Preview Knicks 21/22: a caccia di conferme

preview new york knicks
Copertina di Marco D'Amato

Arrivi: Evan Fournier (FA), Kemba Walker (FA), Dwayne Bacon (FA), Quentin Grimes (#25 draft), Miles McBride (#36 draft), Jericho Sims (#58 draft).

Partenze: Reggie Bullock (Mavericks), Frank Ntilikina (Mavericks), Elfrid Payton (Suns), Norvel Pelle, Theo Pinson, Jared Harper.

Depth Chart

PG: Kemba Walker, Derrick Rose, Miles McBride, Luca Vildoza
SG: RJ Barrett, Immanuel Quickley, Quentin Grimes
SF: Evan Fournier, Alec Burks, Dwayne Bacon
PF: Julius Randle, Obi Toppin, Kevin Knox
C: Mitchell Robinson, Nerlens Noel, Taj Gibson

Cosa salvare della scorsa stagione?

“Tutto” sarebbe la risposta più semplice, e allo stesso tempo non sarebbe così lontana dalla verità. Quella di New York è stata un’annata indimenticabile, sia per le premesse iniziali che, soprattutto, per il modo in cui la squadra è riuscita ad abbattere il muro dei playoffs dopo 8 stagioni. Un risultato incredibile, capace di far risvegliare la piazza più calda della lega, da troppo tempo in attesa di tornare protagonista.

Il quarto posto ad Est ha portato la squadra di Thibodeau a giocarsela con Atlanta al primo turno. Nonostante il fattore campo, gli Hawks hanno dimostrato di essere un paio di passi avanti nel percorso, avendo già assemblato un roster da pretender ad Est durante la Free Agency 2020. Il 4-1 finale non ha però cambiato la valutazione generale sulla stagione di NY, che ha mostrato miglioramenti sorprendenti nei singoli e ha cambiato drasticamente le aspettative sul futuro prossimo della franchigia.

Dal MIP a Julius Randle al ritorno di Rose, passando per l’impennata di Barrett e la scoperta di Immanuel Quickley. Tante ragioni per essere felici, ma con una strada ancora lunga davanti. L’estate era infatti una trappola di discrete dimensioni per il Front Office, che ha però risposto presente al primo vero test di spessore dal nuovo insediamento.

Quanto cambiano i Knicks con Walker (e senza Payton)

Se abbiamo già avuto modo di approfondire le mosse dei Knicks in Free Agency, è arrivato il momento di pensare a come potrebbero comportarsi i nuovi pedoni sulla scacchiera del COTY 2021. Nonostante lo zoccolo duro del vecchio roster sia stato confermato, gli addii di Bullock e Payton hanno liberato ben due posti nello starting-5. La rotazione ideale sembra essere abbastanza nitida, ma la lunghezza della squadra non esclude qualche sorpresa in vista del 21 ottobre, notte dell’esordio stagionale contro Boston.

Chi è già sicuro del posto è certamente Kemba Walker, pronto a tornare da protagonista sul suo parquet preferito, questa volta con la canotta giusta. Già nel primo giorno di Training Camp, Derrick Rose ha confermato la titolarità del nativo del Bronx, aggiungendo che non ci sarà nessun tipo di competizione tra i due.

Walker ha ricambiato gli elogi e, soprattutto, ha fatto sapere di essere pronto al 100% per il ritorno in campo. I noti problemi gravi alle ginocchia non sono scomparsi, ma Kemba ha voluto rassicurare i tifosi sottolineando che “la scelta di non giocare i back-to-back lo scorso anno era stata presa solo dai Celtics”, mentre ora avrà una voce importante in queste decisioni. Guardando puramente al confronto diretto, non serve neanche dilungarsi sulle galassie che dividono Kemba dal suo predecessore. Detto questo, il completo cambio di direzione porterà qualche difficoltà iniziale ad un sistema che era basato solamente sull’assetto difensivo.

È quasi scontato che l’ex play dei Celtics diventerà il vero tallone d’achille della difesa di New York. Per questo motivo che la conferma della grande crescita di Barrett, sia in POA che in aiuto, potrebbe essere uno degli aghi della bilancia nella stagione dei Knicks. RJ si è detto subito pronto a ricoprire un ruolo più centrale in difesa, anche considerando l’addio di Bullock. In clip solamente una delle tante situazioni in cui il Maple Mamba ha mostrato dei miglioramenti netti in termini di letture e uso del corpo.

In questo caso è perfetto per coprire l’eventuale taglio di Green e poi switchare subito su Curry, passando sul blocco e bloccando il passaggio. Posizione in aiuto ancora su Green con Payton rimasto indietro e closeout immediato sulla riapertura per Curry per bloccare la penetrazione.

