Una visita al museo NBA in compagnia

Museo NBA
Copertina di Valentino Grassi

Rieccoci con la quarta preview stagionale (nel caso ve le foste perse, ecco la prima, la seconda e la terza) di True Shooting, quest’anno giocata su D&D, Dunks&Dribbles. Se la stagione NBA è considerabile una campagna, in cui una squadra affronta battaglie, sfortune e incidenti per conquistare un tesoro preziosissimo, allora le preview sono l’equivalente della scheda personaggio, che delineano le condizioni di partenza.

Ecco quindi che troverete la vostra squadra preferita inserita in un dungeon di partenza, insieme ad altre con cui condivide una caratteristica: oggi è il turno del museo, in cui troverete animali ormai estinti, un generale storico ormai passato e tanta cultura. Non vi resta che preparare i vostri D20 e la vostra guida (la scheda personaggio del vostro eroe l’abbiamo preparata noi), la Campagna NBA 2022-23 sta per iniziare.

1) Brooklyn Nets

EROE: Kevin Durant
CLASSE: Druido
ATTRIBUTI: Forza (9), Destrezza (20), Intelligenza (14), Carisma (10), Costituzione (14), Saggezza (14)
TIRO SALVEZZA: Destrezza
ABILITÀ: Storia, Arcano, Furtività

Se c’è una squadra nella Lega che si presenta ai nastri di partenza della stagione 2022/23 con più dubbi che certezze, è sicuramente quella che ha vissuto una delle Off-Season più tormentate degli ultimi anni, ovvero: i Brooklyn Nets.

Fino a non troppo tempo fa sembrava utopia vedere al training camp sia Kevin Durant che Kyrie Irving vista la situazione venutasi a creare dopo i playoff. Quest’ultimo comunicò la decisione di accettare la Player Option da $36.5 milioni solo il 27 giugno dopo che era quasi scontato un suo rifiuto, mentre il primo pochi giorni dopo (30 giugno) richiese ufficialmente la Trade.

Da quel momento tutti agli addetti ai lavori e non attendevano con ansia il giorno in cui KD sarebbe stato scambiato e di rumors ne sono usciti parecchi, riguardanti soprattutto le destinazioni preferite da quest’ultimo. Con le speculazioni sull’ex Thunder e Warriors, sono iniziate anche quelle riguardanti l’ex Cavs e Celtics, in quanto in molti pronosticavano un suo ritorno alla corte di sua maestà LeBron James.

Questa situazione è durata, praticamente, tutta l’estate e tra rumors, indiscrezioni varie e altre voci che si susseguivano una dopo l’altra (sembra infatti che Durant abbia chiesto le teste di Marks e Nash per rimanere) si è arrivati alla risoluzione della situazione con i due che si sono ripromessi di riprovarci e di presentarsi al Training Camp con entusiasmo e con la voglia necessaria per affrontare un’altra stagione assieme.

Dal media day, alle prime partite di Pre-Season, effettivamente, entrambi sembrano essere sul pezzo e vogliosi di farsi trovare pronti quando il gioco si farà duro, ma i dubbi che attanagliano i Nets sono molteplici e non riguardano soltanto le due stelle.

Ben Simmons e gli altri dubbi

Come detto precedentemente i dubbi riguardanti Brooklyn sono parecchi e di conseguenza anche i punti chiave della prossima stagione sono molteplici.

Quale sarà il contributo di Ben Simmons?

L’ex 76ers non giocava una partita di pallacanestro da Gara 7 contro gli Atlanta Hawks dei playoff 2021 e le perplessità che lo circondano sono davvero tante. Innanzitutto bisognerà vedere come a livello fisico approccerà la nuova stagione visti i molti mesi di assenza dai campi. In queste prime partite di Pre-Season è sembrato un po’ imballato e sicuramente non al top (il che è normalissimo), ma soprattutto sembra essere rimasto lo stesso giocatore visto in quel di Philadelphia. Nash ha dichiarato che non gli interessa se Simmons tirerà o meno, però è indubbio che un giocatore che avrà compiti di regia come lui non può continuare sulla stessa falsa riga delle scorse stagioni. Certo, non avere un giocatore come Embiid che intasa l’area può aiutarlo, però anche lui dovrà metterci del suo se vorrà essere più incisivo e d’aiuto ai propri compagni. Il suo talento in transizione, come passatore e come difensore non è in discussione, ma abbiamo già visto come non basti nei momenti che contano realmente.

