3 (+1) giocatori che potrebbero muoversi alla deadline

La trade deadline è certamente uno dei momenti più attesi della stagione da tutti gli appassionati. Mentre sul parquet le squadre mettono in scena il basket peggiore dell’anno, dietro le scrivanie i Front Office lavorano per sistemare i roster in vista dalla volata finale post All-Star Game. Tra l’Est in lotta serrata e l’Ovest pieno di incognite, è arrivato il momento di dare un’occhiata ai nomi più chiacchierati degli ultimi mesi, che potrebbero diventare protagonisti nelle prossime ore.

Jerami Grant

Contratto: 41m/2 anni (UFA 2023)
Rumors: Wizards, Hawks, Jazz, Bulls, Kings, Blazers, Lakers

Quando si parla di deadline il nome di Jerami Grant salta sempre fuori. Dopo aver firmato un triennale per i Pistons nel 2020, il prodotto di Syracuse è finito costantemente in mezzo a voci di interessamenti vari. Un giocatore estremamente funzionale, con un contratto mobile in un contesto in ricostruzione non può che fare gola a molti.

Quest’anno Grant ha giocato solamente 24 partite, per poi fermarsi a causa di una lesione ai legamenti del pollice. Tuttavia il rientro sembra essere vicino e aggiungere l’ex Thunder al proprio roster potrebbe far cambiare in maniera significativa le prospettive della squadra acquirente. Grant non ha bisogno di molte presentazioni, ma è giusto ricordare come abbia stabilizzato il suo status grazie ad una crescita costante negli ultimi anni.

La scorsa stagione Jerami è stato in lotta per il MIP e ha fatto registrare numeri importanti nella sua prima vera avventura da opzione offensiva n.1, in una squadra che ha terminato la regular season con il secondo record peggiore della lega. Nelle poche partite di quest’anno, Grant ha leggermente abbassato l’efficienza generale e si è mostrato meno coinvolto in difesa, alimentando i dubbi sulla sua permanenza a Motor City.

Complice il contesto e i piani dei Pistons, è lecito aspettarsi che a 27 anni Grant stia solamente aspettando di rimettersi in gioco altrove. Secondo Brian Windhorst, gli agenti del giocatore avrebbero consegnato una lista delle destinazioni preferite dal nativo di Portland alla dirigenza di Detroit. Una mossa in linea con quelle che sembrano essere le ambizioni del giocatore, in cerca di un ambiente capace di offrirgli un ruolo offensivo primario e un’estensione importante già durante la prossima estate.

Volontà che cozzano anche con un eventuale approdo a Los Angeles, che aveva proposto un pacchetto parecchio discutibile includendo Horton-Tucker, Nunn e una prima 2027. Nè i Pistons nè il giocatore sembrano essere interessati, motivo per cui i Lakers si sono tirati fuori dalla corsa. Difficile immaginarlo anche in contesti come New York, Portland o Philadelphia, che pare abbia già rifiutato un approccio per Simmons dalla franchigia del Michigan. Le strutture dei roster di queste tre squadre non sembrano avere molti margini per muoversi in maniera seria con Detroit, a meno di ribaltoni degli ultimi giorni.

Secondo Jake Fisher la richiesta dei Pistons sarebbe di 2 prime scelte o 1 prima + un giovane con un ceiling alto. Ecco le squadre più chiacchierate che potrebbero affondare il colpo vincente nelle prossime ore.

