di Nike) ai lati, che pur non essendo forse riuscitissimo, aggiunge un elemento visto molto poco su una canotta NBA. Non siamo certamente sui livelli della “Prince edition”, ma gli esperimenti di MSP e MINN sul petto sono orribili ricordi lontani.

Big up per AntMan treccinato à la Sprewell

TIER 6: Quelle che vincono l’edizione All Star

All’alba della quinta stagione, grande news: uscirà uno spin-off di Drag Race in cui a competere saranno alcune delle Drag Queens eliminate nelle edizioni precedenti. Caratterizzato da meccaniche diverse, anche questo show ha registrato ottimi dati, siamo attualmente a cinque stagioni concluse, dando la possibilità ai fan di rivedere sullo schermo alcune delle concorrenti più apprezzate in passato.

Ecco, se esistesse qualcosa di simile per le canotte NBA di quest’anno, le City Edition appartenenti a questo tier sarebbero fortissime candidate per la vittoria.

Los Angeles Clippers, 7.5

“Piace a tutti, a me fa cagare”

Carisma: 7
Uniqueness: 8
Nerve: 7
Talent: 8.5

Quale potrebbe essere l’effetto negativo del chiedere a due dei conduttori di Fun Guys di votare delle canotte? Ci siamo capiti.

Nonostante i voti per nulla falsati, la City Edition dei Clippers è effettivamente ben riuscita.

Prende le distanze da Los Angeles e, finalmente, abbraccia elementi da ogni parte della propria storia, su tutti i colori degli anni di San Diego (visti solo due anni fa, perché quell’incubo con le maniche non è mai esistito), epoca ripresa anche dal pattern degli shorts, ispirato dal vecchio logo.

Altra nota positiva, Lob City è ufficialmente diventata storia, col font centrale preso dalle canotte del 2015. E poi quanto stanno bene Paul e Kawhi con queste addosso…

Houston Rockets, 7.5

“Non mi piace per niente. Ha scelto di citare (…) la jersey dei secondi anni ’90, che secondo me era orrenda come tutto il progetto attorno”

Carisma: 9
Uniqueness: 7
Nerve: 6
Talent: 8.5

Quest’anno i Rockets si sono allontanati poco dal seminato: divise di trasferta del back to back 94/95 blu con le righine come base e si lavora sui dettagli.

Dettagli subdoli, come le pin stripes appartenenti in realtà alle versioni di inizio millennio con Yao Ming e Steve Francis, o come il rimando agli anni ’10 sugli shorts (un altro spazio che quest’anno ha acquisito maggior importanza per inserire omaggi, citazioni ed elementi vari). che, pur essendo una grande patch rossa, non risulta fuori contesto.

Nel complesso, uno dei migliori “compitini” della stagione.

Atlanta Hawks, 7.5

“Proprio brutta, boh, gialla così… non mi piace tanto”

Carisma: 9
Uniqueness: 8
Nerve: 7
Talent: 6

Come i Knicks, gli Hawks hanno cavalcato l’hype della scorsa stagione facendo le cose in grande.

Per la prima volta, il giallo, onnipresente come colore secondario nella storia Hawks, prende la scena accompagnato dal ritorno del falco rosso gigante sul petto.

Le squadre Hawks hanno spesso avuto giocatori non fortissimi ma certamente spettacolari, Webb, Crawford, Josh Smith, Jason Terry, Mookie Blaylock a cui si aggiungono ovviamente vere e proprie leggende come Maravich, Wilkins e Mutombo. A questo si unisce la squadra attuale piena zeppa di giocatori spettacolari e bellissimi e con il potenziale per costruire la miglior dinastia nella storia della franchigia.

La nuova City Edition riesce a rendere perfettamente il dinamismo, lo spettacolo e la velocità ormai caratteristica del DNA Hawks: i colori, i due font utilizzati, i pantaloncini asimmetrici…

Per questo motivo la scelta di lanciare una vera e propria canotta nuova, soprattutto questa, è una decisione perfetta. Certo, il giallo non è esattamente il miglior colore per Trae Young, ma pensate quanto sarà eccitante veder Collins schiacciare i lob di Trae o Reddish prendere i suoi jumper dal midrange bellissimi con questo completo addosso.

