James Wiseman ha bisogno di un nuovo inizio

wiseman-warriors
Copertina di Sebastiano Barban

La decisione da parte dei Golden State Warriors di scegliere James Wiseman con la seconda scelta del draft 2020 è stata probabilmente una delle più discusse degli ultimi draft. Da un lato, la “fazione” che riponeva una fede quasi religiosa nell’operato del front office della Baia era certa che quella fosse la scelta giusta e che l’aggiunta di un lungo vero e talentuoso ad una squadra che non ne aveva mai avuto uno sarebbe stato il cheat code per prolungare il dominio di una dinastia sul viale del tramonto che aveva già vinto tutto il vincibile. Dall’altro, la fazione più scettica discuteva fortemente la scelta, ritenendo il lungo da Memphis non meritevole di quella chiamata, soprattutto considerando che un prospetto incantevole come LaMelo Ball era ancora sul tavolo. Nel mezzo, i più cauti sospendevano ogni giudizio.

La carriera di James Wiseman è stata senz’altro molto travagliata finora: la sospensione nell’unica stagione collegiale, l’infortunio al ginocchio nella stagione da rookie dopo appena 39 gare, il rientro rimandato ripetutamente, un secondo intervento, il rientro dopo un’intera stagione fuori dal campo.

Quello di Wiseman non è stato tuttavia un buon rientro, fatto di prestazioni insoddisfacenti (soprattutto considerando quanto si era parlato di lui e di come fosse migliorato lavorando con Looney in estate) e nel complesso negative. Da lì la decisione del coaching staff: James Wiseman assegnato ai Santa Cruz Warriors, l’affiliata G League della franchigia.

Development Nights

Una seconda scelta assoluta ancora nel rookie contract assegnata in G League non è una cosa che si vede tutti i giorni. Considerando che generalmente i two-way e i giocatori NBA sono i veri top player delle affiliate molti si aspettavano un impatto straordinario da parte di Wiseman. Questo però non è stato il caso.

Ad una prima occhiata, le cifre sembrano essere ottime: il lungo degli Warriors sta infatti viaggiando a 15.6 punti, 10.1 rimbalzi e 1.5 “stocks” con il 62.2% dal campo. Se andiamo oltre le statistiche grezze apparentemente eccellenti (ma più comuni in una lega così produttiva), ci accorgiamo però che l’impatto è stato meno buono di quanto sembri.

Il dato più preoccupante è quello del net rating. I Santa Cruz Warriors sono una buona squadra, non straordinaria ma possono vantare a roster vari giocatori con ambizioni NBA. Nelle ultime sette gare -quelle giocate anche da James Wiseman – hanno un record di 4-3. Il lungo da Memphis è terzultimo come net rating con -2.5, non pessimo di per sé ma non buono se confrontato con gli altri componenti della squadra, i quali hanno quasi tutti dati positivi o molto positivi. Andando ad analizzare i video delle partite diventano più chiari i motivi alla base di questo impatto negativo.

Partendo dal lato offensivo, troppo spesso Wiseman sembra accontentarsi di tiri a scarsa efficienza o tentare giocate fronte a canestro che non sono nelle sue corde. Questo purtroppo sembra ormai essere un problema quasi “congenito” visto che veniva segnalato già ai tempi dell’high school.

Inoltre brilla maggiormente in transizione grazie alla sua elevata velocità di corsa in linea retta ma spesso fatica a difesa schierata. Non è raro vederlo interrompere il “roll” troppo presto, finendo nella terra di nessuno troppo distante dal ferro. Qui o risulta poco utile nell’economia dell’attacco o comunque deve accontentarsi di conclusioni scomode.

Anche se in questo caso non riceve palla, questo è un buon esempio della sua velocità in campo aperto

In G League finora ha tirato con l’86.5% entro i 5 piedi dal canestro, un dato eccellente, ma si è preso solo il 50% dei suoi tiri in questa zona del campo. Ha segnato 32 tiri su 37 nei pressi del ferro ma solo 14 su 37 in tutto il resto del campo.

Wiseman con i suoi 7 piedi abbondanti di altezza, la sua wingspan da quasi 230 centimetri e un telaio tutt’altro che esile è oggettivamente imponente anche per gli standard NBA: i giocatori che calcano il parquet con continuità e sono più grossi del lungo originario di Nashville sono pochi. Dovrebbe indubbiamente far valere maggiormente la sua taglia per potersi ritagliare uno spazio nella lega.

Questo è probabilmente uno dei suoi migliori possessi a difesa schierata che abbia visto: blocco solido, buon footwork, roll deciso e profondo fino al ferro.

Non è un caso che nella sua miglior gara finora abbia attaccato il ferro con costanza sia in transizione che a difesa schierata.