L’altro lato della medaglia va invece tutto a favore dell’attacco per NY. Kemba toglierà molto peso dalle spalle di Randle, offrendo alla squadra una vera regia e fonte di creazione, davanti al numero #30 e Fournier. New York ha fatto tantissima fatica offensivamente per tutto il corso della stagione, e ai playoffs le cose non sono cambiate. La squadra di Thibodeau ha concluso solamente con il 46% di EffectiveFG in situazioni di pick&roll in Postseason, e con il 45.4% in Regular, 21esima della lega. Solamente 0.88 PPP, nonostante fosse la terza per Frequency e la quinta per possessi, con più di 24 a partita. Numeri che indicano una difficoltà oggettiva, dovuta sia agli interpreti in azione che al poco spacing a disposizione per tutto l’arco della stagione.

Payton ha chiuso con il 43esimo percentile da ball-handler, mentre RJ con il 33esimo. Rispettivamente il secondo e il quarto con la frequenza di pick&roll più alta della squadra. Se per Barrett è un discorso più legato a limiti su cui ha enormi margini di crescita, per l’altro è solamente l’ennesimo numero che fa capire come nella Lega di basket più importante al mondo sia difficile giocare in 4 contro 5.

Nonostante lo scorso anno abbia fatto più fatica, Kemba rimane uno dei maestri del pick&roll. Nella stagione 2019-20 ha tenuto il 92esimo percentile, tirando con più del 57% di eFG. La varietà di soluzioni che porta il numero #8 amplifica esponenzialmente la pericolosità dei Knicks e, se Randle assumerà una dimensione più importante da rollante, la convivenza tra i due sarà destinata a funzionare. Nelle clip si possono notare alcune situazioni di p&r e p&pop che potremmo rivedere presto a NY, come il double-drag della prima, già molto utilizzato anche da Thibs lo scorso anno.

Le nuove rotazioni di Thibs

Con il posto di Kemba bloccato, in uscita dalla panchina ci sarà Derrick Rose. Dopo la fantastica chiusura di stagione, l’ex giocatore dei Pistons tornerà a ricoprire un ruolo da sesto uomo più adatto alle sue caratteristiche attuali. L’importanza di Rose per la second-unit è stata evidente fin dal suo arrivo, con Quickley e Toppin che hanno mostrato segnali importanti soprattutto accanto al numero #4. La lineup a 3 Rose-Quick-Toppin in 256 minuti giocati ha tenuto un Net Rating di +19.3, quarta per efficienza nella squadra, mentre quelle a 2 tra Rose-Quick e Rose-Toppin, con rispettivamente 317 e 437 minuti totali, sono risultate prima e seconda con +18.3 e +15.

I minuti da PG verranno quindi divisi tra Derrick e Kemba, con l’obbligo di evitare troppo carico su entrambi. Come terzo uomo in regia ci sarà il rookie Deuce McBride, un concentrato di difesa con lampi offensivi importanti. Scelto alla 36, il prodotto di West Virginia è considerato da molti una possibile sorpresa del Draft. La Summer League è stata più che positiva e, mettendo in preventivo qualche acciacco e turno di riposo per i due veterani, troverà spazio già da quest’anno.

Completando il pacchetto guardie/esterni, Barrett e Fournier saranno al 99% i titolari. Come già accennato, il passaggio da Bullock al francese permetterà ai Knicks di aggiungere creazione secondaria di qualità e una buona dose di talento, senza perdere spacing. Reggie è stato una sentenza in spot-up per tutta la scorsa stagione, ma anche l’ex Celtics non è stato da meno. Evan ha aumentato la mole di triple senza perdere in efficienza, anzi, dimostrando di avere ormai una completezza totale da tiratore sia sugli scarichi che in pull-up. 41.3% su quasi 7 tentativi a partita tra Orlando e Boston, toccando addirittura il 46 nella breve esperienza in Massachusetts.

Riguardo la tenuta difensiva, senza Bullock i Knicks perderanno sicuramente qualcosa, ma non in maniera esponenziale. L’apporto difensivo di Reggie nel sistema dei Knicks è stato leggermente sopravvalutato in Regular Season, e ai Playoff si siano viste delle zone d’ombra che erano state tralasciate. Fournier non è il telepass che viene descritto da molti, ma un giocatore abbastanza pigro nelle letture e nella capacità di rimanere concentrato per tutto il corso dell’azione, specialmente off-ball. Quando viene coinvolto in 1v1 e riesce a far valere il fisico invece assume una dimensione molto diversa, complessivamente vicina alla media. Considerando che l’agonismo e la voglia di far sudare gli avversari sono stati il simbolo dei Knicks dell’anno scorso, credo che i limiti difensivi di Evan verranno assorbiti discretamente all’interno del sistema di squadra.

