La strada per la vittoria NBA

Strada vittoria NBA
Copertina di Valentino Grassi

Rieccoci con la sesta ed ultima preview stagionale (nel caso ve le foste perse, ecco la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta) di True Shooting, quest’anno giocata su D&D, Dunks&Dribbles. Se la stagione NBA è considerabile una campagna, in cui una squadra affronta battaglie, sfortune e incidenti per conquistare un tesoro preziosissimo, allora le preview sono l’equivalente della scheda personaggio, che delineano le condizioni di partenza.

Ecco quindi che troverete la vostra squadra preferita inserita in un dungeon di partenza, insieme ad altre con cui condivide una caratteristica: oggi è il turno della strada, in cui troverete riferimenti a franchigie quali i Pistons, i Rockets, i Pacers, i Clippers e i Blazers. Non vi resta che preparare i vostri D20 e la vostra guida (la scheda personaggio del vostro eroe l’abbiamo preparata noi), la Campagna NBA 2022-23 sta per iniziare.

1) Detroit Pistons

EROE: Cade Cunningham
CLASSE: Chierico
ATTRIBUTI: Forza (12), Destrezza (13), Intelligenza (13), Carisma (9), Costituzione (15), Saggezza (5)
TIRO SALVEZZA: Costituzione
ABILITÀ: Percezione, Sopravvivenza, Intrattenere

Una volta, non troppo tempo fa, un saggio disse: “Ad un certo punto arriva il momento in cui finisce l’anno 0 per la squadra in rebuilding ed inizia l’anno 1“.

E poco importa che questo saggio si chiami Andrea Snaidero, nell’ultima puntata di “The ANDone Podcast”, e importa ancora meno che quest’anno 1 coincida con il secondo anno tra i professionisti di quello che è stato definito dall’altro Andrea, l’omologo con meno hype per Detroit, come “anonimamente un giocatore incredibile“. Il giocatore in questione è Cade Cunningham ovviamente.

Che le fortune di Detroit passino per le mani dell’ex Oklahoma State è chiaro a tutti, che i tifosi Pistons si aspettino un Cade formato seconda parte di stagione lo è ancora di più.

Nonostante un primo anno a due facce, Cade ha sicuramente mostrato il perché è stato scelto con la prima scelta assoluta al Draft, nonostante la presenza di due giocatori che ad oggi gli sono davanti probabilmente come Barnes e Mobley.

Un mega creator da 17.4Pts, 5.6 Ast, 5.5 Rbs, 41.6 FG% , 31.4 3PFG% in poco più di 32 minuti di gioco con attorno a lui poco e nulla, o volendo tutto quello che serviva per poter ripartire da 0 e arrivare carichi a questo anno 1 post rebulding.

Post rebuilding iniziato già dalla notte del Draft dove con la scelta numero 5 il GM Weaver non poteva che scegliere Jaden Ivey da Purdue. Ivey a Purdue guidava una delle squadra migliori in transizione offensiva di tutta l’NCAA, la #1 nella Big 10, un aspetto del gioco in cui la scorsa stagione Detroit ha fatto fatica. Già da questo piccolo dettaglio possiamo capire il perché Ivey avrà dal primo minuto un impatto positivo e darà quella marcia in più che Detroit necessita.

Molti esperti in sede di pre e post draft hanno storto il naso per la pick spesa per l’ex Purdue da parte di una squadra che ha come ball handler, e probabilmente uomo franchigia, Cade Cunningham non ponendo attenzione sul fatto che i due giocatori si completano benissimo: Cade molto più floor general, un playmaker anche vecchio stile per capacità di non forzare e di avere letture pulite, Ivey molto più moderno, sulla scia dei vari Rose e Morant come tipologia di giocatore.

La convivenza tra i due sarà uno dei punti cardine di questa stagione e del futuro dei Pistons, ma da quanto visto in pre-season ( nonostante un record di 0-4) la coesistenza tra le due giovani stelle è per lo meno positiva.

Il cerbero a tre teste dei Pistons si conclude con quello che è stata la miglior rivelazione e MIP interno di Detroit lo scorso anno: Saddiq Bey.

