5 mosse di mercato che avevamo sottovalutato

mercato NBA
Copertina di Valentino Grassi

L’offseason NBA 2021 non è stata tra le più febbricitanti degli ultimi anni, anzi, in estate poche squadre avevano a disposizione spazio salariale, così come poche stelle avevano bisogno di firmare un nuovo contratto.

Con queste premesse molti GM hanno potuto operare limitatamente sul mercato e sono stati costretti a barcamenarsi tra MLE, sign&trade e contratti al minimo per tentare di migliorare la rotazione della propria squadra.

La maggior parte delle attenzioni mediatiche si è quindi polarizzata sulla manciata di giocatori di livello che si è mossa, focalizzandosi e fossilizzandosi, sempre sulle stesse discussioni. Lapalissiano il caso Westbrook, il quale dal giorno del suo approdo ai Lakers è argomento di discussione perenne, feste rosse comprese.

Se siete quindi stufi di sentir parlare di argomenti triti e ritriti avete cliccato sul link giusto: ecco cinque movimenti di mercato passati under the radar in estate, che stanno avendo un grosso impatto nelle rispettive franchigie in questo inizio di stagione.

Acquisiti via scambio

Grayson Allen

Trade: Grayson Allen ai Milwaukee Bucks, due scelte future al secondo giro e Sam Merrill ai Memphis Grizzlies.

Antetokounmpo e tiratori è una formula vincente e non lo si scopre di certo oggi, per questo motivo negli anni Horst ha tentato di affiancare Giannis da diversi specialisti del tiro pesante. È servito qualche tentativo prima di trovare “quello giusto”, ma stavolta sembra proprio che il GM ci abbia azzeccato. Grazie alle spiccate doti al tiro pesante, Allen apre l’area per le incursioni di Giannis e soprattutto riesce a massimizzare i vantaggi che il greco genera con la sua gravity nei pressi del ferro. Quasi la metà dei tiri tentati da Grayson sono triple con più di due metri di spazio, conclusioni che converte nel 43.7% dei casi. In totale prende 7.5 triple a gara, diciannovesimo nella lega.

Non c’è da stupirsi quindi che Allen-Antetokounmpo sia in assoluto la coppia più utilizzata da Coach Budenholzer e nonostante l’avvio non scintillante della franchigia del Winsconsin il duo abbia un net rating di + 11.8 per 100 possessi.

Grayson non è un super atleta, ma rimane un 6’4 con più di due metri di wingspan che sa utilizzare il suo fisico e, al netto della navigazione sui blocchi, è un difensore competente sulla palla.

Lontano dalla palla è sempre allerta, il tempismo e la buona comprensione del gioco lo aiutano a farsi trovare al posto giusto per sporcare un passaggio o aiutare al ferro ed in generale essere un difensore di squadra positivo:

Insomma, fino al ritorno di DiVincenzo i Bucks hanno trovato una guardia titolare di buona caratura, al suo rientro sarà curioso vedere come verranno gestiti i minuti dei due, se il coaching staff propenderà per la migliore fase difensiva di Big Ragù o le doti balistiche di Allen per il posto da titolare. Qualsiasi sarà la loro decisione la traballante panchina dei Bucks sarà più lunga di un giocatore valido nei prossimi playoff, non una grande notizia per gli avversari di Giannis&Co.

Ricky Rubio

Trade: Ricky Rubio ai Cleveland Cavaliers, Taurean Prince e una scelta al secondo giro 2022 ai Minnesota Timberwolves

Una stagione difficile a Minnesota non ha fatto bene alle quotazioni di Ricky Rubio, scaricato dagli amati T’wolves nel tentativo di riequilibrare il roster e lasciare più palla in mano alle loro giovani guardie. Alcuni temevano che lo stesso potesse capitare anche in Ohio, data la presenza del duo Sexland, con Rubio relegato ad un ruolo di secondo piano. Ricky tuttavia è ancora ben lontano dal diventare un semplice mentore e, complice l’infortunio di Sexton, in questo inizio di stagione Bickerstaff gli sta concedendo diversi minuti. Lo spagnolo sta sfruttando al meglio questa opportunità e attualmente si aggira intorno ai 14 punti media, ipotetico career-high. La discriminante per il gioco offensivo di Rubio è sempre stato il tiro dalla lunga distanza che finalmente sembra essere migliorato: rispetto lo scorso anno ha sostanzialmente raddoppiato le conclusioni da 3 punti, raggiungendo addirittura il 40.0% sui tentativi dal palleggio con volumi di tiro considerevoli.

Le difese non possono permettersi di passare sotto i blocchi contro questa versione dello spagnolo ed in generale Ricky è decisamente più rispettato sul perimetro, con conseguente aumento degli spazi utili per trovare i compagni.

