Le 5 squadre con più spazio salariale in Free Agency

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Copertina di Nicolò Bedaglia

Per quanto le finali siano ancora in divenire, la maggior parte delle squadre NBA è già proiettata alla prossima sessione di mercato. Una prima data chiave è il 29 luglio, giorno del draft. Molte franchigie proveranno a muoversi in anticipo, soprattutto le squadre che hanno un roster giovane e stanno lavorando per il medio-lungo termine. Passato questo evento, si potrà capire meglio chi saranno i principali protagonisti della prossima free agency, ma ad oggi si possono già delineare alcune delle squadre che saranno verosimilmente più attive. San Antonio, Oklahoma City e New York sono i capofila e, dietro di loro, le varie Memphis, Charlotte, Dallas, Chicago, Miami e Toronto hanno tutte delle carte da giocarsi.

Se quest’ultime due sono piene di contratti che possono tagliare in caso di necessità, le situazioni di Mavericks e Bulls risultano uguali ed opposte. Entrambe dipendono da cosa decideranno di fare con il loro free agent di punta, in un caso Tim Hardaway Jr, nell’altro Lauri Markkanen. Per il finlandese pare sia arrivato il momento di cercare una nuova casa dopo un’esperienza che non ha rispettato le aspettative. Per quanto riguarda Hardaway è più probabile una conferma. La serie contro i Clippers ha mostrato come il suo profilo si sposi bene con quello di Dončić, e data la penuria di alternative credibili, Dallas con ogni probabilità investirà su THJ cercando di levarlo dal mercato il prima possibile.

Date queste premesse, è giunto il momento di buttarsi nell’analisi delle 5 squadre con più margine di manovra per questa estate.

I San Antonio Spurs

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Gli Spurs arrivano a questa finestra di mercato con 8 giocatori sotto contratto, e tutti piuttosto giovani. Il veterano del gruppo, ad oggi, sarebbe Derrick White che ha appena 27 anni. Dietro di lui, si sprecano i nomi di giovani talentuosi, ma a questa rosa manca evidentemente la potenziale stella. Tale mancanza si proverà a colmarla via draft, ma data la posizione a fine lottery è difficile pensare che gli Spurs possano mettere le mani su un giovane con potenziale da stella e capacità di prendersi i compiti di creatore fin dal primo minuto nella lega.

Per questo motivo è realistico pensare che DeRozan possa tornare nei ranghi dei nero-argento. Il suo ingombrante cap-hold non lascia scampo agli Spurs: con molta probabilità lo rifirmeranno velocemente, o rinunceranno ai suoi diritti per poter operare sul mercato con maggiore libertà.

Per Gay e Mills la situazione è agli antipodi. L’australiano è una colonna portante dello spogliatoio, mentre Gay pare non poter più offrire un impatto positivo nella lega.

Se DeRozan dovesse rimanere, con un contratto nell’orbita dei 20/25 milioni annui, e con Mills sui 7/8, gli Spurs avrebbero quasi 20 milioni da investire. Chi potrebbe essere un loro obiettivo? Difficile a dirsi. La folta schiera di giocatori nel pacchetto esterni fa pensare che si possa investire per un 3/4 di esperienza in grado di aprire il campo con il tiro da 3, e un centro che si possa alternare con Pöltl. Dieng potrebbe tornare utile dopo gli sprazzi positivi nel finale di stagione, e nel caso potrebbe venir confermato al giusto prezzo.

Gli Oklahoma City Thunder

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I Thunder al momento hanno 7 giocatori a roster, più altri 4 che hanno contratti non garantiti per la prossima stagione. Dei 64 milioni attivi per i suddetti 7, la metà sono impegnati per Kemba Walker, arrivato dai Celtics in cambio di Al Horford. Si può essere sicuri che Kemba rimarrà ad Oklahoma fino ad inizio stagione? Difficile, di fronte ad un’offerta congrua Presti non si farebbe problemi a spedirlo verso nuovi lidi.

