Spunti tattici dalle Finali di Conference

NBA Conference Finals
Copertina di Francesco Ricciardi

Son stato costretto lo ammetto. Quindi ora fate squillare le trombe e mettetevi comodi, ecco a voi gli spunti tattici più interessanti dalle Finali di Conference NBA.

Suns vs Clippers: 3-2

Partiamo con la serie con più partite giocate e che si appresta a vivere l’ennesima gara da dentro o fuori per gli uomini di Lue.

Per l’ex Coach di LeBron questa serie ha presentato più di qualche insidia, tralasciando l’infortunio di Kawhi. Primo dei problemi: l’utilizzo dei lunghi. Ebbene sì, Phoenix ed il suo quintetto con 4 esterni più Ayton ha posto dei quesiti non ancora totalmente risolti da Lue e dal suo coaching staff.

Fino a gara 4 abbiamo potuto certamente notare come Zubac sia il centro titolare con Morris come primo cambio che, solo in determinate condizioni, gioca in coppia con l’ex lungo del Cibona.

La sola presenza di Zubac determina una serie di scelte difensive e offensive con cui i Clippers vivranno o moriranno: Drop difensivo in situazioni di Pick’n Roll e spaziature in attacco che sembrano ancora tutt’altro che perfette.

Partendo proprio dalle spaziature, anche con l’aiuto di una clip, possiamo notare come non sia un discorso solamente di soluzione offensive di Zubac.

Nel primo attacco la spaziatura di George è perfetta. Zubac ha quindi tutto lo spazio del mondo per eseguire uno short roll, taglio su cui il marcatore di George non può arrivare.

Nel secondo attacco invece, anche a causa del doppio blocco rifiutato da George, gli spazi nei quali il croato può prendere vantaggio sono molto ristretti e la posizione di Jackson non fa altro che andare a stringere questi spazi, facilitando la “copertura” di Booker.

Ovviamente con Zubac in campo, invece di Morris, la posizione difensiva di Ayton è molto diversa e alquanto determinante anche per gli esterni Clips che, in situazione di penetrazione, posso trovare la strada sbarrata molto più facilmente dal centro Bahamense.

In Gara 4 poi più che i soli 80 punti segnati quello che mi ha un po’ scioccato è stata la prevedibilità dell’attacco Clippers, specialmente nel momento in cui hai intenzione di far commettere il quarto fallo a Booker.

Gara 4 però, anche se giocata con canestri che sembravano grandi quanto delle tazzine da caffè, ha regalato attimi di buon basket come possiamo vedere:

Nelle prime due azioni della gara gli uomini di Gentry hanno giocato uno dei loro movimenti classici: un doppio blocco su palla per Paul dove il primo blocco di Crowder è un “velo”. Questo movimento non fa altro che creare due aree separate di complicata lettura per la difesa Clippers.

In entrambe le azioni i Suns vanno a segno, prima con un ottimo Roll di Ayton e poi con Cp3.

Best Set of the Game

Il famoso e ambito premio va ad una giocata dei Suns e di un finora ottimo Coach Williams.

Come già detto i Suns sono maestri nei giochi a 2 o 3, da cui riescono a cavare sempre il massimo grazie a piccole ma determinanti variazioni, chiamate in gergo Wrinkle. Ed è proprio grazia ad una di queste che Booker è riuscito a portare a casa i primi 2 punti del quarto periodo, dando a Phoenix un importante +5.

Partendo da una situazione di Horns Set i Suns vanno poi a giocare un consegnato con Booker su lato per poi tornare da Cp3 con una “Get Action”.

Il Wrinkle in quest’azione consiste nel movimento di Šarić che non si limita a rollare, bensì taglia e va ad eseguire un Pin Down per Booker che andrà poi a trovare una linea di penetrazione nel 1vs 1 con Batum.

Menzione d’onore per la rimessa a fondo campo dei Clippers, direttamente dal Playbook di Coach Rivers:

Bucks vs Hawks: 2-1

Interessante scontro al vertice della Eastern tra due squadre agli antipodi: le innumerevoli bocche da fuoco di Atlanta contro, probabilmente, la miglior squadra difensiva degli ultimi 2/3 anni di NBA (insieme ai Lakers campioni lo scorso anno).