Bey che sicuramente vedrà il suo ruolo on ball ridimensionato, per andare a sviluppare quel talento da “coltellino svizzero” che è richiesto alle ali 3nD moderne: qualità e costanza off ball, con percentuali al tiro da migliorare, 34.6 3PFG% anno scorso. Avere però un giovane che ha già mostrato le giuste doti realizzative come terzo violino per la tua ricostruzione è già un passo in più. Passo che risulta ancora più accelerato dall’arrivo a Detroit di un veterano come Bogdanović.

Bogdanović andrà a ricoprire quel ruolo di mentore dentro e fuori dal campo, e sarà l’ennesima bocca da fuoco sul perimetro in grado di sfruttare la gravity di Cunningham.

Importanti le firme di Noel e Burks, due ottimi comprimari che hanno visto il bello e il cattivo tempo e che di certo porteranno solidità ad uno spogliatoio pieno di giovani.

Due di questi giovani sono “l’aspettando Godot Hayes” ed il più giovane giocatore della lega Jalen Duren.

Se del primo non parlerò per scaramanzia ed un po’ perché ormai ogni anno inizio sul carro dell’ex ULM per poi finire col cuore spezzato, del centro 18enne ex Memphis qualcosa va detto. Duren è e sarà il centro titolare dei Pistons nel giro di qualche mese, al meglio, o di un paio di anni, nel peggiore dei casi: 2.11 cm per 113 Kg di puro atletismo con uno skillset tecnico da sviluppare, ma non del tutto grezzo come la giovane età suggerirebbe (ottimo passatore/lettore in situazioni di short roll- alto basso). Letture buone che potrebbero andare a perfezionarsi con la sinergia dell’altro giovane lungo in casa Pistons, quell’Isaiah Stewart che dovrebbe aver aggiunto un decente tiro da fuori per completarsi ancor di più sia con Duren che con i vari Cunningham/Ivey/Bey.

Per tornare all’ex Memphis però vi basti sapere che ad oggi, 17 ottobre è questo tipo di giocatore qui:

A completare il roster vanno poi aggiunti i vari Diallo, Joseph, Livers (che senza infortuni potrebbe rivelarsi un ottimo pezzo da rotazione nel ruolo di ala), Bagley III, Corey Joseph, Knox, Walker (per ora) e McGruder.

Closing Lineup

G: Cade Cunningham, Jaden Ivey

F: Saddiq Bey, Bojan Bogdanović

C: Isaiah Stewart (Nerlens Noel)

Pronostici

Insomma a Detroit sembra essere finalmente iniziato l’anno 1 del post tanking e le aspettative ci fanno credere idealmente ad un’altra stagione con un record negativo ma con un ottimo sviluppo dei giovani, e nel migliore dei casi ad un play-in strappato all’ultimo respiro. Onestamente una stagione da oltre 30 vittorie sarebbe qualcosa di stupefacente ed inaspettato, questa squadra perderà e anche malamente alcune volte, ci saranno pochi alti molto alti e bassi molto bassi vista l’età media della squadra. Ma sicuramente ci sarà da divertirsi in una città e franchigia dove da tempo la speranza era stata abbandonata, dopo anni di mal gestione e di giocatori poco adatti al basket moderno.

2) Houston Rockets

EROE: Jalen Green
CLASSE: Warlock
ATTRIBUTI: Forza (6), Destrezza (13), Intelligenza (9), Carisma (11), Costituzione (16), Saggezza (4)
TIRO SALVEZZA: Costituzione
ABILITÀ: Intrattenere, Persuasione, Acrobazia

Scrivere degli Houston Rockets è molto divertente perché il loro tema spaziale offre sempre grandi possibilità per giochi di parole, battutine e altre cosine divertenti per noi autori wannabe. Houston abbiamo un problema se ci sono guai in stagione, risultati spaziali se invece vanno alla grande… Una galassia (visto? troppo facile) di possibilità.

Ebbene, il gioco di parole per questa stagione è: “partenza a razzo”. vi state chiedendo per dove? Ma per la corsa all’alieno (subito un altro, pazzesco) Wembanyama.

