Preview Bucks-Hawks: small market in paradiso

Hawks in
Copertina di Sebastiano Barban

Hawks e Bucks si ritrovano alle finali di conference dopo aver vinto le rispettive gare 7 delle serie precedenti. Da una parte una franchigia che sta andando oltre le aspettative che si avevano ad inizio stagione, trascinata da un grande lavoro di gruppo; dall’altra una squadra chiamata a vincere e a sfruttare l’occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire. Da una parte Giannis, Middleton e Holiday, dall’altra la prima franchigia dal 1994 a presentarsi alle finali di conference senza nessun giocatore nominato all’All-Star Game nell’anno corrente (erano i Pacers di Reggie Miller all’epoca).

Uno scontro che sulla carta sembrerebbe pendere facilmente verso i Bucks, ma che potrebbe rivelarsi più interessante e divertente di quanto si possa pensare.

Tre punti chiave della serie

1. Sfruttare le debolezze

Malgrado l’infortunio di Irving e Harden – che ha dovuto combattere più contro il suo fisico che contro gli avversari – nella scorsa serie i Brooklyn Nets sono arrivati letteralmente a un centimetro dalla vittoria in Gara 7. Merito di una grande serie di Durant, ma demerito più grande del coaching staff dei Bucks, che non ha saputo sfruttare le assenze degli avversari.

Nate McMillan, dall’altro lato, ha mostrato di riuscire a far venire allo scoperto i problemi strutturali degli avversari sia contro i Knicks – cancellando Randle dalla serie con una strategia difensiva azzeccata – sia contro i 76ers. Philadelphia non è riuscita a sfruttare il proprio strapotere fisico contro un fisico minuto come quello di Trae Young, grazie alla rapidità di quest’ultimo e ai giochi costruiti per cercare di smarcarlo da Simmons e Thybulle con il primo blocco.

Il principale problema per Trae sarà che a marcarlo ci sarà Jrue Holiday, un giocatore più adatto a inseguire per il campo una point guard agile come il prodotto di Oklahoma. Molto probabilmente Young si troverà a dover lavorare di più per battere l’uomo dal palleggio sul pick and roll, ma potrà essere meno preoccupato di un eventuale recupero da dietro di Jrue, ben più piccolo e meno atletico rispetto a Simmons e Thybulle.

Sul pick and roll tra Trae e Capela, però, i Bucks dovranno fare una scelta importante. Tenere in campo Lopez in questo tipo di situazione potrebbe rivelarsi disastroso perché concederebbe, la maggior parte delle volte, il floater a Trae Young. Si può scommettere contro questo tiro, ben sapendo però che è il tiro che Young apprezza di più e che tende a segnarlo con continuità, prendendo ritmo con esso.

Il problema è che se la difesa drop decide di rimanere più alta per negare il floater, nel dunker spot c’è sempre pronto Capela per raccogliere il comodo lob di Trae e convertirlo in una schiacciata. Budenholzer si troverà di fronte ad un dilemma e sarà curioso vedere come risponderà, so, Bud, make your choice. Se voleste approfondire l’argomento e leggere di come Trae Young ami punire queste situazioni ho ampiamente scritto del suo gioco offensivo in questo articolo.

Gli Hawks però entreranno nella serie senza De’Andre Hunter, il loro miglior difensore perimetrale, che è stato infortunato per gran parte della stagione. Il suo contributo su Middleton avrebbe potuto rivelarsi fondamentale. I Bucks dovranno sfruttare il talento della loro ala per generare punti e attaccare Bogdanović o Huerter, che saranno costretti a marcarlo. Malgrado Huerter sia migliorato tanto come difensore il suo impatto difensivo non è paragonabile a quello di Hunter, quindi sicuramente in questo ruolo ci sarà un mismatch.

Dopo essermi dato il gancio da solo nominando Huerter, è giusto parlare anche del suo utilizzo. La lineup con Bogdanovic, Trae e Huerter garantisce agli Hawks tre giocatori in grado di palleggiare e creare per se stessi e per i compagni.

