La Free Agency dei Knicks è stata positiva

free agency knicks
Copertina di Edoardo Celli

Leggere il nome dei Knicks tra i possibili vincitori dell’offseason non è cosa abituale per gli appassionati NBA. Se dovessimo ripensare a tutte le volte in cui il sentimento post-Free Agency che accomunava i tifosi blu-arancio era diverso da quello della delusione, forse dovremmo farci aiutare anche da qualche ricerca nel passato, quello davvero lontano.

Tra giocatori strapagati, trade insensate e firme sfuggite, la storia d’amore dei Knicks con l’estate non ha mai avuto grande successo. Oggi, dopo una stagione oltre ogni aspettativa, New York esce dai mesi del caldo con qualche convinzione in più, cercando di non cadere nella trappola dell’overhyping. Proviamo quindi a dare qualche voto ai contratti firmati in casa Knicks nelle ultime settimane, in un’annata che si preannuncia con qualche incognita in meno di quella passata.

Evan Fournier: 6,5

Il matrimonio Knicks-Fournier è uno di quelli scritti nel destino. Il francese era stato al centro dei rumors più di una volta nei suoi anni in Florida, e già a margine della scorsa deadline i discorsi si erano intensificati. Alla fine a muoversi furono i Celtics, ma la voglia di Evan di giocare nella Grande Mela, mai nascosta neanche ad Orlando, ha prevalso su ogni opzione di rinnovo con Boston.

Fournier ha firmato un contratto da 78×4, con una team-option sul quarto anno, ed è arrivato a New York accompagnato da due seconde scelte in una sign&trade che ha permesso ai Celtics di creare una trade exception da 17 milioni. Una scelta discutibile per i Knicks quella di aiutare una rivale di Division a muoversi sul mercato, ma solo il tempo ci dirà in che modo Brad Stevens saprà sfruttare questa mossa.

In generale per New York è una buona firma a livello economico. Il contratto è in linea con il mercato, la team-option è ottima e il valore di Fournier è ormai stabile da qualche stagione, il che mette in sicurezza i Knicks dal non ritrovarsi con un macigno sul cap. Sul piano tecnico New York inserisce in organico un attaccante puro che gli era mancato nel corso della passata stagione. Fournier prenderà verosimilmente il posto di Bullock in quintetto, andando a cambiare in modo drastico tutti i meccanismi dello starting-5.

Se il neo-giocatore dei Mavericks garantiva un’ottima tenuta difensiva, rivalutata leggermente in negativo ai Playoffs, e una buona continuità da tiratore off-ball, Evan è un giocatore completamente diverso, capace di fungere da creatore secondario/terziario e con un talento non paragonabile. Nella propria metà campo New York perderà certamente più di qualcosa, ma guadagnerà in modo drastico a livello di opzioni e di flusso offensivo. Togliere peso dalle spalle di Randle doveva essere il vero obiettivo dei Knicks in questa offseason, e quella di Fournier è una delle due firme pensate proprio per questo motivo.

Derrick Rose: 6

Sì, Derrick Rose passerà ancora un po’ di tempo a dire la sua tra i parquet NBA. Se pensiamo che fino a poco tempo fa parlavamo di un giocatore ormai finito e fuori dai radar, sembra incredibile vederlo firmare un 43×3 alle porte della nuova stagione. Derrick ha rivoluzionato la rotazione di New York dopo il suo arrivo da Detroit, ed è stato certamente il punto di riferimento della squadra nella serie contro Atlanta, mostrandosi in una forma fisica invidiabile da molti altri giocatori.

Per i Knicks era fondamentale trovare la quadra giusta per confermarlo, considerando che il suo secondo ballo con il Garden aveva preso la direzione opposta rispetto al primo. Detto questo, i dubbi sulla tenuta fisica non scompaiono del tutto. La storia degli infortuni di Rose la conosciamo tutti, e non bastano due stagioni da giocatore sano per metterlo sullo stesso livello di sicurezza di altre firme. 15 milioni annui non sono certamente briciole, e rimangono un fattore di rischio medio-alto per il Front-Office dei Knicks.

