Preview Suns-Clippers: CP3 contro il suo passato

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Copertina di Fra Villa

Curioso come due entità la cui maledizione sia stata storicamente l’assenza dalle Conference Finals si incontrino ora proprio alle Conference Finals. Il bollino che ora Chris Paul ed i Clippers hanno in testa è un altro: “mai stati alle Finals”. Una di queste due entità avrà la possibilità di levarsi quell’etichetta fra un paio di settimane, e per allora una delle due franchigie protagoniste di questa serie avrà conquistato la possibilità di lottare per il titolo, mai vinto in più di 50 anni di storia.

Più che una serie sembra la sfida tra due Paperini, due franchigie storicamente colpite dalla sfortuna nei momenti decisivi: una delle due sarà verosimilmente senza il suo migliore giocatore da qui in avanti, l’altra sarà guidata dal giocatore sfortunato per eccellenza, Chris Paul, che con buona probabilità non sarà disponibile per le prime gare della serie dopo essere risultato positivo al Coronavirus.

I legami fra le due franchigie si estendono al di là della fratellanza nella iella. Il condottiero dei Suns conosce bene Staples Center (anche troppo, forse, e sì ci stiamo proprio riferendo alla rissa scatenatasi ai tempi in cui militava negli Houston Rockets in cui apparentemente sfruttò un’entrata secondaria negli spogliatoi di casa per intrufolarsi con altri tra le fila Clippers, col particolare ilare di aver usato Capela come Cavallo di Troia davanti all’ingresso principale dello spogliatoio dei losangelini), casa sua per molto tempo, e la famiglia Morris conosce altrettanto bene i Suns: ci aspettiamo che Markieff viaggi con suo fratello, dato che la destinazione non si trova nello Utah.

Come se non bastasse, ad accendere ancora di più lo scontro c’è la storica rivalità tra Chris Paul e Rajon Rondo, il quale nel lontano 2008, adirato per non essere stato convocato per il roster delle Olimpiadi pechinesi, alla prima occasione utile disse alla Point God che avrebbe meritato il suo posto in nazionale, perché lui aveva appena vinto un anello da protagonista mentre lui non ce l’avrebbe mai fatta. Se aggiungiamo a questi ingredienti il fatto che diversi componenti in entrambi i roster abbiano una certa difficoltà nel mordersi la lingua e caratteri estremamente infiammabili, ci sono tutti i presupposti affinché Suns-Clippers sia una serie estremamente divertente da seguire, con alcune storie e chiavi tattiche da seguire con attenzione.

Tre punti chiave della serie

1) Come le assenze modificheranno le rotazioni

I due grandi assenti di questa serie (o meglio, delle prime gare della serie) saranno i migliori giocatori delle due squadre: Kawhi Leonard da una parte e Chris Paul dall’altra. Cominciamo da Leonard, che pare essere la situazione più facilmente prevedibile, anche se in senso negativo. Kawhi ha subito una lesione al crociato anteriore del ginocchio destro, e sebbene non sia ancora noto il grado della lesione, anche nel migliore dei casi sarebbe difficile immaginare un suo ritorno in questa stagione, tantomeno in questa serie.

Come dovrebbero reagire Lue ed il suo staff all’assenza del loro animale guida? La risposta è relativamente semplice. Come effettivamente reagiranno Lue ed il suo staff, invece, è questione meno facile da prevedere. Se c’è da fare un rimprovero a Lue, infatti, è la sua “eccessiva sperimentazione” ad inizio serie: non è un caso se in entrambe le serie passate i Clippers siano andati sotto 0-2, e che la rotazione losangelina a fine serie sia stata radicalmente diversa da quella iniziale.

Prendiamo in analisi i minutaggi nella serie contro i Jazz: in gara 1, Rondo ha avuto 28 minuti, Kennard 29, Zubac 20, Cousins 4 e Mann solamente 8. In gara 6, quella che ha deciso la serie, Rondo ha visto il parquet per 7 minuti, Kennard per 9, Zubac per 6 e Mann per meritatissimi 36 minuti, mentre Cousins si è occupato di sventolare asciugamani in panchina. Sebbene il gioco degli Utah Jazz sia radicalmente diverso da quello dei Suns, è probabile che la risposta sia la stessa: rotazione a sei George-Morris-Jackson-Batum-Mann-Beverley (che ha disputato una discreta serie ed una ottima gara6 contro i Jazz) con sporadici minuti ai Kennard ed ai Rondo di turno e poco più.

La small-ball potrebbe essere la migliore soluzione per segnare contro una difesa Suns molto brava nelle rotazioni dopo un vantaggio acquisito dall’attacco avversario, ma di sicuro meglio equipaggiata a fronteggiare centri più statici alla Zubac, soprattutto alla luce dell’esplosione in questi playoff di Ayton ed alle sue prestazioni contro Drummond e Jokić. Dall’altro lato del campo, Zubac sembra fatto in laboratorio per essere cercato ed umiliato da Chris Paul e Booker dal midrange, e proprio come Utah la stessa Phoenix non ha grandi creatori dal palleggio levate le due guardie All-Star. Dunque è probabile che questa sia la risposta per LA, ma è possibile che Lue ci giri attorno per un paio di gare.