Se a questa incognita si unisce il fatto che difficilmente i Thunder trasformeranno tutte le loro scelte al prossimo draft (3 prime e 3 seconde) in giocatori a roster il prossimo anno, capire come si presenteranno ai nastri di partenza della prossima free agency è un esercizio di divinazione pura.

Non usufruendo di sfere di cristallo, si possono giusto immaginare delle linee guida di quanto potrebbe accadere nell’Oklahoma. Probabilmente già al draft ci sarà un movimento di mercato netto che darà una direzione significativa alla loro free agency. La ricerca della prossima stella è il primo obiettivo, e se ci sarà l’opportunità di salire al draft, Presti si lancerà con decisione.

Se la ricerca di talento passa necessariamente per il draft, il contorno verrà costruito poco a poco con le firme estive. Ad oggi, è probabile che Oklahoma cercherà un paio di profili pronti ad aiutare i vari giovani, e il primo potrebbe essere un lungo, ruolo lasciato scoperto dalla partenza di Horford e di Brown.

Una delle mille possibilità a disposizione di Presti è quella di incamerare un contratto scomodo per delle scelte, come già fatto per Walker. Il fatto che Oklahoma sia così proiettata al futuro, e che il monte salari risulti particolarmente vuoto, fa sì che ben pochi contratti possano essere veramente negativi per la loro situazione. L’unico dubbio legato a questa evenienza è la finalità ultima. Se si assorbisse un contratto solo per avere nuove scelte, c’è il forte rischio di svalutare ulteriormente il pacchetto di scelte a disposizione dei Thunder, e già quest’anno sono semplicemente troppe.

Un’altra opzione sarebbe quella di iniziare a fare delle decisioni più improntate al presente già in questa estate. Oltre a una schiera di giovani e a una trentina di scelte sparse per i prossimi 7 draft, i Thunder sono anche pieni di eccezioni salariali che scadranno durante la finestra di mercato. Oklahoma ha tutto ciò che serve per fare un’offerta irrinunciabile, ma esiste un profilo disponibile per il quale Presti voglia svenarsi?

I New York Knicks

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Lo scorso anno analizzando i Knicks e la loro potenziale free agency, avevo sottolineato come per definizione la franchigia della Grande Mela sia indecifrabile. La storia degli ultimi 20 anni fa pensare che non esista scenario sufficientemente grottesco che si possa escludere a priori per i Knicks. La realtà è che lo scorso anno il progetto della coppia Rose-Thibodeau ha seguito una logica molto più sensata di quanto ci si potesse aspettare. Perché diffidare a prescindere?

Al draft i Knicks potrebbero muoversi avendo due chiamate nello stesso range (19 e 21), provando a salire nel caso ci fosse un prospetto che li convincesse particolarmente. La scelta successiva che il management dovrà fare, è quella che riguarda Julius Randle. Il vincitore del premio Most Improved Player ha il contratto non garantito, e se si decidesse di sacrificarlo New York avrebbe una settantina di milioni da investire. Per chi? Dati i nomi che circolano, difficile trovare un profilo per il quale valga la pena un tale sacrificio. Ancor più difficile immaginare che i Knicks decidano di svecchiarsi con Thibodeau in panchina. Se il filo logico qui presentato verrà seguito, allora è probabile che Randle rimarrà ancora a New York.

Degli altri, è possibile che vengano confermati i pretoriani di Thibs, ovvero Rose e Gibson. Burks e Noel sono reduci da due annate positive e potrebbero cercare qualche dollaro in più altrove. Con una trentina abbondante di milioni a disposizione, è probabile che i Knicks cercheranno dei giocatori prossimi al loro prime.

Sarebbe importante però che questi giocatori non vengano pagati in maniera esagerata, e che i profili selezionati siano moderni e adatti al gioco del 2022. Meglio quindi McDermott che DeRozan (per esempio), meglio scommettere su Josh Hart che su Kelly Oubre. Difficilmente questa sarà la sessione di mercato che lancerà i Knicks nel gruppo delle contender, ma è importante non fare danni e non inseguire a tutti costi il successo nell’immediato dopo la brillante stagione appena passata. Il rischio di una regressione rispetto ai fasti dell’ultima stagione è concreto.