Irving e Durant riusciranno a rimanere “fully committed” per tutta la stagione?

Indubbiamente da questo punto passeranno le fortune o meno dei Brooklyn Nets. Se le due stelle, oltre che a rimanere sane, continueranno sull’onda di quello visto in questi primi giorni di Training Camp e nelle prime partite di Pre-Season, allora i Nets potrebbero inserirsi in un’eventuale corsa alla vetta dell’Eastern Conference, altrimenti, se i due dovessero creare altri squilibri o addirittura richiedere nuovamente la Trade, il rischio è che Brooklyn non partecipi nemmeno ai prossimi Play-Off, viste le molte pretendenti per un posto in Post-Season ad Est.

Come si comporterà Nash con la rotazione dei centri?

Sicuramente uno dei dubbi principali che Steve Nash dovrà affrontare è quello riguardante la rotazione dei centri. Al momento l’unico centro che l’anno scorso ha avuto minuti è Nic Claxton, visto che Day’Ron Sharpe ha passato, praticamente, tutta la stagione in G-League e a roster non sono presenti altri giocatori in quel ruolo. In molti pensano che verrà utilizzato spesso (magari anche nella closing lineup) Ben Simmons, visto che anche Nash ha dichiarato che sussiste questa possibilità. Detto ciò, se in fase offensiva potrebbe anche funzionare, in difesa i dubbi sarebbero molti, visto che la protezione del ferro non è la principale caratteristica difensiva dell’australiano, ma anzi, è una delle sue debolezze più evidenti. L’head coach dei Nets ha dichiarato che vede in quel ruolo anche Markieff Morris e quest’ultimo si è detto aperto alla possibilità di poter ricoprire quel ruolo, ma è indubbio che al momento una soluzione definitiva non esiste e sicuramente vedremo diverse sperimentazioni durante la Regular Season.

Closing Lineup

G: Kyrie Irving, Joe Harris (Seth Curry)

F: Royce O’Neale, Kevin Durant

C: Ben Simmons

Pronostici

Come abbiamo ben visto, i dubbi che circondano l’ambiente Nets sono veramente tanti e non è scontato che Nash riuscirà a trovare la quadra della situazione e che quest’ultima non degeneri durante l’anno. Tra l’altro un’altra perplessità riguarda proprio il ruolo dell’ex due volte MVP dei Phoenix Suns, in quanto non sempre è sembrato avere la situazione sotto controllo fuori, ma soprattutto dentro il campo, pertanto anche lui è atteso da un esame importante durante la prossima Regular Season e non è scontato che lo superi.

Inoltre, l’Eastern Conference è una giungla quest’anno ed è veramente difficile fare una previsione su un eventuale Power Ranking, ma soprattutto non è semplice capire dove finiranno i Brooklyn Nets. Per talento potrebbero tranquillamente finire in top 4 ed ottenere il fattore campo nei primi turni dei Play-Off, ma al contempo la squadra ha tutto il potenziale per auto-sabotarsi e finire nuovamente ai Play-in o addirittura fuori dalle prime 10 posizioni.

Se dovessi sbilanciarmi, prevedo una stagione in cui le due stelle rimarranno committed fino alla fine dell’anno, ma al contempo prevedo diversi problemi a livello di gioco e soprattutto con l’inserimento di Ben Simmons, pertanto prevedo i Brooklyn Nets al sesto posto dell’Eastern Conference.

2) New York Knicks

EROE: Julius Randle
CLASSE: Barbaro
ATTRIBUTI: Forza (16), Destrezza (10), Intelligenza (2), Carisma (2), Costituzione (15), Saggezza (1)
TIRO SALVEZZA: Forza
ABILITÀ: Atletica, Acrobazia, Inganno

I Knicks sono pronti a cominciare la stagione 22-23 circondati dal solito alone di mistero che li contraddistingue. Lo scorso l’anno la squadra di Thibs non si è confermata ai playoffs, mancando in maniera netta anche l’accesso ai play-in. Un crollo dovuto a tanti errori in campo e fuori, che hanno portato la squadra a non trovare una quadra tecnica e mentale per tutto il corso della stagione. Ripartendo dal flop di Randle post-rinnovo e passando per le telenovele Walker e Reddish, New York è davanti ad un’annata chiave, sia per le prospettive del gruppo che per quelle dell’allenatore, obbligato a rimettersi in gioco in un Est sempre più competitivo.