Infatti, se già non ci saremmo aspettati una stagione positiva in un anno normale, ancor meno la prevediamo nella stagione in cui si avrà la possibilità di scegliere il miglior prospetto dai tempi di LeBron.

Nuova stagione nei bassifondi dunque, con i tanti giovani da monitorare nel loro percorso di crescita.

Quanto talento c’è a Houston?

Sul finire della scorsa stagione, potreste esservi imbattuti nella polemica sulla rookie season della seconda scelta assoluta del Draft 2021, se meritasse o meno considerazione per i premi stagionali. Stranezza della sua stagione, infatti, è stato l’outlier negativo della prima parte (in cui è stato, a tratti, il peggior giocatore della Lega a livello statistico), accompagnato da un finale invece estremamente positivo.

Insomma, sembra che, piano piano, all’allure da superstar che già lo circondava ancor prima di entrare in NBA, sembra che Green stia aggiungendo la sostanza.

Quella che sarà effettivamente la sostanza di Green, anche rispettasse ogni aspettativa, sarà molto probabilmente insufficiente per riportare i Rockets ad alti livelli, ambizione per cui sarà necessario il contributo della terza scelta assoluta 2022, Jabari Smith Jr., forse il 3&D potenzialmente più lussuoso della Lega dai tempi del Klay Thompson quello forte fortissimo, essendo un prospettone dall’impressionante potenziale difensivo a cui accompagna un tiro da tre che sgorga da una sorgente altissima, levissima e purissima.

Senza considerare l’esistenza di quello strano incrocio tra essere umano, gasteropode e antilopinae che è Wembanyama, è evidente che Houston punti comunque ad aggiungere un terzo prospetto importante per tornare ai piani alti, secondo le più classiche ricette di rebuilding.

Tralasciando i talenti importanti, il roster Rockets si sta mano a mano popolando di talenti che promettono di essere pezzi importanti delle rotazioni.

Su tutti le scelte 17 e 26 di quest’ultimo draft, Tari Eason, ala carrarmato che gioca con l’obiettivo (e le possibilità) di mangiare in testa all’avversario su ogni possesso difensivo e TyTy Washington, point guard che sembra perfettamente complementare a Jalen Green, dalle letture sofisticate ma un po’ “pesante” dal punto di vista atletica.

Se ai tre nuovi arrivati dal draft aggiungiamo i già presenti Garuba e Martin Jr., che sembrano esser già dei giocatorini utili a livello NBA, e i più fumosi Şengün, Cristopher e Nix, dal potenziale offensivo intrigante, iniziamo a intravedere un discreto nucleo di talenti che incarnano, almeno sulla carta, quei caratteri fluidi offensivi e difensivi su cui Silas sembra voglia impostare il gioco dei suoi Rockets

Closing Lineup

G: Jalen Green, TyTy Washington

F: Tari Eason, Jabari Smith Jr

C: Alperen Şengün

Pronostici

Dai, non credo serva un paragrafo per idealizzare i possibili risultati della compagine di Houston. Diciamo che se va bene si arriva alla scelta numero #1, e se va male una scelta non troppo peggiore della #1.

3) Indiana Pacers

EROE: Tyrese Haliburton
CLASSE: Paladino
ATTRIBUTI: Forza (6), Destrezza (13), Intelligenza (11), Carisma (9), Costituzione (11), Saggezza (8)
TIRO SALVEZZA: Destrezza
ABILITÀ: Intuizione, Intrattenere, Medicina

Fedeli al loro nome, gli Indiana Pacers saranno una delle squadre che guideranno la corsa alle prime posizioni della Draft Lottery 2023.

Dopo aver preso di sorpresa sostanzialmente chiunque spedendo Domantas Sabonis a Sacramento in cambio di Tyrese Haliburton e Buddy Hield e, successivamente, scambiato Brogdon ai Boston Celtics, la franchigia di Indianapolis ha bruscamente abbandonato qualsiasi velleità di competere nella Eastern Conference. 

