Onyeka Okongwu è il tuo giocatore preferito

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Copertina di Sebastiano Barban

Pochi giorni prima del rientro in squadra e soli due giorni prima del suo 21esimo compleanno, il padre di Okongwu è morto in seguito alle complicanze del Parkinson. Andando nell’appartamento di suo padre, a Los Angeles, Okongwu è entrato in un tunnel di ricordi. Ha trovato, tra le cose che più lo hanno segnato, un test scolastico fallito da suo fratello Nnamdi più di 9 anni prima. Nnamdi, infatti, era morto nel 2014 in seguito ad un trauma cranico conseguente ad una caduta dallo skateboard. Onyeka durante tutta la sua, seppur ancora breve, carriera cestistica ha sempre voluto ricordare il fratello, che era colui che lo aveva spinto a giocare a basket. Per questo al college indossava la #21, il numero di suo fratello, e ora, in NBA, indossa la maglia #17, l’età a cui suo fratello è morto (potete approfondire la storia su The Athletic).

Otto giorni dopo la morte del padre esordisce nella sua stagione da sophomore e un paio di partite dopo mette a referto la prima di una serie di prestazioni memorabili, facendo ritornare in mente a tutti perché era considerato da molti il miglior lungo del draft 2020.

Dal momento del suo rientro è cambiato qualcosa all’interno della squadra. Alcune partite sono state vinte grazie alla sua energia, alla sua aggressività e alla sua versatilità difensiva e al contempo comunicativa, malgrado il peso di dover sostituire un giocatore come Capela, tra i candidati al DPOY lo scorso anno.

Un difensore versatile

Alla sua terza partita dell’anno, contro i 76ers di Embiid, principale indiziato per l’MVP, Okongwu gioca 34 minuti tenendo la stella di Philadelphia a 6/17 dal campo e chiudendo con 13 punti, 3 assist e 3 stoppate.

Se l’anno scorso durante i playoff aveva sofferto la fisicità e l’esperienza di Embiid, in questa partita non gli ha concesso un singolo tiro pulito in post, dimostrando di aver sviluppato un tipo di forza molto più funzionale alla difesa in questo genere di situazioni.

Come possiamo vedere nel video qui sopra, Embiid non riesce a spostare Okongwu in nessuna occasione, dovendosi dunque accontentare di tiri più complicati e a bassa percentuale.
Nella prima clip costringe Embiid a ricevere qualche metro fuori dal pitturato, resistendo al tentativo di attacco fronte a canestro del lungo camerunense grazie all’aiuto di Collins. Con “mestiere” tiene le braccia alte cercando di evitare di fare fallo e lo costringe ad un tiro cadendo indietro a bassa percentuale. Nella seconda clip Embiid prova ad attaccarlo spalle a canestro, ma non riuscendo a spostarlo deve accontentarsi di un fade-away. Discorso simile per la terza clip.

Questa clip, invece, risale ai playoff dello scorso anno. Embiid riesce ad andare via di forza e agilità ed Okongwu non riesce a resistere e commette fallo. Ogni punto debole messo in mostra nella serie contro i 76ers agli scorsi playoff sembra essere stato limato e migliorato: la forza fisica per tenere Embiid, l’esperienza di lasciargli un mezzo passo per poterlo marcare più rapidamente su un’eventuale virata, la freddezza di non commettere fallo sulle finte. Big O sembra aver lavorato davvero sodo, malgrado l’infortunio alla spalla.

Difesa sul perimetro

Unita alla grande difesa in post, Okongwu assicura una solida difesa perimetrale che gli permette, a differenza di Capela, di accettare il cambio senza far soffrire la squadra. Come possiamo vedere nel video qui sotto, non si fa problemi a raddoppiare immediatamente Anfernee Simons (43+7 con 13/21 dal campo in questa gara) e a restare con lui per gli scivolamenti necessari a mandarlo sulla linea laterale. Una volta “ingabbiato” Okongwu è abbastanza svelto da contenere l’esterno dei Blazers per poi creare una palla vagante su cui lui stesso riesce a lanciarsi per recuperarla.

Qui sotto un’altra clip impressionante che ci mostra il suo modo di contenere e gestire la penetrazione di Tatum, che, malgrado le fatiche di quest’anno, è sicuramente uno dei migliori attaccanti della lega. Okongwu tiene sempre la distanza perfetta dalla stella dei Celtics per impedire che si prenda un tiro dal palleggio. Tatum è dunque costretto a penetrare, ma Okongwu è rapidissimo ad indietreggiare con gli scivolamenti per poi stoppare il tiro sulla tabella.

Non è raro vederlo stoppare l’esterno lanciato a canestro, riuscendo a recuperare per la chasedown.