  • Utah: Inutile dire che per i Jazz l’arrivo di Grant sarebbe una manna dal cielo. Un upgrade difensivo enorme che permetterebbe di aggiungere in quintetto un corpo mobile, atletico e capace di cambiare senza difficoltà su più ruoli. Togliere responsabilità a Gobert darebbe una dimensione completamente diversa in vista degli accoppiamenti per i playoff. Per questo motivo, probabilmente, tra tutte le squadre in corsa Utah sarebbe quella a cui Grant gioverebbe di più. Il problema però rimane la trade stessa: i Jazz hanno poco margine con le scelte e dovrebbero lavorare con i Grizzlies per poter sbloccare almeno la prima 2026. In più i Pistons non sono interessati al contratto in scadenza di Ingles più scelta, e altre strade alternative con O’Neale e Butler sembrano difficili.
  • Chicago: L’accostamento Grant-Bulls era scontato, vista la prima metà di RS esplosiva della squadra dell’Illinois. La tentazione di andare subito in completo all-in è tanta, e coinciderebbe con una trade per Patrick Williams, una carta pregiata che Bulls dovranno valutare attentamente. Gli assets ci sono e Detroit sta probabilmente aspettando un mossa reale con Pat nel pacchetto, ma nelle ultime ore pare che Karnišovas stia cercando qualche scorciatoia per non dover cedere il talento di Florida State. Vedremo se i Pistons rimarranno fermi sulla richiesta, ma certamente i Bulls rimangono in prima linea.
  • Atlanta: Con le voci su Collins che corrono da qualche settimana, anche gli Hawks sembrano essere forti su Grant. Il cap di Atlanta è ingolfato e il front office sta certamente facendo valutazioni economiche oltre che tecniche, come ha testimoniato in parte la trade Reddish. Ogni mossa per Grant, che porterebbe anche ad una probabile estensione, dovrebbe comprendere l’addio di Collins e del suo contratto da 102mln per i prossimi 4 anni. È difficile stabilire quale possa essere il trade value dell’ala di Atlanta in questo momento, ma non è scontato che i Pistons siano interessati. Considerando il peso che avrebbe nel payroll e i piani per il rebuilding della franchigia, Detroit sembra molto più propensa a ricostruire soprattutto via Draft.

Tra le squadre interessate sembrano esserci anche Washington e Sacramento. I Wizards sono in crisi di risultati e sembrano pronti a smuovere le acque nel tentativo di bloccare Beal. Qualche executive li ha messi in pole per Grant, viste le connessioni del giocatore con Wes Unseld e il passato del padre di Jerami in maglia Bullets. Avdija, Kispert o Hachimura potrebbero fare molto comodo ai Pistons, ma in questo caso c’è da capire fin dove vorrà spingersi la squadra della capitale. Anche i Kings sono sull’attenti, e gli stessi Pistons sembrano essere molto interessati a Marvin Bagley. A differenza delle altre squadre. i californiani potrebbero offrire a Grant un ruolo più centrale nell’attacco oltre ad una ricca estensione, ma il lucchetto messo su Fox e Haliburton li porterebbe a dover muovere almeno un paio di prime oltre al prodotto di Duke.

Eric Gordon

Contratto: 58m/3 anni (parzialmente garantito 2023 – UFA 2024)
Rumors: Cavaliers, Nuggets, Sixers, Bucks, Suns, Lakers, Knicks

Passando dal Michigan al Texas, anche il nome di Eric Gordon è uno di quelli da tenere sott’occhio per i prossimi giorni. Il contratto del numero 10 dei Rockets sembrava un macigno impossibile da spostare fino a pochi mesi fa, ma la stagione di altissimo livello del nativo dell’Indiana ha fatto schizzare verso l’alto le possibilità di trade. Come a Detroit, anche a Houston si sono poste le basi per il rebuilding, e Stone potrebbe provare a ricavare almeno una prima scelta.

Nelle ultime ore pare che i Rockets abbiano rifiutato un numero considerevole di offerte e che le probabilità che Eric possa restare al Toyota Center si siano alzate. Detto questo, è lecito aspettarsi che fino all’ultimo secondo Houston ascolterà ogni tipo di proposta, con quella giusta che potrebbe arrivare da un momento all’altro.

Gordon quest’anno sta tirando con il 45% dall’arco su più di 5 tentativi a partita e con il 63% di true shooting. Percentuali irreali mai tenute in carriera, che si abbinano con le sue caratteristiche ormai note a tutta la lega. Nonostante il contesto, Eric sta difendendo da inizio stagione a livelli molto importanti, dimostrandosi sempre uno dei difensori POA più efficaci in circolazione. Un profilo estremamente valido che potrebbe far comodo a molte contender/pretender.

I rumors reali di squadre pronte a farsi avanti non sono molti, ed è probabile che ne usciranno di più nelle prossime ore. Circa un mese fa New York sembrava molto interessata, ma con la trade Reddish e il crollo della squadra ad Est non avrebbe nessun senso farsi avanti alla deadline. Vediamo quali potrebbero essere le opzioni in prima linea.

