Mitchell-Barrett, destini incrociati?

Donovan Mitchell Knicks
Copertina di Valentino Grassi

L’estate 2022 non è stata sicuramente una delle più memorabili della storia NBA. Passata la trade Gobert, gli ambienti della lega non si sono scaldati granché nelle settimane successive, lasciando dei punti di domanda solo su alcuni capitoli in sospeso. Una volta sistemate le questioni Irving e Durant, la calma è diventata ancora più piatta, con il nome di Donovan Mitchell come unico tassello davvero in bilico.

C’è un filo che lega Minneapolis, Salt Lake City e i distretti della Grande Mela. Un filo così resistente che potrebbe aver cambiato, o meglio bloccato, i programmi a breve e lungo termine di non poche franchigie. Un filo che in questo momento si trova nelle mani di Danny Ainge e Leon Rose. Se il primo ha tutta la volontà del mondo di renderlo ancora più robusto, il secondo vorrebbe trovare il modo di spezzarlo a suo favore. Ecco perché il destino di Mitchell potrebbe impattare duramente non solo su Jazz e Knicks, ma anche su tutte le altre 28 squadre NBA.

Il rinnovo di RJ

Partendo dalle ultime notizie, è arrivata l’ufficialità dell’estensione contrattuale di Barrett con NY. Quadriennale con base fissa a 107 milioni, che potrebbero salire fino a 120 totali. Nessuna opzione sull’ultimo anno, con RJ che diventerebbe unresticted free agent nel 2027.

Cifre importanti che lo portano a diventare il giocatore più giovane nella storia dei Knicks a firmare un contratto di questa portata. Inoltre, si rompe definitivamente la maledizione di Charlie Ward, che dal 1999 era rimasto l’ultimo giocatore scelto al primo giro rinnovato da New York. Se pensiamo che in quell’anno RJ non era neanche nato, capiamo meglio il delirio che sono stati gli ultimi due decenni a Manhattan.

Come impatta questa mossa sulla trattativa Mitchell? I rumors sono molto discordanti tra loro, ma sembra che nelle ultime settimane il nome di Barrett sia davvero finito sul tavolo dei discorsi con Utah. Woj ha riportato di una deadline fissata da Rose per lunedì sera. Senza un accordo per la trade i Knicks avrebbero messo a punto il rinnovo del canadese, poi avvenuto. Delle tempistiche parecchio strane, considerando che la data limite per l’estensione era fissata tra un paio di mesi, mentre l’inizio del training camp dei Jazz non è affatto imminente.

Che si parli di leverage o meno, Shams ha poi aggiunto che l’ultima offerta rifiutata da Ainge comprendeva RJ e due prime non protette. Se è vero che la firma di Barrett complica le discussioni, è altrettanto vero che tecnicamente non toglie il giocatore dal tavolo.

Non è previsto nessun blocco semestrale su eventuali trade con rinnovi di questo genere, ma solo la famosa Poison Pill restriction. Questa clausola si attiva quando una squadra estende un giocatore ancora all’interno del rookie-contract, ma prova a scambiarlo prima che scatti realmente il rinnovo firmato. Il nuovo quadriennale di RJ infatti avrà inizio nella stagione 2023/24, e per questo motivo la “pillola avvelenata” sarà attiva fino al prossimo luglio.

Ma cosa comporta realmente la Poison Pill? Molto semplicemente se i Knicks inserissero oggi RJ nello scambio, per i Jazz non peserebbe solo i 10.9 mln del suo contratto 22/23, ma entrerebbe nel payroll facendo una media tra i 10.9 e le cifre dei quattro anni del rinnovo firmato, 26,75 x 4. Per New York uscirebbero 10.9 mln, mentre per Utah ne entrerebbero circa 23.6.

La Poison Pill è studiata per “difendere” i giocatori che hanno appena messo la firma sul loro primo contratto standard, ma allo stesso tempo lascia aperta una porta per la franchigia. Nella storia ci sono stati 179 giocatori con la Poison Pill attiva per una stagione. Di questi solamente uno è finito in una trade durante il periodo della clausola: Devin Harris nel 2008. C’è anche da aggiungere che il contratto firmato da Harris fu da circa 8 mln/a, quindi la differenza in entrata per i Nets fu abbastanza ininfluente. Niente a che vedere con quella eventuale di RJ, che sarebbe storica per il sistema.

