Guida all’Eurolega 2021/22: tutti alla rincorsa di Efes e CSKA?

Eurolega preview
Copertina di Nicolò Bedaglia

Il tanto temuto momento delle previsioni è arrivato anche per noi: l’Eurolega 2021/2022 partirà tra poche ore, e noi ovviamente non potevamo esimerci dal dirvi la nostra anche in forma scritta sulla nuova stagione. Se poi non dovesse bastarvi questo articolo, potete sempre ascoltare la versione più approfondita nell’ultima puntata del nostro podcast Four Point Play.

Sia nel podcast sia in questo articolo abbiamo deciso di dividere le squadre in tier, in modo da raggrupparle secondo quelle che potrebbero essere le loro legittime ambizioni per affrontare i principali temi di discussione.

Riuscirà l’Efes a riconfermarsi campione? Chi potrà contendergli lo scettro nelle prossime Final Four? Quali saranno le sorprese della stagione, e chi invece deluderà? Noi abbiamo provato a rispondere, perciò ora non resta altro che mettersi comodi e godersi lo spettacolo del meglio della pallacanestro europea.

Ascolta “Eurolega 21/22, la nostra preview – ep 25” su Spreaker.

Favorite

Francesco Cellerino: Al netto delle sorprese che spesso e volentieri l’Eurolega ci ha regalato negli anni, vedo quattro squadre partire davanti alle altre: Efes, CSKA, Fenerbahce e Barcellona.

I campioni in carica hanno mantenuto sostanzialmente intatto il nucleo che ha vinto il torneo quest’anno e che sembrava nettamente favorito per il titolo già due anni fa, riuscendo a sorpresa a trattenere Vasilije Micić, l’MVP della regular season e delle Final Four, che sembrava ormai destinato a tentare la fortuna in NBA.

Ai nastri di partenza della stagione non ci sarà Şanlı, che ha salutato in direzione Barcellona, ma il club turco non è rimasto a guardare: al suo posto è infatti arrivato Filip Petrušev, MVP della ABA Liga e miglior marcatore della Serbia al Preolimpico di Belgrado, colpo potenzialmente interessantissimo e che per tanti motivi potrebbe rivelarsi un upgrade rispetto al centro turco, se messo nelle giuste condizioni.

L’unico dubbio è legato al reparto ali, dove fanno storcere un po’ il naso le conferme di Anderson e Moerman, che sono parsi nel corso dell’anno indirizzati verso il viale del tramonto: bene tenere intatto un nucleo vincente, ma la scelta di non optare per un innesto di qualità al loro fianco in questo reparto potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Anche il CSKA – dopo aver rinnovato Itoudīs – ha scelto la strada della continuità con l’ultima stagione, completando il roster con due innesti di assoluta qualità: il colpo da novanta è rappresentato ovviamente dal ritorno a casa del figliol prodigo Alexey Shved, reduce dalla stagione tragicomica del Khimki, ma anche la firma di Grigonis merita la giusta attenzione.

L’esterno lituano viene da un’annata meravigliosa a livello statistico allo Zalgiris, nella quale è stato però spesso costretto a fare pentole e coperchi in un attacco via via sempre più statico. Nel club russo si troverà invece ad affiancare alcune tra le bocche da fuoco migliori dell’intera Eurolega: se questo da un lato lo penalizzerà in termini di possessi offensivi, dall’altro lato potrebbe permettergli di ricevere palloni invitanti con la difesa già smossa dai compagni e soprattutto di spendere maggiori energie nella propria metà campo, dove la sua combinazione di leve e atletismo potrebbe renderlo un vero incubo per gli avversari.

Il Fenerbahce potrà invece schierare i quintetti difensivi forse più interessanti della competizione, grazie alle aggiunte estive di difensori tenaci e versatili come Pierria Henry e il nostro Achille Polonara, che vanno a completare un roster di primissimo ordine, alla ricerca della rivincita contro la sfortuna che lo ha decimato l’anno scorso ai playoff.

