Preview Cavaliers-Hawks 2021/22: la notte della verità

Preview Hawks Cavs
Copertina di Marco D'Amato

Gli americani amano definire questo tipo di match come win or go home e, di fatto, è la descrizione perfetta da dare all’incontro tra Cleveland Cavaliers e Atlanta Hawks. Per le due franchigie che si sfideranno al Rocket Mortgage FieldHouse è arrivato il punto di non ritorno, o se preferite la notte della verità.

Nella partita secca di venerdì notte le due compagini si giocheranno il proseguimento della loro postseason, con in palio per la vincitrice un biglietto di prima classe per sfidare i Miami Heat al primo turno dei playoff.

I Cavaliers vengono da una sconfitta – dura ma prevedibile – contro i Brooklyn Nets, dove si sono dimostrati incapaci di resistere ai colpi del redivivo Kyrie Irving e di un Kevin Durant formato MVP. Gli Hawks invece sono reduci dalla vittoria tutto sommato agevole contro gli Hornets di LaMelo Ball, che di certo non può fare altro che bene al morale di Trae Young e compagni.

Entrambe le squadre però arrivano a quella che potrebbe essere l’ultima partita della stagione con ambizioni e aspettative ben diverse.

Atlanta, guidata da Young, vuole arrivare ai playoff per dimostrare che le finali di Eastern Conference dello scorso anno non sono state un caso, e che questo core può ancora dire la sua in una Eastern Conference sempre più combattuta. Per Cleveland invece sarebbe la coronazione di una grande annata, nella quale ha anche ospitato l’All-Star Weekend stagionale.

Nonostante gli infortuni, la netta crescita di Garland e la scelta di Evan Mobley al draft hanno contribuito alla rinascita della franchigia che fu di LeBron James: infatti, dovessero vincere, questa sarebbe la prima apparizione dei Cavs ai playoff dal 1998 senza il nativo di Akron a roster.

Nelle gare di regular season tra Hawks e Cavaliers il punteggio vede avanti la franchigia di Trae Young per 3-1, anche se le due squadre si sono affrontate in momenti peculiari delle rispettive stagioni.

Tre punti chiave della partita

La presenza di Jarrett Allen

L’intera analisi della sfida tra Cleveland ed Atlanta non può prescindere dalla presenza o meno di Jarrett Allen. Come precedentemente discusso nella preview di Nets-Cavaliers, il ruolo dell’ex Brooklyn nella rotazione della franchigia dell’Ohio è fondamentale; in questa gara secca, poi, la sua presenza rischia di essere decisiva.

Per capire quanto Allen sia importante nelle rotazioni di coach Bickerstaff è sufficiente osservare le prestazioni dei Cavaliers nell’ultimo match. In quel di Brooklyn, i Nets hanno dominato la sfida a rimbalzo, complici le prestazioni decisamente anonime di Markkanen e del resto del frontcourt di Cleveland nella protezione del canestro e, in generale, nel pitturato.

In particolare, poi, le combinazioni di Brown e Claxton nei possessi decisivi hanno messo la ciliegina sulla buona prestazione della squadra di Nash, sfruttando l’assenza di un rim protector nell’area dei Cavaliers e la scelta (obbligata) di raddoppiare continuamente sulle due fonti inesauribili di Brooklyn, ossia KD e Uncle Drew.

Se i vari Drummond e Claxton hanno avuto vita facile sotto il tabellone, nulla ci vieta di pensare che anche Capela possa fare una prestazione monstre contro la non-difesa del pitturato dei Cavaliers. Già contro gli Hornets, altra squadra con la disperata necessità di un rim protector, lo svizzero ha concluso la partita con 15 punti, 17 rimbalzi e 3 stoppate.

La possibile assenza di Allen, ad oggi dato come “probabile al 50%”, e la conseguente partecipazione più attiva di Capela nell’attacco degli Hawks, costringeranno inevitabilmente la difesa di Cleveland ad attuare una scelta drastica negli schemi difensivi, magari cercando di intasare l’area per limitare l’asse Young-Capela (uno dei più prolifici in stagione), rendendosi però decisamente più vulnerabile al tiro dalla lunga distanza.