Coach Carlisle, dunque, si ritrova alla guida di una squadra composta da una giovane stella come Haliburton, qualche solido comprimario e una pletora di giovani più o meno grezzi alla ricerca del proprio posto nell’universo NBA. 

Come normale per una squadra in ricostruzione, il focus principale sarà quello di sviluppare i giovani e capire chi tra di loro possa far parte di un futuro maggiormente competitivo. Cercando di essere brevi, andiamo ad analizzare alcuni dei nomi da tenere maggiormente d’occhio nel caso doveste imbattervi in una partita dei Pacers.

Tyrese Haliburton 

Può sembrare scontato, ma poter contare sulle prestazioni di una “stellina” come Haliburton mette i Pacers un passo avanti nel rebuilding. Il prodotto di Iowa State è chiamato ad essere il leader tecnico di una squadra che conterà su di lui per gestire un elevatissimo volume di possessi. 

Nelle varie interviste di preseason e training camp, Tyrese ha parlato più volte del ruolo che il coaching staff si aspetta da lui, ponendo inoltre l’accento sul lato difensivo nel quale dovrà provare a dimostrare qualcosa in più rispetto alle passate stagioni. Offensivamente, invece, non abbiamo dubbi sul fatto che la giovane point guard sia già uno dei passatori più imprevedibili e creativi della lega, e che non tarderà a dare spettacolo a partire dall’opening night.

Bennedict Mathurin e Chris Duarte

Entrambi scelte in lottery nei rispettivi Draft, entrambi esterni atletici e pericolosi dalla distanza, entrambi dotati di un carattere spumeggiante e con l’arroganza necessaria a farsi strada nella giungla delle guardie NBA. Mathurin e Duarte sono i prototipi dell’esterno versatile e con punti nelle mani, perfetti da affiancare ad un giocatore pass-first come Haliburton. 

In particolare Mathurin sta disputando un’ottima preseason, mostrandosi estremamente aggressivo nell’attaccare il ferro e facendo sfoggio dell’atletismo e della vena realizzativa che tanto avevano fatto brillare gli occhi degli scout nei suoi due anni ad Arizona University. 

Isaiah Jackson

Dopo aver passato la scorsa stagione alternandosi tra la NBA e le fila delle Formiche Pazze di Fort Wayne (miglior nome di franchigia G League e non accetto obiezioni), il prodotto di Kentucky farà stabilmente parte della rotazione dei lunghi a disposizione di Rick Carlisle. 

Seppur ci sia ancora molto da sgrezzare, IJax è già diventato una piccola “sensation” tra gli spettatori più attenti grazie al suo atletismo senza senso e al potenziale difensivo quasi illimitato. Grazie a piedi veloci, fiuto per la stoppata e tempi di reazione degni di un rapace, Jackson sarà uno dei principali tasselli di una difesa che dovrà fare grossi miglioramenti rispetto ai disastri della scorsa annata. 

In attacco Isaiah formerà una coppia di pick and roll esplosiva con Haliburton, mettendo in serio pericolo i ferri di ogni arena. 

Myles Turner e Buddy Hield 

Da mesi al centro di trade rumors, i due veterani sono effettivamente i giocatori a roster con più valore di mercato. Sebbene le loro qualità siano fuor di dubbio, è evidente che oramai c’entrino poco con la timeline della squadra e che scambiandoli i Pacers potrebbero trarre più beneficio di quanto farebbero tenendoli in casa. Poco altro da dire se non che la loro partenza non dovrebbe stupire praticamente nessuno.

Il resto della squadra è composto, come detto sopra, da un misto di veterani e giovani in cerca di un’occasione per conquistarsi un posto stabile nella lega. Vedremo chi tra loro riuscirà a lasciare un’impronta positiva su di una stagione che comunque ha molto poco da chiedere.

Closing Lineup

G: Tyrese Haliburton, Bennedict Mathurin

F: Chris Duarte, Oshae Brissett

C: Isaiah Jackson

Lasciando per un attimo in sospeso i due veterani pronti a partire, un quintetto di questo tipo potrebbe garantire tanto divertimento in una stagione che vedrà i Pacers perdere spesso e volentieri.