Bisognerà vedere quanto tempo ci metterà a trovare i giusti equilibri Djordjevic, annunciato in fretta e furia dopo l’addio di Kokoškov, ma come già detto il personale è di livello altissimo grazie a una costruzione molto intelligente, col giusto mix di veterani e giocatori più giovani (un nome su tutti, Marial Shayok, il “mini Kevin Durant”, ma anche Şehmus Hazer).

Per quanto il giocatore non si discuta troppo, forse come backup di Vesely ci sarebbero stati nomi più funzionali del costoso Devin Booker (perché ad esempio non rinnovare O’Quinn?), ma sono certo che non sarà questo dubbio a togliere il sonno a Coach Djordjevic.

Impossibile non inserire tra le favorite il Barcellona finalista dell’ultimo anno, ma nel loro caso la continuità potrebbe non pagare i dividendi sperati. Vista la necessità di ridurre i costi della polisportiva, principalmente per via dei debiti della sezione calcistica, il mercato “al risparmio” ha portato in dote Laprovittola dai rivali del Real, Nigel Hayes – che sembrava aver firmato col Monaco e che potrebbe rivelarsi un role player utilissimo – e il già citato Şanlı, oltre al prospetto Rokas Jokubaitis al posto di Bolmaro.

I dubbi sui catalani nascono dal fatto che il loro primo posto nella scorsa regular season sia stato certamente in buona parte merito loro e del sistema difensivo di Coach Jasikevicius, ma va detto che le principali squadre avversarie hanno avuto partenze a rilento, problemi di infortuni e altre situazioni limitanti, che hanno permesso al Barcellona di chiudere in testa alla classifica con un record non eccelso. In più le prestazioni nella serie con lo Zenit ai playoff non sono state all’altezza, così come non lo è stato Nikola Mirotić, assente ingiustificato nella postseason.

Quest’anno la concorrenza sembrerebbe essere più spietata e ai blaugrana servirà la miglior versione delle proprie stelle per riuscire a raggiungere nuovamente la partita più importante del weekend delle Final Four.

Paolo Di Francesco: Qui leggerete da subito una differenza netta tra la mia valutazione e quella del mio collega. Come avrete potuto ascoltare nella puntata di Four Point Play citata in precedenza, nella quale abbiamo stilato una sorta di power ranking diviso in tier, tra le favorite io metto solo due squadre: CSKA ed Efes. Credo che ci sia uno stacco netto tra il livello che possono raggiungere queste due corazzate e col massimo sforzo che potranno mettere in piedi le altre.

Da una parte abbiamo la migliore squadra degli ultimi tre anni di Eurolega, qualcosa che ormai assomiglia a una dinastia e che è stata capace di raggiungere dei livelli di efficienza offensiva difficilmente replicabili negli anni a venire. Il sistema messo in campo da Ataman non è stringente, come ha ricordato anche Larkin, ma è perfetto per esaltare le qualità dei suoi interpreti, in particolare i vari ball handler presenti a roster, da Micić a Larkin, da Simon a Beaubois.

In quest’ottica è da leggere come un colpaccio l’arrivo di Filip Petrušev, giovane centro passato prima dal draft ma rimasto in Europa per continuare a migliorare. Dopo una parentesi scintillante a Gonzaga University (una delle migliori scuole di basket d’oltreoceano) e una ABA Liga a dir poco dominata col Mega, Petrušev compie un salto importante ma consono al suo talento e soprattutto porta in dote delle caratteristiche perfette per il gioco dell’Efes.

Una capacità già élite di giocare il pick and roll da bloccante, un ottimo QI per i movimenti senza palla, un tocco di livello e un’esperienza già variegata e importante: tutto ciò che serviva per non far rimpiangere la partenza di Sertaç Şanlı, una delle note più liete e sorprendenti dell’ultima stagione di Eurolega e ora passato al Barcellona.

La necessità di una riverniciata al reparto ali sembrava sentirsi, ma l’Efes ha scelto di non toccare nulla, sostituendo solo un giocatore partente con un altro che potesse offrire qualcosa di simile. Non è comunque detto che durante l’anno non si possa tentare un colpo tra i ruoli di 3 e 4, dal momento che prendere un giocatore atletico, non in là con gli anni e capace di difendere le migliori ali avversarie sembra l’unica cosa da fare per migliorare questo roster.