Lo schema di Bobby Marks fa capire bene come la trade sarebbe molto più complessa. I Knicks farebbero fatica ad inserire anche il contratto di Fournier, ad esempio, e dovrebbero trovare una terza squadra. Allo stesso tempo i Jazz si troverebbero uno spazio ingombrante per la stagione in corso, ma l’eventuale mancato arrivo di uno tra il francese e Randle potrebbe anche portare Ainge a spingere per una situazione di questo tipo, nonostante la Poision Pill.

Le altre strade aperte

Spostandoci di più verso casa Mitchell, sembra non esserci nessuna volontà da parte del giocatore di forzare la mano per la cessione. A parte qualche “indizio social”, tra cui la modifica della bio di twitter, il massimo a cui si è arrivati al momento è la lista delle possibili destinazioni preferite dal nativo di Elmsford: Knicks, Nets e Heat. Niente di nuovo, considerando che il legame con New York e Miami lo ha portato ad essere accostato a queste squadre già da mesi.

Mettendo da parte i Nets per ovvi motivi, neanche gli Heat sembrano potersi avvicinare alle richieste di Utah. I rumors vari hanno più volte inserito tra le pretendenti anche Cavs, Wizards e Hornets, con la prima che si sarebbe poi defilata. Considerando l’impossibilità dei Wizards di inserire più di due prime, solo Charlotte sulla carta potrebbe apparire una concorrente quantomeno credibile per New York nella corsa a Mitchell.

Ainge sta provando a coinvolgere altre squadre ma, nella realtà dei fatti, Barrett o meno, solamente i Knicks hanno davvero gli asset richiesti dai Jazz. Giovani ancora nel contratto da rookie (Grimes, Quickley, Toppin, McBride, Reddish), molte prime a disposizione e dei filler facilmente inseribili come Rose e Fournier.

Le prime scelte scambiabili a disposizione dei Knicks, a cui si aggiungono i possibili swap.
Le prime scelte scambiabili a disposizione dei Knicks, a cui si aggiungono i possibili swap.

La lotta serrata tra le parti va avanti ormai da settimane, e la sensazione è che ci sarà un dentro o fuori definitivo prima del training camp. La vera questione di fondo sembra essere sempre il numero di scelte non protette richieste. I Knicks non si sono spostati dalle due prime scoperte più un altro paio con protezione, mentre la richiesta di Utah sembra essere di almeno quattro prime non protette. Una combinazione con Grimes+Fournier+Toppin e il numero di scelte citato sarebbe probabilmente l’offerta perfetta nei desideri dei Jazz. Un prezzo altissimo tenuto valido dalla trade Gobert, che potrebbe davvero aver drogato il mercato per parecchio tempo.

Ecco perché l’inserimento di una terza squadra nello scambio potrebbe facilitare le cose, con i Lakers in prima linea. Si è parlato più volte dell’interesse di Pelinka per Reddish, con un accordo sfiorato alla scorsa deadline. Se è vero che Ainge guarda con molto interesse alle due prime a disposizione di LA, non è escluso che si possa trovare una chiave per sbloccare lo scambio. Il tutto si aggiunge ai report di Stein di un mese fa su un possibile scambio Randle-Westbrook, con il secondo che verrebbe poi tagliato da New York.

I dubbi su come potrebbe diventare il roster dei Knicks se la trade Mitchell andasse in porto sono molti. Immaginarlo insieme a Brunson, Barrett e Randle è improbabile e farebbe venire gli incubi al sottoscritto e a gran parte della tifoseria di New York. Motivo per cui, se gli incastri non fossero automatici, si dovrebbe fare di tutto per trovarli.

La reale strategia di NY potrebbe essere quella di aspettare ancora e far capire che anche un’offerta al ribasso sarebbe più appetibile per Utah rispetto a dei tentativi da parte di altre franchigie. Un modo per girare un coltello che lo stesso Ainge non ha mai avuto realmente tra le mani, non essendo riuscito a scatenare un’asta. Nel caso la posizione dei Jazz non dovesse cambiare, le probabilità di vedere Mitchell a Salt Lake City per il training camp si alzerebbero in maniera importante.

Tante chiacchiere e ben poche certezze. L’unica realtà ad oggi è il rinnovo di RJ, ma se il suo destino e quello di Spida si incroceranno davvero lo scopriremo solo nelle prossime settimane.

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Francesco Perillo
Tifoso dei Knicks e appassionato di basket; sogna ancora un futuro in cui il nostro pacioccone in maglia #7 alza il Larry O'Brien davanti alle folle del Garden.