Come in ogni squadra di Carlisle, abbiamo un quintetto che gravita parecchio attorno alla pericolosità degli esterni, in una three-guard lineup con Hali a dirigere l’attacco e le ultime due scelte al draft di Indiana pronte ad attaccare dal palleggio dopo la ricezione o punire la difesa in affanno col tiro piazzato.

Con due lunghi dagli skillset completamente complementari come Brissett e Jackson, poi, i Pacers potranno continuare a giocare a ripetizione il double drag della scorsa stagione.

Uno schema del genere con il campo così aperto e un playmaker alto e dal floater automatico come Haliburton non sarà affatto facile da difendere.

Un’altra caratteristica intrigante di questo quintetto è la capacità di andare in contropiede. Brissett e Jackson sono tra i migliori velocisti nei rispettivi ruoli, e con un quintetto con tre guardie aspettiamoci tanti attacchi in transizione.

Pronostici

Finalmente la franchigia sembra aver scelto una direzione chiara sul finire della scorsa stagione, e per la prima volta potremo assistere a un tentativo di tanking dei Pacers.

Le basi della franchigia sono solide, ma è innegabile che il roster sia uno di quelli più bisognosi di una bella iniezione di talento. Nella stagione in cui il primo premio è “The Alien”- come hanno iniziato a brandizzare Victor Wembanyama i media americani- e Scoot Henderson il premio di consolazione, i Pacers supereranno a malapena le 20 vittorie, per poi incrociare le dita e sperare di essere l’ultima chiamata della lottery di fine stagione.

4) Los Angeles Clippers

EROE: Kawhi Leonard
CLASSE: Monaco
ATTRIBUTI: Forza (17), Destrezza (16), Intelligenza (17), Carisma (11), Costituzione (13), Saggezza (19)
TIRO SALVEZZA: Saggezza
ABILITÀ: Indagare, Storia, Rapidità di mano

Concluso l’anno in purgatorio i Clippers si presentano ai nastri di partenza della stagione con il miglior roster di sempre della franchigia e il desiderio di confermarsi nell’élite assoluta delle contender.

Il mercato estivo ha visto i Clippers rinunciare al rinnovo del centro di riserva Isaiah Hartenstein, fresco di un’ottima stagione, in favore di John Wall, arrivato grazie all’utilizzo della TPMLE, un’eccezione salariale da circa sei milioni di dollari.

Con l’aggiunta dell’ex All-NBA & All-Defensive Team i Clippers sperano di dare una scintilla in più all’attacco di Ty Lue, basato sul penetra-e-scarica e che ogni tanto ha fatto fatica proprio ad attaccare il pitturato avversario.

Debutto in quintetto da 20 punti in 19 minuti, con ben 9 liberi guadagnati- e segnati- per Wall.

L’altro giocatore chiamato ad aiutare l’attacco con le sue penetrazioni è Norman Powell, arrivato da Portland insieme a Covington alla fine della passata stagione. Giocatore che l’anno scorso ha concluso la sua stagione a 19 PPG col 42% da tre punti, Powell sembra destinato al ruolo di sesto uomo di lusso in questi Clippers, ma probabilmente sarà spesso uno dei tre giocatori scelti da Lue per affiancare Leonard e George nei finali di partita.

Closing Lineup

La precedente considerazione sul ruolo di Powell nella rotazione lascia spazio alle fantasie sui vari quintetti che lo scienziato Ty Lue potrà schierare in campo durante il corso della stagione, tra cui quello composto da:

G: –

F: Paul George, Kawhi Leonard, Nicolas Batum, Robert Covington, Marcus Morris

C: –

Nonostante in fondo al cuore io mi auguri di non vedere spesso questo quintetto chiudere le partite, non posso che essere attratto dalla possibilità di schierare cinque ali con grande stazza e abilità totalmente complementari.

Chiaramente un quintetto di questo tipo fa della propria forza difensiva- e, secondo me, anche debolezza- l’intercambiabilità, e anche per questo non ha troppo senso assegnare ruoli difensivi particolari.

