Dopo due anni dalla bolla di Orlando, la strada dei Miami Heat e dei Boston Celtics si incontrerà nuovamente alle Eastern Conference Finals, per un rematch che promette scintille e pallacanestro di altissimo livello.
Nelle due stagioni successive agli avvenimenti di Orlando, entrambe le squadre hanno seguito due percorsi tutto sommato simili, deludendo nell’annata 2020/21 per poi riprendersi quest’anno, nonostante i Celtics abbiano incontrato qualche difficoltà di troppo nella prima parte della stagione, e finendo la regular season ai primi due posti della Eastern Conference.
Quello che avrà inizio stanotte alle ore 2:30 italiane, tuttavia, è un rematch solo del punto di vista dei colori, in quanto entrambe le squadre hanno ben poco di quanto avessero nel settembre 2020: i Celtics sono sempre capitanati dal trio Smart-Brown-Tatum, ma hanno sostituito Brad Stevens con Ime Udoka (che finalmente sembra essere riuscito a dare una chiara identità alla squadra), hanno riportato a casa Al Horford, hanno sviluppato Robert Williams III e, ultimo ma non meno importante, hanno finalmente una rotazione completa da playoffs. Dall’altra parte, Miami è rimasta saldamente nelle mani di Butler, aiutato da Adebayo ed Herro, ma ha rimpiazzato Dragić con Lowry, Crowder con Tucker e diversi role players con altrettanti comprimari sviluppati in casa.
Di conseguenza, questo duello potrebbe essere radicalmente diverso da quello visto un paio d’anni fa, e i cambiamenti a cui sono andate incontro entrambe le squadre potrebbero portare a un risultato diverso. Vediamo come.
Come attaccheranno i Miami Heat?
Nelle ore precedenti la stesura di questa preview, io e il mio collega Enrico Bussetti ci siamo interrogati su quali fossero i punti chiave di una sfida tra due squadre che fanno della difesa la propria arma migliore. Di conseguenza abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione su come Heat e Celtics cercheranno di attaccare le difese avversarie che, apparentemente, potrebbero sembrare impenetrabili, cercando di trovare qualche falla nel sistema da poter sfruttare a proprio vantaggio.
Giusto per non lasciare argomenti scoperti, è utile sapere che la difesa degli Heat è basata sui cambi difensivi, sullo stare molto flottati verso il lato forte, anche concedendo metri di spazio ai tiratori, qualora la stella avversaria si trovasse con un mismatch favorevole, in modo da essere sempre pronti a raddoppiare, e sulle abilità lontano dalla palla dei vari Butler, Adebayo, Tucker e Lowry (qualora dovesse rientrare).
In fase offensiva, invece, Miami fa largo uso di dribble handoff sul perimetro per liberare i tiratori e per mettere in ritmo Adebayo, di tagli spesso dal lato debole, di rapidi contropiedi dopo una palla rubata e, soprattutto, del talento della propria superstar, Jimmy Butler, che sta disputando i migliori playoffs in carriera. Oltre all’ex-76ers, però, Miami non ha un’altra bocca da fuoco affidabile, specialmente visto il calo di Tyler Herro in questi playoffs rispetto alla folgorante regular season, e l’altalenante propensione di Bam Adebayo di prendersi qualche tiro in più.
Quando la macchina offensiva di Spoelstra funziona è in grado di produrre una pallacanestro tanto efficace quanto bella da vedere…
…ma quando si inceppa non è raro vedere possessi in cui il pallone si ferma, i giocatori non si muovono e chi è coinvolto nell’azione si cimenti in improbabili giochi a due di dubbia efficacia, come in questo caso:
Inutile dire che gran parte del carico offensivo dovrà essere gestito da Jimmy Butler, che in questa post season sta viaggiando a 28.7 punti (tirando con il 53% dal campo e il 36% da 3 su 4.4 tentativi), 7.6 rimbalzi e 5.4 assist (il tutto unito al solito determinante apporto in fase difensiva) dimostrando di essere sicuro nei propri mezzi come non mai. Gran parte del proprio contributo (nello specifico il 72.4%) è dettato da incursioni in area (61% di realizzazione nel pitturato, 71.4% all’interno dello smile), in cui può sfruttare il proprio fisico, e, di conseguenza, da viaggi in lunetta (quasi 8 a gara), frutto anche di un mirato mismatch hunting nel caso in cui gli avversari abbiano in campo un difensore sotto la media.