A completare la rotazione, oltre a Quickley, ci sarà Alec Burks, fresco di rinnovo. Sarà un’annata importante per un giocatore con troppi alti e bassi in carriera, che sembra aver finalmente trovato un contesto adatto alle sue caratteristiche. Quentin Grimes, 25esima scelta al Draft, faticherà a trovare subito un posto nei 10 di Thibodeau, ma il ragazzo sembra essere già particolarmente pronto.

Concentrandoci sui lunghi, Randle è pronto a tornare protagonista. Julius avrà i riflettori puntati, dopo una stagione straordinaria sbavata dalla serie complessa contro gli Hawks. Alla domanda su quali fossero state le difficoltà nel confronto con Atlanta, il texano è stato abbastanza diretto, facendo capire di voler guardare avanti senza troppi problemi.

Con i soldi già in saccoccia, il numero #30 dovrà confermarsi su livelli simili a quelli dello scorso anno e mostrare una faccia differente in caso di Postseason. Da questo punto di vista, le aggiunte offensive di valore lo aiuteranno: campo più largo, meno palla in mano, difesa non collassata in area e più respiro. Lo scorso anno Thibs aveva la necessità di ributtarlo dentro immediatamente se l’attacco si fermava. Mossa obbligata, essendo uno dei pochi capaci di sbloccare la manovra e costruirsi un tiro da solo. Con i nuovi arrivi questo problema sarà minore, e la squadra potrà affidarsi anche ad altre mani, limando i minuti di Julius e lasciando un po’ più di spazio a Toppin con la second-unit.

Thibodeau aveva già fatto intendere all’inizio della scorsa stagione che il titolare ideale come 5 sarebbe stato Mitch. Se l’infortunio al piede non è del tutto alle spalle, è certo che una volta al 100% il posto sarà suo. L’importanza di Robinson per i Knicks non è relativa solo alle capacità atletiche e di alternanza con Noel, ma anche per la sua dimensione a rimbalzo. Per quanto i numeri crudi non lo facciano risaltare, Mitch è già dallo scorso anno uno dei migliori rimbalzisti della lega.

Con meno di 30 minuti di media è quinto in NBA per numero di rimbalzi contestati con 5.2, dietro a gente come Valančiūnas, Capela, Drummond e Kanter, fisici completamente diversi dal suo. In più, è risultato per distacco il giocatore con la % di rimbalzi contestati più alta della lega per il secondo anno di fila, con il 64.3. Numeri importantissimi per una squadra con lo stile di gioco dei Knicks, e che per caratteristiche tecniche Noel non ha potuto offrire. Considerando i 13 chili di massa che pare siano stati aggiunti negli ultimi mesi, toccando quota 127, capiamo che Mitch è ancora un giocatore totalmente in evoluzione, e la sua presenza sotto canestro potrebbe diventare sempre più decisiva già da quest’anno. La capacità di lettura e anticipo dei closeout gli permette di avere la meglio anche contro avversari più strutturati, come nelle clip sotto.

Con Mitch e Noel, i Knicks avranno la possibilità di alternare due lunghi simili per costituzione ma differenti per caratteristiche di base, in modo da poter variare maggiormente il piano partita. A sorpresa Noel ha rivelato che lo staff gli ha chiesto di lavorare sulle corner-three quest’estate, e che i risultati sono buoni. Ci vorrà ancora del tempo, ma Nerlens ha assicurato che proverà seriamente ad aggiungere il tiro da fuori al suo bagaglio. In più come terzo uomo ci sarà sempre Gibson, fondamentale per lo spogliatoio e capace di dare ancora il suo contributo.

Obiettivi e aspettative

Per New York sarà un’annata fondamentale, inutile girarci intorno. I Knicks dovranno confermarsi tra le prime otto con aspettative molto più alte rispetto alla scorsa stagione. Nonostante il roster si presenti più competitivo e con una consapevolezza mentale differente, sarà quasi impossibile tornare in top-4, considerando il livello dell’Est sempre più alto. Allo stesso tempo, i Knicks dovranno provare ad entrare in Postseason senza passare dai play-in, giocandosela con le tante squadre di fascia medio-alta.

Con una serie di buoni contratti e molte scelte a disposizione, Leon Rose sarà in attesa di evoluzioni anche su altri lidi, come Portland o Minnesota, ma l’attenzione dovrà essere sul parquet. La concorrenza è tanta, e niente è scontato. Per questo motivo, servirà una partenza forte, considerando anche il calendario più favorevole all’inizio, e dovranno arrivare risposte importanti da tanti singoli. Stupire è difficile, confermarsi di più, ma a New York nessuno ha più intenzione di tirarsi indietro.

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Francesco Perillo
Tifoso dei Knicks e appassionato di basket; sogna ancora un futuro in cui il nostro pacioccone in maglia #7 alza il Larry O'Brien davanti alle folle del Garden.