Preview Cavaliers 21/22: tante incertezze ma il futuro sorride

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Copertina di Nicolò Bedaglia

Uscite: Marques Bolden, Andre Drummond, Thon Maker, Javale McGee, Anderson Varejao, Isaiah Hartenstein, Taurean Prince, Larry Nance Jr, Matthew Dellavedova, Dante Exum, Quin Cook

Entrate: Evan Mobley (#3 draft 2021), Ricky Rubio (trade), Mfiondu Kabengele (3.7M in 3 anni, solo 150k garantiti), Lauri Markkanen (67M in 4 anni), Kevin Pangos (3.5M in 2 anni)

Depth Chart

PG: Darius Garland, Ricky Rubio, Kevin Pangos
SG: Collin Sexton, Dylan Windler
SF: Isaac Okoro, Cedi Osman
PF: Evan Mobley, Lauri Markkanen, Kevin Love, Dean Wade
C: Jarrett Allen, Mfiondu Kabengele

Riassunto stagione 2020/2021

Dopo un inizio di stagione sorprendente (8-7 nelle prime 15 partite), la stagione dei Cavaliers si è inabissata concludendosi con un mesto 22-50, più vicino a quanto ci si potesse aspettare da un roster giovane, ma non ancora adatto a competere ad alti livelli.

La stagione, però, non è stata deludente perché ha mostrato a pieno le capacità di scoring di Collin Sexton (24.3 punti, 57.3% di True Shooting), ma soprattutto la grande crescita, soprattutto sul finire di stagione, di Darius Garland.

L’altro risvolto positivo è che un record tra i peggiori della lega ha portato ad avere una scelta tra le primissime, la numero 3, che ha portato in Ohio il lungo più talentuoso del draft 2021: Evan Mobley.

Giocatore da tenere d’occhio: Darius Garland

Il playmaker ex Vanderbilt è alla stagione di consacrazione. Il suo talento è parso chiaro a tutti durante la scorsa stagione: ottima gestione dei ritmi, gran ball handling, capacità di tirare lontano dalla palla e buonissimi flash per quanto riguarda i passaggi.

La scorsa stagione si è conclusa con 17 punti e 6 assist, con quasi il 40% da 3 punti. Il suo problema principale per quanto riguarda lo scoring sembra essere il concludere al ferro (57% nella restricted area, la zona del pitturato più vicina al canestro), ma è una percentuale normale ed in linea con quella dei giocatori con le sue dimensioni fisiche, quindi ciò non dovrebbe influire troppo negativamente sullo sviluppo del suo gioco.

Il suo ball handling, però, è solido e gli consente, come si può vedere nella clip sotto, di battere il diretto avversario (nel caso specifico, uno dei migliori difensori perimetrali della lega in Matisse Thybulle) e questo lo aiuta ad andare al ferro senza un uomo costantemente addosso.

La nota negativa, che potrebbe rallentare il suo sviluppo, è un roster costruito, sulla carta, in modo non adatto a fondo alle caratteristiche del proprio playmaker.

Visti i lampi di talento mostrati durante la scorsa stagione è lecito aspettarsi grandi cose da lui durante i prossimi mesi, e non è da scartare che i Cavaliers trovino in lui la loro prossima stella.

Aspettative e previsioni

Prendere le giuste decisioni

Partiamo dagli aspetti più frizzanti che potrebbero riguardare i Cavaliers durante la prossima stagione.

Il primo dilemma da affrontare è la convivenza, forzata visto il rinnovo a cifre stratosferiche dato a Jarrett Allen, tra lo stesso Allen e Evan Mobley. In questo articolo abbiamo provato a parlare dell’eventuale fit tra i due. Quello che è sicuro è che, per ora, sembra essere problematico visto che il tiro di Mobley non pare ancora abbastanza affidabile da poter allargare il campo con costanza.

Il talento dell’ex USC è sconfinato, in entrambe le metà campo. Al college ha mostrato di poter diventare un giocatore totale: un lungo in grado di tirare dal palleggio, di attaccare il ferro partendo dall’arco, di rollare forte a canestro e di tirare piazzato dopo un pick&pop, nonché in grado di difendere il ferro con efficacia e di cambiare sui piccoli annullandoli.

Visto l’arrivo di Markkanen, dalle qualità indubbie ma molto deludente nelle passate stagioni, sarà interessante vedere la rotazione dei lunghi della squadra. Probabilmente far entrare Mobley dalla panca, almeno nel primo periodo, potrebbe essere la soluzione, con un quintetto più tradizionale che vedrebbe il giocatore finlandese affiancato a Jarrett Allen.