  • Cleveland: I Cavs sono l’unica squadra oltre ai Knicks ad essere stata accostata direttamente a Gordon. La stagione fantastica della squadra dell’Ohio potrebbe spingere il Front Office a muoversi sul mercato per alzare il livello del roster in vista dello sprint finale e, soprattutto, dei playoff. Il quintetto lungo ha dato molti frutti fino a questo momento, ma è ovvio che in postseason Cleveland dovrà avere più opzioni per farsi valere. Gli infortuni di Rubio e Sexton hanno tolto creazione alla squadra, e Rondo non è certamente la soluzione. Per questo motivo Altman potrebbe puntare su un profilo come Gordon, aggiungendo anche una discreta dose di playmaking e di versatilità. I Cavs non hanno una situazione economica molto semplice, ma in questo caso basterebbe spostare il contratto di Rubio e una prima per far quadrare lo scambio.
  • Denver: tra le squadre da cui ci si aspetta qualche movimento nelle prossime ore ci sono certamente i Nuggets. La trade per Forbes ha allungato la second-unit ma la strage sugli esterni continua ad essere un problema. Un’altra gita ai playoff in questo stato non porterebbe a niente di entusiasmante per l’ambiente. Un profilo duttile, capace di portare palla, di allargare il campo e di farsi valere anche contro ali fisiche darebbe molte più opzioni alla rotazione di Malone. A livello pratico però non sarebbe facile chiudere lo scambio. Denver dovrebbe certamente muovere JaMychal Green e il suo biennale, probabilmente a una terza squadra, ma non basterebbe comunque. Con Barton e Morris chiaramente incedibili, i Nuggets dovrebbero spostare due o tre pezzi tra Campazzo, Rivers, Cancar, Nnaji e Hyland, andando a tagliare ancora di più una rotazione magra. Non esattamente degli incastri facili.

Da tenere d’occhio tutte le altre squadre di alto profilo, ricordando sempre che il contratto di Gordon non è esattamente tra i più facili da muovere in contesti in cui i payroll sono pieni. Squadre come Philadelphia, Phoenix o Milwaukee potrebbero farsi avanti nei prossimi giorni, e anche i Lakers potrebbero fare qualche tentativo con il solito pacchetto. Di sicuro Gordon continuerà ad essere uno dei più chiacchierati, ma non è affatto scontato che una contender riuscirà a trovare la strada giusta per portarlo a casa.

Myles Turner

Contratto: 35m/2 anni (UFA 2023)
Rumors: Hornets, Mavericks, Blazers, Knicks, Raptors

La situazione dei Pacers continua ad essere una delle più calde in tutta la lega. Solamente un paio di mesi fa Shams Charania scriveva di come Indiana fosse pronta a smobilitare, mettendo sul mercato Turner, Sabonis e LeVert. Da quel momento la situazione non è molto cambiata, fatta eccezione per l’infortunio di Turner, con la squadra di Carlisle che pare ormai tagliata fuori dalla corsa al play-in.

Tra tutti Turner si presentava come il tassello più facile da scambiare. Un lungo moderno, con un contratto abbastanza snello e funzionale per molte squadre. La reazione da stress al piede è un infortunio molto delicato, perchè potrebbe semplicemente sparire con il riposo o essere l’anticipazione di una frattura da stress, che lo terrebbe fuori per tutta la stagione. Considerando probabile la prima opzione, visto che i Pacers lo hanno messo out immediatamente per non rischiare, è plausibile che nelle prossime ore qualche squadra proverà comunque a fare un’offerta al ribasso. Se il problema dovesse risolversi infatti, Turner tornerebbe disponibile tra metà e fine febbraio.

Non sono poche le squadre accostate al prodotto di Texas, anche se la più accreditata sembra essere uscita dalla corsa. Dallas era data come la favorita numero uno, ma la crescita difensiva enorme nelle ultime settimane sembra aver spostato i radar su profili differenti da un rim-protector di questo genere. Non è detto che non possa tornare in auge nei prossimi giorni o in estate, ma ad oggi le squadre più forti su Turner sembrano essere altre.

