Preview Wizards 21-22: l’inizio di una nuova era

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Copertina di Sebastiano Barban

Arrivi: Kentavious Caldwell-Pope(trade), Kyle Kuzma(trade), Corey Kispert(#15 al draft 2021), Isaiah Todd(#31 al draft 2021), Aaron Holiday(trade), Spencer Dinwiddie(sign&trade), Montretz Harrell(trade)

Partenze: Russell Westbrook(Lakers), Robin Lopez(Magic), Ish Smith(Hornets), Mo Wagner(Magic)

Depth Chart

G: Spencer Dinwiddie(S), Bradley Beal(S), Aaron Holiday, Raul Neto, Cassius Winston(two-way)

F: Rui Hachimura(S), Kentavious Caldwell-Pope(S), Davis Bertans, Deni Avdija, Kyle Kuzma, Corey Kispert, Isaiah Todd, Anthony Gill

C: Daniel Gafford(S), Thomas Bryant, Montretz Harrell

Sembra incredibile che in paio di offseason i Wizards si siano liberati di John Wall e poi anche di Russell Westbrook, arrivato proprio in cambio dell’ex Kentucky, ma è così. Tommy Sheppard ha scambiato forse i due contratti più difficilmente scambiabili della lega in meno di un anno, dando il chiaro segnale che la stagione 2020-21, conclusasi con un 4-1 ai playoff, non era stata soddisfacente. Tra chi ha perso il posto c’è anche coach Brooks, e con moltissimi nuovi giocatori a roster possiamo dire che i Wizards sono una squadra competitiva per i playoff, ma in una nuova fase della loro storia.

Le rotazioni: finalmente c’è profondità

L’estate nella capitale è stata molto movimentata, e Sheppard ha agito con due obiettivi principali: allungare le rotazioni di una squadra che è sempre stata troppo corta a livello di uomini, e migliorare la taglia complessiva dei suoi giocatori. Non dovreste essere stupiti dal sapere che Tobias Harris non ha avuto problemi a segnare perché lo marcava Raul Neto, e francamente era abbastanza inaccettabile pensare di poter continuare un altro anno in questo modo. Anche perché su Washington aleggia sempre lo spettro di Beal, che potrebbe chiedere di essere ceduto da un momento all’altro, oppure fuggire a fine stagione, rifiutando la sua player option e diventando free agent senza restrizioni. Brad non ha mai detto di voler andare via, ma la poca competitività dei Wizards ha sempre aperto una serie infinita di speculazioni.

Le guardie

Costruire una squadra più competitiva, almeno per la stagione regolare, è stato il risultato di una offseason movimentatissima per Sheppard, che si è dimostrato abilissimo nel suo ruolo. E così Washington si ritrova con almeno undici validi uomini da rotazione per la regular season e una profondità che mancava da tempo.

L’arrivo di Dinwiddie completa bene il backcourt retto da Beal: se è vero che Spencer non ha il pedigree di Westbrook, si tratta comunque di un ottimo giocatore, solido e preciso nelle sue scelte in campo. L’ex Nets è al rientro da un infortunio, e potrà giocare anche lontano dalla palla in modo migliore di Westbrook, per dare ai Wizards un playmaking più diffuso, uno degli obiettivi del nuovo allenatore Unseld Jr. Aaron Holiday e Neto sembrano dei solidi uomini per la panchina: il primo non è reduce da una brillantissima stagione ad Indiana, ma sa difendere nonostante una taglia ridotta. Neto invece è stato uno dei migliori giocatori della scorsa stagione, e la conferma è sicuramente positiva per un tiratore solido come lui.

Le ali

Alternerà i minuti tra le guardie e le ali Kentavious Caldwell-Pope, ex Lakers e terzo miglior giocatore della run da titolo nel 2020. KCP ha avuto problemi di infortuni ai playoff ed è stato meno brillante del solito, ma il 41% dall’arco in regular season, unito alla solida difesa, lo rende un role player utilissimo. Giocatori come questi sono mancati ai Wizards la scorsa stagione, ed è un bene che KCP sia nella capitale. Abbastanza certo della titolarità è anche Hachimura, il giovane talento giapponese, chiamato definitivamente ad esplodere. Ha espanso il suo ragne di tiro e migliorato la shot selection e la fase difensiva, ma deve continuare a progredire anche in attacco, sfruttando il suo fisico. Il suo amore verso il tiro dalla media quando potrebbe andare al ferro e prendersi i liberi è ancora un problema.

Che dire invece di Bertans? La speranza è che si presenti al training camp in forma, perché fu terribile nella prima metà della scorsa annata. The Latvian Laser è un tiratore formidabile, ma fa poco altro in campo, e quando non tira col 40% dall’arco diventa negativo. Se saprà avere una buona condizione a partire da inizio stagione troverà spazio, altrimenti potrebbe essere scavalcato dal rookie Corey Kispert. Il classe ’99 è prontissimo per la NBA e reduce da una stagione stellare a Gonzaga. Considerata la sua maggior predisposizione a difendere, potrebbe ritagliarsi minuti importanti, e se imparerà a battere i closeout sarà uno dei migliori cecchini della lega nel giro di poco tempo.