Dopo la straordinaria Gara 7 del prodotto di Maryland questa situazione di gioco sarà ancora più sfruttata, e obbliga i Bucks a giocare con Connaughton accoppiato a uno dei tre. Sarà fondamentale cercare di attaccarlo il più possibile per generare buoni tiri, esattamente come è stato fatto con Seth Curry contro Philadelphia.

Questo rebus tra l’altro metterà Coach Budenholzer davanti a delle scelte non facilissime in termini di lineup: nelle gare tirate della serie contro Brooklyn, i Bucks hanno sostanzialmente ruotato tra i sei e gli otto giocatori, con Portis come ottavo e Forbes come settimo. Quest’ultimo è di gran lunga il tiratore più pericoloso del roster ed è stato spesso usato come scintilla offensiva dalla panchina; l’infortunio di DiVincenzo ha però assottigliato le rotazioni degli esterni di Milwaukee, che, complici le prestazioni di certo non esaltanti dell’ex Hawks Jeff Teague, si trova costretta a dover inseguire un difficile equilibrio tra lo spacing garantito da Bryn e le sue evidenti lacune difensive.

La necessità di difendere tre giocatori con quelle caratteristiche potrebbe quindi far pesare ancora di più le difficoltà di Forbes nella propria metà campo, accorciando ulteriormente le rotazioni dei Bucks e costringendoli ad aumentare a dismisura il minutaggio dei titolari, situazione finora spesso rifuggita dal Budenholzer, che per questa sua filosofia è stato molto criticato.

Se però da un lato è giusto che i migliori giocatori restino in campo più a lungo ai playoff, spremerli eccessivamente potrebbe essere pericoloso sia a livello di tenuta fisica che di lucidità nelle giocate: il coaching staff dei Bucks dovrà assolutamente trovare un modo per allungare in modo creativo le rotazioni senza subire contraccolpi eccessivi nel corso delle partite.

2) Difendere su Giannis

Tanto di questa serie passerà dalla difesa che gli Hawks riserveranno al due volte MVP. Antetokounmpo arriva da dei playoff giocati a un livello alto, ma il suo gioco – unito all’utilizzo delle sue caratteristiche da parte del coaching staff – presenta alcune criticità che gli Hawks possono sfruttare a proprio vantaggio.

La strategia difensiva che gli Hawks hanno fatto vedere contro Randle potrebbe essere di nuovo messa in atto, così da cercare di tenere lontano da canestro Giannis e costringerlo ad andare verso Capela quando vuole avvicinarsi al ferro. Per fare ciò, però, bisogna scommettere sulle percentuali di un giocatore come Brook Lopez, che probabilmente riuscirebbe a trovarsi con parecchi tiri aperti.

Collins sarà chiamato a svolgere un grande lavoro per rallentare e indirizzare Antetokounmpo verso Capela. A inizio stagione non avrei mai detto che sarebbe stato in grado di farlo, ma in questi playoff sta dimostrando maturità e solidità inaspettate. Molto probabilmente sarà lui a doversi trovare accoppiato a Giannis dal primo minuto di gara, quindi dovrà continuare a dimostrare quanto di buono ha fatto vedere nelle serie precedenti.

Capela, invece, dopo una serie contro Embiid si troverà a dover fare gli straordinari in aiuti sulle penetrazioni del greco. Il suo apporto, così come quello di Okongwu – che dopo un paio di gare difficoltose ha mostrato ottime letture difensive – sarà il punto chiave della difesa degli Hawks.

Cercare di invogliare Giannis a prendersi tiri dal midrange e da tre punti è la giusta via per difenderlo. Sappiamo che la sua tendenza è quella di accontentarsi in situazioni in cui è troppo difficoltoso andare a canestro, ma sappiamo anche che le sue percentuali da fuori sono rivedibili (19% da tre in questi playoff e 32% per i tiri presi fuori dalla restricted area), proprio come Okongwu fa con Embiid nelle clip successive.