Jalen Brunson è stato il colpo dell’estate dei Knicks, chiamato a spezzare la maledizione play che vive nel Garden da troppi anni. Il mancato arrivo via trade di Donovan Mitchell ha messo ancora più peso sulle spalle dell’ex giocatore di Dallas, che dovrà gestire una squadra in apparenza non particolarmente funzionale alle sue caratteristiche e piena di giocatori con parecchi punti di domanda. Sarà Jalen il salvatore della Grande Mela? Ovviamente no, e servirà una combinazione di incastri corretti per evitare di ripetere il triste spettacolo abituale.

Tante questioni in sospeso

I dubbi sulla compatibilità di Brunson con i vari Randle-Barrett-Fournier sono parecchi, ma non insormontabili. Mettendo da parte le difficoltà difensive enormi che avrà questa squadra contro attacchi di sistema, è chiaro che JB avrà di fianco compagni con caratteristiche individuali molto diverse rispetto ai Mavs, partendo da RJ. Barrett ha detto di aver lavorato molto su tre punti deboli: decision-making, finishing al ferro e liberi. Una scelta chiara che fa ben sperare per la sua crescita, arrivati ormai al quarto anno in NBA.

Sarà necessario però abbandonare anche la pigrizia off-ball che non ha limato dal suo ingresso nella lega. Considerando il carico di lavoro che avrà in difesa e i limiti assodati di Randle e Fournier, non sarà facile avere una fluidità e un continuità di livello nella metà campo avversaria. Nelle prime uscite di preseason si è vista una squadra agile e fresca, ma le percentuali drogano sempre le valutazioni di una squadra con pochi tiratori puri. A maggior ragione in partite di questo tipo.

In linea di massima i Knicks saranno ancora molto dipendenti da Randle, e solo con un suo ritorno ad un’efficienza di livello potranno pensare di diventare una mina vagante ad Est. New York è stata tra le squadre con più p&r della scorsa stagione, ma nettamente tra le peggiori nella produzione (44% EFG su 21.5 poss).

Come già accennato post-firma, Brunson ha invece raggiunto il 90esimo percentile in p&r da ball-handler primario, oltre ad essere stato il miglior finisher al ferro della lega tra le guardie con almeno 200 layup, con più del 57% dal campo. Numeri dovuti certamente anche al sistema e alle capacità dei Mavs di liberargli l’area, ma che descrivono un giocatore capace di colmare uno dei buchi della sua nuova squadra. Lo stesso Julius ha affermato di voler giocare più veloce per alzare il pace di squadra, ma avrà il compito di riconquistare la fiducia dei tifosi e in parte dei compagni, come fatto capire indirettamente da Rose: “Se il ragazzo in fondo alla panchina non può dirti di aver sbagliato una marcatura, c’è qualcosa che non va”.

La starting lineup sarà probabilmente la stessa della scorsa stagione, con il cambio tra Walker e Brunson. Si era parlato di un possibile inserimento di Grimes al posto di Fournier per aumentare la duttilità difensiva della squadra, ma i primi segnali e le frasi di Thibodeau sembrano aver chiuso a questa ipotesi. Quentin è stato uno dei motivi per cui la trade Mitchell è saltata, e anche per questo è doveroso aspettarsi un minutaggio in linea con il valore di mercato datogli dal FO.

Dando invece un’occhiata alla rotazione generale, rimane aperta la questione Reddish, attualmente undicesimo uomo e a caccia di minuti in preseason per massimizzare. Rose e Quickley torneranno ad essere il backcourt di riserva, con il primo tornato al 100% dopo i problemi alla caviglia. Anche lo stesso McBride sta trovando un discreto spazio, ma è probabile che lo vedremo sporadicamente solo in caso di assenza di Rose. Rimangono tanti dubbi intorno al ruolo Obi Toppin. È arrivato il momento di ritagliarsi un ruolo stabile e di mangiare minuti anche con parte della first-unit. Non dipenderà solo da lui, ma l’impatto che avrà nelle prime partite di RS sarà davvero molto importante per capire l’indirizzo della stagione.

