Il punto della situazione sui Lakers

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Copertina di Sebastiano Barban

Siamo ormai alla 22esima partita, ben oltre il quarto di stagione giocato, dunque è arrivato il momento per fare un primissimo bilancio di ciò che son stati i Lakers fino ad ora.

Quando nella preview di inizio stagione, intitolata “è il momento di riprendersi la lega” – cosa apparentemente molto lontana -, definivo la stagione regolare “non problematica nonostante i dubbi tattici”, mi sbagliavo di grosso. Gli infortuni non hanno minimamente aiutato, ma la sola combinazione di Davis e Westbrook in teoria avrebbe dovuto forse vincere qualche partita in più, ma, appunto, solo in teoria.

La realtà è che senza LeBron i Lakers sono molto lontani dall’essere una minaccia ed anche con lui in campo sembrano esserci problemi strutturali, non facilmente risolvibili.

Come sta andando Westbrook?

Sarò diretto e conciso: la stagione di Westbrook non sta andando bene, ci sono molte più ombre che luci e la trade fatta in offseason si sta trasformando, piano piano, in un fantasma che potrebbe tormentare i Lakers per molto tempo.

Partiamo con quel che sta andando male, così ci leviamo subito il dente. La prima cosa che salta all’occhio è, ovviamente, il fit e l’inabilità – non volontaria – di spaziare il campo: Russell è un tiratore pessimo, ha il 31% da 3 in stagione su 4.4 tentativi – ha il 26% tenendo conto solo dei tiri presi in ala ed in punta – ed una 3-Point Attempt Rate (percentuale di tiri tentati da tre punti) di circa il 26%, molto elevata se si considera che tra gli 0 ed i 3 piedi la percentuale dei tiri tentati è del 30%.

L’instabilità nel tiro di Westbrook porta ad un conseguente restringimento del campo, soprattutto quando non ha palla in mano. Nella prima parte del video Tatum si stacca completamente dall’ex UCLA per poter andare ad aiutare su James. Nella seconda parte, invece, possiamo vedere come il blocco verticale più conseguente consegnato non produca nessun vantaggio per Westbrook: la difesa cambia o passa sotto i blocchi in modo da impedire penetrazioni e creare una sorta di muro.

Un altro punto dolente è il decision making, che per una point guard di quel calibro appare insufficiente. Nella clip seguente Russell riceve dopo il ribaltamento di lato e si trova accoppiato contro Zach LaVine, non un difensore particolarmente degno di nota; il numero zero però decide di non attaccarlo in palleggio con 8 secondi ancora da giocare, preferendo piuttosto prendere una tripla senza ritmo e con una mano in faccia.

Anche in una partita giocata abbastanza bene come quella contro i Bucks, Westbrook ha fatto vedere dubbie decisioni, come quella di prendersi un fadeaway dopo aver perso totalmente controllo della palla ed essere quasi scivolato, il tutto con ancora 14 secondi sul cronometro.

Altra situazione in cui il decision making dell’ex UCLA non ha brillato è stato il finale di gara contro Oklahoma City. Russell per qualche assurdo motivo ha deciso di staccarsi completamente da Luguentz Dort per poter andare a triplicare Shai Gilgeous-Alexander a centro campo: il risultato di questa pessima decisione lo potete vedere da soli.

Non tutto è da cestinare: infatti, quando Westbrook ha avuto la possibilità di attaccare il ferro utilizzando fisico e atletismo le cose son migliorate. Nella clip sottostante Russell attacca Frank Jackson utilizzando puramente il fisico, esegue un arresto a centro area e tira in testa al difensore.

Nel caso seguente, invece, i Lakers riescono a creare una linea di penetrazione per Westbrook utilizzando un ram screen, ovvero un blocco senza palla prima di andare a portare un secondo blocco al palleggiatore. L’ex UCLA vede un leggero ritardo nella difesa e grazie alla sua velocità arriva fino al ferro.

In entrambe le clip possiamo notare come sia composto il quintetto: un centro e poi tutti esterni; ciò facilita enormemente il lavoro di Russ, essendo un giocatore che vuole attaccare il ferro facendo leva sul proprio atletismo e fisico. Far giocare Russell il più possibile in quintetti del genere aiuterà sicuramente a far sparire o mascherare alcune ombre della stagione che sta disputando.