Gara 3 è stata decisa da un Middleton in versione Durant: 38 PTS 11 REB 7 AST 6 3PT 15-26 FG ed estremamente produttivo nell’ultimo quarto.

Ma partiamo dall’inizio di questa Gara3, inizio che ha visto gli Hawks condurre i giochi, grazie appunto ad un attacco tanto efficace quanto esplosivo.

Tatticamente parlando il merito va dato alla capacità, sia dei singoli che di squadra, di attaccare lo switch costante dei Bucks, dando vita ad un vero e proprio clinic di Mismatch Hunting attaccando il lungo su Pick’n Roll- specialmente Portis- o andando in post sfruttando la duttilità del Gallo.

Oltre alla forza dei singoli, come detto il Mismatch Hunting è un lavoro di fino, frutto anche di studio in sala video e di sinergia tra compagni, come possiamo notare in questo Thread su Twitter dell’amico e incredibile Coach Francesco Nanni.

La tattica degli Hawks contro lo switch è stata chiara: utilizzare tagli “Flash” per creare linee di passaggio alto-basso contro la difesa aggressiva in post.

Lucidità ed esecuzione che sono andate via via scemando, soprattutto nel decisivo ultimo periodo dove abbiamo potuto assistere ad una serie di tiri affrettati che, uniti all’esplosione offensiva di Middleton, hanno sancito la sconfitta per gli uomini di Coach McMillan:

Ora per quanto Coach Bud sia giustamente criticabile in questi Playoffs, in questa gara ha dato prova di una certa scaltrezza e prontezza di riflessi per provare a contrastare l’esplosività Hawks.

Invece di continuare ad usare Portis, se pur molto produttivo in attacco, e Lopez l’ex assistente di Pop ha deciso di giocarsi i minuti decisivi col quintetto piccolo: Holiday-Middleton-Connaughton-Tucker-Giannis.

Questo per 2 motivi: difensivamente per levare il vantaggio a Young e soci contro il lungo, ed offensivamente per allargare il campo agli isolamenti/ giochi a 2 tra Middleton e Antetokounmpo.

Parlando di giochi non posso non proporvi l’ATO che ha di fatto chiuso la partita:

Connaughton esegue un doppio Pin Down, prima a liberare Middleton poi Giannis con il greco che riceve palla al gomito. Middleton poi effettua un “blocco” per Holiday che invece di andare incontro alla palla corre verso l’uomo di Middleton per bloccarlo andando a forzare il cambio difensivo, mentre Tucker libera l’angolo per l’1vs1.

Un’ottimo ATO che va a mettere nelle condizioni migliori di giocare il giocatore più “On Fire” della partita, come questa clip può testimoniare:

Quali aggiustamenti per McMillan?

Agli Hawks serve “solamente” trovare un briciolo in più di pazienza offensiva e di lucidità, provando magari ad andare anch’essa con quintetto piccolo con uno solo tra Gallinari/Collins/Okongwu in campo anche se questo potrebbe dire avere Hill in campo quel troppo che storpia. O provare la contromossa pesante schierando Capela quando i Bucks vanno “piccoli”.

La vittoria in Gara 3 credo abbia ridato fiducia ai Bucks, fiducia persa in Gara1, ed ora potrebbe essere tutto in discesa per gli uomini di Bud. Non sono ancora convinto dalla coppia di lunghi Portis-Lopez che potrebbe risultare decisiva e non credo che gli Hawks possano ripetere un quarto quarto così sterile offensivamente per questo dico: Vittoria Hawks al 55%.

Ma si sa che i pronostici sono fatti per essere smentiti.

Buone Finali di Conference.

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Roberto Fois
Romano, classe'91, trapiantato in Inghilterra, quando gioca ad ogni tiro si sente una voce misteriosa urlare "Ti infilo!". Quando invece non gioca o allena, lo potete trovare al pub mentre legge Michael Connelly sorseggiando un buon gin 'n tonic. Scrive su True Shooting per potersi permettere una roulotte rosa per 'ma.