La seconda decisione da prendere è cosa fare con il rinnovo di Collin Sexton. Il prodotto di Alabama fa dello scoring la sua più grande dote: malgrado sia sottodimensionato per il suo ruolo in NBA, riesce ad essere un giocatore efficiente in grado di segnare in ogni modo.

Ciononostante, i compagni di squadra hanno mostrato più volte di soffrire il suo stile di gioco. Passare la palla non è la sua dote migliore e ciò, alla lunga, potrebbe rallentare lo sviluppo degli altri giocatori.

Unito a questo c’è il problema della convivenza difensiva con Garland: entrambi sono molto piccoli per il loro ruolo e di conseguenza la dirigenza, in ottica futura, dovrebbe decidere se valga la pena offrire un rinnovo corposo a Sexton. Gli esempi di roster vincenti con due guardie sottodimensionate fisicamente, purtroppo per i Cavs, non sono tanti.

Perdite importanti

La perdita di Larry Nance Jr è davvero significativa. Malgrado l’infortunio che lo ha costretto a giocare solo 35 partite, durante la passata stagione ha dimostrato di avere le qualità per essere uno dei difensori, in roaming, più impattanti della lega.

Offensivamente il suo contributo era quello di un regista: in modo simile a Draymond Green, guidava spesso l’attacco della squadra partendo dalla punta o dal post. Al suo posto sono arrivati Mobley e Markkanen, ma l’impatto immediato non potrà sicuramente essere lo stesso, in nessuna delle due metà campo.

Buchi a roster

Contestualmente alla perdita di Larry Nance Jr, un equilibratore perfetto per questo roster, i Cavs si trovano ad avere un roster “sbilanciato”.

Nel loro reparto guardie troviamo quattro giocatori che danno il meglio di sè con la palla tra le mani: Sexton, Garland, Rubio e Pangos. Di questi quattro il giocatore più efficace lontano dalla palla è, probabilmente, Garland. Durante la scorsa stagione Garland ha segnato 74 delle sue 105 triple assistito, tirando, in catch&shoot, con oltre il 40% dall’arco. In situazioni di drive&kick Garland è bravo a riposizionarsi e a creare linee di passaggio per i compagni, non a caso il miglior assistman per i suoi canestri è stato Isaac Okoro durante la scorsa stagione.

Il problema, a questo punto, sorge quando, come abbiamo precedentemente detto, si vorrebbe sviluppare Garland come playmaker. Oltre alla convivenza con Sexton, con cui si dividerà quasi equamente i possessi palla in mano, le aggiunte di Rubio e Pangos, volte a portare esperienza in un backcourt altrimenti troppo giovane, potrebbero togliergli ancora di più palla dalle mani.

L’altro problema di questa zona di roster è che mancano le alternative, soprattutto nello spot di guardia. Dietro a Collin Sexton, attualmente, c’è solo Dylan Windler. Si potrebbe, magari, vedere Okoro da guardia, ma questo vorrebbe dire comporre un quintetto particolarmente intricato.
Proviamo ad immaginare qualche quintetto che potremmo aspettarci di vedere oltre a quello che inizierà e finirà le partite:

Rubio, Sexton, Okoro, Markkanen, Allen sarebbe sicuramente ben assortito, ma considerando che Sexton non potrà giocare 48 minuti a partita bisognerà provare a mescolare le carte vedendo quintetti con Rubio, Okoro, Osman, Markkanen, Mobley/Allen, un quintetto difficile da gestire vista la mancanza di spacing portata dal reparto guardie più un centro come Allen.

Sicuramente Bickerstaff dovrà giocare e sperimentare con i quintetti, spesso dividendo i minuti di Garland e Sexton in modo da avere sempre uno dei due in campo con la second unit.

Pronostico

Cleveland si deve preparare ad un’altra stagione di transizione. Negli scorsi draft la dirigenza è riuscita a mettere a roster le basi per il proprio futuro ed ora bisognerà solo aspettare, continuando ad aggiungere talento nelle zone mancanti.

Abbiamo detto precedentemente che bisognerà capire come si risolverà la questione Sexton, tuttavia un nucleo costituito da Garland, Okoro e Mobley sarà sicuramente interessante negli anni a venire.

Quest’anno ci si può aspettare un posto tra gli ultimi 3 dell’Est, insieme a squadre come i Pistons e i Magic, ma il futuro potrebbe finalmente essere roseo.

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Matteo Berta
Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.