Sotto canestro Hartenstein offrirà delle opzioni in più ad una squadra troppo rigida rispetto agli standard attuali della lega, e non sarei sorpreso di vederlo più di una volta in campo nei finali al posto di Robinson. Proprio Mitch, fresco di rinnovo, si è detto pronto a mostrare il lavoro estivo e giocare qualche possesso in post per aumentare il suo ruolo offensivo. Vedremo se questa volta ci saranno davvero dei passi avanti.

Closing Lineup

G: Jalen Brunson, RJ Barrett

F: Evan Fournier, Julius Randle

C: Mitchell Robinson

Pronostici

Dal successo o meno di questa stagione dipenderà anche il futuro di Tom Thibodeau. In linea di massima mi aspetto un’annata intorno alle 40-42W, leggermente più dell’anno scorso e con un Est ancora più competitivo. Uno scenario bruttino, ma decisamente ottimista considerando le varie variabili in gioco. Numeri che difficilmente soddisferebbero James Dolan, e se non dovessero bastare per agguantare i play-in, ed eventualmente un ottavo posto, risulterebbero fatali per il coach.

Allo stesso tempo ci sono varie opzioni per arrivare a quelle 42W, tutte con implicazioni diverse. Se in questa probabile mediocrità di risultati riuscirà a farsi largo parte dello young core, con RJ in prima linea, le prospettive sarebbero molto diverse.

3) Toronto Raptors

EROE: Scottie Barnes
CLASSE: Monaco
ATTRIBUTI: Forza (7), Destrezza (11), Intelligenza (11), Carisma (11), Costituzione (14), Saggezza (6)
TIRO SALVEZZA: Costituzione
ABILITÀ: Persuasione, Percezione, Indagare

I Toronto Raptors si presentano ai nastri di partenza della stagione 2022-23 dopo la sconfitta al primo turno playoff contro i Philadelphia 76ers per 4-2, dopo essere stati sotto 3-0, complice anche l’infortunio alla caviglia di Scottie Barnes. Il rookie dell’anno è tra i giocatori più attesi della prossima stagione, e l’impressione è che dal suo salto di qualità dipenderà il futuro della franchigia, ora di nuovo in rampa di lancio per giocarsi almeno il passaggio del turno in postseason. Nick Nurse ritrova una rosa più lunga, con l’arrivo di Otto Porter Jr e Koloko, e più pronta a coprire minuti in regular season onde evitare di affaticare troppo i suoi titolari.

La chiave: i progressi di Barnes e degli altri giovani

Sembra incredibile pensare che un giocatore che ha chiuso a 15+7.5+3.5 con quasi due stock a partita sia ancora molto grezzo, eppure è quello che è Scottie Barnes, un giocatore dai margini di miglioramento enormi. In primis sul tiro, già al di sopra delle più rosee aspettative. In secondo luogo come gestore di pick and roll da palleggiatore e da bloccante: Nurse lascerà più liberta al suo pupillo di creare, e Scottie dovrà mettere a frutto l’esperienza acquisita per rendere più pericolosi i compagni, ma anche migliorare lontano dalla palla. Barnes deve poi migliorare in difesa individualmente sul perimetro, dove spesso è mezzo passo in ritardo a contestare, mentre invece in aiuto è già ad altissimo livello. Non sono miglioramenti da poco e che avverranno tutti insieme, ma sono una serie di cose a cui Barnes col tempo può arrivare per esplodere in tutto il suo potenziale, che sembra da All NBA.

Intorno a Scottie la squadra dovrà crescere. Se le dichiarazioni di Siakam, che ha detto che punta a essere uno dei migliori 5 giocatori della lega sembrano parecchio ottimiste, ci sono comunque margini di miglioramento come scorer da rollante e sul tiro dal palleggio. Anunoby non è reduce da una stagione brillante, che ha interrotto i buoni progressi dal punto di vista della creazione di tiro. Nurse però necessita di un salto di qualità dalla panchina: VanVleet ha giocato 38 minuti a gara in regular season per mancanza di alternative, ed è arrivato completamente svuotato ai playoff: Flynn e Dalano Banton devono fare un passo in avanti per consentire a Fred di ridurre la sua presenza in campo e respirare di più.

