Preview Nets-Cavaliers 2021/22: sulla strada di Boston

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Copertina di Nicolò Bedaglia

Con grande fatica ed enorme incertezza, siamo finalmente giunti alla fine delle interminabili 82 partite che ci hanno regalato un Est estremamente combattuto. Una copertina perfetta per la prima notte del Play-In Tournament arriva dalla Grande Mela, con la sfida tra Brooklyn Nets e Cleveland Cavaliers per il settimo seed.

Le due squadre hanno avuto una stagione praticamente simmetrica. I Cavs, partiti a razzo grazie all’innesto di Mobley e alla definiva consacrazione di Jarrett Allen e Darius Garland, hanno subito una forte flessione dopo l’All-Star Game. Un calo di forma verticale e una serie interminabile di infortuni, iniziata in autunno con Sexton e proseguita senza sosta colpendo tutti gli uomini chiave della rotazione (dall’ACL di Rubio, fino al più recente dito fratturato di Allen, passando per i perenni problemi alla schiena di Garland).

I Nets, tra i favoriti alla vittoria finale ad inizio stagione, hanno dovuto affrontare un numero spropositato di peripezie fino alla trade deadline: l’infortunio di Durant che ha affossato il record della squadra di Nash; la trade Harden-Simmons che ha rivoluzionato il roster di Brooklyn, aggiungendo anche Curry e Drummond; infine l’estenuante braccio di ferro tra Irving e lo stato di New York in ambito vaccinale, risoltosi solo poche settimane fa con il reintegro totale dell’ex Celtics. Di fatto i Nets hanno avuto ben poche occasioni di assestare il proprio valore, rimanendo però una delle mine vaganti più attese della postseason.

La sfida di stanotte decreterà l’avversario dei Celtics al primo turno, mentre la perdente si giocherà l’ottavo posto con una tra Charlotte e Atlanta. Andiamo ora ad analizzare quelli che potrebbero essere i punti chiave della sfida

1) Nets: incognita difesa

Ormai è da un paio di stagioni abbondanti che il capitolo difesa torna fuori in maniera costante quando si parla di Brooklyn. Lo scorso anno il problema si presentava con una dimensione completamente diversa, e in condizioni normali sarebbe stato solo un ostacolo secondario, ma a 9 mesi di distanza a New York sono cambiate diverse cose. In attesa di capire se e in che condizioni tornerà in campo Simmons a playoff iniziati, stanotte i Nets dovranno nascondere il più possibile i propri difetti di fabbrica per raggiungere Boston.

Brooklyn entra in postseason con la quartultima peggior difesa tra le squadre ancora in gioco, con un 112.3 di Defensive Rating e davanti solo a Hornets, Bulls e Hawks. Dopo la pausa per l’All-Star Game, il dato ha superato 115, in linea con il classico trend della fantastica NBA di marzo, ma ha fatto notare più nitidamente quelle che saranno le difficoltà della squadra di Nash nelle prossime settimane.

In stagione le due squadre si sono affrontate 4 volte, con un record di 3-1 per Brooklyn, ma le prime tre partite si sono giocate tutte tra novembre e gennaio. Ecco perché è più utile dare un’occhiata all’ultimo scontro diretto, che risale solo a quattro giorni fa. 118-107 per i Nets contro dei Cavs ancora privi di Allen, quasi sicuro dell’assenza anche per stanotte.

L’assenza di Allen sarebbe una boccata d’ossigeno non indifferente per Nash, visto l’enorme buco sotto canestro che segue la squadra da mesi. Drummond si è stabilito nel quintetto titolare e insieme a lui tutti i bollini rossi che contraddistinguono l’ex giocatore dei Sixers. Andando prevalentemente in drop con la first-unit i Nets scommetteranno molto sulle percentuali di Garland e si esporranno in maniera pericolosa sul perimetro. Considerando la differenza a rimbalzo leggermente meno marcata senza Jarrett, una scelta di questo tipo potrebbe anche pagare in alcuni frangenti.

Avendo Claxton dalla panca è chiaro che Nash cavalcherà quello che si adatterà meglio alla forma dei Cavs. Per quanto Nic faccia ancora parecchia fatica a sostenere dei matchup fisici, la sua mobilità gli permette di cambiare e tenere anche mismatch sulla carta sanguinosi. Se supportato anche da Bruce Brown, le armi dei Cavs in p&r potrebbero diventare molto meno affilate. Con Claxton e Brown in campo Brooklyn viaggia ad un Defensive Rating di 99.0 in 325 minuti. Un dato impressionante per una squadra a cui manca una vera identità difensiva, e che fa risaltare ancora di più l’importanza di due role player di questo tipo nel roster.

La scelta dei Cavs sarà sempre quella di forzare il cambio per togliere Brown da Garland, come già visto nelle clip precedenti. L’ex giocatore dei Pistons è sicuramente uno dei migliori difensori POA della lega e sa farsi valere anche sotto canestro, ma in mismatch totali non può fare miracoli. Ci aspettiamo sicuramente una maggiore resistenza allo switch, ma anche un utilizzo minimo, se non nullo, del quintetto ultra-small con Irving, Mills, Edwards, Brown e KD. Davvero troppo la differenza di taglia con gli esterni.

2) Le montagne russe dei Cavs

Nel corso della cavalcata di Cleveland nella prima parte di stagione, la protagonista principale è stata senza dubbio la fase difensiva, interamente incentrata sui closeout aggressivi sul perimetro per spingere l’attacco contro le interminabili braccia di Allen e Mobley. Una mossa che ha permesso ai Cavaliers di rimanere nelle prime posizioni della Conference fino alla pausa dell’All-Star Weekend.

