Il pessimo inizio di stagione degli Atlanta Hawks

hawks difesa
Copertina di Marco D'Amato

Lo scoppiettante cammino che gli Hawks hanno avuto durante i playoff della scorsa stagione rapportato all’inizio della stagione 21-22 (6-9 nelle prime 15 partite) risulta essere ancora più deludente. Una serie di concause ha portato ad un inizio claudicante, simile a quello dello scorso anno che, per quanto possa far preoccupare, sembra potersi risolvere quando alcuni dei problemi attuali si appianeranno nel corso della stagione.

L’obiettivo, come abbiamo detto nella preview, è quello di provare a replicare la stagione dello scorso anno, ma se non inizieranno ad arrivare le vittorie il più presto possibile sarà probabilmente troppo tardi per riuscire ad ottenere un buon seed per i playoff, ma questo è un altro discorso. Andiamo ora ad analizzare i problemi che hanno condizionato l’inizio di stagione.

Infortuni e calendario

Il calendario degli Hawks durante le prime 15 partite è stato tra i 3 più complicati della lega secondo ogni sito che si occupa di calcolare la Strenght of Schedule (Espn, TeamRankings, PowerRankingsGuru ecc). Trovarsi ad affrontare un calendario così difficile fin dalle prime partite è stato, sicuramente, un grande problema per gli Hawks, reduci da una post-season lunga e piena di acciacchi.

Giocatori importanti come Huerter, Bogdanović, Capela e lo stesso Trae Young si sono presentati in ritardo di condizione a causa degli acciacchi avuti durante l’estate, strascichi dei problemi che abbiamo visto durante i playoff (dolori al ginocchio per Huerter e Bogdanović, dolori al tendine d’Achille per Capela e affaticamento alla spalla per Trae Young). Oltre a loro si è aggiunto l’infortunio di Okongwu, operato alla spalla in estate e attualmente ancora fuori dai giochi.

Alla lista degli infortunati si è aggiunto, nuovamente, De’Andre Hunter che salterà circa 2 mesi per un infortunio al polso rimediato contro Golden State.

La nota positiva è che un calendario difficile all’inizio della stagione si traduce, spesso, in un calendario più semplice durante il resto dell’anno.

Durante le prime 15 partite, nove sono state giocate in trasferta, con un record di 1-8, mentre solo 6 sono state giocate in casa, con un record di 5-1. Sicuramente la squadra dovrà iniziare a vincere al di fuori della State Farm Arena. La somma di calendario più semplice e giocatori che prenderanno condizione, salvo nuovi infortuni, dovrebbe far risalire gli Hawks in classifica normalizzando la stagione rispetto alle aspettative iniziali.

I problemi difensivi

Un’altra causa delle sconfitte di Atlanta durante questo primo quinto di stagione è sicuramente la difesa che non sta funzionando come lo scorso anno: dopo 15 partite Atlanta ha il 27esimo defensive rating nella lega, meglio solo di Orlando, Memphis e New Orleans.

Nessuno si aspetta che quella degli Hawks possa essere tra le difese più efficienti della NBA, ma è lecito aspettarsi una difesa nella media visto il personale a roster e non una difesa tra le peggiori della lega.

Malgrado l’attacco, in questo momento, sia tra i migliori 6 (109.9 di offrtg) una difesa così traballante si traduce in un net rating negativo e, di conseguenza, in parecchie sconfitte.

La difesa in transizione

Per migliorare la difesa è sicuramente necessario migliorare la difesa in transizione. Atlanta gioca ad un ritmo basso, quindi questo riduce i contropiedi avversari, ma malgrado ciò gli Hawks sono tra le 10 squadra a subire più punti in assoluto in contropiede.

La difesa in transizione è caotica, priva di comunicazione e costellata di errori banali che avrebbero potuto ridurre le possibilità di canestri semplici agli avversari.

Nei due video qui sopra Huerter e Trae non comunicano e lasciano la strada verso il canestro completamente libera accoppiandosi con gli altri giocatori al posto che con il portatore di palla. Una difesa pessima frutto di una mancanza di concentrazione palese ed esternata anche da Trae in alcune interviste post partita.