Brooklyn Nets, 7.5

-“Il colore è molto bello, ma la scritta è davvero troppo invadente”

Carisma: 8
Uniqueness: 7
Nerve: 7
Talent: 8

Dopo gli ultimi anni passati a celebrare magnificamente il tesoro culturale di Brooklyn, quest’anno i Nets tornano ad essere più New Jersey.

Questo come back dei colori classici arriva nel momento perfetto, col ritorno di tendenza dell’estetica fine ’90/inizio 2000, Nike per esempio ha scelto proprio lo stile di quei New Jersey Nets per realizzare un paio di Dunks.

Tornando alla canotta, distanziarsi dal black&white ogni tanto è un piacevole intervallo, i vecchi loghi sono bellissimi, le bande laterali sono un occhiolino ammiccante e nel complesso è un’altra canotta che riesce ad apparire freschissima nonostante una grandissima ispirazione dal passato.

TIER 7: Miss (Un)Congeniality

-“Ok Drake, ok il velociraptor che rapiva il cuore di ogni bambino, ma adesso basta dai”
-“Sì bella ma falla una cosa nuova”
-Basta questo nero e oro, cambiate palette vi prego”

Una delle caratteristiche più peculiari di RuPaul Drag Race è il premio di Miss Congeniality, ovvero un riconoscimento, votato dai fan nelle ultime edizioni, alla Drag Queen più simpatica, buona e disponibile ad ascoltare e aiutare le altre concorrenti nel corso della stagione.

Tra le pacatissime opinioni della redazione, particolare astio è stato rivolto contro la nuova City Edition dei Toronto Raptors, che si merita quindi il titolo di Miss Uncongeniality.

Potrei dirvi i voti, comunque negativi, ma non servirebbe: i freddi numeri impallidiscono di fronte all’odio bollente scoccato dalle dita dei nostri autori.

Nessun elemento della canotta si è salvato, persino il raptor, l’iconico raptor che ha messo Toronto sulla mappa, non è sopravvissuto (“A me quella dei Raptors fa cagare ma perché sostanzialmente ha sempre fatto cagare il velociraptor” riferisce un autore che preferiamo mantenere anonimo per il bene suo e della sua famiglia).

TIER 8: La Final Three

Proprio come in RuPaul Drag Race, alla finale si arriva in tre e anche qui ci sono tre canotte che spiccano sulle altre. Ognuna della tre canotte spicca per un elemento peculiare, non necessariamente legato alla canotta in sé (anzi).

San Antonio Spurs, 8 – Nostalgia Queen (o anche “Immaculate Vibes”)

“Non capisco se sia bella o se sia una roba da denuncia”

Carisma: 7
Uniqueness: 8.5
Nerve: 7
Talent: 9

La City Edition dei San Antonio Spurs è probabilmente la canotta più bella di quest’anno. Innanzitutto tira fuori i Fiesta Colors e questa è sempre una vittoria per l’umanità.

Quest’anno poi gli Spurs hanno abbracciato ulteriormente la loro identità Tex-Mex e la loro campagna pubblicitaria è tutto un fiorire di pattern di chiara ispirazione messicana e questa è un’altra vittoria. Secondariamente, pur virando su tonalità meno pastello dei Fiesta originali, quest’anno la canotta non è nera ma bianca, dando più respiro al kit e gioia di vivere a noi che lo guardiamo.

Terzo elemento, il nucleo chiave degli Spurs è probabilmente il più wholesome della Lega, Keldon Johnson, DeJounte Murray e Devin Vassell compongono un trio di sorrisi incredibilmente contagiosi e Derrick White è uno dei giocatori NBA più simili ad un cartone animato.

In particolare, White assomiglia incredibilmente tanto ad un Corridore della strada, in inglese Chaparral, l’uccello che ha ispirato i proto-Spurs, i Dallas Chaparrals per l’appunto, il cui logo è tornato nascosto sui pantaloncini di questo completo.