A differenza di quanto visto nelle ultime stagioni regolari, Butler sembra aver finalmente ritrovato il proprio dal palleggio, fondamentale che in regular season ha utilizzato sempre più di rado. Oltre alla già menzionata precisione oltre l’arco (36% su 4.4 tentativi), Butler si sta affidando costantemente al proprio tiro dal midrange e in situazioni di post up, riuscendo molto spesso ad arrivare tirare dalle proprie mattonelle preferite.
Ciò che potrebbe tenere svegli la notte i membri del coaching staff di Miami e i tifosi degli Heat è la “Cura Kevin Durant” che i Celtics potrebbero riservare a Butler, che consiste nel concentrare le proprie energie nel limitare al massimo e sfiancare l’ex-Bulls lasciando più spazio ai comprimari. Se ciò dovesse verificarsi (e con una buona probabilità accadrà), dovranno salire di livello, tra tutti, Adebayo, Herro e Strus, altrimenti Miami non avrebbe via d’uscita.
Tyler Herro è il giocatore chiamato a salire di livello rispetto alle prime due serie (solo 13.8 punti con il 42% dal campo e il 27% da 3), essendo l’unico giocatore a roster, oltre a Jimmy, ad avere uno skillset tale da consentirgli di segnare anche se marcato aggressivamente. Per quanto un’exploit della guardia degli Heat per la legge dei grandi numeri sembrerebbe scontato, la difesa dei Celtics potrebbe avere altre intenzioni; Herro sta soffrendo parecchio le difese fisiche e i raddoppi lontano dal pitturato, strategie che stanno limitando enormemente le sue abilità da scorer soprattutto in situazioni di pick and roll. L’ideale sarebbe farlo ricevere in maniera più dinamica, il che, paradossalmente, non sarebbe troppo complicato da fare quando dividerà il campo con Butler, utilizzando quest’ultimo come decoy.
Il prossimo nome di questa lista è Bam Adebayo, autore fino a questo punto di una post season altalenante per quanto riguarda la fase offensiva; per quanto non sia uno scorer di professione, l’ex-Kentucky, nonostante abbia ampliato notevolmente il proprio repertorio offensivo, talvolta è riluttante nel prendersi qualche tiro in più, e questo ha ripercussioni negative sull’attacco degli Heat che spesso è costretto a forzare un tiro peggiore.
Se innescato, Bam è in grado di segnare efficacemente e con costanza, ma quando è chiamato a crearsi un tiro da solo, cosa che i Celtics gli consentiranno di fare, è ancora un’incognita; difficilmente lo vedremo dominante come nel 2020 (22 punti+11 rimbalzi+5 assist tirando con il 61% dal campo) vista la presenza a roster di Horford e Williams III, ma dovrà sicuramente prendersi qualche responsabilità in più per mantenere l’attacco di Miami competitivo.
Infine, il tiro da 3 giocherà un ruolo fondamentale, vista la propensione dei Celtics nel proteggere il ferro concedendo piuttosto qualche tripla aperta in più. Purtroppo gli Heat stanno tirando male dalla lunga distanza in questa post season (32.1% rispetto al 37.9% della stagione regolare nonostante i tentativi per 100 possessi siano rimasti invariati) e tutti i comprimari, a discapito di Tucker e Robinson, hanno visto la propria percentuale crollare; non a caso, nelle due sconfitte contro i 76ers, gli Heat hanno tirato complessivamente 14/65 da 3, numeri improponibili se Miami vorrà impensierire Boston.
Per cercare di arginare questo crollo nelle percentuali e, allo stesso tempo, per aggiungere ulteriori soluzioni in attacco, in gara 6 contro Philadelphia Spoelstra ha deciso di impiegare Max Strus da portatore di palla in diversi pick and roll, ottenendo ottimi risultati.
Questa soluzione è stata utilizzata troppo poco per poterla definire come affidabile, ma potrebbe rivelarsi utile contro una difesa che ha come obiettivo quello di togliere i punti fermi dell’attacco degli avversari.
Come attaccheranno i Boston Celtics?