La difesa

La difesa, uno degli aspetti fondamentali su cui si è fondato il lavoro di Frank Vogel in questi anni, non sta più funzionando, perché?

Innanzitutto, non funziona perché il personale a disposizione di Vogel è completamente cambiato: Alex Caruso e Kentavious Caldwell-Pope non ci sono più, e al loro posto sono arrivati giocatori con doti offensive più spiccate ma con chiari problemi difensivi. Qui, per esempio, Carmelo Anthony viene puntato da Schröder proprio perché in difesa è lento di piedi e non può stare dietro alla velocità dell’ex Lakers.

L’azione seguente è forse ancora più esplicativa: Monk e Anthony cambiano off ball marcatura, ma Malik rimane incantato dal pallone e si perde il taglio di White.

Purtroppo, i problemi dei Lakers in difesa sono molto più profondi ed i limiti dei singoli giocatori vengono amplificati da cali di concentrazione e mancate comunicazioni, tutte cose inaccettabili per una presunta contender. Qui per esempio sia Dwight Howard che Westbrook si disinteressano completamente di Toppin dicendosi a vicenda di marcarlo: il risultato è il più prevedibile di sempre.

Anche giocatori storicamente migliori in difesa come Avery Bradley vengono poi trascinati a fondo da tutta la squadra; in questo caso Bradley si aspetta che Bazemore aiuti sulla penetrazione di Gordon Hayward, ma ciò non avviene ed entrambi si trovano ad uscire su LaMelo in ala; l’ennessima mancata comunicazione porta ad un floater a centro area dell’ala di Charlotte.

Se si parla di difesa allora bisogna necessariamente spendere anche due parole su Davis. La stagione del nativo di Chicago non ha esaltato fino ad ora, difensivamente parlando, rispetto a quanto fatto vedere in carriera. Qui per esempio appare completamente scollegato dal campo da gioco: prima non aiuta sulla penetrazione in contropiede poi ignora completamente il pallone in attacco.

Nelle volte in cui ha fatto bene la differenza si è vista, proprio anche come atteggiamento e movimenti in campo. Nel video ci sono tre eccellenti difese: prima 1vs1 con Jerami Grant – i piedi sono in movimento, la posizione è bassa sulle gambe ed è pronto a contestare; poi stoppa due volte Cade Cunningham nella stessa azione – di nuovo la stance è bassa e i piedi sono attivi.

Alcune note positive

Nel disastro che sono i Lakers di questo inizio di stagione, però, ci sono alcune note positive. La prima è senza dubbio Austin Reaves: il rookie undrafted ha trovato sin dalle primissime partite spazio nella rotazione di Frank Vogel, dimostrandosi un giocatore estremamente intelligente e solido, sia in attacco che in difesa.

L’altra è che determinati quintetti hanno fatto intravedere un buon potenziale, soprattutto offensivo. Queste lineups hanno tutte qualcosa in comune, ovvero LeBron James e altri quattro esterni in grado di spaziare il campo. Nel tweet sotto si vede benissimo ciò: nessun difensore di Indiana può concedersi il lusso di poter occupare l’area per impedire facili incursioni a canestro e quando un minimo la difesa si espone viene punita dagli scarichi di James, tutta roba già precedentemente vista negli ultimi anni e che dovrebbe essere riprodotta il più spesso possibile.

Nessuno si aspettava una stagione storica dai Lakers, ma nemmeno una così deprimente, tra partite perse all’ultimo secondo contro squadre da tanking o al triplo overtime contro altre squadre mediocri. Insomma, il matrimonio tra Russ ed i Lakers sembra fallimentare ed in generale la stagione dei Lakers ha dato pochissimi segnali positivi; i tifosi giallo-viola non possono che sperare che con l’andare avanti della stagione vengano messe pezze sugli sbagli compiuti in off-season e che alcuni dei più grossi problemi vengano risolti.

Se nulla di tutto ciò dovesse accadere, preparatevi ad un’altra serie di play-in ed uscita al primo turno.

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Andrea Poggi
24 anni, istruttore di minibasket e appassionato di fotografia. Tifoso Lakers dalla nascita per fare un torto al padre tifoso Celtics, segue anche i Pelicans a causa di Lonzo Ball.