Preview Kings 21/22: la confusione è ancora tanta

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Copertina di Sebastiano Barban

Arrivi: Davion Mitchell (PG), Neemias Queta (C), Tristan Thompson (C), Louis King (SF).

Partenze: Nemanja Bjelica (F), Kyle Guy (G), Justin James (SF), Glenn Robinson (SF), Hassan Whiteside (C), Delon Wright (PG).

Depth Chart*

PG: De’Aaron Fox, Davion Mitchell, Jahmi’us Ramsey
G: Tyrese Haliburton, Buddy Hield , Terence Davis
SF: Harrison Barnes, Maurice Harkless, Louis King, Robert Woodard II
PF: Marvin Bagley, Chimezie Metu
C: Richaun Holmes, Tristan Thompson, Alex Len, Damian Jones, Neemias Queta

Un giocatore tra questi dovrà essere firmato tramite un contratto two way, come già Neemias Queta, in modo da raggiungere il numero legale di 15 giocatori.

Cosa salvare della stagione passata

La stagione 2020-2021 dei Sacramento Kings è stata l’ennesima conferma del perenne limbo in cui questa franchigia vive da diversi anni. Il dodicesimo posto finale raffigura la peggior situazione auspicabile per una squadra NBA: troppo in alto per ottenere una scelta interessante al Draft e troppo in basso anche solo per tentare l’assalto ai Playoff tramite il torneo Play In. Rimanere in questa situazione di stallo non aiuta in alcun modo la costruzione della squadra e se a questo aggiungiamo delle scelte tutt’altro che impeccabili della dirigenza, il futuro non sembra così roseo.

Complessivamente i Kings avevano grossi problemi strutturali che hanno danneggiato soprattutto la metà campo difensiva. Nell’arco delle 72 partite stagionali hanno registrato il peggior defensive rating di tutta la lega con 116.5 punti concessi per cento possessi. Questa perenne difficoltà di arginare gli avversari ha fatto si che Sacramento dovesse sempre rincorrere gli avversari nel corso delle partite, giocando a segnare un canestro in più. Il roster presentava due grosse lacune: in primo luogo non vi erano difensori perimetrali di livello sufficiente in grado di contenere con continuità le penetrazioni avversarie e inoltre non vi era una solida presenza nei pressi del pitturato in grado di agire da deterrente.

Discorso diverso può essere fatto per la metà campo offensiva, dove i Kings hanno trovato un ritmo più adatto alle loro caratteristiche e un flusso meglio organizzato. Walton aveva penalizzato molto la squadra quando due stagioni fa decise di mantenere un pace più basso rispetto all’era Joerger, ma fortunatamente ha saputo correggere il tiro facendo correre nuovamente i suoi interpreti. Il flusso è migliorato anche in termini di movimenti e circolazione di palla, anche in questo aspetto il coach di Sacramento ha optato per un leggero cambiamento facendo un minor ricorso all’isolamento.

Il principale artefice di questo buon meccanismo offensivo è De’Aaron Fox che nella scorsa stagione ha saputo registrare un netto miglioramento in quasi tutte le voci statistiche. Il gioellino dei Kings sembra essere molto vicino alla piena maturità anche se nel prossimo futuro dovrà lavorare sulla capacità di essere più decisivo in modo da trasformare queste buone prestazioni individuali in vittorie del collettivo. Uno sforzo maggiore è, ovviamente, richiesto alla dirigenza che deve fare decisamente di meglio per creare le giuste condizioni di successo.

Un ulteriore nota positiva riguarda il nuovo partner di Fox: Tyrese Haliburton. Con la dodicesima scelta assoluta al Draft 2020 i Kings si sono ritrovati tra le mani un prospetto che forse meritava una chiamata leggermente più in alto: la fortuna, per una volta, è stata dalla parte di Sacramento che sembrano essersi assicurati per il prossimo futuro la spalla perfetta per il gioco di Fox. Per dimensionare l’impatto della matricola basta citare il terzo posto nella corsa al Rookie of the year, solo dietro a due stelle in fieri come LaMelo Ball e Anthony Edwards.

L’ultimo elemento positivo che dall’annata passata ritroveremo ai nastri di partenza è Richaun Holmes. I Kings hanno effettuato uno sforzo economico importante (46 x 4 anni) per trattenerlo in estate dopo le convincenti prestazioni e, vista la chimica eccelsa con Fox, questa scelta potrà essere decsiva per trovare il successo nei prossimi anni.