Nel corso della regular season, Cleveland si è attestata tra le migliori franchigie nel difendere sul perimetro e nel contestare i tiri da tre (quinti nella lega); per completezza, però, va ricordato che, nelle precedenti sfide stagionali tra le due franchigie, gli Hawks hanno sempre segnato almeno quattordici triple, spesso frutto di prestazioni irreali dello stesso Trae.

Come difendere Trae Young?

Il game-plan difensivo di coach Bickerstaff, complice anche l’incertezza circa lo status fisico di Allen, verterà (e ci mancherebbe) sulla presenza sul parquet di Young.

Se da un lato le sfide in regular season tra le due franchigie ci hanno dimostrato come la single coverage di Okoro non sia sufficiente per limitare l’ex Sooners, dall’altro i Cavs possono rincuorarsi prendendo coscienza del fatto che, a differenza di Brooklyn, Atlanta non ha una grossa disponibilità di creatori primari dal palleggio e, soprattutto, non hanno giocatori capaci di polarizzare l’attacco come Irving e Durant.

Dunque, non dovremo (e dovremmo) sorprenderci nel vedere frequenti raddoppi della difesa di Cleveland sul nuovo villain del Madison Square Garden per levargli la palla dalle mani. Ecco, visto lo storico di Young nei match contro i Cavs, togliergli la palla dalle mani potrebbe essere l’unico modo per arginarlo.

Nei quattro incontri di regular season, il prodotto dei Sooners ha letteralmente dominato: 32.5 punti (con il 41% dall’arco e il 46% dal campo) e 9 assist di media.

A complicare la faccenda per la difesa di Bickerstaff potrebbe giocare un ruolo fondamentale la rivedibile prestazione al tiro di Ice Trae della scorsa notte contro gli Charlotte Hornets. Vero che ha prodotto, comunque, 24 punti ed 11 assist, trovando il modo di consolidare l’asse con Capela, però è altrettanto vero che ha faticato sia dall’arco (1-7) sia dal campo (8-24).

Quindi, perché complicare la faccenda se Young ha tirato male contro gli Hornets? Perché, dopo che abbiamo imparato a conoscere il tipo di giocatore, la sua tenuta mentale e il suo “alimentarsi” del sentimento degli haters – vero, New York? – possiamo tranquillamente dire che scenderà sul parquet con una leggera voglia di rivalsa.

Esiste, però, anche il rovescio della medaglia: è possibile che, vista la fatica al tiro della scorsa partita, Young si senta spinto a strafare, aumentando considerevolmente il volume di tiri e, quindi, anche le possibilità di sbagliare.

Il tiro dall’arco e la difesa in questa situazione

L’ultimo punto cardine che abbiamo preso in considerazione è un dato statistico, che più che da analizzare è da considerare come una possibile chiave di lettura del match.

Gli Hawks sono secondi in NBA per percentuale da tre punti, nonostante non siano tra le franchigie che tirano di più dall’arco e, infatti, sono solamente undicesimi per punti prodotti fuori dall’area.

I Cavs, come abbiamo già detto, sono tra le migliori franchigie nel difendere sui tiri dall’arco e, infatti, si trovano al quinto posto in questa particolare classifica; però, nelle quattro precedenti sfide con Atlanta ha subito sempre un minimo di quattordici triple.

Possiamo dire che, in definitiva, gran parte del match girerà attorno alla vena realizzativa degli Hawks da oltre l’arco e nella capacità degli uomini di Bickerstaff di imbrigliare Young e non concedere triple ad alto coefficiente di realizzazione.

Pronostici

Matteo Berta: Come ho detto nella scorsa preview, per gli Hawks molto si svilupperà attorno alla capacità di accendersi durante le gare che contano di Trae Young, e Atlanta dovrà mettere in campo ogni goccia di esperienza maturata dallo scorso anno. Sarà bello vedere la sfida tra una star affermata come Young e una star emergente come Garland.

Luca Franzoni: Una disfatta, 114-89 Hawks.

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