Preview Clippers-Pelicans 2021/22: l’ultima chance

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Copertina di Marco D'Amato

La gara di stanotte deciderà chi tra Pelicans e Clippers si aggiudicherà il privilegio- si fa per dire- di accedere ai Playoff per sfidare i Phoenix Suns al primo turno.

Nelle quattro gare precedenti della stagione regolare il bilancio è di 3 a 1 per i Pelicans, gare che però contano poco dato che le squadre ora si presentano a questa seconda gara di post season con roster ben diversi.

Per i Pelicans questa è un’occasione d’oro per conquistare i Playoff, dando ancora più senso alla trade per McCollum e mandando un segnale forte a Zion Williamson. I Clippers hanno motivazioni di diversa natura, in quanto 4 partite contro la squadra più forte della lega potrebbero aiutare a capire cosa va corretto durante l’offseason, in vista della stagione 2022-23, che vedrà la squadra di Ballmer tra i favoriti assoluti.

Vediamo insieme quali saranno i leitmotiv della partita.

L’attacco dei Pelicans

I Pelicans se vorranno strappare la vittoria contro i Clippers dovranno attaccare e sfruttare i tre terminali offensivi principali – McCollum, Ingram e Valančiūnas – alla perfezione, quasi come fatto nella partita contro gli Spurs dove CJ da solo nel primo tempo ha segnato ben 27 dei 32 punti totali.

I Pelicans hanno la fortuna di avere due giocatori capaci di giocare su tre livelli (3 punti, midrange e ferro) molto bene ed un terzo, ovvero Jonas, che è in grado non solo di giocare spalle a canestro, ma anche di aprire il campo e creare spazi. Willie Green dunque dovrà sfruttare al massimo la varietà di soluzioni che i suoi giocatori possono offrirgli coinvolgendoli sia in collaborazioni più semplici come pick and roll sulla palla, che attivazioni lontano da essa.

Ovviamente il fine ultimo di queste collaborazioni è quello di creare un qualsiasi vantaggio, come ad esempio un mismatch. Nella gara contro San Antonio infatti, si è vista questa tendenza nel voler cercare un anello debole da attaccare.

Nella clip seguente vediamo come Herbert Jones porti un blocco ad Ingram proprio per far cambiare gli Spurs, una volta fatto NOLA esegue uno spain pick and roll che permette ad Ingram di attaccare il ferro con facilità.

La clip seguente presenta una situazione analoga alla prima, solo che questa volta è CJ ad attaccare il ferro. Importante notare anche la posizione profonda di Valančiūnas contro Tre Jones.

Qui, invece, CJ viene attivato da un pin-down da parte di Jonas, Richardson rimane dietro quel tanto che basta per permettere all’ex Portland di mettere palla a terra e attaccare.

I Pelicans non si dovranno però accontentare di attaccare a metà campo e basta, i Clippers sono una squadra profondamente diversa dagli Spurs: navigata e molto più rognosa e, soprattutto, che al completo non sarebbe a giocarsi l’accesso ai playoff. Per questo NOLA deve dar di nuovo prova di avere una difesa solida – nella gara contro gli Spurs sono arrivati 19 punti da palle perse – e cercare di sfruttare i buoni possessi difensivi per creare facili occasioni in attacco.

La condizione fisica dei Clippers

Possiamo trovare diversi motivi per spiegare la sconfitta di LA di mercoledì notte, ma la cosa che in assoluto ha messo più in crisi i Clippers è stata una peggiore tenuta fisica rispetto a quella degli avversari.

Ne avevamo parlato nella puntata di preview di Fun Guys, esprimendo i nostri dubbi sulle possibilità di alcuni giocatori di affrontare un minutaggio elevato in una partita coi ritmi di Playoff: nelle 5 partite di rientro dallo stop di più di tre mesi, George ha giocato 30 minuti di media, senza mai andare oltre a un minutaggio prefissato dallo staff medico. Stessa storia per Powell, che nelle sue 2 partite di fine regular season ha giocato 22 e 23 minuti, e che è sembrato in estrema difficoltà nello scivolare lateralmente in difesa.

Riguardando la partita la cosa è apparsa ancora più evidente: dopo un primo quarto di grande intensità, la lucidità di diversi giocatori Clippers è iniziata a calare, fino ad arrivare all’ultimo periodo di gioco, una vera e propria tragedia per quanto riguarda l’esecuzione offensiva e l’aggressività nel puntare i punti deboli della difesa avversaria.