Ogni volta vedremo un assetto diverso per adattarsi alle caratteristiche dell’attacco avversario, ma a grandi linee possiamo immaginare George e Leonard ad alternarsi tra POA e roaming nella seconda linea difensiva; Covington nel ruolo funzionale di rim protector; Morris a battagliare contro centri più pesanti e Batum a fare, come sempre, il factotum del quintetto- basti pensare che nella passata stagione ha marcato letteralmente qualsiasi ruolo, da Lillard e Booker a Jokić ed Embiid.

Sicuramente la panchina lunga dei Clippers offre varie alternative a questo quintetto, e a mio parere solo Batum dovrebbe essere presente in ogni ipotetica closing lineup, proprio per la sua estrema versatilità; mentre per gli altri due giocatori Lue potrà pescare ogni volta dal reparto guardie (Jackson, Wall, Kennard) oppure optare per un quintetto più tradizionale con Zubac o, ancora, continuare con un quintetto di sole ali e scegliere di inserire qualcuno tra Powell, Mann o Coffey al posto di quelli qui proposti.

Chi è Kawhi Leonard?

Quella presente nel titolo di questo paragrafo è sicuramente la domanda più importante della stagione Clippers, a cui potremo rispondere solo tra qualche mese.

Anche avendo quello che (sulla carta) sembra essere il roster più profondo di sempre- forse una mia hot take, ma non ricordo roster recenti con 12 giocatori capaci di stare più che dignitosamente in campo in una serie playoff- il ceiling e le aspirazioni di titolo dei Clippers sono legati a doppio filo con la condizione fisica della superstar di ritorno da un infortunio al crociato.

Per svariati motivi, durante una serie playoff è ormai quasi necessario avere un giocatore appartenente all’élite più assoluta della lega, e gli stessi Clippers ne hanno avuto la conferma nella postseason del 2021.

Bastano due partite in cui gli avversari segnano la metà delle triple tentate e sei a giocarti l’eliminazione al primo turno sul campo avversario in una gara 6 spietata, ed è in momenti come questo che avere una superstar capace di essere il miglior giocatore in campo può cambiare le sorti della stagione.

Quello che abbiamo visto in queste partite di preseason è sicuramente molto incoraggiante, ma per riavere un Kawhi anche solo vicino per impatto a quel giocatore di gara 6 dovremo probabilmente armarci di pazienza e aspettare qualche mese.

E se Kawhi non dovesse tornare a quel livello? In una serie in cui Jokić e Curry sono decisamente i migliori giocatori in campo, il gap tra Paul George e il secondo violino avversario o la differenza tra le panchine basterà alla squadra di Lue per far pendere la bilancia a proprio favore? Queste sono le domande a cui inevitabilmente i Clippers dovranno trovare risposta per riuscire a fare la storia della franchigia.

Pronostici

Navigando nel web, tra podcast e articoli vari, leggo molto scetticismo sul successo in regular season dei Clippers. L’aspettativa comune è quella di una stagione col freno a mano tirato e un piazzamento tra il quarto e quinto posto per LAC, ma a tal proposito sento di poter andare controcorrente.

Mi aspetto grande turnover per tutti i veterani della squadra, non solo Leonard e George, e quindi anche Reggie (2337 minuti giocati nella passata stagione), Morris, Wall, Batum, ecc.; ma anche con questa prospettiva il roster mi sembra talmente profondo da poter andare oltre il 50% di vittorie nelle (circa) venti partite in cui mancheranno PG e/o Kawhi, mentre al completo questa squadra può viaggiare sul 70% di vittorie.

Nella partita serale di un nevoso martedì di gennaio mancano Kawhi e Morris? I Clippers si presentano comunque col quintetto Reggie-Powell-George-Batum-Zubac e Wall, Mann, Kennard, Coffey, Covington in panchina, e questa rotazione ha possibilità di vittoria contro qualsiasi avversario, durante la stagione regolare.

Dopotutto, in una Western Conference in cui tre squadre sembrano essere un gradino sopra le altre, arrivare primi in regular season potrebbe voler dire dover affrontare una sola tra Golden State e Denver, e rendere il cammino verso le Finals molto meno ostico.

