Preview Pelicans-Spurs 2021/22: scontro a sorpresa

Spurs Pelicans preview
Copertina di Nicolò Bedaglia

Pelicans e Spurs arrivano al play-in dopo due stagioni quasi diametralmente opposte. I primi, dopo l’inizio terrificante da 4 vittorie e 20 sconfitte, si sono rialzati e hanno rinforzato la squadra alla trade deadline, con l’intento sia di andare a competere sia per far vedere a Zion che esiste un progetto.

Gli Spurs, invece, sono approdati al decimo posto in modo un po’ inaspettato: nessun tifoso si sarebbe lamentato di una loro possibile esclusione dalla postseason ma ora sono qui, dimostrando ancora una volta una capacità di sviluppo ottima dei giovani e di avere in panchina uno dei migliori allenatori della storia del gioco.

I Pelicans si presentano a questo partita costretti a vincere per tentare di assicurarsi un briciolo di speranza in più per poter firmare Zion, dall’altra parte San Antonio giocherà con la consapevolezza che viste le aspettative non c’è nulla da perdere, anzi solo esperienza guadagnata.

Tre punti chiave della gara

Gli energy guy dei Pelicans

Uno dei motivi per cui i Pelicans si trovano a un passo dalla postseason e possono strappare la vittoria contro gli Spurs non è solo da ricercare nel talento di McCollum ed Ingram, ma anche e soprattutto nell’energia e combattività dei vari role player.

Il primo della lista è sicuramente Jose Alvarado, rookie ex Georgia Tech, che ultimamente è sulla bocca di metà NBA grazie alle sue rubate sulle rimesse da fondo campo.

Non è solo un meme, Alvarado è un maestro nel rubare palla agli avversari, sembra che nessuno si accorga della sua presenza e poi casualmente arriva e tocca il pallone.

In queste due clip si vede benissimo questo genere di situazione: Dunn e poi Belvins stanno palleggiando senza troppe preoccupazioni, convinti di non avere avversari vicini a loro, ma poi arriva improvvisamente Jose da dietro che ruba palla facendo partire un contropiede o, semplicemente, garantendo un possesso in più.

L’altro giocatore che in una singola partita potrebbe far la differenza per i Pelicans è un altro rookie: Herbert Jones. Il prodotto di Alabama, scelto alla #35 dello scorso draft, ha trovato fin da subito minuti alla corte di Green grazie alle sue impressionanti doti difensive.

Fino ad ora in stagione ha rubato 128 palloni (terzo nella lega) e deviato – secondo i dati ufficiali della NBA – addirittura 243 passaggi (terzo, di nuovo, in tutta la NBA): statistiche veramente impressionanti, soprattutto per un rookie scelto al secondo giro.

L’impatto di Herbert Jones in difesa si può vedere senza troppi sforzi in ciascuna partita: qui, ad esempio, dopo essere stato battuto non si ferma, ma ruota, recupera e infine stoppa il tiro da tre.

Nel video seguente, invece, si può notare quanta differenza ci sia quando è Jones a marcare il miglior esterno avversario e quando – a causa di cambi forzati e blocchi – ci finisce qualcun altro, come succede qui con C.J. McCollum.

L’ultimo della lista è Larry Nance Jr, arrivato insieme a McCollum da Portland. Nonostante Nance abbia giocato solo 9 partite in maglia Pelicans, il suo contributo potrebbe essere fondamentale per poter strappare l’ultimo biglietto per la postseason.

L’ex Portland è un coltellino svizzero: atletico, capace di allargare un minimo il campo e dotato anche di buone qualità difensive, insomma tutte cose di cui i Pelicans hanno bisogno per vincere.

Go-to-guy cercasi

Gli Spurs sono la squadra del collettivo e del gioco corale per antonomasia. In questa stagione di crescita e sviluppo ne hanno dato ulteriore prova, finendo secondi per assist per partita nella lega (27.9) e stabilendo il nuovo record NBA per AST/TOV (2.197).