A proposito di compagni i terzetti Rubio-Garland-Mobley e Rubio-Garland-Allen sono tra i migliori in assoluto per i Cavs, entrambi hanno un net rating superiore a +13 per 100 possessi.

Con Rubio in campo i Cavs hanno un maggior numero di soluzioni offensive e sono una squadra molto più compatta ed ordinata su ambo i lati del campo. Sicuramente la sua grande esperienza sta giovando al core giovane di Cleveland, proprio come accaduto due anni fa ai Phoenix Suns.

In estate Ricky sarà free agent, ma tenere a roster la point guard ad un costo ridotto potrebbe essere un punto di svolta per la dirigenza: assicurandosi un secondo portatore di palla che si integra molto bene con le colonne portanti del futuro della franchigia, il front office avrebbe maggior leva sulle contrattazioni per l’estensione di Sexton ed il cuore più leggero nel decidersi ad inserirlo in uno scambio per arrivare ad un giocatore complementare a Darius Garland.

Al Horford

Trade: Al Horford ai Celtics, Kemba Walker e la scelta 16 al draft 2021 ai Thunder

Fino alla fine della sua permanenza ai Celtics Al Horford era considerato come uno dei migliori centri della Lega e a ragion veduta.

Difficile pensare diversamente di un giocatore che per anni ai playoff è stato fondamentale per arginare superstelle come Embiid ed Antetokounmpo, uscendo dal confronto sempre a testa altissima, dando un contributo fondamentale per portare a casa il risultato.

Il mancato rinnovo con i Celtics nel 2019 ha condotto il dominicano a Philadelphia prima ed a Oklahoma City poi, dove per motivi diversi, non ha potuto esprimersi al meglio. Lo scorso anno inoltre, lo abbiamo visto molto poco, considerando che in comune accordo con i Thunder ha giocato poco più di una trentina di partite.

Contesti poco competitivi o poco adatti alle sue caratteristiche hanno dato a molti un’idea sbagliata riguardo al rendimento di Horford, etichettato spesso come un peso a causa del contratto esoso firmato con i Sixers.

Probabilmente è per questo motivo che quando è stato scambiato per Kemba Walker diversi non hanno battuto ciglio, reputandolo un movimento poco rilevante, volto solo a rimescolare le carte in tavola e liberarsi di Walker.

Niente di più sbagliato.

Tornato in un contesto funzionale ed affamato di vittorie, Al sembra ringiovanito di 10 anni . Era facilmente intuibile che il dominicano avrebbe portato esperienza, protezione del ferro e tanta leadership, ma nemmeno i più ottimisti avrebbero potuto immaginare che potesse essere ancora un difensore mobile ed esplosivo sulla palla. Una delle maggiori preoccupazioni dei tifosi bianco-verdi era proprio questa, il fatto che Horford potesse aver “perso un passo” sul perimetro. Cosa assolutamente normale per un centro trentacinquenne, ma non una grande notizia per un giocatore che già in partenza non è mai stato un atleta sopra le righe. In questo inizio di stagione Horford anziché regredire ulteriormente sta mostrando una combinazione di mobilità ed esplosività che raramente ci aveva fatto vedere, anche al suo picco fisico. Per darvi un’idea di quanto sia stato più attivo del solito al momento ha una block% di 5.6, il doppio rispetto alla media in carriera.

Con un Horford di questo tipo anche l’altro potenziale problema, il fit con il giovane lungo Robert Williams, non sta influendo negativamente sul gioco della formazione di Udoka. In difesa il perché è chiaro: se Al ha i piedi per stare su giocatori più piccoli di lui la presenza del doppio lungo può essere solo in vantaggio per Boston. La lineup Smart-Brown-Tatum-Horford-Williams è veramente enorme per lo standard NBA attuale ed ha un defensive rating di 87.3, dato incredibile.

In attacco Horford da anni può giocare lontano da canestro e spaziare il campo, è un passatore nettamente sopra la media per il ruolo, un bloccante ottimo e legge il gioco con facilità. Anche offensivamente quindi non gli è stato difficile integrarsi con Williams, giocatore molto più a suo agio quando utilizzato da rollante e in dunker spot. Se ancora non vi ho convinti che scambiare per Horford sia stato un affare per i Celtics, citofonate a Tom Thibodeau, che da poco ha tolto Kemba Walker dalla rotazione dei Knicks. Gran colpo di Stevens all’esordio da GM.

Acquisiti in Free Agency

Dennis Schroeder

Secondo Celtic di questa lista, Schroeder si è complicato la vita con le proprie mani, rifiutando lo scorso marzo una generosa estensione contrattuale offertagli dai Lakers (84Mx4 anni) convinto di poter firmare a cifre ancora più vantaggiose arrivata l’estate, magari dopo aver conquistato un anello.