Si attendono poi progressi da Precious Achiuwa, ottimo difensore dalla panchina e arma tattica per i quintetti piccoli, che deve espandere il suo gioco offensivo soprattutto nelle scelte. Otto Porter Jr, Thaddeus Young, Boucher e Khem Birch rappresentano alternative di qualità dalla panchina per giocare con le lineup tipiche di Toronto, sopra i due metri di altezza senza un vero centro, ma Nurse potrà schierare il rookie Koloko, centro tradizionale che è un intimidatore del ferro in difesa e un rim runner in attacco, per giocare anche in modo meno moderno. Insomma, sulla carta Toronto sembra avere rotazioni più lunghe. Se a ciò si aggiungeranno progressi da parte di chi può migliorare, la squadra dovrebbe crescere.

Closing Lineup

G: Fred VanVleet, Gary Trent Jr.

F: OG Anunoby, Scottie Barnes

C: Pascal Siakam

Pronostici

A Est le squadre che sono sicuramente superiori ai Raptors sono Boston, Milwaukee e probabilmente anche Miami e Philadelphia. I progressi di Cleveland in estate li mettono con Chicago, Brooklyn e Atlanta se non allo stesso livello dei Raptors, per lo meno nella stessa categoria di squadre. Se avete fatto i conti sono 9 squadre per 8 posti playoff. Secondo me la solidità di Toronto consentirà una qualificazione playoff senza passare dal play-in, ma è assai difficile pensare che i Raptors avranno il fattore campo.

4) Philadelphia 76ers

EROE: Joel Embiid
CLASSE: Guerriero
ATTRIBUTI: Forza (20), Destrezza (17), Intelligenza (13), Carisma (15), Costituzione (9), Saggezza (10)
TIRO SALVEZZA: Forza
ABILITÀ: Intimidire, Intrattenere, Arcano

I Sixers di Daryl Morey. All’alba della terza stagione sotto la sua gestione, Daryl Morey può finalmente prendere tutti gli onori e gli oneri di una squadra costruita secondo le sue linee guida.

Se la prima stagione servì per sanare i disastri precedenti (Horford e Richardson) e la seconda è stata dominata dalla telenovela Simmons-Harden, in questa off-season l’ex GM è magistralmente riuscito a creare sufficiente spazio di manovra per migliorare ulteriormente la squadra, nonostante uno spazio salariale risicatissimo.

Elemento cardine in questo è stata la decisione di Harden di firmare un contratto molto “team-friendly”, accettando un taglio complessivo di 14 milioni (forte della fiducia di Morey e dell’appoggio in affari di Michael Rubin, uomo dei due mondi se mai ce ne fosse uno).

Questi due elementi hanno permesso mosse importanti in off-season.

Su tutte, spicca la firma di P.J. Tucker, semplicemente la firma perfetta per qualunque franchigia ambiziosa. Troviamo poi lo scambio in sede di draft per Melton, probabilmente uno dei 3&D più sottovalutati della Lega.

A queste due aggiunte importanti, seguono poi due cocchi delle maestre: il primo è Montrezl Harrell, cocco del prof. Rivers, che porterà carisma e garanzie da back-up di 5 (e una competizione, forse sana forse inutile, per i due giovani prospetti Reed e Bassey) e l’altro è Danuel House Jr., uno degli alunni prediletti di Morey, il quale avrà l’arduo compito, in caso Thybulle mostrasse le solite mancanze, di ritrovarsi come l’unica ala nella panca Sixers (salvo estremamente inaspettati exploit da parte di Champagnie o di Brown Jr.).

Oltre alle lodi per il rinnovo a favore della squadra, la narrativa riguardante il Barba questa stagione è stata estremamente positiva anche per l’attenzione che la stella avrebbe messo nell’allenarsi e nel prendersi cura del proprio corpo, con l’obiettivo di una stagione nuovamente dominante.

Come sta James Harden?

Il suo rendimento sarà, d’altronde, la proverbiale incognita X della stagione Sixers (e della NBA tutta, per certi versi): la scorsa stagione il suo livello nelle prestazioni è stato, nel suo essere altalenante, decisamente insufficiente ma, va detto, negli sporadici momenti di brillantezza, i Sixers sono stati senz’altro tra le migliori squadre della Lega.