Chris Paul è invece risultato positivo al coronavirus, ma stando a quanto trapela da fonti vicino alla squadra sembra essere asintomatico e con una carica virale bassa, anche grazie al ciclo vaccinale già completato a febbraio. Il primo test positivo è arrivato lunedì, pertanto è probabile che Paul salti le prime gare della serie, ma è altresì possibile sia disponibile per la seconda metà della serie (un’eventuale gara-5 si giocherebbe due settimane a partire dal suo primo test positivo).

Probabilmente i Suns risponderanno all’assenza di Paul con una dose massiccia di Payne e minuti vicini ai 45 per Booker, con Moore primo indiziato a coprire eventuali rimanenze grazie alle sue doti di creazione e tiro dal palleggio. Per il resto, non ci sono da aspettarsi grandi variazioni rispetto ai minutaggi visti nella serie contro Denver: Craig, Johnson e Šarić saranno gli unici tre panchinari a scollinare i dieci minuti a gara, con i primi due vicini ai 20 a notte. Il vantaggio che Phoenix può avere contro i Clippers, oltre ai cinque giorni extra di riposo, è una forte coscienza della propria identità.

2) La rivincita della small-ball

I Clippers arrivano da due serie consecutive in cui si sono eletti paladini della small-ball estremizzata dai Rockets durante lo scorso anno. L’assenza di Ibaka, operato alla schiena durante la serie contro i Jazz, ma assente da inizio playoff, ha costretto i Clippers a pensare ad alternative efficaci nei minuti di riposo di Zubac. Le alternative hanno funzionato molto bene con Zubac che ha visto i suoi minuti crollare dopo le prime gare contro i Mavs.

La grande forza del quintetto piccolo dei Clippers era, prima dell’infortunio di Kawhi Leonard, da ricercarsi nella grande stazza delle ali losangeline. George, Leonard, Batum e Morris sono tutti giocatori che superano i 2m di altezza e questo, unito al grande lavoro tattico a rimbalzo contro Porziņģis-Marjanović e successivamente Gobert, ha permesso alla squadra di non andare sotto fisicamente.

Questo tipo di lavoro collettivo sarà fondamentale per contenere Ayton, che durante questi playoff ha preso circa 3 rimbalzi offensivi a gara.

L’altro problema creato da Ayton è il suo lavoro da rollante in tandem con Chris Paul. Come è già stato detto prima Paul, probabilmente, salterà le prime gare dopo essere stato trovato positivo al Covid-19, ma in vista del suo rientro bisognerà trovare un’arma efficace per disinnescare il pick&roll di Phoenix. Batum, sotto questo punto di vista, dovrà giocare una grande serie e trovare i giusti tempi per portare l’aiuto sul roll di Ayton.

Per competere sarà obbligatorio avere una grande serie da Reggie Jackson.

Dopo una Gara 6 for the ages ed in generale dei playoff di altissimo livello offensivo sarà fondamentale trovare con continuità una scintilla da parte sua, in modo da sbloccare l’attacco nei momenti più complicati. Contro i Jazz ha dimostrato di non esitare nell’attaccare Gobert, anche andando a sfidarlo al ferro; contro Ayton dovrà cercare di fare lo stesso, anche per guadagnare qualche fallo e creare problemi nelle rotazioni a Monty Williams.

Terance Mann, che arriva da una Gara 6 eroica da 39 punti con 15/21 dal campo, potrebbe essere il vero x-factor in casa Clippers. La sua capacità di attaccare il ferro, indipendentemente da chi lo difenda, è necessaria per creare situazioni favorevoli in una squadra che ama giocare drive&kick. La sua capacità da tagliante è altrettanto utile per permettere scarichi a Paul George o a Reggie Jackson quando attaccano dal palleggio.

L’aspetto più preoccupante della small-ball dei Clippers è la ricerca spasmodica del penetra e scarica. Contro le difese dei Mavericks e dei Jazz ha funzionato bene con degli aggiustamenti in gara, come la ricerca delle triple dall’angolo lasciate liberi da Utah.

Il problema è che la difesa dei Suns è molto più preparata ad affrontare questo genere di situazioni. Bridges, Crowder, Ayton sono tutti giocatori che possono coprire grandi distanze in poco tempo per negare il tiro all’avversario. Inoltre la difesa di Phoenix è collaudata per cambiare su tutto e farlo con buona efficacia.

Per George e compagni trovare ottimi tiri sarà una sfida più complicata rispetto alle gare precedenti. La difesa dovrà alzare definitivamente il livello per cercare di contenere il più possibile l’attacco Suns.