Come tutti sappiamo così non è andata, ed anziché analizzare quello che avrebbe potuto dare ai Celtics, molti si sono soffermati sulla pessima decisione presa dal giocatore e dal suo agente. Sicuramente un accordo annuale di questa portata deve essere stato un boccone amaro da digerire per Dennis, ma come spesso accade, la fame di riscatto (e denaro) è un carburante eccezionale.

La partenza in maglia verde è stata altalenante, eppure positiva: freddo nelle prime uscite, durante l’assenza di Jaylen Brown Schroeder è stato promosso titolare ed è riuscito a non far sentire la mancanza dell’All-Star, viaggiando a 23 punti di media con un’efficienza fin troppo buona per i suoi standard.

Le percentuali di Dennis nelle conclusioni al ferro, nei 3 metri e ai liberi, non sono mai state così alte e quando il jumpshot entra (per ora solo ad intermittenza), il tedesco è capace di caricarsi la squadra sulle spalle per una singola partita, come ha fatto contro i campioni in carica un paio di settimane fa.

Rientrati Brown e Robert Williams, Schroeder è tornato ad uscire dalla panchina, suo ruolo storico e più consono alle caratteristiche della point guard, dal momento che è grado di accendersi in un minuto e portare instant offense, tanto quanto di prendere tiri forzati in successione e scivolare fuori dalla gara.

Nella propria metà campo Il tedesco è stato meno costante di quanto auspicabile, tuttavia fornisce una valida alternativa a Smart come difensore sulle guardie del suo stesso archetipo, valore aggiunto da non sottovalutare. Schroeder in sostanza è lo stesso giocatore degli ultimi anni, pronto ad inseguire nuovamente il rivale Harrell nella corsa al premio di sesto uomo dell’anno. Questa firma quindi avrebbe dovuto essere più considerata, a prescindere da quanti zeri ci fossero sul contratto.

Georges Niang

Contratto: 6.8M in due anni

Se Giannis con il suo stile di gioco ha bisogno di tiratori mortiferi attorno a lui che aprano il campo per le sue incursioni, Embiid, attualmente l’unico vero megacreator dal post nella Lega, ne ha bisogno ancora di più. Essendo Niang uno specialista puro, un classico stretch 4, si sapeva che questo arrivo avrebbe portato un beneficio al gioco dei 76ers, ma la portata di questo beneficio, sulla carta, doveva essere ben più lieve.

Non si può dire che Georges abbia rivoluzionato il proprio gioco o sia uno dei primi nomi che vengono in mente pensando a candidati MIP, eppure Niang sta sfornando cifre ben diverse rispetto agli anni a Utah ed è al massimo storico in tutte le 5 principali categorie statistiche.

Niang in questo avvio di stagione è stato fondamentale per la panchina dei Sixers, soprattutto fino a quando Shake Milton è stato costretto ai box da un problema alla caviglia: a causa della situazione Simmons, Maxey sta partendo titolare e non vi sono altri portatori di palla a roster oltre al sophomore, Curry e Shake. Durante questo frangente proprio Niang e Korkmaz sono stati maggiormente chiamati in causa nella creazione palla in mano con risultati non sempre buonissimi, ma in certe situazioni l’importante è creare qualcosa, qualunque cosa. Oltra a tirare molto bene Niang può mettere palla a terra, soprattutto per attaccare un closeout, giocata che ha pagato diversi dividendi fin qui: Il fisico che gli è valso il soprannome “Minivan” ed il tocco sopra la media, gli permettono di concludere bene al ferro (73.9% in questa stagione) e quando la situazione lo richiede è in grado di trovare il compagno competentemente.

In generale Georges può offrire un minimo di creazione secondaria ma rimane principalmente un role player che beneficia molto dall’avere spazio attorno a sé, un connector passer capace di mantenere il vantaggio generato da altri, molto più che generarlo in prima persona. Questo contorno è ovviamente più replicabile quando attorno a lui ci sono minacce offensive di alto livello, come Embiid, Tobias Harris o Seth curry.

Probabilmente per questo motivo Rivers, quando Embiid è stato fermo per positività al Covid, ha deciso di promuovere in quintetto proprio Niang che non ha affatto sfigurato. Complessivamente nelle prime 21 gare ha prodotto circa 11 punti di media con efficienza vantaggiosa. Se dite che ve lo aspettavate, state mentendo.

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Alessandro Benassuti
Alessandro, studente di economia e pallanuotista, nel tempo libero finge di capire qualcosa di basket. La sua passione sono gli small market, in particolare Oklahoma City e Denver per le quali tifa al di là del risultato. Si vanta di essere il miglior cuoco della redazione di True Shooting.