I Pelicans stanno fallendo, ancora una volta

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Copertina di Sebastiano Barban

L’ennesimo inizio deprimente in quella che, nel cuore di tutti i tifosi della franchigia della Louisiana, poteva essere la stagione della svolta dopo anni di fallimenti. La squadra di coach Green nelle prime 12 partite ha vinto solo una gara, poi sconfitte su sconfitte (ad ora ben otto di fila); un inizio che ricorda tanto quello della stagione 2019-20, sotto la guida di Alvin Gentry, dove il record dopo 12 gare era di 3 vinte e 9 perse.

Non nascondiamoci dietro un dito, NOLA in questo momento è la peggior squadra della lega, dietro anche a squadre completamente in modalità rebuilding come Detroit e Houston oppure Orlando. Ma perché? Cosa sta succedendo in Louisiana?

Gli infortuni

I punti in comune con la stagione 2019-20 non riguardano solo le poche vittorie nelle prime dieci gare, ma continuano poiché anche quest’anno Zion Williamson è fermo ai box a causa di un infortunio.

A circa un mese dall’inizio della stagione regolare arriva la notizia che Zion si è operato al piede destro a causa di una frattura rimediata durante un workout estivo e, inizialmente, come riportato da Shams Charania, il ritorno era previsto per l’inizio di stagione. Purtroppo per tifosi e sostenitori della squadra, Williamson non rientrerà per molto tempo, gli ultimi aggiornamenti sono della prima settimana di Novembre e parlavano ancora di altre 2-3 settimane prima di un ulteriore controllo. Insomma, l’ex Duke starà ancora molto tempo lontano dal parquet.

A far preoccupare non è solo l’infortunio di Zion, ma anche la forma fisica: nel pre partita della gara contro New York, Williamson è apparso davanti alle telecamere estremamente fuori forma. Questa mancata cura del proprio corpo potrebbe causare, oltre ad un calo di rendimento sul campo, infortuni nel lungo termine o aggravarne di già presenti.

La lista dei giocatori che sono – o sono stati – fermi ai box in questo avvio di stagione non si conclude qui, ma ci sono da aggiungere anche Brandon Ingram ed Herb Jones. L’ex Lakers sta recuperando da un infortunio all’anca e per ora è a 6 gare consecutive saltate senza ulteriori notizie su di un possibile ritorno, mentre il rookie a causa di un colpo alla testa è entrato nel concussion protocol ed è stato costretto a saltare tre gare.

Un avvio di stagione estremamente turbolento quello dei Pelicans, costretti a dover rinunciare alle due stelle della squadra e ad un buon rookie nelle prime fasi della stagione.

I problemi in campo

Purtroppo, gli infortuni sono solo la punta dell’iceberg di quella che è una squadra costruita tutt’altro che ottimamente durante la off-season: la parte offensiva trova sollievo solo grazie a Jonas Valančiūnas, mentre la difesa è al momento un disastro, ma andiamo con ordine e vediamo di scendere più nel dettaglio.

L’attacco dei Pelicans

I Pelicans si sono dovuti rimodellare pesantemente per poter sopperire alle assenze delle due stelle: la prima opzione offensiva della squadra è, ad ora, Jonas Valančiūnas, il quale sta girando a 19 punti e quasi 13.9 rimbalzi di media – secondo nella lega – in 33.5 minuti di impiego a notte, tutti massimi in carriera.

Oltre alle statistiche base, quello che, in prospettiva, fa sperare molto bene è il fit offensivo che si potrebbe creare con Zion; Valančiūnas non è un vero e proprio floor spacer dato che solo l’11% delle conclusioni arriva da dietro l’arco, ma offre comunque una dimensione aggiuntiva e da non sottovalutare rispetto al suo predecessore Steven Adams.

Nella clip possiamo vedere come anche un minimo di pericolosità da tre punti possa costringere il centro avversario ad uscire dall’area dei tre secondi, creando linee di penetrazione ed aumentando le spaziature.

Le note positive per quanto riguarda l’attacco dei Pelicans però iniziano e finiscono con l’ex Memphis. NOLA in questo momento è 26esima come offensive rating nella lega con 101.4 punti per cento possessi, un dato che ci può stare viste le assenze, ma il problema va oltre i numeri. Guardando una partita si ha la sensazione che l’attacco, soprattutto a metà campo, sia confuso e raffazzonato.

Qui, per esempio, l’idea di New Orleans è quella di cercare il numero 17 spalle a canestro sfruttando un cross screen e, magari, un mismatch. Holmes anticipa Jonas e nega quindi una ricezione immediata, Trey Murphy, come preso dal panico, inizia a palleggiare e perde l’attimo per il passaggio a Tomáš Satoranský per l’eventuale alto-basso. L’azione è un disastro e il pallone viene rubato.