Ultimo, ma altrettanto importante aspetto del gioco: gli sfondamenti. Collins è il giocatore che ha subito più sfondamenti in questi playoff, con 5 palloni recuperati in questo modo. Capela è lì vicino a lui, con 4 sfondamenti subiti. Sarà dunque necessario cercare di guadagnare qualche fischio in questo modo anche contro Giannis, esattamente come fatto contro Embiid.

Tutti questi accorgimenti serviranno a cercare di limitare il più possibile Antetokounmpo, ma non è detto che funzionino visto lo strapotere fisico del greco. Sicuramente cercare di far emergere le sue lacune offensive sarà la priorità per la difesa Hawks.

3) Il pick and roll dei Bucks

Nonostante il suo impatto sia stato estremamente positivo, i playoff di quest’anno stanno confermando quanto Antetokounmpo non possa giocare costantemente da ball-handler sul pick and roll e attaccare solo fronte a canestro. Non è chiaro quanto questo uso sconsiderato delle abilità di Giannis sia imputabile al coaching staff e quanto sia il greco stesso a voler avere tanti tocchi in queste situazioni, ma ormai è evidente che il suo ruolo nell’attacco dei Bucks debba cambiare.

Antetokounmpo dovrebbe essere utilizzato molto di più come bloccante e rollante, situazioni in cui il suo mix di verticalità, dinamismo e fisico può renderlo un’arma ancora più letale. Ma per quanto questo concetto sembri ormai chiaro a chiunque, Coach Budenholzer sta continuando a fare orecchie da mercante. In realtà, un utilizzo di Giannis in queste vesti contro gli Hawks potrebbe essere la chiave di volta per sbloccare l’attacco dei Bucks, che in questa postseason è apparso estremamente farraginoso.

Come accennato nei punti precedenti, Atlanta verosimilmente inizierà con Collins sulle tracce del greco. Il #20 degli Hawks ha effettivamente mostrato decisi miglioramenti in difesa, e se Antetokounmpo dovesse giocare ancora tanti possessi in isolamento dalla punta potrebbe continuare a fornire un contributo positivo. Il discorso però potrebbe cambiare se Giannis giocasse quasi solo da bloccante, magari con Middleton o soprattutto Holiday – il migliore dei due a passare vicino ai blocchi e prendere vantaggio – da ball-handler.

Collins è atletico e fisicamente prestante, ma le letture da lungo sui pick and roll rappresentano uno degli aspetti del gioco più complicati da decifrare ed eseguire senza errori. In queste situazioni Holiday è bravo a gestire il ritmo, rallentando e accelerando il palleggio a proprio piacimento per mandare fuori giri il difensore. Se a questo aggiungiamo la mancanza di difensori veramente fastidiosi nel roster degli Hawks – al netto dell’assenza di Hunter – e soprattutto la presenza di Antetokounmpo come lob threat, si capisce come questa soluzione potrebbe rappresentare un rebus quasi irrisolvibile per la difesa di Atlanta.

Nel video qui sotto si possono vedere tre esempi di quanto appena scritto: nelle prime due clip la difesa (non eccelsa, c’è da dire) è terrorizzata dalla presenza di Giannis nei pressi del ferro, perciò lascia troppo spazio a Jrue, che prima conclude elegantemente al ferro e poi segna dalla media con un side-step verso destra; nella terza azione Holiday rallenta al momento giusto, mandando in confusione Claxton e facendogli commettere fallo.

È vero, Holiday in questi playoff sta tirando relativamente male (40% dal campo e 25% dalla lunga distanza), ma il 45% in pull-up da due punti può fare ben sperare i tifosi di Milwaukee. Per quanto al tiro stia faticando, Jrue sta giocando egregiamente nel suo ruolo da facilitatore con 7.5 assist a partita in queste 11 gare di playoff. Nella clip seguente si può notare un’ottima lettura da parte del #21 dei Bucks, una rotazione lenta dei Nets e un canestro dopo il blocco di Antetokounmpo.