Nella clip qui sotto, invece, si ha il problema opposto. La difesa si concentra esclusivamente sul portatore di palla (Avdija) lasciando Bertāns completamente libero. Il rientro dei compagni è lento e tra quattro maglie degli Hawks a prendere il rimbalzo è lo stesso Avdija che trova Kuzma completamente smarcato sul perimetro.

Il primo passo che gli Hawks dovranno fare nella loro metà campo per migliorare la loro difesa sarà sicuramente correggere questi errori dovuti alla carenza di concentrazione. Prendere contropiede come quello nella clip sotto dopo un canestro segnato ne è un chiaro (e preoccupante) esempio:

Nelle ultime due partite si è visto un miglioramento ad occhio nudo (solo 7.5 punti subiti in contropiede a gara), ma Bucks e Magic non sono tra le squadre a correre di più in transizione, dunque bisognerà aspettare qualche gara in più per riuscire a capire se la tendenza verrà confermata o se è solo frutto del caso.

L difesa in transizione è davvero orripilante, ma dato che non posso materialmente scrivere un paragrafo per ogni clip metterò qui una compilation di video da guardare con in sottofondo il Benny Hill Theme.

I lunghi non stanno rendendo al meglio

L’altro grande problema difensivo è il rendimento del reparto lunghi. Con l’infortunio di Okongwu le alternative difensivamente valide sono esaurite e visto che il rendimento di Capela non è quello della scorsa stagione, gli Hawks stanno pagando la situazione più di quanto ci si potesse aspettare.

Partendo da Capela è palese che il calo fisico lo condizioni parecchio sulla mobilità laterale, non consentendogli di prendere il tempo ed il passo giusto agli avversari.

In questa clip gli è fatale il movimento verso Harrell, perché la successiva torsione del corpo è troppo lenta e non gli consente di recuperare sul penetratore.

In questo altro video rimane concentrato sul portatore di palla, già ampiamente marcato e contestato, non vedendo il taglio alle spalle di Bogdanović e non arrivando, dunque, a chiudere. Cosa non da lui visto il rendimento da DPOY che ha messo in mostra lo scorso anno.

La scarsa forma si traduce anche in statistiche avanzate in calo rispetto a quelle dello scorso anno. La sua block% è quasi dimezzata, mentre gli Hawks subiscono 14 punti in più per 100 possessi quando Capela è in campo, secondo CleaningTheGlass. Il secondo dato è sicuramente influenzato dalla convivenza forzata in campo con Trae Young, ma anche l’anno scorso condivideva gran parte dei suoi minuti con Trae, pur facendo registrare un elitario -8.5 punti subiti per 100 possessi.

L’altro enorme problema è che, senza Okongwu, oltre a Dieng che sta facendo bene, l’altro backup è Gallinari. Danilo non è, storicamente, un grande difensore, ma quest’anno sembra aver iniziato con parecchie difficoltà fisiche che non gli stanno consentendo di avere alcun apporto difensivo.

Contro i Jazz è stato più volte obbligato a cambiare sul perimetro, venendo battuto con costanza (come possiamo vedere nelle clip qui sopra) e costringendo McMillan a tenerlo seduto in panchina per gran parte della partita.

L’altro grande, enorme problema di Gallinari è che è un rim protector ampiamente insufficiente. Il suo atletismo non gli permette di fare grandi stoppate, ma oltre a ciò è anche lento nelle rotazioni, trovandosi troppo spesso lontano dalla linea di penetrazione degli avversari.

L’altra sua tendenza che lo porta ad essere un rim protector pessimo è il fatto di aspettare l’avversario troppo sotto canestro, come si vede nella clip qui sopra.

Scarsa concentrazione

L’ultimo problema che è emerso nelle prime partite di stagione è una generale mancanza di concentrazione da parte di tutti i giocatori. Troppo spesso, a difesa schierata, sono stati subiti canestri banali in seguito a tagli backdoor o rotazioni mancate.

Questo tipo di situazioni vanno sicuramente limate, sia dagli ottimi difensori come Hunter che da un giocatore come Trae Young, un minus difensivo, ma che non dovrebbe comunque perdere dei tagli banali come quello della clip sopra.

I problemi in attacco

Malgrado l’attacco degli Hawks sia attualmente tra i più efficaci della lega ci sono alcuni problemi che dovranno essere risolti per far rendere la squadra al meglio.