La team-option sul terzo anno è più che ottima, ma ancora più importante sarà preservarlo durante questa stagione. Partite da 40 minuti o serie da 35 di media non saranno più accettabili, e Thibodeau dovrà rimettere Derrick nella posizione di essere più che determinante dalla panchina senza troppi sforzi. La firma è da sufficienza piena, ma starà al coaching staff evitare di comprometterla.

Nerlens Noel: 7

Poche storie, Nerlens Noel è sicuramente una delle firme più importanti della Free Agency di New York. Se poche ore prima del 2 agosto mi avessero detto che avrebbe rinnovato a 32×3, con team-option sul terzo anno, avrei fatto davvero fatica a crederci. Le squadre interessate erano davvero numerose e mercati come Detroit e Charlotte sembravano pronte ad offrire molti soldi.

Fortunatamente, Nerlens ha scelto di rimanere a New York, dopo un’annata da protagonista e con la possibilità di trovare finalmente la tranquillità tecnica ed economica mai avuta nel corso della carriera. Dando uno sguardo anche ad altri contratti girati per i lunghi durante questa Free Agency, questa firma diventa ancora più positiva.

Anche per quanto riguarda Noel rimane qualche punto di domanda sulla tenuta fisica, ma con il ritorno di Mitchell Robinson i due si divideranno nuovamente i minuti senza forzare. Proprio legandosi a Robinson, la firma di Nerlens permette al Front Office di affrontare con più tranquillità il discorso legato al rinnovo di Mitch, che sarà UFA (Unrestricted Free Agent) la prossima estate. Avere già un’opzione valida pari ruolo sotto contratto coprirà le spalle a Leon Rose in fase di negoziazione, senza dover cedere ad eventuali richieste troppo fuori mercato per il valore del centro numero #23.

Noel viene da una stagione difensiva straordinaria, che gli ha permesso di ricevere anche un paio di voti per i quintetti All-Defensive, e avrà certamente occasione per ripetersi anche quest’anno.

Alec Burks: 6,5

Dopo la scelta di Grimes via Draft era ormai chiaro che sarebbe arrivato il rinnovo solo di uno tra Bullock e Burks, e la scelta è ricaduta sul secondo. L’ex giocatore dei Jazz ha firmato un 30×3, con team-option sul terzo anno, legandosi a lungo termine con NY dopo aver cambiato sei maglie negli ultimi 3 anni. Un contratto importante, che lo ripaga di quella che è stata senza ombra di dubbio la miglior stagione in carriera.

La scorsa stagione Burks si è ritrovato a ricoprire più volte il ruolo di ball-handler primario in alcune occasioni, mostrandosi particolarmente efficace anche con un attacco sterile come quello dei Knicks. I nuovi arrivi mettono il numero #18 in una posizione più tranquilla da comprimario, e dovrà confermare le ottime percentuali dell’anno passato anche con qualche tiro in meno a disposizione.

La preoccupazione di qualche tifoso è che il rendimento possa subire una flessione, come accade molte volte per giocatori medi che si mettono in sicurezza finanziaria. Questo è certamente un punto interrogativo importante, considerando che parliamo di un giocatore che ha sempre fatto fatica a trovare continuità nel corso della carriera, ma l’ambiente di lavoro positivo che si sta sviluppando in quel di New York fa ben sperare anche da questo punto di vista.

Kemba Walker: 8

La vera sorpresa dell’estate newyorkese arriva però da Oklahoma City, e si chiama Kemba Walker. Dopo 13 anni il figlio del Bronx torna nella sua città natale per vestire la maglia della sua squadra del cuore. Per quanto fosse chiaro che Presti avrebbe cercato di impacchettare Kemba dopo il suo arrivo da Boston, nessuno si sarebbe aspettato un buyout con un biennale da 73.6 milioni interamente garantiti ancora sulle spalle. La leggenda degli Hornets ha lasciato sul piatto ben 20 milioni nella trattativa, per poi firmare un 18×2 con i Knicks. Una mossa davvero intelligente per il giocatore, che perdendo solamente 2 milioni ha potuto scegliersi la squadra in tutta tranquillità, optando per il più classico dei ritorni a casa.