Il quarto periodo della gara contro Sacramento del 3 novembre è l’emblema di quanto detto fino ad ora: 4 su 19 dal campo con 0 su 7 da 3 punti e azioni totalmente confusionarie. L’attacco non riesce mai a creare un vantaggio da poter sfruttare e, anche quando sembra esserci l’opportunità sul raddoppio in post, il tiro che esce arriva al limite dei 24 secondi ed è completamente fuori misura.

A differenza di Valančiūnas, Devonte’ Graham non ha incrementato la produzione offensiva ed anzi, in questo momento sta tirando con le percentuali più basse dal campo dall’anno da rookie. Anche la shot selection non sembra sufficiente. Nella clip, per esempio, si vede come una pessima scelta di tiro porta al facile contropiede.

Anche Nickeil Alexander-Walker ha avuto grosse difficoltà in questo avvio di stagione, la sua shot chart è pessima: solo tre zone del campo sono oltre il league average – due di queste con un numero esiguo di tentativi – , poi tutto insufficiente, incluso un pessimo 53.0% nei pressi del ferro, ben 4.5% in meno rispetto alla media della lega. Con il season high da 33 punti ed il 40% da 3 contro OKC si spera che Nickeil sia riuscito ad uscire da quella che appare la più classica delle shooting slump, ma difficilmente da solo riuscirà a portare il record di squadra dei Pelicans ad essere almeno decoroso.

Una difesa pessima

Già dalla off-season era chiaro che i Pelicans avrebbero puntato tutto sulla fase offensiva del gioco, tralasciando quasi completamente la difesa e, purtroppo, i risultati di questa scelta si vedono già da ora e sono pessimi.

Iniziamo dicendo che la difesa sulle guardie avversarie senza Herb Jones – sì, un rookie che ha giocato solo 9 gare – è molto deficitaria: Graham nonostante abbia mani veloci non ha la rapidità di piedi o la stazza necessaria per stare con le top pointguard della lega, e anche come letture non brilla; Nickeil ha fatto vedere buone difese solo a sprazzi, ma il load offensivo è troppo alto ad ora per permettergli di difendere bene in modo continuato per tutta la gara.

Nella clip i Pelicans riescono a far chiudere il palleggio a Curry in angolo, ma Devonte’ si dimentica del suo uomo lasciandolo effettuare una rilocazione in punta senza pressioni: il closeout è eseguito male e Poole riesce a battere con facilità l’ex Charlotte e segnare.

Viene automatico pensare a Josh Hart come possibile toppa da mettere sulle pointguard avversarie, magari mentre si aspetta la crescita di Herb Jones o di Naji Marshall, ma così non è stato. Willie Green, molto spesso, ha affidato la pointguard avversaria a Garrett Temple, una scelta non un po’ dubbia. Temple ha 35 anni, non ha piedi rapidi da poter star dietro ad un Fox o un Curry e anche il passare sui blocchi è un problema.

L’altro grosso problema di NOLA riguarda la difesa in transizione. In questo momento i Pelicans concedono 14.8 punti in contropiede e 18.7 punti da palle perse, numeri che li posizionano rispettivamente 26esimi e 24esimi nella lega. In questo video Tomáš Satoranský cerca il post basso, ma Tyrese Haliburton con le sue mani veloci gli ruba la palla. Da qui in poi è un disastro: Alex Len riesce a correre per tutto il campo ed indisturbato riceve palla, Murphy si rende conto troppo tardi di aver lasciato l’area completamente libera ed arrivano così i due punti.

Nella clip seguente un esempio simile al precedente, questa volta però contro Phoenix. Dopo aver subito canestro i Suns sono già pronti ad attaccare e prendono alla sprovvista i Pelicans nel modo più semplice del mondo: passaggio per Cam Johnson sull’arco e tiro.

E ora?

I Pelicans sono una squadra complicata, piena di problemi e solo alcuni parzialmente risolvibili nell’immediato o con il ritorno degli infortunati. La difesa pessima sarà, quasi sicuramente, una costante durante tutto l’anno a meno di miracoli e improvvisi miglioramenti. Insomma, mai giudicare dalle prime gare della stagione, ma quella che si prospetta in Louisiana sembra tutt’altro che una stagione di svolta.

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Andrea Poggi
24 anni, istruttore di minibasket e appassionato di fotografia. Tifoso Lakers dalla nascita per fare un torto al padre tifoso Celtics, segue anche i Pelicans a causa di Lonzo Ball.