I problemi per la franchigia dell’Ohio possono essere trovati prevalentemente nella metà campo offensiva, dove per lunghi tratti di stagione Darius Garland si è ritrovato a predicare nel deserto. Se molti avevano visto l’infortunio al menisco di Sexton come un “blessing in disguise” per lo sviluppo di Garland, l’uscita di scena di Rubio ha messo i freni a qualsiasi tipo di ambizione wine and gold per combattere ai piani alti della Conference. Darius si è ritrovato ad essere l’unico a roster in grado di creare dal palleggio, senza che ce ne vogliano Cedi Osman e Rajon Rondo.

Da un punto di vista questo ha permesso all’ex Vanderbilt di aumentare la propria produttività, raggiungendo i 25+10 di media dopo l’All-Star Game. Dall’altro lato è stata l’efficienza a subire il colpo, con un sensibile calo delle % (da 48 a 43.5% FG e da 58.4 a 56.1% TS, con aumento dello Usage fino a 29.5%).

Minutaggi stagionali sempre molto alti, legati alla mancanza di alternative reali. L’infortunio alla schiena procuratosi nella trasferta a San Francisco gli aveva fatto saltare una decina di partite, comportando sconfitte chiave per il posizionamento ai Playoffs (sconfitte a NOLA, Houston e Detroit).

Altman ha provato a mettere una pezza a questa esigenza nel backcourt, e muovendosi sul mercato ha portato Caris LeVert in Ohio. L’idea era di aggiungere un pezzo complementare a Garland, che potesse in caso di necessità prendere in mano l’attacco anche partendo dalla panchina. Tuttavia l’inserimento di LeVert, ex della gara, non è stato dei più facili, complici anche i soliti infortuni (voi non ci crederete ma l’unico Cavalier mai infortunato quest’anno è stato Kevin Love…). Nelle ultime settimane però l’ex Pacers sembra aver ritrovato un po’ di ritmo, in un momento più che decisivo. Sarà vitale per le chance dei Cavs che Caris sia in serata, che possa togliere peso dalle braccia del numero 10 e che rimanga minimamente attivo off-ball.

Evan Mobley è certamente uno degli uomini copertina della stagione di Cleveland, indipendentemente da come finirà l’annata. Non solo difesa, ma anche istinti che permettono al numero 4 di essere sempre al posto giusto a rimbalzo e in ricezione. Manca ancora la capacità di costruirsi un tiro in autonomia, dovuta soprattutto alla carenza fisica, ma essendo un rookie i tifosi Cavs possono dormire sereni.

Come detto in precedenza l’ago della bilancia potrebbe dipendere dalla probabile assenza di Jarrett Allen, altro ex della gara. La sua presenza in campo cambia totalmente l’attacco di Cleveland, essendo il compagno di p&r preferito da Garland. Jarrett segna 1.28 PPP da rollante con un Effective FG più alta del 70% e una frequenza del 19.4%. Una figura fondamentale che avrebbe dato ai Cavs ancora più muscoli e centimetri contro una squadra in grossa difficoltà sotto il ferro.

Dopo questo lungo ragionamento possiamo quindi ridurre l’attacco di Cleveland ad un banale sistema eliocentrico incentrato sulla figura di Darius Garland? In tutta onestà: sì.

3) Chi marca Durant?

Una domanda che si pone ogni volta l’80% delle squadre della lega, senza mai trovare una risposta definitiva. Nel confronto di settimana scorsa Bickerstaff li ha provati quasi tutti, fatta eccezione per Mobley. Markkanen e Love sono finiti inevitabilmente subito nel tritacarne, non avendo nessuno dei due le capacità tecniche e fisiche per poter limitare i danni.

Poi è stato il turno di LeVert, senza grandi risultati. Caris non è certamente il miglior difensore nel roster dei Cavs ed ha mancanze importanti nelle letture, come si nota dalle clip. Lasciare così tanto spazio a Durant senza neanche chiudere la linea di fondo non è sicuramente la chiave per battere i Nets in una partita così importante. Allo stesso tempo le alternative rimangono poche e non saremmo stupiti di vederlo come marcatore primario.

La carta Mobley è ancora da giocare e, non essendosi incrociati nelle altre tre partite precedenti, è solo la seconda volta che i due si trovano in campo insieme. Idealmente, con Allen a disposizione il rookie sarebbe subito finito su KD, ma nella situazione attuale è più facile aspettarsi qualche matchup diretto solo nei minuti di Durant con il quintetto small.

Da non sottovalutare il fattore fisico. I Nets continuano ad essere cortissimi e per consolidare un posto tra il settimo e l’ottavo hanno dovuto chiedere gli straordinari alle loro stelle. Kyrie e KD hanno giocato cinque partite negli ultimi nove giorni, con 41 minuti di media. Un sovraccarico significativo che ha già portato a farci vedere qualche segno di stanchezza sul parquet e che condizionerà sicuramente Brooklyn nella sua corsa in postseason, indipendentemente dalla partita di stanotte.

Pronostici

Francesco: vittoria Nets 111-105.
Luca: vittoria Nets 120-112.

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Francesco Perillo
Tifoso dei Knicks e appassionato di basket; sogna ancora un futuro in cui il nostro pacioccone in maglia #7 alza il Larry O'Brien davanti alle folle del Garden.