Le rotazioni

Come si può vedere dalla depth chart presentata all’inizio, il quintetto iniziale presenta una novità rispetto a quello dello scorso anno. La prima amichevole stagionale contro i Suns ha visto Luke Walton inserire tra i titolari Haliburton al posto di Buddy Hield. Questa indicazione potrebbe essere molto importante in vista della prossima stagione, con il giovane al secondo anno pronto a prendersi un ruolo più importante e il veterano plausibilmente con le valige in mano in vista della trade deadline di febbraio (destinazione contender?). Un ruolo da sesto uomo per Hield ridimensionerebbe i piani della squadra garantendo la sua capacità di segnare con continuità nei momenti in cui Fox non sarà presumibilmente in campo.

L’osservato speciale di questa prima lineup sarà sicuramente Bagley, ormai al suo ultimo anno in rookie contract e con ancora molto da dimostrare. Da qualche stagione a questa parte è dato come partente avvicinandosi a quasi tutte le deadline per poter scambiare i giocatori, i Kings non sono riusciti a organizzare nessuna mossa per poter capitalizzare il suo valore e quindi dovranno utilizzare il prossimo anno come decisivo per la sua valutazione finale in vista del prossimo futuro.

La panchina vedrà una nuova e importante addizione, ovvero Davion Mitchell. Sacramento ha speso la nona scelta assoluta nello scorso Draft per assicurarsi le prestazioni dell’ex campione NCAA. Questa selezione ha lasciato perplessi molti osservatori ma è indubbio che il suo apporto nel corso della prossima stagione sarà palpabile, soprattutto dal punto di vista difensivo. Mitchell entra in questa squadra e diventa automaticamente il miglior difensore perimetrale, almeno in un contesto come quello della regular season. Per questo motivo sarà facile vederlo spesso in campo anche nei momenti decisivi della partita, magari in combinazione con Fox e Haliburton in lineup a tre guardie che tanto piacciono a Walton.

La second unit vedrà anche un altro nuovo interprete di livello: Tristan Thompson. Il centro è arrivato in estate da uno scambio a tre squadre che ha spedito Delon Wright ad Atlanta. Anche Thompson è un difensore decisamente sopra la media se consideriamo il roster dei Kings e per questo motivo potrà dare un contributo molto importante nell’arco della stagione.

La profondità della squadra sembra essere migliorata sensibilmente con queste due aggiunte, tuttavia il lavoro fatto non permette ancora di considerare Sacramento una squadra di livello. I punti di domanda sono ancora molti e riguardano soprattutto l’ossatura generale di questa franchigia. Guardando alla depth chart, vediamo come ci sia una spaccatura molto marcata tra il pacchetto guardie e quello dei lunghi con un enorme lacuna in termini di profondità sulle ali. Un terzo dei giocatori sotto contratto sono centri e per questo motivo vedremo molto spesso i Kings con due lunghi vecchio stampo contemporaneamente in campo, questo potrebbe minare sensibilmente quanto di buono fatto vedere offensivamente la scorsa stagione con i quintetti più ‘piccoli’. La forte presenza di guardie porterà inoltre, come anticipato prima, a vedere molte formazioni con tre portatori di palla in campo allo stesso tempo con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso.

Il lavoro per Walton non è dei più agevoli ed è importante sottolineare come il General Manager Monte McNair non abbia operato in maniera così pulita: aggiungere confusione a un allenatore non di primissimo livello potrebbe portare a risultati poco soddisfacenti.

Ambizioni e pronostico

Ai nastri di partenza è giusto pensare che l’obiettivo dei Kings sia quello di raggiungere i Playoff dopo molti anni di astinenza. Per farlo servirà una costanza e una solidità che nelle ultime stagioni non sono state di casa a Sacramento. Fox e Hield sono stati i principali fautori di questo sentimento durante il recente Media day sottolineando come sia importante per questo gruppo tentare l’assalto alla pallacanestro che conta.

Lasciando meno spazio ai sentimenti dei singoli protagonisti, è importante fare una valutazione più cauta. Con l’inizio della stagione alle porte i dubbi sono ancora molti e sono di tipo strutturale, quindi servirà un lavoro di fino da parte di Walton. Tuttavia, gli ultimi anni hanno posto sotto gli occhi di tutti le difficoltà che questo allenatore ha nel gestire rotazioni e schemi nel corso di tutta la stagione NBA.

Personalmente, credo che l’approdo ai Play In sia un obiettivo plausibile anche considerando che alcune squadre al pari dei Kings non hanno apportato miglioramenti consistenti e che in generale la Western Conference sarà leggermente meno competitiva rispetto alle ultime due annate. Tuttavia, questo successo dipenderà in grande parte dal lavoro dell’allenatore e da un eventuale ulteriore exploit di Fox, tutti i riflettori saranno concentrati sul diamante più brillante di Sacramento.

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Filippo Barresi
Calciofilo prestato alla NBA, tifoso degli Charlotte Hornets e della Sampdoria. Studente di Marketing all'Università di Torino, classe 1998. Molto probabilmente non vedrà un successo sportivo nell'arco della sua vita.