L’ex Rockets lo scorso anno arrivò a Phila non proprio al massimo della forma e dopo
un’ultima parte di stagione parzialmente buona, ai playoff sono venute fuori diverse
problematiche, in primis il fatto che durante i match Harden calasse vistosamente e a tratti fu
anche dannoso per l’economia della squadra e in seconda battuta era evidente come
facesse molta più fatica rispetto agli anni passati a superare il proprio marcatore diretto in
uno contro uno.

Se quest’estate Harden ha effettivamente risolto alcune noie fisiche ed è pronto a giocare una stagione a ritmi migliori della precedente, allora Philadelphia deve necessariamente puntare ad una stagione ai più alti livelli della competizione, forti anche della costante crescita di Maxey e dei miglioramenti diffusi a roster.

Closing Lineup

G: James Harden, Tyrese Maxey

F: Tobias Harris, PJ Tucker

C: Joel Embiid

Indubbiamente la closing lineup che tutti si aspettano è quella soprastante, ma non ci sorprenderebbe vedere in determinate partite, soprattutto in quelle in cui serve più apporto in fase difensiva, senza perdere troppo in attacco, di vedere De’Anthony Melton in campo, magari al posto di Tyrese Maxey. Melton può essere una soluzione interessante in questi frangenti e la speranza è che Rivers possa sperimentare durante la Regular Season per trovare la chiave giusta per chiudere le partite al meglio.

Pronostici

Come abbiamo già detto, moltissimo dipende da Harden. Accettando l’idea che l’Harden 2022 sia stato una parentesi estremamente negativa in una carriera che ha ancora da offrire, anche solo un leggero miglioramento delle sue prestazioni, unito alla conferma delle certezze (non abbiamo mai parlato di Embiid, ma aspettatevi un’altra stagione da MVP) e alle qualità dei nuovi arrivati, dovrebbero bastare a consolidare le aspettative per, almeno, le finali di conference. Se invece continuerà nel suo declino (o, all’opposto, vivrà una nuova giovinezza), allora le possibilità dei Sixers seguiranno di conseguenza.

5) Utah Jazz

EROE: Simone Fontecchio (Scusaci Collin)
CLASSE: Paladino
ATTRIBUTI: Forza (11), Destrezza (8), Intelligenza (12), Carisma (13), Costituzione (10), Saggezza (11)
TIRO SALVEZZA: Carisma
ABILITÀ: Sopravvivenza, Religione, Furtività

Dopo una stagione ai limiti dell’imbarazzante, non tanto per i risultati ottenuti ma per come sono arrivati, gli Utah Jazz hanno deciso di buttare giù tutto. L’assunzione di Danny Ainge come CEO a dicembre lasciava presagire grossi cambiamenti nell’estate del 2022, ma in pochi probabilmente si aspettavano di assistere alle cessioni via trade dei 2 giocatori franchigia, Mitchell e Gobert, nella stessa finestra di mercato.

Perché era difficile da pronosticare? I Jazz ospiteranno a Salt Lake City l’All-Star Game in questa stagione, occasione soprattutto per i piccoli mercati di mettere in mostra a tutta la lega e agli addetti ai lavori il proprio progetto, sportivo e non. Avere un All-Star a roster avrebbe aiutato, ma Ainge e la proprietà hanno deciso di pensare sul lungo termine, scartando l’ipotesi di restare nel limbo di quelle squadre che hanno come aspirazione massima un viaggio al tristissimo Play-In.

Ora Utah si ritrova a roster come giocatori simboli del vecchio core solamente Conley e Clarkson: basterà per avere uno dei peggiori record della lega?

Roster lungo e una difesa ancora mediocre

A mio parere il roster dei Jazz attuale è ancora troppo forte per avere il peggior record della lega, obiettivo non dichiarato di Danny Ainge con le mosse fatte in estate. A parte le 800 scelte ricevute, i Jazz hanno ottenuto tantissimi giocatori di ruolo competenti, che portano il nuovo allenatore Hardy – 34 anni, secondo più giovane della NBA – a non avere ancora una rotazione e un quintetto definito a pochi giorni dalla prima palla a due della stagione.