  • Charlotte: da ormai un paio di stagioni gli Hornets continuano la ricerca di un 5 capace di adattarsi con il roster a disposizione. Quest’anno la squadra di Borrego sta ottenendo ottimi risultati, ma un profilo come quello di Myles potrebbe cambiare in maniera importante la resa di una delle peggiori difese della lega. Charlotte concede più del 64% al ferro agli avversari e viaggia con un 112.4 di defensive rating. Inserire Turner in quintetto al posto di Plumlee cambierebbe di molto le cose, e gli Hornets avrebbero gli assets a disposizione per farsi avanti seriamente. Un pacchetto con Oubre+Washington/Bouknight e una prima protetta potrebbe bastare, ma non è da escludere che possa tornare fuori anche il nome di Hayward, visto il legame con Indiana.
  • Portland: in Oregon le domande intorno alla squadra sono tante. Come gli Hornets, anche i Blazers nelle prossime ore potrebbero tentare di mettere una pezza ai problemi sotto canestro. La timeline di Charlotte è completamente diversa da quella di Portland, che già da qualche stagione si rifiuta di prendere una direzione, ed un eventuale ennesimo tentativo di spingere ancora su Lillard dovrebbe portare all’uscita di McCollum. I Blazers potrebbero muovere i contratti in scadenza di Covington e Nurkic verso Indianapolis, ma a quel punto dovrebbe come minimo aggiungere un paio di prime. In questo caso una trade a 3 sarebbe molto più probabile.

Anche Toronto sembrava interessata a Turner, e secondo alcune voci avrebbe anche discusso di un possibile scambio con Anunoby. New York è da mesi che continua ad orbitare intorno ai Pacers, ma come detto in precedenza non avrebbe più molto senso farsi avanti in questo momento per giocatori di questo tipo. Le prossime ore ci diranno se Turner traslocherà già a febbraio o se dovrà aspettare ancora qualche mese.

La saga Simmons

L’altro nome protagonista di queste settimane è sicuramente quello di Ben Simmons. Secondo Shams i Sixers potrebbero decidere di tenere Ben e di utilizzarlo come pedina di scambio nell’assalto ad una star in estate, con il nome di James Harden in cima alla lista. Le voci di un possibile addio del barba a fine stagione stanno facendo rumore, e il filo diretto con Morey metterebbe Phila in pole per la free agency, con la carta Simmons da giocarsi in una eventuale sign-and-trade.

Tornando al presente, le richieste dei Sixers sono sempre rimaste altissime. Pare che le discussioni con gli Hawks comprendessero Collins, Bogdanovic, Gallinari e un numero considerevole di scelte, oltre ad accollarsi il contratto di Harris.

L’unica squadra che sembrava disposta ad assorbire anche Harris sembrava essere Sacramento. Addirittura Keith Pompey aveva provato a buttare giù una trade con Hield, Barnes, Haliburton e due prime in cambio di Simmons, Harris e Thybulle. Rumors poi smentiti da Shams, dicendo che i Kings non avrebbero mai accettato di prendere Tobias e neanche di spostare Haliburton con una valanga di prime. Parlando proprio di Sacramento solo una settimana fa, Morey era stato abbastanza diretto: “Ci sono degli scambi con i Kings che penso potrebbero funzionare. In caso potrebbe essere un accordo a più squadre, ma ad oggi credo sia meno probabile una trade entro il 10”.

La situazione Simmons rimane completamente aperta e ci saranno certamente nuovi colpi di scena, ma nelle prossime ore anche altri nomi potrebbero cambiare città. Da tenere d’occhio i Lakers con Horton-Tucker e i Blazers con McCollum. Ad Est attenzione a Boston, Atlanta e New York, che potrebbero finire al centro di qualche scambio importante. Saranno giorni caldi, avvicinandosi sempre di più ad uno dei momenti più attesi della Regular Season.

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Francesco Perillo
Tifoso dei Knicks e appassionato di basket; sogna ancora un futuro in cui il nostro pacioccone in maglia #7 alza il Larry O'Brien davanti alle folle del Garden.