Nella prima clip contiene la penetrazione di Maxey che riesce, con la sua agilità, a batterlo con un cambio di mano. Okongwu indietreggia perfettamente e riesce comunque a stoppare Maxey sulla tabella, girandosi molto velocemente.
Anche nella seconda clip è costretto ad inseguire. Herro riesce inizialmente a batterlo, ma la manona aperta di Okongwu gli impedisce di trovare il canestro. Terza clip, forse quella più spettacolare: Gravett lascia sul posto Delon Wright e si lancia verso il canestro, trovando, però, un muro.

La difesa su Giannis

Il mix di piedi veloci, forza fisica ed intelligenza cestistica lo rendono il giocatore perfetto per difendere su un giocatore che ha monopolizzato la lega negli ultimi anni: Giannis Antetokounmpo.

Okongwu tiene in post anche Giannis, giocatore molto più agile rispetto ad Embiid, utilizzando una strategia diversa. Non riuscendo a contenere la sua velocità lo indirizza verso il fondo per poi provare a stopparlo da dietro.

Il lungo degli Hawks è stato costretto ad accoppiarsi con il greco in una miriade di situazioni differenti: dal post, come abbiamo visto prima, al dover difendere passando sui blocchi che tentavano di creare lo spazio per la penetrazione. Anche qui si è comportato in maniera sublime dimostrando di essere, potenzialmente, il centro difensivo dei sogni.

Nella prima clip del video i Bucks hanno provato qualcosa di interessante, che porterà risultati con il proseguo della partita: portare un blocco per Giannis con, come bloccante, il giocatore difeso da Trae Young (o Gallinari più avanti, in ogni caso un giocatore facilmente attaccabile dal greco). Trae però, qui, fa un bel lavoro mettendosi sulla linea di penetrazione per rallentare Giannis e permettere ad Okongwu di sparare il tiro sopra il tabellone.

Nella seconda clip Okongwu si trova a marcare il greco in 1 contro 1, partendo dal perimetro. Sa di poterlo aspettare e indietreggia con lui, lasciando sempre la distanza giusta per evitare di essere battuto. Sul cambio di mano insicuro Big O piazza la mano e ruba palla. La terza clip è simile alla seconda, ma qui Hunter aiuta troppo, lasciando Middleton completamente solo sul perimetro. Quarta e quinta clip sono, invece, la dimostrazione che il portare il blocco forzando l’hedge and recover funziona, creando due assist da Giannis per i compagni.

A fine partita Giannis, secondo le statistiche offerte dal sito NBA, marcato da Okongwu ha concluso tirato 2/12 dal campo in 44 possessi.

La difesa in aiuto

Un aspetto importantissimo del suo gioco difensivo è la capacità di leggere la situazione e chiudere la linea di penetrazione verso il ferro con una reattività folle.

Le clip nel video qui sopra sono tante, quindi parlerò solo di un paio.
La prima, ad esempio, è impressionante: la velocità con cui si accorge che Hunter ha perso PJ Tucker, si stacca da Dedmon e inchioda il tiro di Tucker sulla tabella è fuori dal mondo. La terza clip è di nuovo interessante: OO resta attaccato a Mitchell Robinson impedendogli di ricevere un eventuale floater per poi staccarsi al momento perfetto per annientare il tentativo di schiacciata di Randle.

Qui sopra, invece, ci sono due clip che mostrano una velocità di lettura e reazione impressionante. Nella prima clip da una palla fortunosa che sembrava avere garantito due punti a Bobby Portis, ne esce fuori una stoppata, in una situazione in cui era complicato persino accorgersi che l’avversario aveva il possesso della palla. Nella seconda, invece, aiuta prima su Herro, che scarica ottimamente, e non contento salta di nuovo sul tiro di Martin stoppandolo.

Per finire il capitolo riguardante la sua difesa, vorrei snocciolare alcuni numeri che rendono meglio l’idea di quanto impattante sia questo ragazzo per la squadra. Secondo Cleaning The Glass, che non considera i minuti di garbage time, la squadra, con Okongwu in campo, concede 6 punti in meno ogni 100 possessi, costringendo gli avversari a tirare con il 4% in meno di effective field goal.

Concede il 41% dal campo agli avversari, il 62% nella restricted area (Gobert concede il 59.5% per intenderci), il 33% nel pitturato al di fuori della restricted area (Gobert il 40%), il 34% dal midrange (Gobert il 43%) e il 33% sulle triple dalla punta.

Sono numeri impressionanti per un giocatore al secondo anno che ha patito tutti i suoi problemi fisici e sono numeri che fanno sperare in un futuro roseo che lo porterà, molto probabilmente, ad essere il centro titolare degli Hawks del prossimo anno.

C’è, però, ancora margine di miglioramento e sono margini riguardanti, principalmente, l’esperienza nelle letture e la capacità di coordinare la difesa. Il fatto di avere davanti nelle rotazioni un giocatore come Capela non lo aiuta e il fatto di giocare in una squadra che non può più permettersi di perdere partire lo mette ancora più sotto pressione. L’anno prossimo, probabilmente, gli verrà dato il posto da titolare e finalmente riuscirà a mostrarci a pieno tutto il suo talento.