Lo scorso anno a stagione in corso era arrivato Dzanan Musa, talentuoso ma con caratteristiche diverse da quelle che potevano servire all’Efes, tanto che in Eurolega non si è visto. Quest’anno si potrebbe replicare il tentativo, magari virando su un giocatore più adatto.

L’altra vera contender, a mio avviso, è il CSKA di Itoudīs, uscito ancora più saldo dall’affare Mike James e dalla postseason giocata tra mille difficoltà. Andati a un passo dall’eliminare l’Efes, i rossi si presentano ai nastri di partenza di questa stagione molto rinforzati rispetto alla squadra vista alle Final Four: il ritorno di Milutinov dall’infortunio, le firme di (altri) due top player come Shved e Grigonis, con l’ultimo uscito molto migliorato dalla cura Schiller allo Zalgiris.

Sia Shved sia Grigonis sembrano poter trarre giovamento dall’avere meno possessi da giocare, dal momento che il primo ha il talento per fare la differenza ai massimi livelli, ma non l’attitudine per essere il leader di una squadra da Final Four, e il secondo talvolta è andato in difficoltà quando ha dovuto caricarsi un peso offensivo esagerato nella seconda parte della scorsa stagione.

Se il CSKA rimarrà sano, la rotazione che può mettere in campo è piena di stelle fino all’orlo e Itoudīs è prontissimo a tentare l’assalto ad un nuovo titolo.

Playoff sicuri

F. C.: Vedo solo tre squadre quasi certe della partecipazione ai playoff, ovvero Milano, Real Madrid e Zenit.

I meneghini – dopo aver finalmente sfatato il tabù della qualificazione ai playoff – sono chiamati a riaffermarsi tra le squadre più forti della competizione, ma a differenza delle squadre che ho inserito tra le favorite, hanno dovuto affrontare qualche cambio in più nel roster. In particolare gli addii di Punter e LeDay si faranno sentire, mentre l’acquisto di Melli è un lusso per l’Eurolega, sperando che possa tornare ai livelli delle annate al Bamberg e al Fenerbahce.

Nel reparto guardie invece toccherà a Jerian Grant, Devon Hall – possibile sorpresa della stagione – e Troy Daniels il compito di garantire impegno sui due lati del campo e tanti minuti di qualità per non costringere giocatori più avanti con l’età come il Chacho Rodríguez a fare gli straordinari, mentre al fianco di Melli mi ha colpito molto la firma di Mītoglou, che permetterà a Messina di mischiare un po’ le carte e proporre quintetti bene assortiti.

Il Real viene da una stagione caratterizzata dalla proverbiale nuvola di Fantozzi, tra infortuni gravi e addii nei momenti cruciali dell’anno di giocatori fondamentali. Quest’anno potranno partire col roster al completo, al quale si sono aggiunti Nigel Williams-Goss – materiale assolutamente da Eurolega -, Vincent Poirier, già a roster l’anno scorso ma non utilizzabile nella competizione europea, Guerschon Yabusele, autore di un’ottima stagione all’ASVEL e l’esperta coppia Heurtel-Hanga.

La sensazione è che se la sfortuna dovesse finalmente decidere di girarsi dall’altra parte, il Real potrebbe davvero dire la sua, dopo aver sfiorato una clamorosa qualificazione alle Final Four con l’ultima preghiera di Llull sputata dal ferro. A questo proposito, la vittoria della Supercoppa spagnola sembra essere di buon auspicio.

Ho dovuto purtroppo cancellare e riscrivere la parte sullo Zenit, che avevo messo ancora più in alto nel mio personale power ranking: l’infortunio di Shabazz Napier ha purtroppo cambiato le carte in tavola, ridimensionando parzialmente le aspirazioni dei russi. Peccato davvero, perché il club di San Pietroburgo aveva fatto le cose in grande dopo aver dovuto salutare Kevin Pangos in direzione NBA, con un mercato di alto livello.

Ascolta “Mamma ho Pangos l’aereo – ep 24” su Spreaker.