Sul nuovo arrivato in panchina non sappiamo ancora molto, se non che in pre-season ha già provato tantissimi quintetti big, in contro-tendenza con l’approccio degli ultimi anni adottato da Quin Snyder, che intorno a Gobert schierava 4 esterni molto piccoli e poco versatili. Dà l’idea di essere un amante delle squadre capaci di difendere in più modi e in maniera aggressiva, ma a questo gruppo manca attualmente il personale per essere credibile in quella metà campo. Nonostante ciò, aspettatevi di vedere una squadra che non scende in campo per perdere, perché Hardy ha intenzione di cominciare a costruire una cultura e una sua filosofia, a prescindere dalle intenzioni non dichiarate della propria dirigenza, ossia perdere per arrivare a Wembanyama o Scoot Henderson

Conley può dare vittorie di troppo

Se la difesa sarà tra le peggiori della lega, l’attacco rischia invece di essere particolarmente divertente da vedere. Conley sembra tirato a lucido, e sappiamo che con lui i Jazz negli anni passati hanno orchestrato uno dei migliori attacchi per efficienza. Nel reparto guardie troviamo gente con punti nella mani come Sexton (che potrebbe partire inizialmente dalla panchina) e Beasley (uno dei migliori tiratori della lega), ma è nel front-court che Hardy potrà sperimentare molto, avendo soprattutto in Lauri e Olynyk lunghi in grado di aprire il campo e far muovere la palla in continuazione. Da quanto visto in pre-season, tutti gli effettivi in campo si muovono spesso e volentieri senza palla, a differenza dei vecchi Jazz di Snyder, molto pragmatici e con esterni spesso parcheggiati nell’angolo.

In generale, la squadra vanta tanti buonissimi giocatori di ruolo nella metà campo offensiva, che hanno anche motivazioni per dare una svolta alla propria carriera (Alexander-Walker, Beasley, Sexton) o per riprenderla in mano (Conley, Gay).

La speranza dei fautori del tanking? Che Utah in campo non avrà quasi mai il miglior giocatore, e questo comporterà diversi problemi nei quarti periodi e nelle sfide punto a punto.

Fontecchio invece?

Un motivo comunque per seguire questa squadra c’è, ed è molto patriottico: SIMONEFONTECCHIO. Pupillo di Ainge, che lo aveva già adocchiato in un workout tanti anni fa, potrà avere lungo il corso della stagione diverso spazio, nonostante la profondità del roster. Cosa ci porta a pensarlo? Il contratto firmato (2 anni garantiti a circa 3 l’anno) e la trade di Bogdanović a Detroit, che per diversi insider e addetti ai lavori è stata anche un assist per l’italiano per agevolare la sua transizione dal basket FIBA a quello NBA.

Simone rispecchia poi le caratteristiche dell’esterno tipo che vuole avere in campo Hardy. Difende duro, ha braccia lunghe ed è in grado di creare un tiro per sé stesso oltre che aspettare la palla dall’arco sullo scarico dei compagni. Sa essere efficiente in situazioni di post-up proprio come Bogdanović, ma dalla sua ha un atletismo importante che può aprirgli anche aree inesplorate nel suo gioco oltreoceano. Nella prima parte della stagione quindi potrebbe partire dietro a molti, ma la sensazione è quella di vederlo crescere e ottenere sempre più credito all’interno della rotazione, che potrebbe essere anche accorciata in corso d’opera con eventuali scambi.

Closing Lineup

G: Collin Sexton (Mike Conley), Malik Beasley

F: Lauri Markkanen, Jarrett Vanderbilt

C: Kelly Olynyk

Pronostici

Utah partirà in regular-season con qualche vittoria di troppo, Ainge soffrirà in maniera simile a quella del primo anno di Stevens a Boston, e allora deciderà di forzare la mano scambiando uno tra Conley/Clarkson più diversi role player per effettuare una seconda parte di stagione all’insegna dello schifo più assoluto. La squadra starà sotto le 25 vittorie, e lotterà punto a punto con gli Spurs per l’ambito ultimo posto nella Western Conference.

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Francesco Contran
Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.
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Tifa 76ers perché a 14 anni ha visto Tony Wroten segnare una tripla doppia nella notte. Orfano di Sam Hinkie, nei suoi sogni più belli è sempre apparso almeno uno tra TJ McConnell e Covington
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Tifoso dei Knicks e appassionato di basket; sogna ancora un futuro in cui il nostro pacioccone in maglia #7 alza il Larry O'Brien davanti alle folle del Garden.