Con una injury luck nella media mi aspetto un arrivo dei Clippers tra i primi due posti della conference a fine stagione regolare.

5) Portland Trail Blazers

EROE: Damian Lillard
CLASSE: Bardo
ATTRIBUTI: Forza (5), Destrezza (16), Intelligenza (14), Carisma (18), Costituzione (10), Saggezza (15)
TIRO SALVEZZA: Carisma
ABILITÀ: Percezione, Intuizione, Intimidire

I Portland Trail Blazers si affacciano alla stagione 22/23 con una grande dose di fiducia che il GM Cronin ha provato ad istillare nella franchigia e nella fan base i suoi movimenti estivi. L’idea che c’è dietro le firme sembra essere quella di regalare a Damian Lillard un supporting cast di livello per le ultime cartucce che il leader della squadra dell’Oregon potrebbe avere nel caricatore.

In quest’ottica vanno valutati tutti i movimenti della scorsa deadline, comunque piuttosto discutibili, ossia come propedeutici al raggiungimento di una certa flessibilità, utile a Cronin per portare a termine il lavoro di questa off season.

I soldi sono stati spesi bene?

Le mosse di questa estate andavano appunto nella direzione di circondare Damian Lillard di una rotazione di livello e per farlo si è deciso di portare a termine principalmente tre tipi di movimenti: lo scambio con Detroit per Jerami Grant, i rinnovi di Jusuf Nurkić, dello stesso Dame e di Anfernee Simons e la firma di Gary Payton II. 

Per il primo i Blazers hanno sacrificato una prima scelta (2025 di Milwaukee, protetta 1-4), una seconda e uno swap di scelte del secondo giro, utilizzano i 21 milioni di dollari della trade exception generati dalla trade per CJ McCollum per assorbire i 20 milioni di contratto dell’ala ex Denver. 

Tra i giocatori firmati questa estate, Grant è decisamente quello che più facilmente costituirà un pezzo da rotazione funzionale vicino a Damian Lillard, essendo un’ala di buone dimensioni con capacità sopra la media sia nella metà campo difensiva che in quella offensiva. La firma di Grant restituisce un’ala di livello ai Blazers che erano a corto di giocatori di quel tipo addirittura dalla partenza di Nicolas Batum. 

Anche la firma di GPII può essere letta come una buona aggiunta, seppur costosa (28mln in 3 anni per un giocatore che meno di un anno fa era con un piede fuori dalla lega). La guardia/ala fresca di titolo coi Warriors è un difensore estremamente efficace anche su avversari più lunghi di lui, sa muoversi senza palla e non ha bisogno di possessi palla in mano per incidere sulla gara. 

Il dubbio in questo senso è se Chauncey Billups riuscirà a fare, almeno in parte, bene quanto Steve Kerr quando si tratterà di capire come utilizzarlo in campo. Payton a Golden State riusciva ad essere efficace in attacco fungendo da “finto lungo” nelle small lineup dei Warriors, bloccando, rollando e in generale muovendosi nel pitturato per offrire un decente spacing verticale col suo spiccato atletismo. Il coraggio e la capacità di leggere il basket non come ruoli ma come compiti in campo saranno due caratteristiche che il coaching staff di Portland dovrà mettere in campo per massimizzare l’investimento.

La maggior parte dello spazio salariale è stata investita nel rinnovo di Anfernee Simons. Dopo una stagione a livelli eccellenti, Simons si è guadagnato un’onerosa estensione da 100mln in 4 anni. I soldi sono tanti ma giusti per quanto fatto vedere dalla combo guard classe ’99, ma i dubbi sono piuttosto sulla possibilità che il ritorno a pieno regime di Damian Lillard possa tarpare le ali del suo talento. 

L’esplosione di Simons come scorer palla in mano è infatti avvenuta col crescere dei suoi possessi da ball handler principale della squadra e prima bocca di fuoco. I suoi movimenti senza palla non sono eccezionali e la sua capacità di tiratore in spot up non va di pari passo con una capacità di lettura del gioco off ball particolarmente raffinata né con una grande attitudine a tagliare, bloccare e correre lontano dal pallone per muovere la difesa e costruirsi tiri in questo modo. Il movimento off ball sarebbe invece fondamentale per non cadere negli stessi problemi avuti da CJ McCollum nel gioco vicino a Dame, proprio quel CJ scambiato anche per far spazio alla crescita di Simons.