In Russia sono infatti arrivati tra gli esterni Jordan Loyd, autore di un’annata strepitosa a livello realizzativo alla Stella Rossa, un giocatore estremamente intelligente come Conner Frankamp e proprio lo sfortunato Shabazz Napier, che era partito forte prima dell’infortunio.

A loro si sono aggiunti un altro reduce del Khimki come Jordan Mickey e Kuzminskas, fortemente sponsorizzato dal suo amico Gudaitis; il roster è veramente interessante e Pascual in panchina è una certezza: se state cercando una squadra divertente da seguire l’anno prossimo, prendete in seria considerazione la candidatura dello Zenit.

P.D.F.: Qui io devo inserire decisamente più squadre, essendomi limitato a segnalarne due come favorite per il titolo. Senza ombra di dubbio le squadre poste da Francesco e non da me come favorite rientrano in questo tier, dal momento che possono contare su dei roster strutturati per lottare fino in fondo alla stagione. Dal mio punto di vista però il Fenerbahce e il Barcellona sono più vicine allo Zenit, al Real e, probabilmente, all’Olimpia Milano che al CSKA o all’Efes.

A un roster già di livello altissimo, il Fenerbahce ha aggiunto in maniera intelligente sia dal campionato turco (Akpinar, Hazer e anche Marial Shayok, in forza al Bursaspor) sia dall’Eurolega. In particolare dal Baskonia sono arrivate due firme che stuzzicano gli appassionati e aprono a nuove possibilità: Pierriá Henry e Achille Polonara. I due sono stati i migliori difensori di una delle migliori difese dell’Eurolega per efficienza, il primo sul perimetro, il secondo per la difesa interna e in transizione: già questo basterebbe per giustificarne la presa, ma anche in attacco il fit appare piuttosto buono.

Dopo il fallimento dell’esperimento Lorenzo Brown, Henry arriva come il giocatore che dovrebbe sgravare Gudurić e De Colo da compiti in fase di inizio azione dei quali la scorsa stagione si erano dovuti caricare. Superare la pressione avversaria, attraversare la metà campo ed entrare nei giochi saranno probabilmente alcuni dei compiti di cui si prenderà carico Henry, per permettere alle due stelle di ricevere con la difesa già mossa e rimanere più freschi nei minuti in campo.

Polonara invece sembra sposarsi alla perfezione con Veselý, poiché può offrire sia il giusto spacing per i roll profondi o i post-up del ceco, sia un movimento lontano dalla palla intelligente, così da massimizzare le abilità da passatore acquisite negli anni dal compagno di reparto.

Oltre a loro è arrivato Booker: il centro ex Khimki rappresenta una firma che a me non convince fino in fondo, ma che può essere un lusso per alcune porzioni di partita, in particolare nella metà campo offensiva.

Chiudo sul Fener con un appunto su Shayok: il canadese è un giocatore dalle caratteristiche particolarissime che, se riuscisse ad adattarsi al livello dell’Eurolega, potrebbe offrire molte soluzioni in più di Jarrell Eddie, giocatore che ha numericamente sostituito nello scacchiere dei turchi. Occhio al suo sviluppo perché non gli manca niente per diventare quantomeno estremamente divertente da vedere in campo.

Il Barcellona ha dovuto invece fare i conti con un mercato caratterizzato dall’impossibilità di spendere abbastanza da aggiungere un grande nome. In compenso sono arrivati Sertaç Şanlı, Nigel Hayes e Rokas Jokubaitis. I primi due vanno a completare la rotazione e possono senza dubbio essere dei role player utili. Questa definizione, nonostante la stagione di altissimo livello di Şanlı con l’Efes, offre più certezze se riferita allo statunitense.

Hayes infatti si presenta come un perfetto complemento di una squadra di alto livello, dal momento che porta in dote una capacità di difendere su più ruoli e una buona varietà di soluzioni offensive, oltre a non avere troppo bisogno della palla tra le mani per rendere.