Avdija e Kuzma troveranno probabilmente spazio dalla panchina. Per il primo, l’addio di Westbrook e l’arrivo di Unseld Jr. sono ottime notizie. Senza una guardia a monopolizzare i possessi, Deni potrà finalmente esprimere le sue doti di playmaking guidando la second unit, mettendo in mostra le qualità per cui è stato scelto alla 9. Kuzma dovrà semplicemente occuparsi di segnare e difendere, cose che sa fare, seppur non con costanza. Ma nessuno si aspetta che diventi una star, e magari la libertà dalle pressioni di LA renderà Kyle un ottimo scorer dalla panca.

Più difficile sarà vedere in campo Todd, rookie che ha un passato in Ignite e un gran talento, ma che è ancora grezzo e probabilmente giocherà nuovamente in G League. Gill non è mai sembrato adatto per questa lega, ma si tratterebbe del quindicesimo uomo e ne ha sette davanti per due posti. Insomma, giocherà pochissimo.

I lunghi

L’epoca del centro a tre teste di Len, Gafford e Lopez è terminata. Il titolare sarà proprio Daniel, ottimo atleta e finalizzatore da alley-oop. Gafford dovrà limitare i suoi problemi di falli in difesa, che troppo spesso lo hanno messo fuori causa, ma il posto in quintetto sarà suo. Piuttosto è interessante capire a che livello tornerà Bryant dall’infortunio al crociato. Thomas ha un grande range di tiro, e offre soluzioni differenti dal roll a canestro dopo un blocco, tuttavia è fuori da dicembre scorso, ed è presumibile che si utilizzerà cautela nel recupero del centro che stava esplodendo lo scorso anno. Bryant dovrà anche migliorare in difesa, confermando i progressi. Sarà quindi inizialmente Harrell a occuparsi di fare da backup di Gafford. L’ex 6MOTY potrà contribuire con rapidi punti dalla panchina, cosa che ha sempre saputo fare bene. L’incognita è in difesa, dove avere Montretz come neutro sarebbe al di sopra delle aspettative.

Le situazioni da tenere d’occhio: difesa e rotazioni

Per i Wizards in realtà i nomi da tenere d’occhio per l’annata sarebbero moltissimi. Dalla situazione Beal al rientro di Dinwiddie ai nuovi in arrivo dai Lakers, per non dimenticare Bertans e Kispert, da tenere d’occhio è la squadra in generale. E allora la domanda è una e una sola: i Wizards avranno finalmente un difesa all’altezza della situazione e delle rotazioni a più di 8 uomini in regular season? Il compito del nuovo coach Unseld jr. non è facile: metà degli uomini che sono a roster devono imparare a conoscere i compagni, e il training camp sarà preziosissimo. C’è però da dire che, almeno in termini di taglia media e qualità dei giocatori, la garanzia dovrebbe essere quella di non avere una squadra troppo corta. Senza contare il rookie Todd, quando rientrerà Bryant i Wizards avranno circa 12 uomini da ruotare in regular season.

Questo sarà un vantaggio in caso di infortuni, ma potrebbe diventare un problema: come si riuscirà a dare a tutti lo spazio necessario? Per forza di cose, qualcuno rimarrà scontento. E allora la chiave per restare in campo potrebbe essere proprio la tenuta difensiva, in particolare sulle ali avversarie. Chi riuscirà a reggere l’urto fisico delle altre squadre sulle ali, troverà più minuti. E con un gioco di Unseld che promette di essere più dinamico, i Wizards potrebbero essere più interessanti da vedere. Gli anni delle corse a velocità folle da un lato all’altro del campo sembrano terminati, e l’asse tra ball handler e lungo potrebbe essere la chiave: ricordo che Unseld jr. è l’artefice del gioco a due tra Murray e Jokic.

Obiettivi e pronostico

Parliamo chiaramente, l’obiettivo dei Wizards è migliorare il risultato dell’annata precedente per convincere Beal a restare. Accedere ai playoff senza passare dai play-in è quindi lo scopo principale della stagione. Il che significa entrare tra le prime 6 ad Est. Dando un rapido sguardo alla Conference, è chiaro che Bucks, Nets, Sixers, Hawks e Heat sono superiori, per cui i Wizards dovranno giocarsela con i Celtics, i Knicks, i Pacers, gli Hornets, i Bulls e i Raptors. Come sempre, non è assolutamente scontato che una delle prime 5 della conference sulla carta abbia una grande stagione, perché gli infortuni sono sempre dietro l’angolo. Sembra altrettanto evidente però come i Celtics siano una squadra superiore a questi Wizards, che sono al livello di Knicks, Pacers e Raptors. Chi la spunterà tra loro potrebbe comunque dover ricorrere al play-in, ma la profondità del roster della capitale aiuterà in regular season ad accumulare vittorie. Ma anche ammettendo un ottimistico sesto posto, siamo sicuri che finirebbe meglio dello scorso anno ai playoff?

I Wizards dovrebbero presumibilmente affrontare una tra Sixers, Hawks e Heat, e francamente non li vedo vincere in nessun caso, allo stato attuale delle cose. Per cui io penso che i Wizards realisticamente dovranno passare dal play-in, e probabilmente accederanno ai playoff, ma non arriveranno al secondo turno. E se questo basterà a convincere Beal non lo so, è molto difficile. Il passo in avanti per rendere la squadra flessibile è stato fatto, ora resta da vedere come Unseld Jr. farà comportare i suoi uomini in campo. Dopo la rivoluzione estiva, i Washington Wizards stanno entrando in una nuova era della propria storia

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Francesco Contran
Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.