Philadelphia 76ers, 8 – Media Queen (o anche “Le immagini profilo con le scimmie”)

“Quei quadratini colorati sui fianchi sembrano le pianole per i bebé”

Carisma: 10
Uniqueness: 7
Nerve: 8
Talent: 6

Non c’è nessuna squadra che ha investito più nel lancio della City Edition dei Sixers (se non la prossima squadra).

La macchina dell’hype è partita giorni prima, il video di lancio è un corto di quasi tre minuti con Marc Zumoff, storico broadcaster appena ritiratosi, a fare da narratore, citazioni vintage, citazioni a Philadelphia, musica, gag e titoli di coda da sitcom.

Ovviamente non basta. Ecco anche due campagne fotografiche, entrambe perfette nel loro genere, una con i Sixers nel ruolo di fan di Philadelphia, sulla poltrona a guardare la TV (scegliete la migliore tra Korkmaz col ditone e Thybulle).

L’altra è un remake dei vecchi poster promozionali dei Sixers:

Ma ancora non basta. Siamo nel 2021, vuoi non creare una bella collezione di NFTs a tema Sixers, forti della sponsorizzazione con Crypto? Ecco dunque “The Legacy Collection”, già al secondo drop (ognuno presentato da un video sulla linea di quello sopra), perfetta per far felici le miriadi di profili twitter con una scimmia come propic (Morey, Tobias Harris e Seth Curry in primis).

Che la canotta sia bella o meno a questo, punto interessa poco (e comunque è bella ed è completamente ispirata ad un’arena, che è fighissimo).

La city edition dei Sixers ha sublimato ogni regola di marketing e ha smesso di essere una canotta, diventando un prodotto d’intrattenimento (fungibile o no).

Miami Heat, 9 – Metaverse Queen (o anche “Italia-Marocco”)

“Hanno svaccato dopo la vice edition”

Carisma: 8
Uniqueness: 9
Nerve: 9
Talent: 8.5

Se per la canotta Sixers la bellezza poteva essere o non essere un fattore, quella dei Miami Heat ha del tutto superato questa pudica discussione ed è andata oltre. Sarete certamente a conoscenza della decisione di Mark Zuckerberg di creare Meta e della sua decisione di investire nel metaverso.

Il mondo della moda è uno dei più recettivi sulla questione, Gucci ha creato gli avatar e i prodotti digitali per vestirli, Balenciaga è coinvolta in più o meno ogni progetto simile (Fortnite è solo l’ultimo e il più famoso) e Nike ha di recente brevettato i propri marchi nel metaverso (non chiedetemi come si fa).

A questo punto, è evidente che la City Edition 2021-22 dei Miami Heat non è stata realizzata per il nostro universo, ma per quello meta.

Innanzitutto perché la campagna di lancio è composta da video che sembrano una serie di tiktok sotto effetto di acidi. Ogni video ha gli ingredienti perfetti per sfondare: la musica giusta, colori epilettici sullo sfondo, movimenti sincopati, l’onnipresenza di Tyler Herro… c’è tutto.

E poi, elemento chiave, perché, di fatto, non c’è una City Edition vera e propria. C’è una base, nera, e una scritta “Miami” sul petto, patchwork di varie canotte passate. Il resto sono 5200 combinazioni numeriche per scegliere i font del numero di maglia.

In sostanza, l’acquirente (così come i giocatori Heat stessi) possono e devono scegliere tra otto diversi set di numeri presi da otto font storici di Miami a loro piacimento.

Niente fa più metaverso della customizzazione e i Miami Heat ci arrivano prima degli altri.

Potrà farvi schifo nella vita vera (come effettivamente per metà della giuria e buona parte della redazione, da qui il paradosso di Italia-Marocco), ma quando tirerete una metatripla al metacampetto il 31 sulla vostra City Edition di Max Strus inizierà a brillare e voi non potrete farci niente.

Ti è piaciuto l'articolo?
Dacci un feedback:

Loading spinner
Cesare Russo
Tifa 76ers perché a 14 anni ha visto Tony Wroten segnare una tripla doppia nella notte. Orfano di Sam Hinkie, nei suoi sogni più belli è sempre apparso almeno uno tra TJ McConnell e Covington