Cinque previsioni azzardate sui playoff NBA

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Copertina di Sebastiano Barban

In quello che è ormai un classico della nostra redazione – come fa una redazione neonata ad avere un classico? Se ci seguite da tempo lo sapete – in questo articolo sono raccolte alcune previsioni azzardate, complicate, “against the odds”, che faranno storcere il naso sugli imminenti playoff. L’idea di fondo è semplice: 5 scenari possibili ma non tra i più probabili, con magari anche qualche puntina provocatoria. Le tipiche “bold predictions” americane.

Quindi, non approcciate questo articolo con eccessiva serietà. Quelle che troverete di seguito sono delle previsioni che mescolano qualche argomentazione, qualche speranza e tendono molto alla “sparata”.

1) Clippers fuori al primo turno

Una previsione imprevista, inserita all’ultimo secondo, figlia dell’inevitabile overreaction dettata da gara 1.

I Clippers restano la squadra favorita e i Mavericks non tireranno sempre con il 50% dal campo e il 47% da tre, ma gara 1 è stata una prova di forza non indifferente da parte di Luka & Company.

Doncic, nonostante l’età, sembra aver fatto tesoro della sconfitta dell’anno scorso e sembra pronto a giocarsela ad armi pari. I Clippers sono sembrati in grossa difficoltà nel trovare qualcuno o qualcosa, leggasi “uno schema difensivo”, capace di fermare o almeno limitare lo sloveno. Troppo grosso, troppo preciso, troppo rapido nel leggere e reagire alle varie situazioni.

Oltre ad avere un attacco per cui non sembra esserci risposta, i Mavericks vincono anche la battaglia tattica. Tyronn Lue probabilmente è un allenatore troppo spesso bistrattato ma Carlisle si dimostra da anni una delle menti cestistiche più illuminate del panorama NBA, soprattutto sul palcoscenico dei playoff.

Data anche la profondità e la completezza del roster a disposizione, il coach dei texani è indubbiamente capace di trovare soluzioni virtualmente per ogni situazione che potrebbe crearsi, riuscendo a mettere nelle migliori condizioni possibili la sua stellina (o ormai dobbiamo parlare di stella?).

I Clippers, di conseguenza, potrebbero ritrovarsi a giocarsi tutto nella metà campo offensiva. Metà campo in cui il “muro” costruito dai Mavericks li ha messi in difficoltà, costringendo le due stelle della squadra a prendere decisioni rapide che non sono esattamente la specialità della casa.

In sostanza, sarà che abbiamo ancora gara 1 e la prestazione negli occhi, ma questa serie potrebbe essere più aperta di quanto si pensasse e i Mavericks potrebbero avere discrete possibilità di realizzare un clamoroso upset al primo turno.

2) Lakers fuori al primo turno

Entrambe le squadre losangeline fuori al primo turno: uno scenario assurdo, quasi impossibile, ma che farebbe felici moltissimi tifosi, diciamocelo.

Inizialmente avevo optato per questa previsione facendo rientrare nell’equazione un’eventuale squalifica di LeBron James per la violazione dei protocolli anti-COVID. La squalifica non è arrivata ma ciò non mi ha convinto a ritrattare.

L’andamento di gara 1 – che nel momento in cui scrivo non ha ancora avuto luogo – potrebbe sconfessarmi completamente, ma ci sono delle basi per affermare che i campioni in carica potrebbero abbandonare rapidamente la corsa per il repeat.

I Suns sono una squadra di tutto rispetto, come testimonia la loro stagione regolare da 51-21, per il secondo record della lega. Oltre ad essere una grande squadra da regular season grazie al mix di profondità-continuità-Chris Paul, i Soli dell’Arizona potrebbero essere una squadra adatta anche al basket della postseason. Innanzitutto, hanno uno dei pace più bassi della lega (98.00, 24esimi nella lega) e giocano in modo estremamente controllato. Ovviamente una squadra già “lenta” tende a soffrire di meno il generale abbassamento di pace che si ha ai playoff.

In secondo luogo, sappiamo quanto valore assumano shot creation e il gioco nel midrange nei momenti critici dei playoff. I Suns sono stati la squadra più efficiente della lega dal midrange e possono contare su un maestro di questa zona di campo come Chris Paul, affiancato da uno dei migliori scorer della lega, Devin Booker.

Infine, c’è la variabile impazzita DeAndre Ayton. Abbiamo parlato decine di volte sui nostri canali social e nei podcast di quanta differenza ci sia tra l’avere un Ayton concentrato e un Ayton mentalmente fuori dalla gara. Sappiamo anche che i Lakers possono schierare lineup capaci di schiacciare a livello fisico qualsiasi avversario. Un Ayton costante, in partita, concentrato, con il suo fisico “Robinsoniano”, sarebbe il miglior counter possibile per la taglia dei Lakers.

La continuità e la forza nell’esecuzione dei Suns guidati da Chris Paul e Booker potrebbe seriamente costringere dei Lakers ancora in rodaggio e reduci da vari acciacchi ad abbandonare lo scettro anzitempo.