Intorno alle condizioni di Kemba aleggiano diversi dubbi, e nessuno sa realmente quali danni articolari lo abbiano fermato più volte durante lo scorso anno. Come confermato da alcuni esperti però, i trattamenti con cellule staminali ricevuti da Walker indicano dei problemi seri di usura della cartilagine delle ginocchia, destinati a non risolversi nel corso del tempo.

Walker si è detto molto positivo riguardo la sua tenuta durante la conferenza stampa di presentazione, facendo capire che il processo sta andando secondo i piani. Detto questo, è chiaro che la gestione dei minuti sarà fondamentale nel corso della stagione. Kemba salterà verosimilmente i back-to-back, e non è escluso che verranno inseriti degli slot di pausa in momenti strategici, in modo da mantenerlo il più fresco possibile.

Quella di Kemba rimane comunque una firma più che ottima per i Knicks. Con un biennale basso il rischio è pari a zero, e se le cose dovessero andare secondo i piani New York si ritroverebbe con continuità un giocatore ancora in grado di fare la differenza. Le cifre di Kemba dello scorso anno testimoniano che, nonostante i problemi gravi, quando si trova in campo non è così lontano dal giocatore che tutti ricordano fino a poco tempo fa sul parquet dello Spectrum Center.

Come nel caso dello switch Fournier-Bullock, anche in quello tra Walker-Payton i Knicks perderanno molto dal punto di vista difensivo, la vera forza della squadra dell’anno scorso. Nonostante questo, l’upgrade offensivo è assolutamente enorme e permetterà a Thibs di avere una quantità di opzioni davvero importante, aggiungendo giocatori in grado di guidare la squadra, mettere palla a terra e aprire il campo in maniera credibile. Una buona notizia anche per gli spettatori, che vedranno sempre meno le numerose zone proposte dagli avversari contro lo starting-5 dell’anno scorso.

Taj & Julius, qualche appunto

Tra le conferme c’è anche quella di Taj Gibson, uno dei leader più importanti della squadra. Invece di accordarsi per un contratto al minimo, i Knicks hanno deciso di dargli l’intera Room Exception e di fargli firmare un 10×2, con secondo anno non-garantito. Il Front Office ha voluto premiare Taj, veterano fondamentale per lo spogliatoio, dandogli un’exception che non sarebbe stata utilizzata per altri giocatori.

L’altra notizia importante è quella del rinnovo di Julius Randle, All-Star, MIP e All-NBA nella passata stagione. Randle ha scelto di firmare quest’estate, accordandosi per un 117×4 che si attiverà dall’annata 2022-23. Se le cose andranno nel verso giusto, e Julius si confermerà su livelli simili a quelli dell’anno scorso con meno peso offensivo sulle spalle, questa mossa diventerà senza dubbio una vera W-W. Il numero #30 avrebbe potuto aspettare l’estate prossima e diventare eleggibile per un 207×5, ma ha scelto di mettersi in sicurezza fin da subito e aiutare la squadra a rimanere flessibile sul mercato.

Il piano del Front Office durante questa Free Agency più che positiva si è rivelato quello di non stravolgere il core dello scorso anno, e di firmare contratti scambiabili come assets in caso di occasioni sul mercato. Ora, con molta più pressione e tanta voglia di riconfermarsi, è tempo di rimettersi al lavoro: la culture è solo alle fondamenta.

Ti è piaciuto l'articolo?
Dacci un feedback:

Loading spinner
Francesco Perillo
Tifoso dei Knicks e appassionato di basket; sogna ancora un futuro in cui il nostro pacioccone in maglia #7 alza il Larry O'Brien davanti alle folle del Garden.