3) Attacco Suns: la caccia è aperta

Con l’assenza di Leonard, i Clippers avranno quasi sempre almeno un giocatore facilmente attaccabile dai Suns. Phoenix, specie quando è Chris Paul a guidare l’attacco, è forse la migliore squadra rimasta ad attaccare il punto debole della difesa avversaria.

I tifosi Nuggets mi perdoneranno se prendo in causa MPJ per illustrare al meglio il concetto. CP3 & company hanno cercato il tiratore dei Nuggets quasi a ogni possesso, coinvolgendolo senza pietà in vari modi: blocchi sulla palla, sul lato debole, al gomito e facendogli fare il tagger sul pick and roll.

L’azione seguente fa al caso nostro anche perché ci dà un’idea di quanti modi abbiano a disposizione i Suns per coinvolgere un difensore debole, anche senza impegnare CP3.

In quest’azione di gara 2 MPJ- per due volte di fila- si schianta sul blocco di Ayton, concedendo un vantaggio inziale a Bridges che riesce a convertire col tiro appoggiato alla tabella. Le leve lunghe di MPJ gli permettono comunque di contestare il tiro tardivamente, ma le guardie dei Clippers non avranno chiaramente questa opportunità.

Reggie, Rondo, Kennard, Zubac saranno le nuove prede della squadra di Monty Williams: nascondere questi giocatori sarà un’impresa in questa serie, dato che i comprimari dei Suns sono molto più abili nel mettere palla a terra e fare giocate rispetto ai compagni di Luka e Mitchell. Anche pensando a Craig (probabilmente il peggiore del roster sotto questo punto di vista), il rischio di farsi rubare rimbalzi difensivi marcandolo con una guardia leggera è enorme. Se è vero che le ali dei Clippers hanno fatto un ottimo lavoro a rimbalzo contro i 7 piedi incontrati finora, l’ala scarsa-ma-atletica di turno ha sempre fatto discreti danni a rimbalzo offensivo.

La difesa del quintetto piccolo dei Clippers è notevolmente migliorata col passare delle gare, ma alcuni errori si vedono ancora. I punti deboli di alcuni giocatori del roster- come le letture di Marcus Morris lontano dalla palla, che in questa azione non vede il segnale di Batum e non si abbassa tempestivamente- verranno esposti ulteriormente, dato che i Clippers dovranno fare a meno del loro migliore difensore per questa serie.

Il Pronostico

Andrea : Credo che i Clippers siano leggermente favoriti nelle gare in cui Chris Paul non potrà giocare, e che i Suns siano favoriti in quelle in cui il playmaker da Wake Forest potrà scendere in campo. Assumendo un ritorno di Chris Paul circa per metà serie, credo che la bilancia penda leggermente dalla parte di Phoenix, anche se con buona probabilità il migliore giocatore della serie sarà Paul George (tutti sappiamo quanto incida avere il migliore giocatore in una serie al meglio delle sette) e i Clippers sembrano aver trovato la quadratura del cerchio anche senza Kawhi: dico Suns in 7.

Matteo: La serie inizia dopo meno di 48h di pausa dopo Gara 6 contro i Jazz. Come abbiamo già visto nelle serie precedenti sarà necessario, probabilmente, giocare una Gara 1 con delle rotazioni allungate in modo da permettere qualche minuto di riposo in più ai giocatori fondamentali. D’altro canto sarebbe necessario sfruttare l’assenza di Chris Paul, qualora non dovesse esserci nelle prime gare, per riuscire a competere. Credo che i Clippers senza Kawhi Leonard e con la stanchezza accumulata dalle serie precedenti abbiano poche chance contro i Suns, 4-1 Suns è il mio pronostico.

Lorenzo: I Clippers questa sera giocheranno la quattordicesima partita in 29 giorni. Considerato che l’intensità e i ritmi sono quelli di una partita playoff, è naturale pensare che prima o poi la fatica piomberà sulle gambe dei giocatori dei Clippers. Per dare un’idea pratica: Paul George ha giocato finora 528 minuti ai PO, mentre Devin Booker è fermo a 399. I Suns, che aspettano la propria avversaria da una settimana, saranno la squadra più preparata, più riposata, e (senza Kawhi) col miglior roster. A LA sono rimasti due iniziatori di gioco, e i Suns hanno gli uomini perfetti per limitarli in Crowder (e almeno parzialmente Craig) per PG e Bridges per Reggie Jackson. Con queste premesse, non vedo come Phoenix non possa ripetersi: Suns in 4.

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Andrea Bandiziol
Andrea, 31 anni di Udine, è uno di quelli a cui potete scrivere se gli articoli di True Shooting vi piacciono particolarmente. Se invece non vi piacciono, potete contattare gli altri caporedattori. Ha avuto la disgrazia di innamorarsi dei Suns di Nash e di tifare Phoenix da allora.
Matteo Berta
Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.
Lorenzo Pasquali
Ha deciso di esplorare nuove vette del masochismo iniziando a tifare Clippers e Fortitudo. Le notti sogna un universo parallelo in cui CP3 e Griffin vincono il primo Larry OB della franchigia.