Scarsa circolazione di palla

Il primo problema è sicuramente la scarsa circolazione di palla. Un attacco con Trae Young in campo sarà sempre efficiente, ma quando Trae si deve sedere in panchina c’è bisogno che i compagni dividano il suo carico offensive. L’anno scorso Bogdanović, Huerter e Lou Williams erano riusciti a tenere alto il livello offensivo anche dal punto di vista della creation, ma quest’anno sono partiti tutti e tre a rilento.

Inoltre, quando Trae Young viene raddoppiato, i compagni non si stanno facendo trovare pronti come lo scorso anno e, per questo motivo, l’attacco perde di efficienza contro difese che preparano adeguatamente la partita.

Atlanta è attualmente 26esima per passaggi fatti a partita (266 passaggi) davanti a Suns, Mavs e Bucks. Anche lo scorso anno si trovavano nella zona bassa della classifica, ma l’attacco sembrava essere più fluido grazie alle ottime prestazioni dei tre sopracitati, capaci di muoversi molto bene lontano dalla palla per creare chiare occasioni per un canestro.

Il backup di Trae Young

Il secondo grande problema è qualcosa di ricorrente: il backup di Trae Young.

L’anno scorso Lou Williams ha tamponato il problema grazie ad ottime prestazioni, ma quest’anno sembra prossimo al ritiro sia mentalmente che fisicamente. Durante l’estate è stato preso, in free agency, Delon Wright, che sembra poter portare ordine all’attacco, ma che, per dire qualcosa di mai detto in questo articolo, è partito a rilento.

Chiaramente non può lui soltanto sostituire l’apporto offensivo di Trae, ma vederlo in forma potrebbe far fare un ottimo step in avanti alla sofferente second unit.

Per ora bisognerà continuare a soffrire con un attacco della second unit molto più problematico del previsto. Secondo CleaningTheGlass, che non considera il garbage time, la squadra segna 19 punti in meno per 100 possessi quando Trae Young si siede in panchina, dato assolutamente inaccettabile.

Capela e i layup sbagliati

Un altro grande problema è il rendimento di Capela nel quintetto titolare. Abbiamo già parlato del suo pessimo stato di forma, ma ciò non condiziona solo le sue prestazione difensiva, ma anche il suo rendimento offensivo.

In queste prime partite Capela ha sbagliato moltissimi tiri, ma sembra star migliorando visto che nelle ultime 5 partite la sua percentuale in restricted area è stata del 74%. Vederlo convertire tiri che fino a qualche partita fa sbagliava con continuità è incoraggiante e fa ben sperare per il futuro e per un riassestamento delle percentuali.

Note positive

Lasciando da parte l’esistenzialismo cestistico che straborda da questo articolo, per concludere, voglio fare una compilation di note positive che sono emerse durante questo inizio di stagione.

La prima di tutte è sicuramente il rendimento di John Collins, ampiamente il secondo miglior giocatore, dopo Trae, per ora.

Rispetto allo scorso anno ha raddoppiato il numero degli assist creando numerose occasioni sia per Capela che per i tagli degli esterni.

La seconda nota positiva è il rendimento di Cam Reddish.

Malgrado il suo rendimento sia parecchio altalenante, Reddish sta facendo vedere diverse cose interessanti e sta migliorando piano piano. Deve ancora progredire parecchio sulle sue scelte e troppo spesso le sue decisioni in campo paiono essere caotiche e casuali. Ad esempio sta tirando con un solido 36% da 3 punti, ma con il 40% in catch&shoot e il 26% in pull-up, eppure continua a prendere tiri complicati e fuori ritmo.

Nella serie di tweet qui sopra ho provato, qualche partita fa, ad analizzare la gara di Reddish contro Washington, evidenziando le cose positive che sta facendo vedere.

La stagione è partita a rilento, ma le speranze di riprendere la retta via sono concrete, partendo dalla serie di vittorie contro Bucks, Magic e Celtics e proseguendo per il miglioramento della forma dei giocatori menzionati in questo articolo. L’obiettivo, malgrado la brutta partenza, sarà arrivare ai playoff senza passare per il play-in, quindi, da ora in poi, bisognerà cercare di sbagliare il meno possibile.

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Matteo Berta
Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.