Vi confesso, è davvero difficile provare a fare previsioni su una serie tra due squadre così simili tra di loro. Come vi spiegherà bene Davide qui sotto il confronto tra Spoelstra e Udoka si prospetta davvero asfissiante ed è tutta questione di chi si sbilancerà per primo. Se si trattasse di snooker, l’altro mio grande amore sportivo, sono sicuro che entro Gara 4 vedremmo chiedere un re-rack: rimettiamo le bilie a posto e ricominciamo la partita. Nella pallacanestro, tuttavia, non mi risulta che ciò sia concesso, per cui tocca provare a rompermi la testa insieme ad Ime.
I Celtics, come d’altronde i loro avversari, non sono una squadra che fa uso così frequentemente del pick and roll. Vista la presenza di Bam Adebayo non credo proprio che questa serie segnerà un’inversione di tendenza: significherebbe consegnarsi di fatto al #13, che dopo qualche gara di troppo trascorsa a soffrire il tonnellaggio di Embiid tornerebbe a far valere le sue immense doti nei cambi.
Boston dovrà quindi trovare un altro modo per muovere un po’ la difesa avversaria e trovare tiri aperti: il vero cambio nel passaggio di testimone Stevens-Udoka è infatti un massiccio aumento delle conclusioni in spot up. Visti i recentissimi successi di Grant Williams contro i Bucks il momento sembra propizio: Miami tende a lasciare spazio sul lato debole ai tiratori.
La prima idea dei Celtics sarà sicuramente quella di coinvolgere il più possibile Vincent e Strus. Il backcourt titolare è sicuramente il punto debole degli Heat: il duo ce la mette tutta pur essendo ben poco glamour, ma la postseason non fa sconti a nessuno. Il primo mette un’intensità encomiabile e nella serie contro gli Hawks ha fatto un ottimo lavoro contro Trae Young, ma resta un giocatore di soli 190 centimetri, che ai playoffs prima o poi viene inghiottito dagli attacchi avversari.
In gara 5 potrebbe essere utile provare a difendere drop contro Embiid, visto che di discreti difensori PoA a Miami ce ne sono e soprattutto che il corpo di Lowry verrà rimpiazzato da Gabe Vincent. pic.twitter.com/8T8VhGtuBt
— Davide Possagno (@DavePos5) May 10, 2022
Strus, dalla sua, è riuscito dove Duncan Robinson ha fallito più volte, ovvero essere un difensore neutro o almeno leggermente negativo, ma parliamoci chiaro: per fermare Jayson Tatum ci vuole molto di più. Ecco allora che Spo potrebbe ricorrere alla difesa a zona, classico asso nella manica degli Heat che ha regalato loro tante soddisfazioni in passato. Nonostante il cambio di marcia avvenuto a metà stagione l’attacco a metà campo dei biancoverdi è rimasto comunque di medio livello: tanto sembra dipendere ancora dalle lune del signor Jayson Tatum.
Miami ha in Butler e Tucker le migliori opzioni per marcare lo #0, con Oladipo come alternativa d’emergenza se dovesse essere stabilmente in rotazione (anche se le quotazioni di Caleb Martin paiono in ascesa). Gli Heat, simili ai Celtics nell’avere il cambio sistematico come colonna portante della difesa, sono però una squadra più aggressiva e che effettua blitz più frequentemente. Ancora una volta il decision making di Smart, Brown e Tatum sarà cruciale per i successi di Boston, in una Storia Infinita che avrebbe fatto invidia anche a Michael Ende.
La panchina di Miami presenta qualche debolezza in più con Herro e Dedmon, più ovviamente Robinson qualora Spoelstra decidesse di scongelarlo per allargare un po’ il campo. Payton Pritchard potrà e dovrà metterci del suo, ma forse Udoka deciderà di tornare a separare un po’ i minuti di Brown e Tatum per avere sempre almeno uno dei due in campo. La sensazione è quindi confermata: si rischia di assistere a tanti isolamenti e tiri da tre sugli scarichi, il festival della varianza. Auguri a chi proverà a scommettere…
Rotazioni e condizioni delle squadre
Tra le due, Miami è sicuramente la squadra più riposata: dopo essersi sbarazzata facilmente di Trae Young e degli Atlanta Hawks, la truppa di Erik Spoelstra ha sconfitto i 76ers di un convalescente Embiid in 6 partite senza tuttavia aver bisogno di un esagerato dispendio di energie. La stessa cosa, invece, non si può dire per i Celtics, che dopo aver sweepato i Nets di Durant, marcando quest’ultimo in modo impeccabile, hanno dovuto fare i conti con The Greek Freak Antetokounmpo e i Bucks, su cui hanno avuto la meglio in sette gare dopo una serie estremamente fisica e logorante.