Un possibile aggiustamento di Atlanta potrebbe essere quello del pre-switching (ruotare preventivamente per ottenere accoppiamenti più congeniali), facendo difendere Antetokounmpo a Capela saltuariamente, ma si prospetterebbero un paio di problemi all’orizzonte: il centro svizzero lascia molta mobilità a Giannis, e allo stesso tempo il matchup Collins-Lopez penderebbe dalla parte dei Bucks dal punto di vista del fisico.

Il problema in questo caso non sarà se questo accorgimento tattico funzionerà o meno, bensì se Budenholzer e il suo staff lo utilizzeranno abbastanza da farlo diventare l’incubo degli Hawks; ma vedendo l’andazzo di questi playoff, con tantissimi errori apparentemente incomprensibili, non possiamo essere sicuri che questo sarà il caso.

Il pronostico

Matteo Berta: Vista la qualità dei due roster e le aspettative sulle rispettive stagioni dovrei pronosticare una sonora vittoria Bucks, magari un 4-1 o addiritura uno sweep. Ciò che mi fa dubitare di questo pronostico è l’attitudine e la mancanza di adattamento che i Bucks hanno mostrato contro i Nets. Credo che gli Hawks riusciranno a sfruttare i punti deboli degli avversari, riuscendo ad allungare la serie, ma comunque perdendola per 4-2 o 4-3.

Francesco Cellerino: Sulla carta la differenza di talento tra le due squadre mi porterebbe a pronosticare una vittoria facile di Milwaukee per 4-1, ma per vari motivi propendo più per un 4-2. A inizio stagione avevo previsto un accesso abbastanza tranquillo degli Hawks ai playoff, ma non avrei mai immaginato una run così profonda: Atlanta sta continuando a stupire e gioca senza pressioni. Dall’altro lato i Bucks sono invece a questo punto probabilmente la squadra favorita (anche e soprattutto per gli infortuni di tante, troppe stelle avversarie) per la vittoria finale e sanno che quest’anno l’occasione è di quelle che non passano due volte nella vita: insomma, hanno davvero tutto da perdere e questo potrebbe incidere a livello psicologico. Infine, dubito che Coach Budenholzer si aspettasse di trovare una qualunque squadra diversa dai Sixers alle Conference Finals, e se già ha lasciato a desiderare nella preparazione di serie attese da mesi, temo che alcuni accoppiamenti potrebbero metterlo ancora più in difficoltà.

Daniele Sorato: Stufo di vedere i Timberwolves vincere 20 partite all’anno e non raggiungere praticamente mai i playoff, quest’anno ho deciso di seguire i Bucks più da vicino e (incredibilmente) finora non gli ho portato sfortuna, anzi. Nonostante la cosiddetta Bandiziol move – scrivere previsioni di una ventina di righe, costellate di elaborate gufate e richiami alla scaramanzia – sia effettivamente invitante, mi limiterò a pronosticare un 4-3 Milwaukee. Per quanto la mia fiducia nella tenuta mentale dei Bucks e nelle abilità ai playoff di Budenholzer sia prossima allo zero, ritengo che l’assenza di Hunter e lo star power di Milwaukee possano decidere la serie in favore della franchigia del Wisconsin.

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Matteo Berta
Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.
Daniele Sorato
Segue (suo malgrado) i Minnesota Timberwolves mentre nei ritagli di tempo viaggia, colleziona dischi e talvolta studia. Odia parlare di sé in terza persona e sicuramente non potrà mai guadagnarsi da vivere scrivendo bio.
Francesco Cellerino
Tifoso sfegatatissimo della Virtus Roma e dei Bucks per amore di Brandon Jennings (di cui custodisce gelosamente l'autografo), con la pessima abitudine di simpatizzare le squadre più scarse e rimanerci male per le loro sconfitte. Gli amici si chiedono da anni se sia masochista o se semplicemente porti una sfiga tremenda...