I rinnovi di Lillard e Nurkić costituiscono il nodo principale dell’estate dei Blazers. Il primo è una sorta di dichiarazione di intenti. La franchigia sembra aver deciso di continuare insieme fino a fine carriera, ma questo costituisce un macigno sul futuro. Nel 2026/27, a 36 anni compiuti, Dame potrà accettare una player option da oltre 63 mln di dollari, un’enormità per un giocatore che già nell’ultima stagione è apparso terribilmente in calo, martoriato dagli infortuni e ben lontano dal poter guidare una squadra ad una profonda run playoff. Le speranze di tutti in Oregon risiedono nel suo ritorno ad alti livelli, ma se anche succedesse è difficile immaginare una seconda giovinezza di Dame lunga quattro stagioni. 

Il rinnovo di Nurkić in questo momento invece è probabilmente la peggior mossa compiuta dalla franchigia ultimamente, in anni in cui gli errori non sono mai mancati. 70mln in 4 anni ad un lungo ormai ben sotto la media per il ruolo nella sua metà campo, a causa dei continui infortuni, e che non offre nessun tipo di garanzia fisica sul medio periodo sono decisamente troppi e per troppe stagioni. È evidente che la scelta sia quella di fare di Lillard-Simons-Nurkić il core per le prossime annate (tutti scadono nel 2025/26, con Dame che avrà in più l’opzione per l’anno successivo), ma questo trio non offre certezze di postseason e soprattutto rischia di vedere molto poco in campo insieme. 

Al draft sono poi arrivati Shaedon Sharpe e Jabari Walker, col primo che costituisce una grande speranza per il futuro ma che ha mostrato in questa pre-season sia lampi interessanti che tendenze preoccupanti e che difficilmente sarà utile nella corsa ai playoff già da questa stagione. I dubbi sul suo sviluppo sono grandi: il talento c’è ma la franchigia sembra proiettare su di lui delle speranze da creatore palla in mano che non corrispondono alle sue caratteristiche, molto più adatte ad un ruolo offensivo da scorer off ball. Il secondo invece potrebbe essere il Trendon Watford di questa stagione, seppur con caratteristiche diverse (tendenze decisamente più perimetrali dell’ex LSU), ossia un mezzo lungo pescato senza pick al primo giro al draft ma che garantisce minuti decenti in stagione regolare.

Closing Lineup

Con Nurkić:

G: Simons, Lillard

F: Hart, Grant

C: Nurkić 

Senza Nurkić:

G: Simmons, Lillard, Payton II

F: Hart, Grant

Pronostici

Alla luce di quanto detto e della presenza a Ovest di un grande numero di contender ai playoff molto attrezzante, credo che un ottimo risultato sarebbe il raggiungimento dei primi posti per il play-in (settimo o ottavo), un risultato medio gli altri posti per il torneo di accesso ai playoff e un brutto fallimento per il progetto di Cronin le posizioni dalla 11 in giù nella Western Conference. 

Personalmente credo che Portland riuscirà ad accedere al play-in tournament, ma la sensazione è che sia più probabile farlo con lo svantaggio nel fattore campo, quantomeno nella seconda partita.

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Romano, classe'91, trapiantato in Inghilterra, quando gioca ad ogni tiro si sente una voce misteriosa urlare "Ti infilo!". Quando invece non gioca o allena, lo potete trovare al pub mentre legge Michael Connelly sorseggiando un buon gin 'n tonic. Scrive su True Shooting per potersi permettere una roulotte rosa per 'ma.
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Se potessi tornare indietro nel tempo donerei delle nuove ginocchia a Roy ed Oden. Visto che non posso, mi accontento di questi Trail Blazers meno entusiasmanti. Parlo di Eurolega su Four Point Play, solo per sfoggiare l’accento romano.
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