Dove può arrivare Okongwu in attacco?

I miglioramenti da passatore

Passiamo a guardare qualcosa del suo attacco:

Una delle principali incognite uscite l’anno scorso riguardava la sua utilità e versatilità in attacco. Sembrava un giocatore “timido”, che faceva fatica a leggere la situazione e che rischiava poco, accontentandosi di letture telefonate per non sbagliare. Sembrava prettamente un rim runner, un giocatore offensivo alla Capela, che con l’atletismo poteva creare spazio per i compagni, ma nulla di più.

Vedendo i passaggi proposti nei due video precedenti sembra, però, aver preso fiducia anche sotto questo punto di vista. I suoi assist per 36 minuti sono quasi raddoppiati a fronte dello stesso numero di palle perse sui 36 minuti.

Il suo miglior passaggio dell’anno a mio parere rimane quello nella clip qui sopra. Un mix di velocità di lettura e perfezione nell’esecuzione che lasciano completamente libero Bogdanović sul lato debole in contropiede. Peccato per il tiro sbagliato.

Questo tipo di giocate non sono comuni tra i giocatori con il suo archetipo rendendolo più intrigante tatticamente, usato nello short roll o utilizzato in giochi a 2 con l’altro lungo (Collins soprattutto).
Già solo un miglioramento sotto questo punto di vista, unito alla difesa di cui abbiamo abbondantemente parlato, renderebbe Okongwu molto molto interessante.

Ottimo rim runner

La stessa fiducia si può vedere nella grinta e nella voglia di andare a schiacciare con quanta più cattiveria possibile, come nel video qui sotto. Posso assicurare che lo scorso anno giocate del genere erano totalmente impensabili nel suo gioco.

Ora, però, sembra essere tornato a volare, come ai tempi di Chino Hills:

Chino Hills, già, perché Okongwu, durante la sua carriera, ha avuto la fortuna di trovarsi a giocare prima con LaMelo Ball e successivamente con Trae Young. Una coppia di playmaker così fantasiosi penso sia il sogno di ogni rollante. Giocare con due giocatori del genere lo ha fatto sicuramente maturare cestisticamente, rendendolo in grado di farsi trovare pronto in ogni situazione. Prendiamo il video qui sopra come esempio: su quel passaggio di Trae, per riuscire a fare una schiacciata del genere, devi saltare e saltare tanto. Per avere la certezza di riuscire a raggiungere la palla, però, devi avere la consapevolezza che quel passaggio può arrivare, perché il tuo playmaker è in grado di dartela.

Okongwu, da rollman nel pick&roll viene impiegato relativamente poco, solo 1.7 possessi a partita (Capela 2.6, Collins 2.8). In questi 1.7 possessi, però, produce 2.4 punti, convertendo i tiri con l’80% e guadagnando un fallo il 18% delle volte che viene proposta questa situazione tattica. Numeri impressionanti che lo pongono nel 90% percentile per punti prodotti.

Big O è, inoltre, sesto per punti per possesso prodotti da tagliante tra i giocatori che giocano più di 2 possessi a partita e decimo per punti per possesso prodotti da rimbalzo offensivo. Numeri interessanti che lo pongono tra i migliori lunghi capaci di fare sportellate sotto canestro.

Un tocco sopra la media

L’arsenale offensivo di Okongwu potrebbe, in futuro, ampliarsi aggiungendo un tiro dalla media e un gioco in post facilitato da una sensibilità sicuramente migliore rispetto al classico rim runner.

Al college tirava i liberi con il 72%, su oltre 5 tentativi. Questa stagione sta tirando con la stessa percentuale, su 2.5 tentativi a partita. Sono percentuali molto superiori a quelle di un giocatore come Capela (53% in carriera, 46% quest’anno) e lo avvicinano ad un giocatore come Zubac (76% in carriera, 74% quest’anno) che, però, è un atleta completamente diverso rispetto ad Okongwu.

Zubac, a mio parere, potrebbe essere un buon parametro di confronto per quanto riguarda il tocco di OO. Il centro croato ha diverse soluzioni per concludere a canestro: può segnare dal post con un gancio, può tirare dal midrange se lasciato libero, può segnare qualche floater, occasionalmente. Questo è ciò a cui, a mio parere, Okongwu deve ambire per il suo sviluppo offensivo nei prossimi anni.

Il suo futuro sembra essere roseo e, partita dopo partita, sta facendo pentire chi lo ha passato in sede di draft, soprattutto se si è optato per scegliere un altro lungo al posto di lui (nessun dirigente dei Golden State Warriors è stato maltrattato durante la stesura di questo articolo).

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Matteo Berta
Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.