Mark Williams, il rookie scelto dagli Charlotte Hornets con la quindicesima scelta dello scorso draft, è un esempio di un giocatore con taglia e ruolo simili a Wiseman che ha avuto un impatto migliore con la G League e ha mostrato un’attitudine migliore in attacco. Williams è risultato semplicemente più conscio dei suoi punti di forza e del suo ruolo. Infatti basti pensare che si sta prendendo oltre il 70% dei tiri entro i 5 piedi e li sta segnando comunque con un buon 71,3%.

I tentativi da tre di Wiseman non sono negativi “in a vacuum”, ma prima dello sviluppo del tiro dovrebbe essere prioritario raggiungere l’eccellenza (a livello GLeague) in quelle 2-3 cose fondamentali per quel tipo di lungo. Inoltre, allo stato attuale non ha mai mostrato di avere un tocco straordinario ai liberi, i quali restano il miglior indicatore per lo sviluppo del tiro nel medio periodo.

Tuttavia, pur essendo migliorabile, James Wiseman non è stato poi così tanto negativo dal lato offensivo. I problemi più grossi e preoccupanti arrivano dall’altro lato del campo.

Di base, avere un baricentro alto come quello di Wiseman è già un grosso svantaggio a livello difensivo poiché limita la qualità della difesa nello spazio.

La pessima difesa di Wiseman però non è solo causata dalle limitazioni fisiche. I posizionamenti e il footwork difensivi sono quasi costantemente di livello molto basso.

Un chiaro esempio di positioning non ideale che porta ad un canestro facile.

Sul pick&roll la posizione difensiva è sempre molto arretrata rispetto ai blocchi avversari, le braccia sono spesso tenute troppo basse. È chiaro che gli venga chiesto di difendere in “drop” ma la sua drop risulta comunque troppo passiva. Una drop “stanca”.

I pochi possessi positivi sono quasi sempre frutto della sua lunghezza più che di meriti tecnici.

Sembra essere molto spesso una frazione di secondo in ritardo e spesso addirittura si limita ad osservare gli avversari invece che tentare di intervenire in aiuto (forse anche per non accumulare falli?).

Nel complesso, il quadro sembra essere molto preoccupante. Con la sua taglia e la sua lunghezza Wiseman dovrebbe essere un difensore passabile (e qualcosa di più al livello G League) occupando gli spazi giusti ed invece risulta spesso uno degli anelli deboli della sua squadra e viene attaccato come tale.

Un’esperienza G League amara finora, con dei segni di miglioramento e qualche buon lampo ma lontana dai livelli di “dominio” che era lecito aspettarsi.

Il futuro NBA

Ad oggi quale potrebbe essere il valore di James Wiseman in sede di trade?

Il lungo di Golden State ha giocato appena 50 partite NBA in 3 stagioni, ha avuto due operazioni ufficialmente “minori” ad un ginocchio che lo hanno tenuto fuori per un’intera stagione, non ha mai dimostrato di poter stare bene in campo se non per poche partite prima delle sopraccitate operazioni, ha ancora oltre 20 milioni garantiti nel suo contratto. Questo è più un profilo da asset negativo che da valore attorno a cui centrare un pacchetto.

È vero, qualche squadra nelle fasi iniziali di un rebuilding potrebbe essere interessata a valutarlo in un contesto diverso. Ed è anche vero che potrebbe esserci ancora qualche general manager della vecchia scuola “you can’t teach size” con un debole per lui. Ma comunque in ogni caso pare difficile che possa essere visto come un fattore positivo in un NBA che ormai ricerca spasmodicamente un minimo vantaggio competitivo anche nel dettaglio più piccolo. Sembra quindi improbabile ad oggi vederlo scambiato come pezzo pregiato di un pacchetto che possa portare a San Francisco un ottimo veterano dal rendimento sicuro.

Quello che è certo è che difficilmente ci sarà un futuro per James Wiseman nella Baia. I Golden State Warriors stanno facendo un ultimo all-in sfruttando gli sgoccioli di un core straordinario. Non possono concedere a Wiseman il tempo e lo spazio necessari perché possa comprendere maggiormente il gioco e diventare un giocatore da rotazione NBA.

Passare dall’essere una top pick a potenziale centro di riserva è una parabola pericolosa, sappiamo quanto sia volatile come ruolo a causa della grande quantità di personale disponibile ogni anno.

Nel miglior scenario possibile, Wiseman dovrebbe finire in una squadra che possa concedergli minuti con continuità (non necessariamente da titolare a questo punto) e in un paio di stagioni potrebbe diventare una buona arma offensiva e un difensore accettabile grazie ad una miglior comprensione di ciò che gli accade attorno.

Wiseman si trova in una situazione estremamente incerta, riuscirà a mettere a frutto l’esperienza in G League e trovare lo spazio necessario in NBA?

Ti è piaciuto l'articolo?
Dacci un feedback:

Loading spinner
Emiliano Naiaretti
Spurs, GLeague and draft @TheShotIT | Draft inebriated but lazy writer | Natural & environmental sciences (ANGRY) student