Oltre all’ovvia predilezione dello staff per uno stile di gioco simile, questa coralità è servita anche a suddividere più efficacemente il carico di lavoro, non potendo far affidamento su una stella nel senso più classico del termine. Basti pensare che ben otto giocatori hanno terminato la stagione andando in doppia cifra per punti a partita di media.

Nei momenti più tesi e più importanti di una gara o di una stagione, è però importante avere un giocatore di riferimento a cui dare la palla. Gli Spurs generalmente si sono affidati a Dejounte Murray e Keldon Johnson in questa stagione ma, considerando il clutch time (ultimi 5 minuti e massimo 5 punti di differenza), i due sopraccitati hanno tirato rispettivamente col 43.2% (49.7% TS) e 27.3% (36.2% TS) dal campo.

I campioni sono piccoli, ma l’assenza di un punto di riferimento in queste situazioni è evidente. Dejounte Murray è un giocatore abbastanza prevedibile per quanto riguarda le zone di campo che andrà ad utilizzare ed è quindi relativamente facile per una difesa adattarsi alla “Dejounte-ball” nel clutch time.

Keldon Johnson semplicemente non sembra ancora pronto per certe pressioni e certe responsabilità. In una gara singola, di una certa importanza e che potrebbe risultare tirata, questa mancanza nell’organico dei texani potrebbe essere cruciale, facendo pendere la bilancia verso i Pelicans.

Gregg Popovich

Lo staff e la preparazione tattica della squadra sono certamente meno rilevanti in una gara singola rispetto a quanto lo siano in una serie o un’intera run playoff. In 48 minuti può succedere tutto e il contrario di tutto e ogni preparazione può andare in fumo per un piede su una linea o un pallone che sfida la gravità, rimbalzando svariate volte sul ferro prima di entrare.

I Pelicans arrivano a questa gara con un record migliore e forti di una buona seconda parte di stagione ma, se c’è un fattore che può colmare il gap tra gli Spurs e i Pelicans, quello è Gregg Popovich.

Gli Spurs sono arrivati a questo play-in quasi inaspettatamente, con un roster solido ma non straordinario, guidati sul campo da una stellina fatta in casa e quasi improvvisata. La differenza l’ha fatta l’allenatore (e lo staff), capace di imprimere comunque una chiara idea di gioco e di creare una squadra funzionante, nei limiti del personale a disposizione.

Per quanto Willie Green si stia dimostrando un buon allenatore, gli Spurs hanno un vantaggio dal punto di vista tattico. È inutile star qui a snocciolare le vittorie e i record di Popovich, ma nella sua lunga carriera ci ha abituato a grandi imprese e ci ha stupiti innumerevoli volte. Nonostante l’età, potrebbe farlo ancora una volta.

Pronostici

Andrea Poggi: Sulla singola gara tutto può succedere, anche se vedo i Pelicans favoriti. Jones può essere un fattore sulla metà campo difensiva andando a limitare Murray, mentre in attacco molto passerà da Ingram e C.J. Sul primo in particolare c’è da tenere un occhio di riguardo, essendo alla prima vera grande prova in post season da primo violino (dato che Zion è assente).

Se Ingram riuscirà a prendersi tiri ben ponderati e non giocare unicamente di isolamenti, allora le chance dei Pelicans aumenteranno drasticamente. 

Emiliano: Anche io vedo i Pelicans leggermente favoriti. Hanno un roster molto solido e il poter contare su dei giocatori come McCollum e Ingram potrebbe essere fondamentale nei momenti cruciali della gara. D’altro canto, gli Spurs non partono battuti in partenza poiché hanno comunque un buon collettivo guidato da un genio del basket.

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Andrea Poggi
24 anni, istruttore di minibasket e appassionato di fotografia. Tifoso Lakers dalla nascita per fare un torto al padre tifoso Celtics, segue anche i Pelicans a causa di Lonzo Ball.
Emiliano Naiaretti
Spurs, GLeague and draft @TheShotIT | Draft inebriated but lazy writer | Natural & environmental sciences (ANGRY) student