Şanlı invece è esploso in un sistema perfetto per esaltarne le caratteristiche, votato a segnare un punto in più degli avversari e con una serie di ball handler pronti ad attirare l’attenzione delle difese per poi servire i suoi movimenti senza palla, i roll profondi e i pop dopo un blocco. Al Barcellona Şanlı troverà esterni o con difficoltà nel costruire gioco palla in mano (Abrines e Kuric) o difficilmente capaci di catalizzare le attenzioni su di sé come quelli dell’Efes (Calathes, Laprovittola, Jokubaitis).

L’assenza di un altro esterno, oltre a Higgins, capace di creare scompiglio palla in mano con la propria pericolosità è un buco che non è stato coperto, dal momento che i nuovi arrivi Jokubaitis e Laprovittola avrebbero idealmente quelle caratteristiche, ma mancano della capacità di metterle in campo ai massimi livelli di Eurolega.

Il Real invece ha allungato le rotazioni con il trio francese Huertel-Yabusele-Poirier, un giocatore estremamente interessante come Nigel Williams-Goss e un super difensore come Adam Hanga: nessun colpo clamoroso ma tanti giocatori di livello. Un roster più lungo era esattamente quello che serviva a Pablo Laso per gestire il minutaggio della vecchia guardia, a volte costretta agli straordinari nella scorsa stagione, e regalargli come minimo un altro anno di competitività ai massimi livelli.

Un allenatore del genere e una varietà (anche troppa) di soluzioni del genere significa senza dubbio obiettivo Final Four, anche perché è impossibile ignorare come già in emergenza il Real sia andato nella scorsa stagione ad un passo da un clamoroso sgambetto all’Efes, nonostante i clamorosi passivi di G1 e G2 e l’infortunio di Tavares.

Lo Zenit invece si presenta alla stagione con un roster rinnovato: le partenze del leader Pangos e dei solidissimi statunitensi Austin Hollins e Will Thomas hanno imposto un gran lavoro sul mercato e i russi hanno risposto “presente”. Una coppia di guardie titolari con un’immensità di punti nelle mani come Napier e Loyd, una point guard di riserva dall’intelligenza sopraffina come Conner Frankamp e alcuni innesti interessanti per allungare una rotazione stressata dagli infortuni negli scorsi playoff (Karasev, Kuzminskas e Mickey).

Gli ingredienti ci sono, forse meno adatti a replicare il gioco visto lo scorso anno ma con un tetto di talento da esplorare ancora più alto: dal momento che un vero top player come Xavi Pascual siede sulla loro panchina è giusto aspettarsi una stagione importante.

Infine, a concludere questo tier c’è l’Olimpia Milano, forse la squadra che mi desta più dubbi tra quelle nominate finora. Anche loro sono andati a rinforzare la solidità della rotazione, mettendo nel serbatoio vari nomi nuovi, tra i quali spicca senza dubbio quello di Nicolò Melli. L’esperto lungo ex Dallas Mavericks rappresenta la presa dei sogni di qualunque coach di Eurolega, ma dovrà portare a casa una grande stagione per sopperire alla partenza di giocatori di talento e all’assenza di un vero backup per Kyle Hines.

Oltre a Melli sono arrivati Jerian Grant, Devon Hall e Troy Daniels, che hanno preso i posti a roster più o meno di Punter, Roll e Micov, seppur con ruoli e compiti diversi. Tra i lunghi è stato firmato anche Mītoglou, nome interessante per come si può integrare sia con Melli che con Hines. A Messina sono state date possibilità di schierare la squadra con varie conformazioni, ma anche l’arduo compito di ripetere una stagione di Eurolega ottima, senza un paio dei protagonisti della cavalcata verso le Final Four.

Francesco Cellerino
Tifoso sfegatatissimo della Virtus Roma e dei Bucks per amore di Brandon Jennings (di cui custodisce gelosamente l'autografo), con la pessima abitudine di simpatizzare le squadre più scarse e rimanerci male per le loro sconfitte. Gli amici si chiedono da anni se sia masochista o se semplicemente porti una sfiga tremenda...
Paolo Di Francesco
Se potessi tornare indietro nel tempo donerei delle nuove ginocchia a Roy ed Oden. Visto che non posso, mi accontento di questi Trail Blazers meno entusiasmanti. Parlo di Eurolega su Four Point Play, solo per sfoggiare l’accento romano.