I Cavaliers e il gioco del TriPeaks

Cavs
Copertina di Nicolò Bedaglia

I Cavaliers si sono presentati alle porte della stagione 2021/22 con un roster a dir poco particolare di cui avevamo parlato già nella preview di stagione. Provando a tirare giù una depth chart, infatti, si notavano grandi mancanze sulle ali, costringendoci ad ipotizzare un quintetto che comprendesse Garland, Sexton e Okoro contemporaneamente in campo. Non un grande problema, sulla carta, visto che l’anno scorso è stata la 3-man lineup più utilizzata in assoluto in quel di Cleveland.

Il problema principale, però, è che malgrado l’ottima tecnica difensiva le dimensioni fisiche di Okoro gli impediscano di marcare efficacemente le ali avversarie, concedendo qualcosa di troppo a giocatori come Tatum, Ingram, Jerami Grant e tutti i giocatori dal profilo fisico simile.

Oltre a ciò, spostando Okoro a giocare come ala piccola titolare, ci si ritroverebbe ad avere una rotazione delle guardie limitata a Sexton, Garland e Rubio, sicuramente troppo poco per affrontare le 82 partite di regular season.

Bisogna, dunque, inventare e la soluzione ideata da Bickerstaff è, a dir poco, Kafkiana (ma precisamente questo Kafkian chi è?). È così che ci siamo trovati ad ammirare una delle situazioni tattiche più assurde di questo inizio di stagione: la lineup con Markkanen, Mobley e Allen contemporaneamente in campo.

La difesa

Partiamo dalla difesa per analizzare il rendimento della squadra con i 3 lunghi in campo.

Il principale aspetto negativo è la mobilità di Markkanen, che schierato come esterno non garantisce una prima linea difensiva degna di questo nome. Quando si è trovato accoppiato con gli esterni avversari, quasi sempre in realtà, ha faticato parecchio dovendo affidarsi completamente agli aiuti di Mobley e Allen per chiudere la linea di penetrazione verso il canestro.

Ciò che sta permettendo a Cleveland di potersi (quasi) permettere questo quintetto è, però, l’impatto difensivo pazzesco che Evan Mobley sta avendo fin dalle sue prime apparizioni sul parquet NBA.
L’ex USC ha giocato le sue prime 3 partite facendo registrare 2.3 stoppate di media.

Oltre alle stoppate in aiuto la scelta #3 allo scorso draft sta garantendo anche ottime difese quando coinvolto in qualche switch sui palleggiatori avversari. La situazione tattica più interessante si è vista, però, contro gli Hawks in cui è stata schierata una zona con Mobley in punta a marcare Trae Young dal primo istante. Situazione sicuramente interessante vista la velocità di piedi e la lunghezza di Mobley.

Anche Jarrett Allen sta sorprendendo per la sua mobilità. Nel video qui sotto riesce a contenere molto bene Hunter costringendolo a prendersi un tiro complicato allo scadere dello shot clock.

In quest’altra azione, invece, riesce ad indietreggiare bene restando con la penetrazione di Morant (uno dei migliori penetratori della lega in questo inizio di stagione) per stopparlo sul tabellone.

L’ultimo aspetto che consente a questa difesa di funzionare bene, malgrado la pessima difesa perimetrale generale, è il fatto che ogni volta che un giocatore della squadra avversaria cerca di attaccare il ferro ci sono almeno due giocatori di Cleveland a portare un aiuto impedendo un tiro facile.

Malgrado le note positive riguardanti Mobley e Allen e malgrado l’area costantemente intasata Cleveland, soprattutto durante le prime tre partite, ha fatto fatica a trovare la quadra, concedendo quasi 54 punti a partita nel pitturato, il peggior dato della lega.

I problemi in attacco

In attacco, molto più che in difesa, nascono i veri dolori per Cleveland. Avere tutti questi lunghi in campo crea, come è facile immaginare, problemi di spacing. I primi ad essere sacrificati sono Garland e Sexton, che sono obbligati a prendersi meno tiri e dal quoziente di difficoltà più elevato.