3) Hawks alle Eastern Conference Finals

Una vera sparata, in questo caso. Gli Atlanta Hawks sono il quinto seed della Eastern Conference e dovrebbero realizzare due upset per arrivare alle finali dell’est. Nel primo turno la serie contro i Knicks appare apertissima ed equilibrata, ma gli Hawks potrebbero avere il miglior giocatore in campo in Trae Young, il quale potrebbe esordire in grande stile ai playoff supportato da un contorno di livello. Gli Hawks poi probabilmente si troverebbero ad affrontare i Sixers al secondo turno.

In un’eventuale serie tra Hawks e Sixers, questi ultimi sarebbero ampiamente favoriti. La stella dei Sixers però, Joel Embiid, non gode di una solidità fisica straordinaria, e questo ovviamente potrebbe influenzare le probabilità di passaggio del turno dei Sixers. Nelle 21 gare giocate senza il camerunense in stagione, i Sixers hanno un record di 10-11, con varie vittorie arrivate contro squadre fuori dai Playoff.

Con un Embiid fuori o a mezzo servizio, l’equilibrio della serie cambierebbe drasticamente. E la serie che nascerebbe certamente avrebbe tanti matchup interessanti.

Inoltre, Clint Capela potrebbe essere uno dei pochi centri effettivamente in grado di limitare lo stesso Joel Embiid. Il lungo svizzero sta vivendo una stagione di rinascita e con la sua presenza sotto le plance potrebbe seriamente infastidire il lungo camerunense.

Infine, piccola parentesi su Trae Young: la stella degli Hawks ha segnato 26 e 32 punti con il 64.4% di True Shooting nei due incontri disputati contro i Sixers.

In sostanza, una previsione folle che si basa più su un possibile infortunio di una stella injury prone che su delle solide basi tecnico-tattiche.

4) Utah Jazz alle Finals

Per la squadra con il miglior record della lega, l’approdo alle Finals non dovrebbe essere un’aspettativa poi così azzardata. Sappiamo però che il successo in regular season non sempre si traduce perfettamente ai playoff e in particolare i Jazz sono una squadra da sempre percepita con molto scetticismo in chiave postseason.

I soliti dubbi ricorrenti sulla loro struttura, su Gobert, su Mitchell, tendono però a far sottovalutare la straordinarietà della stagione della squadra da Salt Lake City.
Quin Snyder (che personalmente ho votato come Coach of the Year) è partito da una base già solida ed ha costruito una corazzata con dei meccanismi che girano alla perfezione.

I Jazz in stagione hanno avuto la terza miglior difesa della lega, il quarto miglior attacco, un net rating di +9.0 (i Lakers dell’anno scorso non arrivavano a 6.0, così come i Raptors l’anno prima), la quarta miglior efficienza sfiorando il 60% di True Shooting, il probabilmente DPOY, il probabile 6MOY e un altro papabile, uno dei migliori allenatori.

Utah non è la squadra perfetta. Gobert sta disputando una stagione straordinaria, ma conosciamo tutti le difficoltà a cui potrebbe andare in contro ai playoff, dove le sue mancanze nella difesa perimetrale verranno messe in risalto. La difesa perimetrale degli stessi Jazz non sembra poi così straordinaria.
Come detto però, troppo spesso ci si sofferma sui loro difetti e troppo poco sulle loro qualità.

Snyder è stato in grado di supportare le sue due stelle con quello che è probabilmente il miglior spacing della lega. I Jazz sono ampiamente i primi della lega per tiri da 3 tentati (43.0 3PA) e i quarti per percentuale da dietro l’arco (38.9 3P%), il tutto grazie a un movimento senza palla ed una coralità straordinarie, in salsa Spurs del 2014 e Hawks del 2015 (guarda caso, due dei luoghi di formazione del coach di Mercer Island).

Ovviamente i dubbi restano leciti ma, vista la straordinarietà della stagione di questi Jazz, una playoff run molto profonda potrebbe non essere poi così improbabile. E chi lo sa, magari con un po’ di fortuna potrebbero anche uscire dall’Ovest.

5) James Harden, MVP delle Finals

Forse la previsione meno azzardata? Potrebbe essere, ma certamente non meno provocatoria.

I Nets sono per molti i favoriti per il titolo e quindi non è azzardato avere come vincitore dell’MVP delle Finals un loro giocatore. È anche vero però che il vincitore più scontato sarebbe Kevin Durant. Harden però, nelle sue 36 partite disputate in maglia Nets, è stato un borderline candidato MVP, dimostrando una continuità che Durant non ha avuto, a causa di una condizione fisica delicata.

In una serie di Finals, Durant sarebbe probabilmente il top scorer ma non necessariamente il miglior giocatore, e in quel caso l’MVP sarebbe quasi certamente il compagno di squadra ex Rockets.

Nel caso di un anello accompagnato dal trofeo di MVP delle Finals, la narrativa attorno a James Harden cambierebbe drasticamente. Non sarebbe più un perdente (definito così ingiustamente), non sarebbe più un giocatore più dedito alle statistiche e ai premi personali che al successo del gruppo.

Harden sarebbe a tutti gli effetti un giocatore vincente che ha vinto da protagonista. Finalmente potremmo goderci liberamente un campione straordinario senza narrative tossiche a perseguitarlo.

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Emiliano Naiaretti
Spurs, GLeague and draft @TheShotIT | Draft inebriated but lazy writer | Natural & environmental sciences (ANGRY) student