Molto probabilmente gli Heat dovranno fare a meno di Kyle Lowry, alle prese con un fastidioso infortunio al tendine del ginocchio sinistro, per la prima parte della serie; di conseguenza il quintetto titolare dovrebbe essere quello delle ultime due partite, ovvero Vincent-Strus-Butler-Tucker-Adebayo. Per quanto riguarda i giocatori in entrata dalla panchina, Spoelstra si è dimostrato piuttosto rigido nelle rotazioni, rimanendo fedele al terzetto Herro-Oladipo-Dedmon a cui si aggiunge uno tra Robinson, Martin e Morris in base all’andamento della partita. Tuttavia, il largo utilizzo di isolamenti da parte, in particolare, di Tatum e Brown, due giocatori estremamente atletici e fisicamente imponenti, potrebbe favorire l’impiego di un difensore rognoso come Caleb Martin a discapito di Duncan Robinson, e potrebbe costringere Spoelstra a relegare Dedmon in panchina e andare small con Tucker da 5 nei pochi minuti in cui Adebayo riposerà. Il duello tra Spoelstra e Udoka ha tutta l’aria di essere un braccio di ferro su chi dei due sarà costretto per primo a sacrificare qualcosa nella propria metà campo per segnare qualche punto in più, a causa delle note difficoltà nell’attacco a difesa schierata di entrambe le squadre.
In casa Celtics l’infermeria non porta notizie così buone: Marcus Smart è in dubbio per Gara 1 a causa di una distorsione. Leggere tra le righe dei comunicati degli infortuni è uno dei giochi preferiti dagli appassionati NBA: tocca farlo anche a noi dicendo che probabilmente Smart ci sarà, ma a mezzo servizio. Il #36 è stato tanto il capro espiatorio perfetto nelle difficoltà di inizio stagione quanto il segreto di Pulcinella della svolta avvenuta tra gennaio e febbraio: la verità sta come sempre un po’ nel mezzo, ma una squadra già cortissima in cabina di regia non può permettersi lunghe assenze da parte del DPOY 2022. Per Pritchard e White si prospettano serate dalle grandi responsabilità, ma potrebbe non bastare. Udoka potrebbe provare a rimescolare un po’ le carte con i quintetti, ma i Magnifici Nove che hanno trascinato Boston fin qui restano sempre quelli: resta solo da scoprire quanta benzina è rimasta nel serbatoio ai biancoverdi dopo la serie con Milwaukee, per poi provare a capire se davvero, come qualcuno sostiene, Hawks e 76ers siano stati test troppo poco probanti per i loro avversari.
Pronostici
Davide: per quanto gli Heat dovrebbero arrivare a questa sfida in condizioni generalmente migliori rispetto ai Celtics, la mia impressione è che quest’ultimi abbiano un roster più adatto ad arrivare alle Finals rispetto a quello della squadra di Spoelstra. Inoltre, credo che Boston, nella serie contro i Bucks, abbia imparato, anche a proprie spese, a uscire dai momenti di difficoltà (leggasi gara 5) rialzandosi e mantenendosi compatta, e questo potrebbe essere il definitivo salto di qualità della squadra di Ime Udoka. Se così fosse il mio pronostico vedrebbe i Celtics vincere in 6 partite, ma qualora gli Heat riuscissero a portare la serie alla settima gara (che si giocherebbe a Miami) la truppa di Jimmy Butler potrebbe essere la favorita per il passaggio del turno.
Enrico: il celebre meme di Spiderman è rappresentato perfettamente in salsa cestistica da questa serie. Personalmente vedo i Celtics favoriti, ritenendo il loro organico superiore. Buttare fuori la banda di Spo e Jimmy Buckets dai playoffs è però sempre un compito arduo per mille ragioni. Le condizioni attuali delle due squadre sono una garanzia per Miami di riuscire a portarsi a casa almeno una delle prime due gare e quindi lavorare per mandare la serie per le lunghe. L’approccio che abbiamo previsto per Boston, tuttavia, è più boom-or-bust, e in un pronostico bisogna sbilanciarsi ad un certo punto: Celtics in sei gare.
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