I Memphis Grizzlies

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I Grizzlies non hanno un’enorme margine di manovra: tenendo in conto i vari cap hold e il contratto di Winslow, avrebbero soltanto 5 milioni a disposizione. Probabile però che i giocatori in scadenza non verranno confermati (con l’eccezione forse di Tillie, ma dipenderà principalmente dalla sua cartella clinica), e la situazione dell’ex Heat è più complessa di quanto la dirigenza di Memphis sperasse al momento della sua acquisizione. Winslow ha grossi problemi fisici che lo hanno limitato negli anni, finendo per centellinare il suo apporto sul parquet. Oltre agli infortuni, questo ha comportato un netto rallentamento nella sua crescita tecnica, e a 25 anni pare difficile credere che possa raggiungere il suo potenziale.

Vedendo dall’esterno la situazione, parrebbe immediato rinunciare ai suoi servizi. La realtà è che l’investimento fatto dei Grizzlies per acquisirne i diritti è tale da comportare una riflessione interna piuttosto importante in casa Memphis. Confermarlo a cifre simili al suo precedente contratto vorrebbe dire probabilmente perseverare nell’errore commesso due anni fa, ma difficilmente la dirigenza se ne separerà a cuore così leggero, nonostante le ultime partite di fine stagione regolare siano state alquanto deludenti.

Rinunciando ai suoi diritti, i Grizzlies avrebbero una ventina di milioni, e data la giovane età del roster e la necessità di aumentare il talento, Memphis dovrebbe nel caso concentrarsi nel tentativo di acquisire un giocatore che possa migliorare nel lungo periodo la loro situazione. Markkanen, Ball, Hart, Collins sarebbero tutti nel range di età perfetto per i Grizzlies, ma nessuno rappresenta un fit immediato a livello tecnico. Possibile allora che si preferisca cercare il talento via draft, e puntellare la rosa con delle mosse marginali che però difficilmente cambieranno il destino della franchigia

Gli Charlotte Hornets

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Gli Hornets, al contrario delle squadre sopramenzionate, hanno diverse scelte da fare con i giocatori in scadenza. Il primo è di sicuro è Zeller, che è una colonna portante dello spogliatoio, e dato l’importante cap hold che si porta dietro (23 milioni), sarà fondamentale per Charlotte prendere una decisione rapidamente. Probabilmente si cercherà di continuare assieme e, fosse così, gli Hornets dovrebbero evitare di pagarlo oltre i 7/8 milioni annui.

I due giocatori più interessanti e che determineranno il destino della free agency di Charlotte sono Graham e Monk. Il primo ha dimostrato di più in questi anni, ma la statura limitata ne pregiudica il potenziale ed è difficile immaginarlo nel lungo periodo come un titolare nella lega. Per questo motivo, confermarlo sui 10 milioni sarebbe una buona mossa per gli Hornets, oltre sarebbe un discreto rischio.

Il caso di Malik Monk è invece un po’ più intricato. Discontinuo, sottodimensionato per il ruolo di guardia e con una visione troppo limitata per giocare point guard, Monk ha fatto vedere degli sprazzi che hanno ricordato perché in sede di draft fu preferito a Donovan Mitchell. Quanto pagare questi flash a fronte dei limiti noti e persistenti dopo 4 stagioni nella lega? Una stima risulta molto complicata, soprattutto perché Monk rischia di essere uno dei talenti più puri a disposizione.

Se Charlotte decidesse di investire sul mercato affidando al draft la ricerca di talento da aggiungere nel reparto esterni, dovrebbe puntate su un centro affidabile, ma anche su un’ala con esperienza per accompagnare la crescita di PJ Washington e Miles Bridges.

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Alexandros Moussas
Alla tenera età di 9 anni, mio zio mi fece scoprire il basket NBA, facendomi guardare con lui le finali del 98. Con Tavcar nelle orecchie e Micheal Jordan ad alzare il trofeo, mi innamorai dei perdenti, gli Utah Jazz. Da quel momento, nulla è cambiato. Io continuo a tifarli, e loro continuano a non vincere.