Nel video qui sopra, ad esempio, Allen si alza per portare il secondo blocco di un eventuale double drag, ma Sexton decide di tirare appena riceve la palla sul DHO di Mobley. Il blocco di Mobley è molle e Sexton tira contestato. Se avesse deciso di non tirare, però, Adams avrebbe potuto facilmente fare un passo avanti per contestare il tiro di Sexton e Jaren Jackson Jr aiutare di conseguenza, dato che Mobley non è pericoloso e rispettato dal perimetro.

Questo costringe la squadra a cercare di correre tanto in contropiede, ma, chiaramente non sempre e possibile e a ritmi bassi potrebbe diventare più complicato. Sexton, ad esempio, ha preso il 37% dei suoi tiri entro 8 secondi dall’inizio dell’azione, tirando con il 76%, mentre per il restante 63% dei tiri presi tira con circa il 37% dal campo.

Nel video qui sopra, invece, si vede chiaramente il problema delle spaziature. Sexton prova ad attaccare il ferro, ma Allen sta aspettando nel dunker spot e Kevin Love, al posto che stare spaziato in angolo, prova ad effettuare un taglio dietro ad Allen. Sexton è, dunque, costretto a prendersi un tiro complicato che viene facilmente stoppato da Hayward.

In questo video, invece, il tiro preso è buono, ma il problema è la difesa ed è probabilmente frutto del fatto che fosse solo la prima partita stagionale. Jaren Jackson Jr non aiuta dal lato forte, di per sé sarebbe la scelta corretta, pur marcando Evan Mobley, un giocatore che da distanza NCAA tirava solo 1 tripla a partita con il 30%.

Una soluzione proposta per cercare di creare qualcosa è il Double Drag 77, che abbiamo visto anche precedentemente. Sarebbe una soluzione percorribile con costanza avendo il doppio lungo (Mobley + Allen) e il tiratore fermo in angolo (Markkanen). Il problema qui nasce, nuovamente, dalla scarsa pericolosità di Mobley al tiro, che non impensierisce la difesa avversaria sul pop e dalla scarsa gestione dell’attacco da parte di Sexton. La difesa può, dunque, staccarsi da Mobley, portando ancora più pressione a Sexton che pecca di decision making. Il risultato è troppo spesso un’azione sprecata.

L’altra idea che è venuta in mente è stata l’utilizzare Markkanen come tiratore in movimento, in seguito a variazioni della flex offense per cercare di liberarlo. Markkanen però, malgrado siano entrambi alti e malgrado siano entrambi capaci di tirare, non è Bertāns e di conseguenza difetta sia della rapidità di piedi sia della coordinazione necessaria per tirare in questo tipo di situazioni.

Se Cleveland vorrà continuare a percorrere questo tipo di soluzioni dovrà dare tempo a Markkanen di adattarsi, sperando in buoni risultati. Un giocatore così grosso e lento è difficile da far smarcare correndo sui blocchi, quindi potrebbe trovarsi spesso a tirare contestato, con un drastico calo delle percentuali. Infatti, come possiamo vedere nei video proposti qui sopra, Hunter si addormenta ad inizio azione, ma con pochi passi riesce a recuperare il vantaggio che Markkanen aveva guadagnato e a contestare comunque il tiro.

Anche Mobley è, probabilmente, sacrificato in attacco da questa situazione tattica. Ha iniziato la sua carriera con percentuali non eccellenti per un lungo, ma osservando i suoi tiri è facile capire perché.

Il brutto spacing dell’attacco lo costringe a prendersi tiri complicati (spesso simili a quelli che Davis prende a LA). Step back, floater, fade away, tutti tiri a percentuali basse per cui è richiesto tantissimo talento, che sicuramente Mobley ha, ma che sono comunque scelte non ottimali.

La situazione tattica di Cleveland è curiosa, ma dettata in modo quasi obbligatorio dall’assenza a roster di ricambi di livello sugli esterni. Probabilmente, in un anno in cui non si può chiedere nulla alla classifica, si proseguirà su questa linea per cercare di sviluppare contemporaneamente tutti i propri giovani.

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Matteo Berta
Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.