Tra le tante azioni simbolo di quanto detto, è particolarmente emblametica l’azione conclusa con una palla persa di Reggie (3 delle sue 5 sono arrivate nel quarto quarto).

Dopo una serie di blocchi in punta ad inizio possesso, PG ottiene il mismatch migliore che potesse desiderare, ritrovandosi marcato da Naz Reid. Nonostante la decina abbondante di secondi ancora sul cronometro, PG rimane in angolo, senza sprintare verso la palla per attaccare il cambio, e lascia la patata bollente nelle mani di Reggie, anche lui con un palese deficit energetico. Il risultato è una palla persa.

Così come la stanchezza ha influito sull’esecuzione offensiva, anche l’altra metà campo è stata pesantemente penalizzata.

La difesa dei Clippers in questo momento della gara è una variazione della drop coverage con Zubac molto amata dallo staff tecnico di Lue: la base è appunto la difesa di contenimento del pick and roll, ma quando la guardia sfrutta il blocco e attacca il canestro arriva un cambio (late switch), ma solo dopo un paio di palleggi. La chiave è proprio il tempismo di quel cambio, dettato dalla profondità raggiunta dalla guardia. Russell sa tutto questo, anche perché nell’azione precedente i Clippers hanno disinnescato perfettamente un pick and roll di Edwards: fa finta di attaccare per poi mandare a segno uno step-back.

Se da un lato va riconosciuta la consapevolezza di D’Lo, dall’altro emerge una difesa di George inaccettabile: non lotta per passare sul blocco, cambia con troppo anticipo e lascia l’attaccante completamente libero, per un canestro che ipoteca la partita.

Ci sono pochi dubbi che questi errori siano stati dettati dalla stanchezza: George è (tuttora) un difensore eccezionale, ed anche nel finale di partita ha alternato possessi difensivi straordinari; ma allo stato attuale la condizione fisica dei Clippers non è adeguata a reggere questo tipo di intensità per 40 minuti.

Presa consapevolezza di questo, non resta che provare a immaginare come cercherà di ovviare Lue a questo problema. Una soluzione immediata potrebbe sfruttare di più la profondità del roster: Mann (15 minuti per lui mercoledì), Coffey (0); i Clippers hanno nelle retrovie due giovani ali che si sono dimostrate pronte durante il corso della stagione regolare, e dargli più minuti aiuterebbe sicuramente a mantenere alta l’intensità e la fisicità della squadra durante i 48 minuti.

Pronostici

Andrea Poggi: Per i Pelicans questa è una partita nettamente più difficile della precedente, davanti hanno una squadra avversaria esperta e costruita in modo adatto al basket odierno, le chance di vincere sono estremamente ridotte. Oltre ai meriti che giustamente devono essere attribuiti agli avversari è giusto dire che NOLA presenta un roster con diverse carenze e punti di domanda: offensivamente molti giocatori che hanno minuti – Herbert Jones, Marshall e Murphy – sono limitati, idem in difesa per quanto riguarda Graham che contro gli Spurs ha giocato solo 7 minuti. Insomma, i Clippers possono far leva su diversi punti deboli della squadra della Louisiana per poter vincere.

Lorenzo Pasquali: i Clippers hanno forse qualche motivazione in meno rispetto agli avversari, ma giocare in casa dovrebbe quantomeno aiutarli a pareggiare l’intensità emotiva. A pari condizioni ho pochi dubbi nel definire i Clippers la squadra migliore, ma la tenuta fisica dei giocatori principali della rotazione mi preoccupa abbastanza. A meno di blowout, i Clippers la porteranno a casa solamente se George e Jackson riusciranno a conservare un briciolo di energia per il rush finale.

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Andrea Poggi
24 anni, istruttore di minibasket e appassionato di fotografia. Tifoso Lakers dalla nascita per fare un torto al padre tifoso Celtics, segue anche i Pelicans a causa di Lonzo Ball.
Lorenzo Pasquali
Ha deciso di esplorare nuove vette del masochismo iniziando a tifare Clippers e Fortitudo. Le notti sogna un universo parallelo in cui CP3 e Griffin vincono il primo Larry OB della franchigia.